Il saggio di Matfey Shahnee, che presentiamo nella traduzione pubblicata nel 2018 dal sito della Parrocchia ortodossa di Torino, necessita di una premessa magari un po’ brutale per il lettore che non abbia conoscenza del mondo ortodosso. In Ucraina esiste una chiesa ortodossa artificiale suscitata e riconosciuta dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo affetto da mania del primato di stampo romano, da parte del clero e della gerarchia locale smaniosa di potere, dal governo golpista attualmente guidato dal comico Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj e dall’occidente atlantista e nichilista. Penso che basti.
Scrive sul tema la geopoliticamente corretta Wikipedia: “La Chiesa ortodossa dell’Ucraina(…) è una Chiesa ortodossa nazionale ucraina. È stata fondata il 15 dicembre 2018 con l’autorizzazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli (…). Tale decisione è stata però fortemente contestata dalla Chiesa ortodossa russa, che riconosce invece una differente Chiesa ortodossa ucraina, e che ha quindi denunciato lo “sconfinamento” del Patriarcato di Costantinopoli, rompendo le relazioni con esso e dichiarando (..) la nuova Chiesa “scismatica” (…). L’autocefalia della Chiesa ucraina è infatti stata fortemente voluta e supportata dal presidente ucraino Petro Porošenko, collocato su posizioni filo-atlantiste e filo-europeiste. Il primate della Chiesa ha il titolo di metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina ed è, dal 15 dicembre 2018, Epifanij”.
Tra i promotori da lunga data dello scisma filoccidentalista si annovera l’autoproclamato patriarca di Kiev Filaret che, come in tutti gli scismi che si rispettino, è entrato subito in conflitto con i suoi sodali scismatici. Il suo nome è da tenere bene in conto perché è il protagonista del saggio che pubblichiamo.
Detto questo, è naturale dunque che in Ucraina esista anche, e venga perseguitata, una vera Chiesa ortodossa canonica, appartenente al Patriarcato di Mosca.
Nel lettore non pratico di ortodossia, tali questioni potrebbero istigare il riflesso condizionato che porta a magnificare le sorti unitarie e centralizzate della Chiesa romana. Ma sarebbe un ben povero rimedio dato che tale unità centralizzata si manifesta ormai da tempo, e non solo con Bergoglio, nell’apostasia. È bene sapere invece che, nonostante le periodiche aggressioni infernali, nell’ecumene ortodossa, grazie a un popolo religiosamente sano e a gerarchie fedeli al Dio Trinitario e alla sua Rivelazione, prevale l’adesione alla Verità e alla Tradizione apostolica. E bisogna aggiungere, anche se può essere impopolare, che non è un caso se il seme della divisione e dell’aggressione all’ortodossia, in oriente, venga seminato da tempi immemori dai cosiddetti Uniati, o greco-cattolici, cristiani di rito bizantino appartenenti alla Chiesa romana.
E ora una semplice considerazione sulla simbologia evidenziata da Matfey Shahnee nell’inquietante murale che arreda la “cattedrale della santa Trasfigurazione” nella regione di Ternopol’ in Ucraina occidentale. Se, come insegna Julien Ries, il simbolo è la carta d’identità dell’uomo, questa blasfema icona di San Giorgio intento a uccidere l’aquila bicipite russa invece del drago è il documento che mostra il vero volto di un’Ucraina falsamente descritta come pacifica, inerme e aggredita.
In tale immagine viene addirittura celebrato l’annientamento del simbolo che rappresenta l’identità di un popolo evocandone l’eliminazione spirituale, oltre che fisica: qualcosa che va oltre le più tremende intenzioni degli olocausti del secolo scorso. Non a caso nel murale celebrativo e programmatico del nazionalismo ucraino trovano nuova vita simboli nazisti, come a dire che è giunto il momento di compiere ciò che non si era portato a termine in passato: le vittime ora non sono soltanto portatrici di un dato biologico, come gli ebrei perseguitati dal nazismo, ma soprattutto di un dato spirituale, come gli ortodossi russi.
Nella guida dei popoli e della masse nulla è più potente dei simboli, che esercitano una profonda influenza sulla vita, sull’orientamento, sulle attività dell’uomo e della società. Mircea Eliade ha scritto che “l’uomo moderno brulica di miti, mezzi dimenticati, di ierofanie decadute, di simboli profanati e (…) che la desacralizzazione ininterrotta ha alterato il contenuto della vita spirituale”. Il murale che rappresenta così bene l’anima nera dell’artificiosa chiesa nazionale ucraina ne è la crudele dimostrazione. Purtroppo, i nemici di Dio sanno benissimo che l’uomo si corrompe e si porta alla perdizione innanzitutto entrando nelle chiese. In occidente è già tutto compiuto. In oriente la resistenza al male è viva nel popolo e nella gerarchia ed è nostro compito gridarlo dai tetti. Potrebbe essere l’ultima chiamata. (a. g.)
Il 12 ottobre 2018, l’autoproclamato “Patriarca” Filaret ha visitato la “cattedrale della santa Trasfigurazione” nella regione di Ternopol’, nell’Ucraina occidentale, per “benedire” una larga “icona” di san Giorgio. Tuttavia, “l’icona” in questione non è una vera icona, ma un monumento sacrilego al peccato dell’etnofletismo e del nazismo, che ha più elementi in comune con il simbolismo demoniaco che con l’iconografia ortodossa.
Il murale raffigura san Giorgio, che invece di calpestare un drago – un simbolo di satana – sotto il suo cavallo, infilza con la lancia una maestosa aquila bicipite – un simbolo non solo dei monarchi divinamente unti e dell’Impero Russo, ma anche dell’Impero Romano d’Oriente e di molte altre culture ortodosse, incluso il Patriarcato ecumenico! [1]
Sullo sfondo, le rovine dell’aeroporto internazionale Sergej Prokofiev di Donetsk sono raffigurate in alto a destra. La rivoluzione del Majdan, appoggiata dall’occidente (ed eseguita con l’aiuto dei neonazisti) è raffigurata in alto a sinistra. Si possono vedere diversi simboli nazisti, tra cui il wolfsangel, usato dalle SS, e la bandiera nera e rossa della “Organizzazione dei nazionalisti ucraini / Esercito insurrezionale ucraino”, che durante la seconda guerra mondiale combatté al fianco dell’Esercito di Hitler e delle SS. Si vedono anche fucili d’assalto.
Ci sono molte caratteristiche inquietanti di questo murale demoniaco: nazionalista, nazista, diabolico, satanico, sono alcune descrizioni che vengono in mente.
Neonazismo, ultranazionalismo ed etnofletismo
Il murale dimostra sia il neonazismo che l’eresia dell’etnofletismo (nazionalismo religioso, cioè, la formazione e la definizione della propria religione basata su motivi politici etno-nazionalistici). Qui ci sono parole tratte dal sito ufficiale della loro diocesi scismatica di Ternopol’ che rivelano chiaramente l’orientamento apertamente nazionalista della “chiesa”. Filaret ha detto, tra l’altro, che: “A causa dell’esistenza della Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Kiev) e di altre chiese cristiane di ispirazione patriottica, oggi abbiamo uno stato indipendente. E se avremo una sola Chiesa ortodossa ucraina, la Russia non avrà alcun accesso all’Ucraina. E allora il nostro stato stabilirà e rafforzerà se stesso, e sarà una fortezza di pace nell’Ucraina orientale”.
Prendendo in considerazione che il murale presenta le rovine dell’aeroporto di Donetsk in fiamme, è chiaro che la pace di Filaret implica la guerra contro altri ucraini. Non possiamo dimenticare che egli stesso ha sostenuto che Donbass dovrebbe “espiare la sua colpa con il tormento e il sangue”.
Ora, se ignoriamo la propaganda di Filaret contro la Chiesa canonica, che quest’ultima confuta, va detto che Filaret ammette che la sua e altre chiese scismatiche sono “chiese patriottiche”, in altre parole nazionaliste, etnofletiste.
È perfettamente naturale per le chiese avere patrioti al loro interno, che amano la loro patria e la loro cultura pacificamente e produttivamente. La differenza tra patriottismo ed etnofletismo, tuttavia, è che quest’ultimo fonda un’intera chiesa sul nazionalismo. Questa è un’eresia.
Vale anche la pena notare che quando parla di “altre chiese cristiane, in sintonia con la patria”, è probabile che si riferisca agli uniati e ai battisti, poiché l’unica altra chiesa in Ucraina che afferma di essere ortodossa (a parte la Chiesa ortodossa ucraina canonica) è la “Chiesa ortodossa autocefala ucraina” scismatica. Vale la pena notare che recentemente il segretario di Filaret, Zorja, che molti chiamano “l’eminenza rossa” [2], ha recentemente affermato che è necessario un Tomos di Costantinopoli che dia loro specificamente la possibilità di condurre un dialogo ecumenico con protestanti e cattolici, che lui, insieme al capo degli uniati Shevchuk, crede siano storicamente “isolati” dalla “Chiesa ucraina”.
Una cosa è certa: il patriarcato di Kiev e i suoi alleati sono in effetti delle chiese nazionaliste. Inoltre, il sito ufficiale dice che accanto a San Giorgio il pittore ha ritratto “La rivoluzione della dignità” (il colpo di stato del Majdan) e soldati ucraini, e che l’idea di questa “icona” è: “Dio è con noi, l’Ucraina è dietro di noi”.
Ora esamineremo questo murale e dimostreremo che non è un prodotto dell’amore naturale per il proprio paese, ma dell’estremismo neonazista radicale. Prima di tutto, a parte i preoccupanti aspetti religiosi del murale, che con i suoi fucili, gli incendi e le facce maliziose somiglia di più ad un cartello antireligioso dell’era sovietica di quanto non sembri a un affresco ortodosso, bisogna per prima cosa dire che il murale non ha nulla a che fare con la religione, ma ha tutto a che fare con la politica. Le manifestazioni più malvagie della politica umana possono essere viste qui, sotto la forma del neonazismo.
Neonazismo
Prima di parlare dell’elefante nella stanza, diciamo che il diavolo è letteralmente nei dettagli. Un dettaglio che potrebbe essere facilmente perso, ma che era già stato notato da un sito web greco [3], è la presenza di un wolfsangel, un simbolo di odio neonazista [4] che è bandito in Germania [5] per le sue connessioni naziste. Variazioni di esso furono usate da una moltitudine di divisioni tedesche naziste nella seconda guerra mondiale; la versione raffigurata sul murale era utilizzata dalla 2ª Divisione Panzer delle SS “Das Reich”.
Nell’Ucraina moderna, questo simbolo è stato associato a una varietà di organizzazioni di estrema destra, come il Partito Social-Nazionale dell’Ucraina, così come il Battaglione Azov, un reggimento di guardie nazionali direttamente collegato da molte organizzazioni tra cui l’ONU ai crimini di guerra in ucraina – inclusi attacchi a civili in saccheggi di massa [6], tortura [7][8], uccisioni e stupri.
Alcuni leader del battaglione Azov tentano di negare che questo simbolo sia collegato al nazismo. La loro negazione, tuttavia, è trasparente quanto quella di un “suprematista bianco” che afferma che la svastica tatuata sulla sua testa è tutta incentrata sull’induismo e non sul nazismo. [9]
Ci sono state notizie che il wolfsangel sia usato da organizzazioni sataniche; inoltre, la maggior parte dei membri del battaglione Azov è nota per essere costituita da neopagani, che hanno eretto un idolo pagano di Perun a Mariupol, oltre a essere neonazisti [10]. Questo include il loro capo Andriy Biletsky.
Fucili d’assalto
Anche a sinistra e a destra dell’immagine, visibili più chiaramente in questa versione, ci sono diversi fucili di tipo Kalashnikov visualizzati in stile comunista rivoluzionario, dipinti nei piccoli diamanti dorati.
Bandiere naziste
Sullo sfondo del murale, sul lato sinistro, si possono vedere chiaramente bandiere rosse e nere (paragonabili a sangue e terra) appartenenti all’Organizzazione dei nazionalisti ucraini / Esercito insurrezionale ucraino. Questo è un simbolo nazista, non meno di una svastica.
Il leader nazista ucraino Stepan Bandera si alleò con Hitler e i suoi seguaci commisero genocidi contro polacchi, ebrei, russi, ucraini e praticamente chiunque non fosse d’accordo con loro. L’origine di questi gruppi e il loro odio richiederebbe una ricerca; tuttavia, basti dire che il seme dell’odio etnico fu piantato nell’Ucraina occidentale dall’impero austro-ungarico, e ritornò dopo il colpo di stato del Majdan del 2014 come uno spettro sanguinario per terrorizzare l’Ucraina e i suoi paesi limitrofi.
In una terribile unione del vecchio terrore uniate con ideologie prese direttamente dalla Germania nazista, Bandera e i molti uniati all’interno della sua organizzazione desideravano creare un’Ucraina “etnicamente pura”, nella quale solo gli ucraini da loro ritenuti degni sarebbero rimasti vivi.
L’organizzazione di Bandera fu fondata nel 1929 a Vienna – per ironia della sorte, l’ex capitale del vecchio impero austro-ungarico che perseguitava i cristiani ortodossi dalla Serbia alla Romania e all’Ucraina. In uno dei loro trattati di propaganda, il loro braccio militare elencava non solo il “terrore”, ma essenzialmente il lavaggio del cervello come uno dei loro metodi. [11] Una semplice ricerca sul web per “marcia neonazista in Ucraina” fornirà molti esempi di radicali che marciano per le strade con questa bandiera rossa e nera, nonché svastiche e ritratti di Bandera. Uno dei migliori video, tuttavia, per tracciare la correlazione tra il radicalismo armato, queste bandiere, questo murale e gli uniati è questo, in cui un “sacerdote” uniate conduce un servizio commemorativo con queste bandiere rosse e nere sullo sfondo.
Qui si può vedere un microcosmo dell’etnofletismo. Vicino alla fine, il prete dice il tradizionale saluto dei Carpazi “Slava Isusu Khristu” (Gloria a Gesù Cristo), ma riceve una risposta anemica da pochi che sapevano rispondere correttamente “Slava na viki” (Gloria per sempre). Ma nel momento in cui prova slogan nazionalisti e nazisti, come “Slava Ukraini – Heroyam Slava” (Gloria all’Ucraina – Gloria agli eroi), ottiene una risposta molto forte e orgogliosa. Termina tre volte con lo slogan “Slava natsii – Smert voroham” (Gloria alla nazione – Morte ai nemici) e la gente inizia a cantare come se fosse posseduta, “morte ai nemici!” Mentre i loro colpi di armi da fuoco risuonano sulle montagne.
Questo slogan di “morte ai nemici” può anche essere ascoltato forte e fiero alla marcia nazionalista di Filaret, sottilmente velata come una processione della croce, come si vede in questo video con sottotitoli in inglese dell’Unione dei giornalisti ortodossi. Come mostrato in questi video, coloro che frequentano questi gruppi sono molto più preoccupati del nazionalismo che della religione, e la religione è inclusa semplicemente per “santificare” il loro nazionalismo.
Pax Ucrainica? Il Majdan e le rovine dell’aeroporto di Donetsk
Per favore rivolgete la vostra attenzione alla struttura in alto a destra di questa versione prototipo dello stesso murale; si possono vedere le apparenti rovine dell’aeroporto di Donetsk, un tempo molto bello e moderno, con una bandiera ucraina e la bandiera nazista nera e rossa in cima, mentre il Majdan è mostrato sul lato sinistro con le stesse bandiere.
Guardate qui sotto l’immagine dell’aeroporto di Donetsk, in rovina per la guerra, con una bandiera ucraina appena visibile in alto, scattata il 12 ottobre 2014. Filaret ha “benedetto” questo murale nella stessa data, solo quattro anni dopo. La struttura del murale è chiaramente la torre di controllo dell’aeroporto.
Questa rovina è un microcosmo della guerra che il colpo di stato del Majdan ha scatenato sull’Ucraina, e Filaret sta glorificando tutto – chiamano il colpo di stato una “rivoluzione della dignità”, e chiamano la guerra “pace”. Questa non è pace per gli ucraini: questa è morte. Il popolo ucraino timorato di Dio merita di meglio. Hañba (vergogna)!
Questo è il colpo di stato che ha innescato una guerra fratricida, che ha ucciso 10.000 persone solo dai numeri ufficiali delle Nazioni Unite. [12] Questo colpo di stato appoggiato dall’occidente ha permesso all’attuale fazione politica di prendere violentemente il potere a Kiev. Questo include un presidente, Petro Porošenko, che ha spiegato in questo video che “loro” vinceranno “questa guerra”, per il fatto che i “loro” bambini sono nelle scuole, e i bambini del Donbass saranno nei rifugi antiaerei.
Questo spargimento di sangue, questo fratricidio, è qualcosa che qualcuno dovrebbe celebrare? Ebbene, questo è certamente ciò che ritiene il falso patriarca Filarete, come ha spiegato lui stesso: “Non dovremmo pensare che la popolazione del Donbass sia innocente in queste sofferenze. È colpevole! E deve espiare la sua colpa con il tormento e il sangue “.
Vale la pena notare qui che Filaret è un ipocrita; lui stesso è nato nel Donbass, la presunta regione “pro-russa” dell’Ucraina orientale, mentre il metropolita Onufrij di Kiev, il capo della Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Mosca) è nato nell’Ucraina occidentale, la cosiddetta regione “pro-ucraina”.
Ciò espone il conflitto per quello che è: non sono russi contro ucraini. Questa non è una chiesa ucraina contro una chiesa russa, questa è l’Ortodossia contro il satanismo. Questi sono gli ucraini ortodossi (i membri della Chiesa canonica) perseguitati dai fascisti adoratori del diavolo. Questa è una questione della luce contro l’oscurità, del serpente contro l’aquila, della santa Rus’ contro il nazismo, e di Dio contro il diavolo nei cuori degli uomini, come direbbe Dostoevskij.
La Chiesa canonica predica amore e unità e, come ha spiegato lo stesso metropolita Onuphry. Non sta cercando di costruire né un mondo russo né uno ucraino, ma il mondo di Dio, e sta cercando di unire tutti gli ucraini in un’unica famiglia in Cristo. [13] A tal fine, non si vede nessun simbolo politico alla processione della croce organizzata dalla Chiesa canonica, mentre qualsiasi evento o manifestazione guidata da Filaret presenta sempre più bandiere che icone. E ora anche le sue icone contengono bandiere.
“Santa” Victoria Nuland del Majdan?
Vale la pena notare, nella parte in basso a sinistra del murale, c’è una donna con un piccolo vassoio; non è confermata, ma potrebbe benissimo simboleggiare Victoria Nuland, l’inviata degli Stati Uniti che ha frequentato il Majdan, e notoriamente ha distribuito biscotti ai rivoluzionari. Nuland è rilevante perché ha avuto grandi difficoltà a cercare di spiegare (o piuttosto di negare) la presenza di neo-nazisti in Ucraina e sul Majdan.
Il parlamentare americano della California, Dana Rohrabacher, ha insistito per ottenere chiarezza, dicendo: “Ho visto quelle foto e ho anche visto un sacco di persone lanciare bombe incendiarie a gruppi di poliziotti. C’erano persone che sparavano ai ranghi della polizia… La domanda è: erano coinvolti gruppi neonazisti? “. Nuland è stata costretta ad ammettere: “C’erano molti colori dell’Ucraina coinvolti, compresi colori molto brutti”.
Bambini e preti sono stati bombardati per le strade, chiese e monasteri bruciati e sequestrati… Brutti colori, davvero.
San Giorgio come un “ribelle ucraino”?
Oltre al disgustoso neonazismo, abbiamo visto i brutti colori dell’etnofletismo esibiti con orgoglio in questo murale satanico. Questa icona è un insulto al santo nome di San Giorgio il Vittorioso. Il Santo, la cui uccisione del drago è un simbolo di Dio vittorioso sul diavolo, è stato appropriato come simbolo sacrilego del movimento neo-nazista, dell’odio etnico.
Nello specifico, sul loro sito web, il Patriarcato di Kiev a Ternopol’ dice: “Giorgio il Vittorioso è il santo patrono dei combattenti per l’indipendenza dell’Ucraina”. [14]
Io non ero a conoscenza che tale mecenatismo fosse mai stato menzionato nel Sinassario o nella tradizione della Santa Chiesa ortodossa. Ciò che viene menzionato, ed espressamente condannato, è l’etnofletismo – che è quando il nazionalismo e l’odio etnico invadono il mondo ecclesiastico – come per esempio dipingere un’icona che contiene simboli nazisti, un aeroporto bombardato, una rivoluzione politica e fucili d’assalto, e poi appropriarsi di san Giorgio come protettore di questa causa.
Questo ci porta all’ultima grave offesa di questo monumento alla diavoleria: la profanazione dell’aquila bicipite.
Aquila a due teste
Ora finalmente arriviamo all’elefante, o meglio, all’aquila, nella stanza. San Giorgio sta calpestando l’aquila bicipite. In questo contesto, è chiaro che questa aquila rappresenta la Russia, ma rappresenta solo la Russia? L’aquila bicipite era prima un simbolo dell’impero romano orientale (bizantino), prima che fosse adottata dalla Russia, e quest’aquila continua a essere usata sia dai greci, dai serbi (anche dal Montenegro, da altri popoli jugoslavi, ecc.), dai romeni e da innumerevoli altre culture e popoli tra cui anche tedeschi e austroungarici.
A volte si dice che le due teste rappresentino la Chiesa e lo Stato, alcuni dicono che rappresentano il dominio sull’Oriente e sull’Occidente. L’aquila è stata usata anche in molte decorazioni di chiese, e in termini semplici potrebbe essere definita una mascotte pan ortodossa. Ma per i monarchici è un simbolo sacro dei re e degli imperatori unti di Dio. Nel caso del murale di Filaret, è certamente lì solo per ragioni nazionaliste, e crea per lui un dilemma. L’aquila a due teste è anche un simbolo tenuto caro dallo stesso Patriarcato ecumenico.
Il simbolo è mostrato su una bandiera preziosa per la Chiesa di Grecia; questa bandiera ha un significato ugualmente profondo per greci e serbi come per i russi – e il murale di Filaret la sta dissacrando. Cosa ne penseranno i nuovi maestri di Filaret? Non abbiamo bisogno di speculare – un sito web greco ha già espresso indignazione, rilevando molti dei dettagli che abbiamo già discusso. Ecco alcuni estratti tradotti in inglese dal greco: “L’aquila bicipite uccisa dalla falsa immagine di San Giorgio, è il simbolo più riconoscibile del cristianesimo ortodosso di oggi (accanto alla croce). L’aquila tiene una croce e un globo, che simbolizzano una pacifica sinergia tra la Chiesa e lo stato. Questa bandiera era storicamente usata dagli imperi bizantino e russo. Oggi è la bandiera ufficiale del Patriarcato ecumenico… della Chiesa ortodossa greca e del Monte Athos. In un’esplosione pubblica di disprezzo per la fede ortodossa e di disprezzo dei molti paesi che usano l’aquila nelle loro bandiere, Filaret ha ‘benedetto’ questa immagine… e il giorno dopo Bartolomeo ha ritirato l’anatema contro di lui”. [15] Il sito web ha anche rilevato la presenza dei simboli neonazisti.
L’odio di Filaret e della sua chiesa nazionalista è così forte e ha accecato la loro logica fino al punto in cui commissionano un murale blasfemo, insultando tutti gli ortodossi che hanno custodito questo simbolo per millenni, incluso il Patriarcato ecumenico, in un momento in cui hanno disperatamente bisogno di sostegno per le loro attività non canoniche. Finché possono calpestare la Russia, non importa loro di calpestare anche il Monte Athos, la Grecia, la Serbia, la Romania, ecc.
Un murale sovietico?
L’ispirazione per l’uccisione di questa aquila molto stimata potrebbe forse essere il manifesto di propaganda del 1917 di B. Shippih, che raffigurava l’aquila bicipite come un mostro contro cui il popolo ucraino si era ribellato.
Ironia della sorte, la foto presenta l’atamano cosacco Bogdan Khmelnitskij, che riunì l’Ucraina alla Russia nel 1654, e la cui statua, molto apprezzata sia dal popolo russo sia dai nazionalisti ucraini, fu originariamente costruita come dono con la benedizione dello tsar russo. Questa è l’ironia della questione nazionale ucraina.
Il murale, tuttavia, ha molto in comune con un’altra era della storia russa, a cui il nazionalismo ucraino deve molto, anche se non lo ammetterebbe mai, cioè l’era sovietica. Il murale ha in realtà molto in comune con l’immaginario sovietico che glorifica la vittoria del popolo moderno sulla religione – come l’aquila era sia un simbolo del monarca, sia di colui che lo unge – Dio, e quindi la Chiesa.
La distruzione dell’aquila a due teste è stata descritta in molte immagini e propaganda sovietiche. Prendiamo ad esempio questo video comunista, che mostra l’aquila come un mostro monarchico colpito dalla tempesta di fulmini di una ribellione popolare, simile nel contesto sia a questo murale sia al manifesto di propaganda nazionalista ucraino sopra esposto, della stessa epoca della rivoluzione bolscevica.
È molto ironico che gli ultranazionalisti ucraini debbano tanto all’Unione Sovietica che odiano. E bisogna chiedersi, perché odiano così tanto i bolscevichi? È comprensibile il motivo per cui i cristiani ortodossi sono contrari a loro; ma furono i comunisti a realizzare ciò che secoli di uniatismo e di occupazione austroungarica non riuscirono a fare.
I comunisti furono i primi a governare completamente tutto ciò che è l’Ucraina moderna, e quindi per la prima volta, intenzionalmente o accidentalmente, completarono il progetto austroungarico dividendo totalmente il popolo ucraino dai russi su linee nazionalistiche. La prima formazione permanente di uno stato chiamato “Ucraina” è stata attuata dai comunisti. Quindi, se lo ha mai fatto qualcuno, sono stati i comunisti a creare il moderno stato ucraino. Le formazioni storiche della “Ucraina” hanno poco in comune con i confini attuali, che sono interamente il risultato dell’Unione Sovietica che ha formato la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.
Né la Rus’ kievana, né la Confederazione Polacco-lituana, né l’Atamanato cosacco, né l’Impero Russo, né l’Impero Austroungarico, né gli stati ucraini di breve durata dei primi anni ’20 del Novecento contenevano tutte le terre della moderna Ucraina che sono state unite completamente solo dai comunisti.
L’impero russo fu il più vicino, ma non governò mai tutta la Galizia, che era sotto l’occupazione austroungarica / uniate e fu unita all’Ucraina solo dopo la seconda guerra mondiale dallo stesso Stalin. Di seguito una piccola mappa dell’evoluzione storica dei territori ucraini, un argomento che merita uno studio.
Per essere chiari, questo non nega l’esistenza degli ucraini in tutta questa storia. Comunque fossero storicamente, anche da coloro che desideravano un’indipendenza (politica) dallo tsar di Mosca come Filip Orlyk [16], non furono mai visti come una nazione veramente straniera e diversa, ma piuttosto come uguali e parte della nazione della Rus’ – ciò che si chiama santa Rus’. Anche l’eroe cosacco Bogdan Khmelnitskij mantenne questa convinzione. [17]
Il patriarca Teodoro di Alessandria sulla santa Rus’ e sull’aquila a due teste
La santa Rus’ o santa Russia non riguarda il nazionalismo. È un antico concetto spirituale ortodosso. Era un termine usato anche da santi greci, come san Massimo l’Agiorita [18] per descrivere le antiche terre della Rus’ kievana – la Russia antica; non chiamavano nemmeno Bisanzio “santa”, ma alla Rus’ era dato questo titolo. Questo termine è ancora usato oggi. Proprio quest’anno, il patriarca di Alessandria durante la sua visita a Mosca, [19] mentre concelebrava con il patriarca Kirill (con il presidente Putin presente) ha usato questo termine.
Incredibilmente, dopo che il patriarca Teodoro di Alessandria ha detto (in greco) che “la Rus’ è sempre stata, è, e sarà la santa Russia“, subito dopo ha notato la bella presenza dell’aquila bicipite di Bisanzio all’interno del Cremlino di Mosca. Com’è stato quasi profetico! Era come se la Provvidenza avesse ordinato che sua Beatitudine parlasse di questo in occasione del Battesimo dalla Rus’, per ricordare alla gente la verità della santa Russia e della sua eredità dall’impero bizantino. È davvero meraviglioso come abbia parlato della santa Rus’, e una frase in seguito l’abbia collegata all’aquila bicipite. Si ricordi che la santa Rus’, che i bolscevichi hanno cercato di distruggere, non è una forma particolare del nazionalismo russo. Significa che l’ortodossia definisce i popoli della Rus’, superando il nazionalismo.
La santa Rus’ è l’eredità spirituale del popolo russo, ucraino e bielorusso, custodita nelle sacre parole e profezie di san Lavrentij di Chernigov. “Russia, Ucraina e Bielorussia – insieme siamo la santa Rus’.”
La visione ortodossa di questi popoli, se si scava profondamente, rivela che la loro unità è sacra, benedetta da Dio e indivisibile. Questo è il motivo per cui questo murale dissacra l’aquila bicipite, perché in fondo i suoi creatori disprezzano la santa Rus’ e i suoi santi, da Vladimir il Grande a Lavrentij di Chernigov, che si addormentò nel Signore negli anni ’50 e avvisò dei futuri eventi in Ucraina, che stanno giungendo a compimento.
Questo è il vero motivo per cui hanno commissionato questo murale. Dobbiamo renderci conto che non solo glorifica il nazismo, ma è blasfemo ed è un insulto a tutti i popoli ortodossi da Costantino il Grande ai nostri giorni. Questa non è una “icona”, ma un murale diabolico e demoniaco, ispirato dallo stesso serpente ingannatore che san Giorgio calpesta giustamente. L’hanno commissionato al nazismo, all’etnofletismo e all’ultra-nazionalismo, che li hanno completamente accecati.
Inoltre, questo non è solo un evento isolato di qualche gruppo marginale; rappresenta l’intero spirito degli scismatici, in quanto il loro leader, lo stesso Filaret, lo ha benedetto. In questa stessa chiesa, tra l’altro, secondo un sito web greco, c’è un dipinto di Filaret stesso tra alcuni santi (e anche scismatici); il sito web ha notato quanto questo sia sinistramente arrogante. [20]
Questo è il messaggio di Filaret e dei suoi tirapiedi al mondo. Le loro “icone” non riguardano Dio, ma il nazismo, dove raffigurano la guerra e il bagno di sangue che tanto amano. Se l’Ortodossia e Dio stesso non sono d’accordo con le loro opinioni, creeranno la loro setta e adoreranno i loro idoli.
Questo è il motivo per cui dissacrano l’Ortodossia in questo murale; è per questo che dissacrano l’aquila bicipite di Bisanzio e della santa Rus’, perché l’Ortodossia ha sempre affermato la verità: gli ucraini non sono solo nostri amici, sono la nostra famiglia! Insieme, siamo la Santa Rus’ – ciò che Dio ha messo insieme, nessun uomo lo separi!
Note
[1] San Giorgio che uccide il drago è anche il simbolo della città di Mosca. Sostituire il drago con l’aquila bicipite nella pittura murale di una chiesa è un colpo perverso a Mosca che non ha posto nel cristianesimo, per non parlare dell’Ortodossia.
[2] Il potere dietro il trono, per così dire, con un riferimento storico al cardinale Richelieu, che deteneva un grande potere sulla Francia. Le sottili espressioni facciali e le dichiarazioni di Zorja sono spesso un indizio per interpretare ciò che sta accadendo all’interno del Patriarcato di Kiev.
[3] https://dimpenews.com/2018/10/22/βαρθολομαίε-είσαι-ναζιστησ-σ΄εκκλησ/
[4] https://www.adl.org/education/references/hate-symbols/wolfsangel
[5] https://luxtimes.lu/archives/11247-city-exhibition-on-ukraine-features-nazi-symbols
[6] https://www.ohchr.org/Documents/Countries/UA/Ukraine_13th_HRMMU_Report_3March2016.pdf
[7] https://www.ohchr.org/Documents/Countries/UA/Ukraine_14th_HRMMU_Report.pdf
[8] https://www.osce.org/pc/233896?download=true
[9] La svastica era originariamente un antico simbolo indù; forme simili di wolfsangel erano usate dai popoli germanici storici. Tuttavia è innegabile che nel contesto moderno questi simboli abbiano chiare connotazioni neonaziste.
[10] https://web.archive.org/web20171204203550/http://ukraina.ru/exclusive/20170529/1018722291.html
[11] “Dobbiamo cambiare la psicologia della nostra società e la psicologia dei nemici, e influenzare l’opinione del mondo. Il terrore non sarà solo il nostro mezzo di autodifesa, ma anche di agitazione [rivoluzionaria] che raggiungerà tutti: la nostra stessa gente e gli estranei, indipendentemente dal fatto che lo desiderino o meno …” Si veda qui per maggiori informazioni. fonte: Tadeusz Piotrowski, Genocide and Rescue in Wolyn ( Jefferson, N.C.: McFarland and Company, 2000), p. 11–12.
[12] https://www.ohchr.org/Documents/Countries/UA/UAReport18th_EN.pdf
[13] https://youtu.be/ZzrfB8IV7eU
[14] Fonte originale in ucraino: “Юрія Переможця—покровителя борців за незалежність України.”
[15] https://dimpenews.com/2018/10/22/βαρθολομαίε-είσαι-ναζιστησ-σ΄εκκλησ/
[16] Filip Orlyk scrisse nel 1710 una costituzione cosacca in cui menziona la parola Ucraina, così come “Piccola Russia”. Tuttavia non ha mai parlato di una “nazione ucraina”, ma solo dell’Ucraina come territorio geografico, che considerava come sinonimo di terra russa. La gente, la sua gente, gli antenati degli ucraini moderni, era da lui chiamata la “nazione della Piccola Russia”. Fonte in ucraino: https://spzh.news/ua/zashhita-very/45567-svyata-rus-vs-prosvichena-vropa
[17] https://holmogor.livejournal.com/6973066.html
[18] https://spzh.news/ru/zashhita-very/45538-svyataya-rus-vs-prosveshchennaya-evropa
[19] Il patriarca di Alessandria può essere sentito dire in greco, e tradotto in russo, che “la Rus’ è sempre stata e sempre sarà la Santa Rus’ ” https://youtu.be/syCilzSvfvk?t=9371
[20] https://dimpenews.com/2018/10/22/βαρθολομαίε-είσαι-ναζιστησ-σ΄εκκλησ/
5 commenti su “Con questi simboli demoniaci si celebra in una cattedrale il torbido nazionalismo ucraino”
riporto la notizia ad uso dei lettori del blog : ”
“Scandaloso! Tra il 29 e il 30 marzo, la pagina Wikipedia dedicata alla strage della Casa dei Sindacati di Odessa ha subito una modifica radicale che occulta e mistifica i fatti.
Non solo il nome è stato cambiato in un generico “rogo” (come se si fosse trattato di un evento misterioso di autocombustione), ma nell’introduzione è stato tolto ogni riferimento alle responsabilità dei gruppi neon4zisti e nazionalisti ucraini… …facendo sembrare l’orrore del 2 maggio 2014 una tragica fatalità e non un crimine i cui responsabili hanno nomi e cognomi.
RivistaLaFionda”
Concordo che i simboli che sembrano piccola cosa sono in realtà potentissimi progetti politici. Basti pensare alla pachamana o al presepio a San Pietro sovrastato da un enorme avvoltoio… più chiaro di così
E’impressionante il silenzio di tutta la stampa su quanto costituisce la intera verità sull’Ucraina e la sua vera storia,non dimenticando però i massacri di quel popolo a opera di Stalin :una maggiore e più completa conoscenza delle verità storiche ,oltre che la pubblica opinione,potrebbe più favorevolmente influenzare una più efficace risoluzione delle trattative in corso.
Anche le pagine d’archivio de La Stampa sulla repressione nel 2014 delle popolazioni russofone da parte degli ucraini nazionalisti sono state rese inaccessibili.
Anche la voce di Wikipedia inerente la guerra fra Georgia ed Ossezia del Sud è stata ‘revisionata” al punto di incolpare l’Ossezia dell’aggressione. Tutti ricordiamo benissimo che fu la Georgia ad attaccare l’8 agosto 2008, sfruttando la disattenzione della stampa per la contemporanea inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, e provocando – in una sola notte – 2000 morti a Tskhinvali.