Non ho mai avuto particolare piacere nel passare il tempo dondolando una gamba, ma uno non può passare il venerdì pomeriggio a guardare le storie Instagram di una bionda, stupenda e sciatta, che pubblica pony, orrendi e sgraziati, scorrazzanti per le valli bergamasche, per rovinarsi il fegato attendendo chissà quale perla tirerà fuori padre Bergoglio in diretta mondiale.
Per fortuna la cosiddetta “Consacrazione della Russia”, a quanto pare fatto talmente importante da non avere dignità d’autosussistenza, ma di essere inserito in un altro rito, ovvero all’interno del “Rito per la Riconciliazione”, è stata la solita trovata pubblicitaria del vescovo di Roma nel tentativo disperato di far parlare di sé. L’ipnosi mediatica di un messaggio di Fatima ridotto a una farsa ha lasciato il tempo di una messa postconciliare per poi sfumare come la richiesta della Madonna “Pregate, pregate molto; e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’Inferno, perché non c’è che chi si sacrifichi e preghi per loro!”, nel cuore dei sacerdoti.
Tanto superficiale il pastore quanto i suoi seguaci, tanto è vero che un paio di giorni a seguire la CEI si preoccupa già di fornire le nuove disposizioni anti covid a messa (postconciliare). In soldoni via la maschera, ma guai a scambiarsi i rami d’ulivo o riempire acquasantiere. Per quanto mi riguarda il sottoscritto non usa l’acquasantiera da quando a quindici anni ha scoperto che i preti non ci mettono nessuna acqua santa, ma solo acqua del rubinetto, non credono ai Sacramenti figuriamoci ai sacramentali. Pare, invece, sia possibile sbattersi in testa l’un l’altro i suddetti rami d’ulivo senza alcun timore di contagio, ma sia, anzi, buona cosa.
A proposito di zucche, come è stato possibile che migliaia di cattolici credessero alla truffa della consacrazione? La testa dei cattolici è diventata un armadietto pieno di niente.
Ora, si può credere o non credere alle apparizioni mariane, sono fatti utili alla fede popolare, ma non dirimenti rispetto alla salvezza dell’anima.
Però, se per Roncalli i fatti di Fatima furono “fantasie di una suora” (uguale suggestioni), per Bergoglio la questione è a dir poco patologica. Parliamo di quel vescovo vestito di bianco che andò a Fatima per celebrare una messa su un altare nero con candele nere al fine di insultare la Santa Vergine dicendo: «La Vergine Maria del Vangelo, venerata dalla Chiesa orante, o invece una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che La vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire: una Maria migliore del Cristo, visto come Giudice spietato; più misericordiosa dell’Agnello immolato per noi?» (Viaggio di Bergoglio a Fatima, Benedizione delle candele, 12 maggio 2017).
Lo stesso cardinal Bergoglio che, fra le altre considerazioni, dichiarò a La Repubblica il 24 Dicembre 2021: «A chi pensa in particolare in questo Natale? – Ai poveri, sempre. Come Gesù, che è nato povero: quel giorno Maria era una donna di strada, perché non aveva un luogo adeguato per partorire». Ebbene, lo stesso macellaio mancato si è improvvisamente accorto che la Santa Vergine non è una donna di strada abbozzata da sensibilità soggettive e decide di sparare una “Consacrazione della Russia”, che però de facto non lo è nella forma, né nel contenuto, e che, anzi, rischia di procurare un effetto rovesciato, come a rovescio la chiesa che l’ha scimmiottata.
In primis è tardi. La consacrazione non fu fatta da papa Ratti come avrebbe chiesto la Vergine Maria, e poi fatta, male, da papa Wojtyla. Ora viene di nuovo propugnata negli stessi termini erronei e ambigui, non corrispondenti alle richieste del Cielo? Ma a che gioco stiamo giocando? Stiamo giocando al gioco di Saul.
La Chiesa (preconciliare) da decenni ormai si era incamminata sul sentiero del re Saul, ma oggi crede di potersi mettere direttamente al posto di Dio, di saperne più di Dio, di manipolarne ad libitum i comandamenti, di potersi esprimere in termini più corretti rispetto alle scelte lessicali divine. Bergoglio, in questo senso è il perfetto vicario di Saul. Trae vantaggio politico manipolando il dettato della Madonna di Fatima.
Si sarebbe dovuta consacrare la Russia Sovietica a tempo debito. «Se no [la Russia] spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte» (13-VII-1917).
Oggi quella Russia non esiste più. Ebbi già occasione di scrivere che il muro di Berlino è rimasto indigesto a chi lo ha divorato. Forse a molti è sfuggito il fatto che gli errori della Russia a cui il Cielo alludeva non erano una questione politica. Dio non fa politica. La chiesa orizzontale infiltrata dalla massoneria ecclesiastica a cavallo del Concilio Vaticano Secondo ha interpretato il messaggio mariano in modo politico, perché già in crisi spirituale al meno dai tempi di papa Benedetto XV.
Gli errori della Russia non sono il comunismo reale, ma l’ateismo. L’ateismo che ha trionfato in Occidente. La Russia è tornata cristiana, ma i suoi errori hanno vinto, hanno talmente vinto che l’intero Occidente è guidato da un’élite atea e socialisteggiante a ogni livello della vita sociale, sia politica che religiosa. La prova è davanti agli occhi di tutti, Unione Europea, Governi e organizzazioni culturali non governative e caritatevoli, perfino quella che fu la Chiesa Cattolica. Come si possa non vedere una realtà tanto grande è un mistero della miopia a me incomprensibile.
Tardi, quindi. Non solo. Anche se fosse valida la rinuncia di Benedetto XVI, Bergoglio non è papa in quanto scomunicato latae sententiae causa apostasia per aver presieduto a un rito pagano nei Giardini Vaticani nel quale alcuni primitivi, frammischiati a frati e suore, si prostravano in idolatria alla Pachamama o Mama Pacha (in lingua quechua “madre terra”) che dir si voglia, sanguinaria divinità andina di seguito condotta in processione da una cricca di vescovi e persino introdotta nella casa di Dio, con posizionamento di un vaso di terra sacrilega proveniente dal loco del rito (satanico?) sull’altare del Sacrificio Eucaristico. Su questo fatto esistono prove video accessibili a chiunque non voglia trascorrere le giornate dondolando una gamba o correndo a rotta di collo a cavallo di pony orrendi e sgraziati giù per le valli bergamasche.
Inutile prendersela col DDL Zan, il problema serio in Italia è il Non expedit del 1868, anzi la sua revoca ufficiale di Papa Benedetto XV nel 1919. Questa revoca disgraziata è la prova, il terminus ante quem, possiamo indicare con certezza l’infiltrazione massonica nelle alte sfere della Chiesa Cattolica.
Se non si capisce che lo Stato italiano, così come costituito, non è compatibile con la fede cattolica, non si capisce nemmeno perché il suddetto Stato invii armi a Kiev, ma non le abbia inviate a Gheddafi. L’Ucraina, ancor più della Libia, non esiste come nazione, è un’invenzione politica fallimentare a seguito di un tratto di penna sulla carta geografica alla fine della Grande Guerra, del resto come lo furono la Jugoslavia o il Belgio o l’Italia dopo Napoleone. L’Italia ben volentieri manda armi a Zelensky non perché i soldati ucraini leggano Kant, e non certo per aiutare il popolo ucraino, ma per il mondo nuovo che il comico canterino di Kiev rappresenta. Lo si sarebbe potuto ben comprendere se, anziché occuparsi del DDL Zan si fosse letto l’intervento geopolitico di Putin al Valdai Club nell’ottobre del 2021.
«Qualcuno nei paesi occidentali è convinto che la cancellazione aggressiva di intere pagine della propria storia – la “discriminazione alla rovescia” della maggioranza a favore delle minoranze, o la richiesta di abbandonare la consueta comprensione di cose basilari come madre, padre, famiglia o anche la differenza tra i sessi – sono, a loro avviso, pietre miliari del movimento verso il rinnovamento sociale. […] I sostenitori del cosiddetto ‘progresso sociale’ credono di introdurre l’umanità a una sorta di nuova e migliore coscienza… L’unica cosa che voglio dire ora è che le loro prescrizioni non sono affatto nuove. Potrebbe essere una sorpresa per alcune persone, ma la Russia è già stata lì. Dopo la rivoluzione del 1917, anche i bolscevichi, facendo affidamento sui dogmi di Marx ed Engels, dissero che avrebbero cambiato modi e costumi esistenti e non solo quelli politici ed economici, ma la stessa nozione di moralità umana e i fondamenti di una società sana. La distruzione di valori secolari, la religione e le relazioni tra le persone, fino al rifiuto totale della famiglia (abbiamo avuto anche quello) e l’istigazione a “informare” sui propri genitori – tutto questo è stato proclamato progresso e, tra l’altro, è stato ampiamente supportato in tutto il mondo allora ed era piuttosto di moda, come oggi. A proposito, i bolscevichi erano assolutamente intolleranti verso le opinioni diverse dalle loro. Questo, credo, dovrebbe richiamare alla mente qualcosa a cui stiamo assistendo ora. Guardando ciò che sta accadendo in alcuni paesi occidentali, siamo stupiti di vedere le pratiche che furono nostre, che fortunatamente abbiamo lasciato, spero, nel passato. La lotta per l’uguaglianza e contro la discriminazione si è trasformata in dogmatismo aggressivo al limite dell’assurdo, quando le opere dei grandi autori del passato – come Shakespeare – non vengono più insegnate nelle scuole o nelle università, perché le loro idee sono ritenute reazionarie e razziste. I classici sono dichiarati arretrati e ignoranti dell’importanza del “genere” o della razza…Questo è anche peggio del dipartimento agitprop del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica” […] Chiunque osi dire che gli uomini e le donne esistono davvero, il che è un fatto biologico, rischia di essere ostracizzato. ‘Genitore numero uno’ e ‘genitore numero due’, ‘genitore alla nascita’ invece di ‘madre’ – e ‘latte umano’ che sostituisce ‘latte materno’ perché potrebbe turbare le persone che non sono sicure del proprio genere. Lo ripeto, questa non è una novità; negli anni ’20, anche i cosiddetti Kulturtraeger sovietici hanno inventato un linguaggio nuovo, credendo di creare una nuova coscienza e di cambiare i valori in quel modo. E, come ho già detto, hanno fatto un tale casino che fa ancora rabbrividire. Per non parlare di alcune cose davvero mostruose quando ai bambini viene insegnato fin dalla tenera età che un ragazzo può facilmente diventare una ragazza e viceversa…Chiamando le cose col loro nome, questo rasenta un crimine contro l’umanità, e viene fatto in nome e sotto la bandiera del progresso. Bene, se a qualcuno piace questo, lasciateglielo fare. Ho già detto che, nel plasmare i nostri approcci, saremo guidati da un sano conservatorismo».
Ecco qui l’argomento contro l’idiota ideologia “woke”, sgradito alle suddette élite atee del potere globalizzato transnazionale in grado trasformare mediaticamente un presidente regolarmente eletto di uno stato sovrano nello spietato dittatore che uccide i bambini di Kiev bombardando reparti di ostetricia a casaccio.
Ciò accade mentre noi postiamo stupidate in rete dondolando una gamba, vietiamo l’insegnamento di Dostoevskij in università, o facciamo finta di consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria, tramite pistolotti linguistici stucchevoli, nonché i soliti luoghi comuni sulla guerra. Siamo schiavi dell’ateismo trionfante, al lavoro, all’asilo e perfino in chiesa.
NeiFratelli Karamazov, proprio Dostoevskij scrive: «Il socialismo non è solo la questione operaia, o il cosiddetto quarto stato, ma è principalmente la questione dell’ateismo, la questione della forma che l’ateismo assume oggi, la questione della torre di Babele costruita senza Dio, non già per raggiungere il cielo dalla terra, ma per portare il cielo sulla terra».
Sostituirsi a Dio, fare la contabilità del re Saul. Avere una visione del mondo squallidamente orizzontale, per celare una babelica ansia di superare i limiti dell’umano.
A proposito di Weltanschauung: Das Leben ist kein Ponyhof dicono in Germania, certi tentativi di ingabbiare la storia in un gioco di potentati solo umani sono destinati a fallire. Dio ha altri progetti. Dopo tutto, se una bionda sciatta dai tristi occhi cobalto se ne va in montagna invece che fumare una pipa da quattro soldi con un poco di buono che parla male di Kant, tanto peggio per lei.
2 commenti su “Consacrazioni farsa & ateismo autentico”
Concordo con quanto scritto nell’articolo. Ebbi modo cinque o sei anni fa di scrivere a Sergi Basile di Qui Europa appunto che la Russia, dopo aver rilasciato i suoi errori sull’intero occidente, era ritornata a Dio. E quindi le parti si erano rovesciate. Mi fu smontata la tesi spiegandomi, se ben ricordo, di non farmi illusioni ecc. ecc.
Io comunque confesso che non ho volutamente partecipato a questa ‘consacrazione” per il semplice fatto che da un albero malato, qualunque cosa dica o faccia non potranno mai scaturire che frutti velenosi. Bergoglio, dopo avere offeso Dio e la Santa Vergine, non avrebbe mai potuto fare una sincera consacrazione, senza considerare che siamo ormai fuori ogni tempo concesso da Dio.
Egregio Dr. Donadoni,
La ringrazio del Suo scritto e prego per il risveglio dell’Europa cristiana e anche mio.
Con i migliori saluti.
Rosa Angela Piccini