Pura e semplice cronaca, in altre parole: fatti. Roba a cui i giornalisti sono sempre meno abituati e dai quali, anzi, rifuggono volentieri. In questo esemplare articolo di Marco Travaglio, uscito ieri sul “Fatto Quotidiano”, si dimostra come la cronaca, i fatti, continuino invece a essere fondamentali, non solo per chi faccia questo mestiere, ma, soprattutto, per chi compra i giornali pensando di trovarci ancora qualcosa di utile. A Travaglio è bastato semplicemente mettere in ordine cronologico cosa è avvenuto al meeting di Rimini in 43 anni. Fatti, cronaca: niente di più e niente di meno. Ho sempre pensato che il mio, lo stesso di Travaglio, fosse il mestiere più antico del mondo. Ma, ripercorrendo a volo radente quarantatre anni di fornicazione ciellina con il potere, mi sono felicemente e definitivamente ricreduto. (a.g.)
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Per la prima volta in 43 Meeting di Rimini, le capienti e previdenti lingue cielline sono state messe a dura prova da un atroce dilemma: leccare il premier in carica o quello in pectore? Nel dubbio, li han leccati entrambi. Ma Draghi e Meloni non devono montarsi la testa: sono 42 anni che quel pubblico di bocca buona e stomaco forte riserva la stessa accoglienza a chiunque salga sul palco: non per ciò che dice, ma per il potere che detiene e i favori che fa o farà a Comunione e Fatturazione. Alla prima, nel 1980, c’era Andreotti col giovine Formigoni ancora a piede libero: applausi. Nell ’81 toccò al premier laico Spadolini: ovazioni. Nell’83 Forlani: benebravobis. Nell’84 Fanfani: clapclap. Nell’86 Gava: bravone. Nell ’88 i socialisti De Michelis e Martelli: trionfo. Nel ’91 D’Alema e Cossiga: delirio.
Nel ’92 Mani Pulite iniziava a falcidiare i politici ciellini ed ecco gli ex nemici De Mita, Veltroni e Rutelli: oremus. Nel ’93 Formigoni portò il plurinquisito Sbardella, “lo Squalo”: il vice di don Giussani lo definì “il politico più stupido del mondo”. Nel ’94 B. andò al governo e mandò a Rimini le due grazie Pivetti&Maiolo e i ministri Biondi, Mastella, D’Onofrio e Guidi, molto applauditi. Nel ’95 Dini spedì i ministri Susanna Agnelli e Treu:ola. Nel ’96 vinse Prodi, poco popolare nel Movimento Popolare: zero politici. Ma c’era Romiti, in quanto imputato, molto gradito. Nel ’97, in piena Bicamerale anti-pm, tappeto rosso a Boato. Nel ’98 Bersani e la Turco: tripudio. Nel ’99 Prodi e Galan: evviva.
Nel 2000 debutto di B., che finanzia il Meeting con i preclari Ciarrapico e Tanzi: forza Silvio! Nel 2001-’05 mezzo governo B. in gita premio a ogni edizione, con l’aggiunta ora di D’Alema, ora di Veltroni, ora di Fassino, più Bersani fisso: un successone via l’altro. Nel ’06, col ritorno della sinistra, Rutelli, Mastella e Bersani (ormai parte del mobilio), ma anche B. e, in rappresentanza di Cosa Nostra, Andreotti e Cuffaro: promossi cum laude. Nel 2 0 0 8 -’11 riecco B. e le sfilate di berluscones in trionfo.
Nel ’12 governa Monti e chi ti spunta al Meeting? Monti. Nel ’13 Letta va al governo, dunque a Rimini. Nel ’14 ecco Renzi a Palazzo Chigi, ergo al Meeting, acclamatissimo pure nel ’15. Nel ’16 c’è la Boschi: ovazioni. Poi purtroppo nel ’18 arrivano i barbari: Conte non è invitato, pussa via. Nel ’20, da veri rabdomanti, i ciellini fiutano Draghi con sei mesi d’anticipo. Ora si buttano sulla Meloni. E pazienza se gli stessi che si spellavano le mani l’altroieri per lei se le sono spellate ieri per SuperMario: viva il capo del governo e viva pure la capa dell’opposizione!
Per i claque riiminesi, vale il detto di Flaiano sui giornalisti italiani: “Se i culi dei potenti fossero di carta vetrata, sarebbero quasi tutti senza lingua”.