Lettera al Papa da una cattolica perplessa
Condivido con chi vorrà leggerla la lettera che ho inviato al nostro Papa Francesco. Spero la possa ricevere entro pochi giorni.
Huixquilucan, Messico, 23 settembre 2013
Carissimo Papa Francesco,
sono tanto lieta di avere l’opportunità di salutarti. Sicuramente non ti ricorderai di me e lo capisco, perché vedendo così tante persone ogni giorno, deve essere difficile per te ricordare tutte le persone con cui hai conversato e vissuto in un qualche momento della tua vita.
Nel corso degli ultimi 12 anni, tu ed io, più volte ci siamo trovati in diversi incontri, riunioni della Chiesa e conferenze che hanno avuto luogo nelle città dell’America Centrale e Meridionale su temi diversi (la comunicazione, la catechesi, l’educazione) e mi hanno dato la possibilità di vivere con te per diversi giorni, dormendo sotto lo stesso tetto, condividendo la stessa mensa e anche la stessa scrivania.
Allora eri l’Arcivescovo di Buenos Aires e io ero il direttore di uno dei principali mezzi di comunicazione cattolici. Ora, tu sei niente di più e niente di meno che il Papa e io sono… solo una madre, cristiana, sposata con un buon marito e nove figli, che insegna matematica presso l’Università e che cerca di collaborare meglio che può con la Chiesa, dal luogo in cui Dio la ha posta.
In questi incontri di diversi anni fa, mi ricordo più di una volta ti sei rivolto a me dicendo:
– “Ragazza, chiamami Jorge Mario, siamo amici”; io risposi spaventata:
– “Assolutamente no, signor Cardinale! Dio me ne scampi dal dare del tu a uno dei suoi principi sulla terra!”.
Ora però mi permetto di darti del tu, perché non sei più il card. Bergoglio, ma il Papa, il mio Papa, il dolce Cristo in terra, al quale ho la fiducia di rivolgermi come a mio padre.
Ho deciso di scriverti perché soffro e ho bisogno che tu mi consoli. Ti spiegherò cosa mi succede, cercando di essere il più breve possibile. So che ti piace confortare coloro che soffrono e ora anche io sono una di loro.
Quando ti ho conosciuto durante questi ritiri, quando eri ancora il cardinal Bergoglio, mi aveva colpito e lasciata perplessa il fatto che tu non hai mai agito come facevano gli altri cardinali e vescovi. Per fare alcuni esempi: tu eri l’unico lì che non si genufletteva davanti al Tabernacolo o durante la Consacrazione, se tutti i vescovi si presentavano con la sottana e il loro abito talare, perché così richiedevano le regole necessarie per la riunione, tu ti presentavi in completo da strada e collare clericale. Se tutti si sedevano sui posti riservati ai i vescovi e cardinali, tu lasciavi vuoto il posto del cardinale Bergoglio e ti sedevi più indietro, dicendo “qui sto bene, così mi sento più a mio agio”. Se altri arrivavano con una macchina che corrisponde alla dignità di un vescovo, tu arrivavi dopo gli altri, indaffarato e di fretta, raccontando ad alta voce i tuoi incontri nel trasporto pubblico scelto per venire alla riunione.Vedendo queste cose — mi vergogno nel raccontartelo — dicevo dentro di me:
– “Uff… che voglia di attirare l’attenzione! Perché, se si vuole essere veramente umile e semplice, non è forse meglio comportarsi come gli altri vescovi per passare inosservati?”.
Anche alcuni miei amici argentini che hanno partecipato questi incontri, in qualche modo notavano la mia confusione, e mi dicevano:
– “No, non sei la sola. A tutti noi sconcerta sempre, ma sappiamo che ha criteri chiari, e nei suoi discorsi mostra convinzioni e certezze sempre fedeli al Magistero e alla Tradizione della Chiesa, è un coraggioso fedele, difensore della retta dottrina… A quanto pare però ama essere amato da tutti e piacere a tutti. In tal senso potrebbe un giorno fare un discorso in TV contro l’aborto e il giorno dopo, nello stesso show televisivo, benedire le femministe pro-aborto in Plaza de Mayo; potrebbe fare un discorso meraviglioso contro i massoni e, ore dopo, mangiare e brindare con loro al Club Rotary”.
Mio caro Papa Francesco, è vero, questo fu il card. Bergoglio che ho conosciuto da vicino. Un giorno intento a chiacchierare animatamente con il vescovo Duarte Aguer sulla difesa della vita e della liturgia e lo stesso giorno, a cena, a chiacchierare sempre animatamente con Mons. Ysern e Mons. Rosa Chavez sulle comunità di base e i terribili ostacoli che rappresentano “gli insegnamenti dogmatici” della Chiesa. Un giorno amico del card. Card. Cipriani e del Card. Rodriguez Maradiaga a parlare di etica aziendale e contro le ideologie del New Age e poco dopo amico di Casaldáliga e Boff a parlare di lotta di classe e della “ricchezza” che le tecniche orientali potrebbero donare alla Chiesa.
Con queste premesse, comprenderai quanto enormemente ho sgranato gli occhi, quando ho sentito il tuo nome dopo l’“Habemus Papam” e da quel momento (prima che tu lo chiedessi) ho pregato per te e per la mia amata Chiesa. E non ho smesso di farlo per un solo giorno, da allora.
Quando ti ho visto sul balcone, senza cotta, senza cappuccio, rompendo il protocollo di saluto e la lettura del testo latino, cercando con questo di differenziarti dal resto dei Papi nella storia, sorridendo, preoccupata, dissi tra me e me:
– “Sì, senza dubbio. Questo è il cardinale Bergoglio”.
Nei giorni successivi alla tua elezione, mi hai dato diverse occasioni per confermare che sei la stessa persona che avevo conosciuto da vicino, sempre alla ricerca di una diversità: hai chiesto scarpe diverse, anello diverso, Croce diversa, sedia diversa e persino stanza e casa diverse dal resto dei Papi che sempre si erano accontentati umilmente delle cose previste, senza la necessità di cose “particolari”, apposta per loro.
In quei giorni stavo cercando di recuperare dall’immenso dolore provato dalle dimissioni del mio amato e molto ammirato Papa Benedetto XVI, nel quale mi sono identificata fin dal principio per la chiarezza nei suoi insegnamenti (il miglior insegnante del mondo), per la sua fedeltà alla Liturgia, per il suo coraggio nel difendere la dottrina giusta fra i nemici della Chiesa e mille cose che non elencherò qui. Con lui al timone della barca di Pietro mi sentivo come se calpestassi la terra ferma. E con le sue dimissioni, ho sentito la terra sparire sotto i miei piedi; ma ho capito, i venti erano veramente tempestosi e il papato significava qualcosa di troppo agitato per la sua forza, ormai diminuita dall’età, nella terribile e violenta guerra culturale che stava sostenendo.
In quel momento mi sentivo come abbandonata in mezzo alla guerra, al terremoto, nel più feroce uragano, e improvvisamente tu sei venuto a sostituirlo al timone. Abbiamo un nuovo capitano, diamo grazia a Dio! Confidai pienamente (senza dubbio alcuno) che, con l’assistenza dello Spirito Santo, con la preghiera dei fedeli, con il peso della responsabilità, con l’assistenza del gruppo di lavoro in Vaticano e con la coscienza di essere osservato in tutto il mondo, Papa Francesco lasciasse alle spalle le cose speciali e le ambivalenze del card. Bergoglio e subito prendesse il comando dell’esercito e, con rinnovato vigore, continuasse il percorso di lotta che il suo predecessore aveva ingaggiato.
Purtroppo, con mia sorpresa e smarrimento, il mio nuovo generale, piuttosto che prendere le armi una volta arrivato, cominciò il suo mandato utilizzando il tempo del Papa per telefonare al suo parrucchiere, al suo dentista, al suo lattaio e al suo edicolante, attraendo sguardi sulla sua persona e non su assunti importanti per il Papato. Sono passati sei mesi da allora e riconosco, con amore ed emozione, che hai fatto migliaia di cose buone. Mi piacciono molto (moltissimo) i tuoi discorsi formali (a politici, ginecologi, comunicatori, alla Giornata della Pace, etc.) e le tue omelie delle Solennità, perché in esse si vede una preparazione minuziosa e una profonda meditazione di ogni parola usata. Le tue parole, in questi discorsi e omelie, sono stati un vero e proprio cibo per il mio spirito. Mi piace molto che la gente ti ami e ti applauda. Tu sei il mio Papa, il Supremo Capo della mia Chiesa, la Chiesa di Cristo.
Tuttavia – e questo è il motivo della mia lettera – devo dire che ho anche sofferto (e soffro), per molte tue parole, perché dici cose che sento come stoccate al basso ventre durante i miei continui tentativi di sincera fedeltà al Papa e al Magistero. Mi sento triste, sì, ma la parola migliore per esprimere i miei sentimenti corrente è: perplessità.
Non so cosa dire e cosa non dire, non so dove insistere e dove lasciar correre. Ho bisogno che tu mi orienti, caro Papa Francesco. Sto davvero soffrendo, e molto, per questa perplessità che mi immobilizza. Il mio grande problema è che ho dedicato gran parte della mia vita allo studio della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero, in modo da avere forti ragioni per difendere la mia fede. E ora, molte di queste solide basi sono in contraddizione con ciò che il mio amato Papa fa e dice. Sono scioccata e ho bisogno che tu mi dica cosa fare.
Mi spiegherò meglio, con alcuni esempi.
Io non posso applaudire un Papa che non si genuflette davanti al Tabernacolo né durante la Consacrazione come insegna il rito della Messa; ma non posso criticarlo, perché è il Papa!
Benedetto XVI ci ha chiesto nella Redemptionis Sacramentum che informassimo il vescovo di delle infedeltà e degli abusi liturgici a cui assistiamo. Ma… chi devo informare se il Papa stesso non rispetta la liturgia? Non so cosa fare. Disobbedisco alle indicazioni del nostro Papa emerito?
Non posso sentirmi felice per aver eliminato l’uso della patena e degli inginocchiatoi per i comunicandi, e nemmeno mi può piacere che non ti abbassi mai a dare la comunione ai fedeli, che non chiami te stesso “il Papa”, ma solo “Vescovo di Roma” o che non usi l’anello piscatorio. Però non posso nemmeno lamentarmi, perché tu sei il Papa!
Non mi sento orgogliosa che tu abbia lavato i piedi di una donna musulmana il Giovedì Santo, poiché è una violazione della legge liturgica, ma non posso emettere un pigolio, perché Tu sei il Papa, che rispetto e a cui debbo essere fedele!
Mi ha fatto terribilmente male quando hai punito i Frati Francescani dell’Immacolata, perché celebravano la Santa Messa in rito antico con il permesso esplicito del tuo predecessore nella Summorum Pontificum. E punirli, significa andare contro gli insegnamenti dei Papi precedenti. Ma a chi posso comunicare il mio dolore, tu sei il Papa!
Non sapevo cosa pensare o dire quando ti sei burlato pubblicamente di un gruppo che aveva detto per te dei rosari, chiamandoli “quelli che contano le preghiere”. Essendo i rosari una stupenda tradizione nella Chiesa, cosa debbo pensare io, se al mio Papa non piace e deride chi glieli offre?
Ho tanti amici “pro-life” che pochi giorni fa hai molto rattristato chiamandoli “ossessionati ed ossessivi”. Cosa devo fare? Consolarli, addolcendo falsamente le tue parole o ferirli ancora di più, ripetendo quello che hai detto a loro, per voler essere fedele al Papa e ai suoi insegnamenti?
Alla GMG chiedesti ai giovani di “fare casino per le strade”. La parola “casino”, per quanto ne so, è sinonimo di “disordine”, “caos”, “confusione”. Davvero questo è quello che si vuole che facciano i giovani cristiani nelle strade? Non ci sono già abbastanza confusione e disordine nel mondo?
So di molte donne sole e anziane (zitelle), che sono molto allegre, simpatiche e generose e che davvero si sentirono degli scarti quando dicesti alle religiose che non dovevano avere la faccia da zitelle. Hai fatto sentire molto male le mie amiche e me; mi ha fatto male nell’anima per loro, perché non c’è nulla di male nell’essere rimaste sole e dedicar la vita alle buone opere (di fatto, la solitudine viene specificata come una vocazione nel Catechismo). Cosa devo dire alle mie amiche “zitelle”? Che il Papa non parlava sul serio (cosa che non può fare un Papa) oppure che appoggio il Papa nel fatto che tutte le zitelle hanno una faccia da religiose amareggiate?
Un paio di settimane fa hai detto che “questo che stiamo vivendo è uno dei momenti migliori della Chiesa”. Come può dire questo un Papa quando tutti sappiamo che vi sono milioni di giovani cattolici che vivono in concubinato e altrettanti milioni di matrimoni cattolici dove si usano contraccettivi; quando il divorzio è “il nostro pane quotidiano” e milioni di madri cattoliche uccidono i loro figli non nati con l’aiuto di medici cattolici; quando vi sono milioni di imprenditori cattolici che non sono guidati dalla dottrina sociale della Chiesa, ma dall’ambizione e dall’avarizia; quando vi sono migliaia di sacerdoti che commettono abusi liturgici; quando vi sono centinaia di milioni di cattolici che mai hanno avuto un incontro con Cristo e non conoscono l’essenziale della dottrina; quando l’educazione e i governi sono in mano alla massoneria e l’economia mondiale in mano al sionismo? È questo il momento migliore della Chiesa?
Quando lo hai detto, amato Papa, fui presa dal panico. Se il capitano non sta vedendo l’Iceberg che abbiamo innanzi, è molto probabile che ci schianteremo contro di esso. Ci credi veramente o è solo un modo di dire caro Papa?
Molti grandi predicatori si sono sentiti devastati al sapere che hai detto che ora non bisogna più parlare dei temi dei quali la Chiesa ha già parlato e che stanno scritti nel Catechismo. Dimmi, caro Papa Francesco, cosa dobbiamo fare noi cristiani che vogliamo essere fedeli al Papa ed anche al Magistero e alla Tradizione? Smettiamo di predicare sebbene San Paolo ci abbia detto che bisogna farlo in ogni occasione? La finiamo con i predicatori coraggiosi, li forziamo al silenzio, mentre vezzeggiamo i peccatori e con dolcezza diciamo loro che, se possono e vogliono, leggano il Catechismo per sapere cosa dice la Chiesa?
Ogni volta che parla dei “pastori con odore di pecore”, penso a tutti quei sacerdoti che si sono lasciati contaminare dalle cose del mondo e hanno perso il loro profumo sacerdotale per acquisire un certo odore di decomposizione. Io non voglio pastori con l’odore di pecora, ma pecore che non odorino di sterco, perché il loro pastore le cura e le mantiene sempre pulite.
Qualche giorno addietro hai parlato della Vocazione di Matteo con queste parole: «Mi impressiona il gesto di Matteo. Si attacca al denaro, come dicendo: “No, non a me! Questo danaro è mio!”». Non si può evitare di comparare le tue caro Papa parole con il Vangelo (Mt, 9,9), contro quello che lo stesso Matteo dice della sua vocazione: “Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì».
Non riesco a vedere dove sta l’attaccamento al denaro (nemmeno lo vedo nel quadro di Caravaggio). Vedo due narrazioni distinte ed una esegesi sbagliata. A chi devo credere, al Vangelo o al Papa, se voglio essere fedele al Vangelo e al Papa?
Quando hai parlato della donna che vive in concubinato dopo un divorzio e un aborto, dicesti “adesso vive in pace”. Mi domando: può vivere in pace una signora che si è volontariamente allontanata dalla grazia di Dio?
I Papi precedenti, da San Pietro fino a Benedetto XVI, hanno detto che non è possibile incontrare la pace lontani da Dio, però Papa Francesco lo ha affermato. Su cosa mi debbo fondare, sul Magistero di sempre o su questa novità? Devo affermare, a partire da oggi, per essere fedele al Papa, che la pace si può incontrare in una vita di peccato?
Poi hai buttato lì la domanda senza dare risposta su come deve comportarsi un confessore, come se volessi aprire il vaso di Pandora sapendo che ci sono centinaia di sacerdoti che erroneamente consigliano di continuare nel concubinato. Perché il mio Papa, il mio caro Papa, non ci ha detto in poche parole cosa si deve consigliare in casi come questo, invece di aprire il dubbio nei cuori sinceri?
Ho conosciuto il cardinale Bergoglio in modo quasi familiare e sono testimone fedele del fatto che sia un uomo intelligente, simpatico, spontaneo, molto spiritoso e molto acuto. Però non mi piace che la stampa stia pubblicando tutti i tuoi detti e le tue battute, perché non sei un parroco di paese; non sei l’arcivescovo di Buenos Aires; ora sei il Papa! E ogni parola che dici come Papa, acquista valore di magistero ordinario per molti di quelli che ti leggono e ti ascoltano.
Ho già scritto troppo abusando del tuo tempo, mio buon Papa. Con gli esempi che ti ho dato, (sebbene ve ne siano molti altri) credo di aver chiarito il dolore per l’incertezza e la perplessità che sto vivendo.
Solo tu puoi aiutarmi. Ho bisogno di una guida che illumini i miei passi basando su quello che sempre ha detto la Chiesa, che parli con coraggio e chiarezza, che non offenda chi lavora per essere fedeli al mandato di Gesù; che dica “pane al pane, vino al vino”, “peccato” al peccato e “virtù” alla virtù, anche se con questo mette a rischio la sua popolarità. Ho bisogno della tua saggezza, della tua fermezza e chiarezza. Ti chiedo aiuto, per favore, perché sto soffrendo molto.
So che Dio ti ha dotato di una intelligenza molto acuta, cosicché, cercando di consolarmi da sola, ho potuto immaginare che tutto quello che fai e dici è parte di una strategia per sconcertare il nemico, presentandoti davanti a lui con la bandiera bianca e ottenendo così che abbassi la guardia. Ma mi piacerebbe che tu condividessi questa strategia con quelli che lottano al tuo fianco, perché, oltre che a sconcertare il nemico, stai sconcertando anche noi, che non sappiamo più dove sta il nostro quartier generale e dove si trova il fronte del nemico.
Ti ringrazio ancora una volta per tutto il bene che hai fatto e quello che hai detto durante le solennità, quando hai pronunciato omelie e discorsi bellissimi, perché davvero ci sono serviti moltissimo. Le tue parole ci hanno animato e dato l’impulso ad amare di più, ad amare sempre, ad amare in modo migliore, a mostrare al mondo intero il volto amoroso di Gesù.
Ti mando un abbraccio filiale molto amorevole, mio caro Papa, con la certezza delle mie preghiere. Chiedo anche le tue, per me e per la tua famiglia, di cui allego una foto, perché tu possa pregare per noi, conoscendo il nostro viso.
Tua figlia che ti ama e prega ogni giorno per te,
Lucrecia Rego de Planas
47 commenti su “Lettera al Papa da una cattolica perplessa”
Dolcezza misericordiosa di una donna santa, Che il Signore ti benedica, Lucrecia Rego de Planas!
Mi unisco alle preghiere di Lucrecia, affinchè la luce rischiari le ombre … tutti ne abbiamo bisogno, e chi porta sulle proprie spalle la più alta responsabilità del pianeta, certamente più di noi…
Ottima lettera! Speriamo che il papa risponda con argomentazioni convincenti. Se risponde agli Scalfari convinti dell’inferiorità della Chiesa perché non rispondere ai cattolici perplessi?
Scalfari le sue lettere aperte le aveva pubblicate su Repubblica il 7 luglio e il 7 agosto.
Francesco rispondendo ha dimostrato di essere una persona calata nella realtà e rispondendo a Scalfari ha risposto a tanti altri non credenti come lui, un’occasione imperdibile.
Francesco è venuto per le 99 pecorelle che sono fuori dal recinto più che per quella che già ha, ha inoltre detto che credenti e non credenti possono fare un tratto di strada insieme che sarebbe l’agire per il bene comune. Ha detto di guardare a ciò che ci unisce più che a ciò che ci divide! Questo vale anche per le altre religioni.
Per quanto riguarda le lettere che riceve in Vaticano non so se Francesco riesca a leggerle tutte e riesca a rispondere a tutte, non credo e su questa lettera qui avrebbe poco da rispondere nel senso che la signora si è fatta un’idea precisa su Bergoglio fin da quando era Cardinale. Tutti dicono che Bergoglio a Buenos Aires non amava mettersi al centro dell’attenzione tant’è che quasi nessuno lo conosceva fisicamente ma la signora dice il contrario.
Pubblicare su internet una lettera che si è inviata in forma privata al Santo Padre a me non sembra un gesto tanto umile!
A dirla tutta non mi sembra umile proprio il tono della lettera! Mi sembra che si voglia insegnare al Papa come deve fare il suo lavoro.
Inutile cominciare con un “Carissimo Papa Francesco” se poi la lettera è piena di stoccate e di ostilità, tanto vale essere dichiaratamente ostili per tutto il tempo, è più coerente.
Non sono d’accordo, Chantilly1211: è una lettera piena di amore per la Chiesa. Dire le cose come stanno non è dare stoccate ma amare la verità. Non c’è una sola parola che non sia assolutamente vera; purtroppo, aggiungo. E’tutta una preghiera di attenzione , di premura filiale.
Ma sicuramente, il Santo Padre non ha tempo da rispondere a quest’anima bella. Non si chiama Scalfari.
Lettera esemplare. Complimenti all’Autrice. Mi levo il cappello (che non porto). Ha dato voce in maniera encomiabile a milioni di cattolici “perplessi” e, nel mio caso, sconcertati. Grazie, Lucrecia!
condivido appieno e do lode alla tua onesta´e sincerita´.DIO SOLO.
QUESTA SIGNORA…EVIDENTEMENTE MOLTO ANZIANA,ABITUATA AD OSSERVARE Più L’APPARENZA CHE LA SOSTANZA,NON SI ACCORGE CHE IL MONDO .
” CON TUTTI I SUOI ABITANTI” FINALMENTE RICEVE UNA SCOSSA, DA QUESTA CREATURA ILLUMINATA SPONTANEA COME UN FANCIULLO APPENA NATO,
CHE CON UN CORAGGIO FANTASTICO ED ,METTE DA PARTE LE IPOCRISIE, LE “CONVENIENZE ” PER RADRIZZARE QUESTO MONDO,INVECCHIATO APPESANTITO .SUCCUBE DI ABITUDINI TRITE E RITRITE,CHE RENDONO SUCCUBI LE PERSONE “INDIFFERENTI” AL PROGRESSO E ALLA SEMPLICITA’ VERAMENTE
DI CRISTO. DI COLUI CHE SI E’ IMMOLATO PER NOI ,PER FARCI CAPIRE CHE L’UOMO DEVE ESSERE SOLO SEMPLICITA’,SPONTANIETA ‘ CHE NON DEVE CONTINUARE CON ABITUDINI DECREPITE, IPOCRITE,FALSE,ARRIVISTE ….TANTO PER ESSERE NELLA LORO :”NORMALITA “COME UN BRANCO DI ANIMALI GUIDATI DA ALTRI ANIMALI FURBETTI….. OGNUNO DI NOI DOVREBBE FARSI UN’APPROFONDITO ESAME DI COSCENZA ,RENDENDOSI CONTO CHE ,DENIGRARE LA NATURA MORALE POLITICA E. VERAMENTE :”CRISTIANA” …(DA CRISTO !) DI QUESTO NOSTRO “FRANCESCO” CON L’ANIMA CANDIDA DI UN FANCIULLO ( COME ERA (GUARDA CASO )SAN FRANCESCO D’ASSISI …E’ UN’OFFESA ALLA SUA CHIAREZA. ALLA SUA SERENITA’ ALLA SUA ALLEGRIA CONTAGIOSA..SENZA LIMITI..DONANDOSI COMPLETAMENTE E SENZA PROBLEMI A TUTTI NOI . CERCHIAMO DI IMPARARE A RAGIONARE CON IL NOSTRO SESTO SENSO, CON L’INTUITO DEL FANCIULLO CHE è IN NOI. NON SOLO CAPIREMO QUANTO E’ GRANDE E CORAGGIOSO QUESTO “NUOVO” NOSTRO PAPA ,MA I NOSTRI FIGLI FORMERANNO NUOVE GENERAZIONI CON L’ANIMO SINCERO ! LUISA MARIA G.C- -.(ITALIA, GENOVA :LA SUPERBA)
Cara Sig.ra Luisa Maria,
mi pare innanzitutto che la Sig.ra Lucrecia, dalla foto, sia tutt’altro che una signora molto anziana (la vecchia signora nella foto sarà sua madre … forse). E la sua giovane e numerosa famiglia nonchè le esperienze e qualifiche personali citate, non trasmettono certo lo stereotipo di una parruccona… anzi l’esatto opposto. Non mi sembra anzi che una sola delle sue affermazione possa essere accusata di “superficiatà”, o attenzione alle sole apparenze.
Comunque mi permetto rispettosamente di contestare quanto lei afferma in tema di spontaneità, intuito, sesto senso o quant’altro … Senza nulla togliere al valore della semplicità ed immediatezza sottesi da questi concetti e senza dilungarmi troppo, ma molto piu’ sinteticamente, le vorrei farle notare che, partendo dai suoi stessi presupposti di interpretazione della realtà del mondo e della essenza stessa dell’uomo, mezzo mondo arriva a considerazione antitetiche al messaggio cristiano. Messaggio che si innesta sicuramente su un cuore umile e sincero, ma che non si riduce certo al melenso buonismo che traspare dalle sue considerazioni.
Gentile signora, io non ho il piacere di conoscerLa ma ho appena finito di leggere la Sua meravigliosa lettera e spero dhe Dio la benedica. Le Sue perplessità sono anche le mie, La ringrazio e La saluto. Che Dio possa abbreviare questo periodo di buio; siamo nelle Sue mani.
E mentre Egli era a tavola nella
casa, ecco pubblicani e
peccatori, venendo, si
mettevano a tavola con lui e con
i suoi discepoli. Vedendo ciò, i
farisei dicevano ai suoi discepoli:
“ Perché il vostro maestro
mangia con i pubblicani e i
peccatori?” (Mt 9, 10-11).
Ci mangiava, Lui, coi peccatori, ma nel contempo Egli li istruiva e li esortava a non perseguire sulla via del peccato.
Non disse alla donna che era lì per esser lapida… va e seguita pure a vivere come credi meglio, secondo l’idea di bene che ti detta la tua coscenza, ma Le disse “va, E NON PECCARE PIU'”
A me pare una differenza non da poco.
Grazie Lucrecia Rego de Planas! Anch’io sono tra coloro che sono ora sgomenti e sballottati.
Cara Lucrecia, approvo molto di ciò che scrivi nella tua lettera, però … la tua frase …
fa capire più di ogni altra che dietro il tuo atteggiamento di reverenza filiale verso il Papa, si nasconde una fanatica, che crede al “Grande Complotto” verso il “Nuovo Ordine Mondiale”, di cui lo stesso Papa sarebbe (volontario?) strumento …
Con tutto il rispetto non la vedo come lei su nessuna delle cose che ha scritto! Non percepisco i gesti di Bergoglio e di Francesco nello stesso modo in cui li ha percepiti lei, non diamo la stessa lettura dei fatti.
Riguardo a “zitelle” credo che Francesco volesse solo dire che i consacrati devono realizzare la loro paternità e maternità spirituale all’interno della Chiesa e del loro ruolo. Insomma essere preti e suore tristi significa aver sbagliato strada. Una suora non deve essere zitella ma madre nel senso che spiritualmente lei può essere la madre di molti figli. Bergoglio stesso non ha figli biologici ma è padre, molti si sentono suoi figli, insomma lui non si considera uno scapolo.
Può darsi, ed è certo l’interpretazione di molti.. magari anche quella giusta.
Ma un Papa non dovrebbe confermarci nella Fede? e allora forse sarebbe utile se fosse più chiaro in modo da darci una chiara interpretazione di ciò che vuole dire… altrimenti ciascuno (compresi coloro che la Chiesa di Cristo la combattono apertamente) potrà tirare dalla sua parte ciò che il Papa ha detto… e chi li difende, allora, i precetti del Vangelo e gli insegnamenti di Cristo?
Riguardo all’utilizzo del termine “zitella” o “scapolone” in riferimento ai consacrati Francesco l’ha spiegato in più occasioni cosa intende, mi sembra anche durante l’incontro con i seminaristi e le novizie ma non solo.
Quella che ho scritto sopra è l’interpretazione di Francesco non la mia!
Capisco che è difficile ascoltare tutto quello che lui dice perchè le occasioni in cui parla sono tante ma è anche vero che ripete spesso le stesse cose quindi se non ti capita di ascoltare la sua spiegazione una volta magari l’ascolterai un’altra volta.
Penso che un fedele – soprattutto di vecchia data – li conosca bene i precetti del Vangelo e gli insegnamenti di Cristo, Francesco sta cercando di ridare credibilità alla Chiesa, di far tornare chi se ne è andato, sta cercando di fare in modo che la Chiesa si occupi dei problemi reali della gente (che lui sembra vedere con maggiore chiarezza rispetto alla nostra classe politica) ed entri nella loro notte senza perdersi.
per dare credibilità alla Chiesa basta proclamare la parola di Dio. non c’è cosa più vera e certa di questa.
CONFERMO IN PIENO.
Gentile signora, Luisa Maria G. Cavanna, lei, evidentemente molto giovane, scrivendo il suo commento tutto in maiuscole. dimostra per intero il suo carattere altezzoso e sprezzante.
Infatti nelle comunicazioni via mail il ricorso a questa forma di scrittura equivale, nel linguaggio parlato, alle urla ed al ricorso alla violenza ed alle
improperie verbali per esprimere i propri concetti, le proprie idee in disaccordo con altri.
Premesso questo, gentile signora, è proprio grazie al suo cosiddetto “buonismo” ed a quello dei “sinceri democratici” che siamo al punto in cui siamo. inoltre, ed è buona cosa tenerlo sempre presente, il papa è un gesuita e, con tutto il rispetto per la Compagnia di Gesù, costoro sono gente che con san Francesco ha davvero poco avuto -ed ha- a che fare, ma che -al contrario- ha sempre avuto -ed ha- una acuta e profonda percezione del momento storico e politico che si attraversa e di come poterlo e saperlo sfruttarlo in modo … (vogliamo dire …) camaleontico?
Bravo a Ludovico Santoro: la penso così anch’io…
Insomma era un discorso sulla fecondità pastorale!
P.S.
Gentile signora Luisa Maria G. Cavanna, mi era sfuggito un particolare di non poca
importanza. Lei si firma facendo seguire a nome e cognome la località dalla quale
scrive, ovvero: Italia – Genova, la Superba. Non le pare di esagerare un po’?
Gentile signora,
le cose che la fanno stare a disagio riguardano più lo stile dell’essere Papa e cristiano – cattolico che altro. Sono più che altro forma, anche se dettata da rispetto e considerazione, che sostanza. Immagino che sappia – data la sua esperienza di vita personale – che molte persone che rispettano alcune forme, poi mentono con il cuore e che alcune persone meno formali, poi sono dei santi. A me hanno insegnato che il Signore guarda nel cuore dell’uomo.
Il Papa con i suoi modi e le sue sensibilità sta cercando di riequilibrare l’attenzione della Chiesa verso il 100% dell’essere cristiano. Le assicuro che essendo mamma e lavoratrice di mezza età spesso mi chiedevo come mai gli uomini di Chiesa avessero tanto a cuore l’inizio e la fine della vita e così poco tutto quello che c’è in mezzo. Mi chiedevo come mai non ci fosse più attenzione all’educazione e alla formazione dei bambini e dei ragazzi, alle condizioni sempre più disagevoli dei lavoratori, agli abusi di chi ha potere, alle tante e meravigliose fasi della vita di famiglia che non è tale solo perchè procrea, ma anche perchè educa alla fede, alla formazione delle coppie di fidanzati, alla cultura della mitezza e non della contrapposizione, alla scuola della tenerezza e non alla freddezza del richiamo dottrinale.
mi pare che esser cristiani “al 100%” le due cose che lei cita NON debbano essere nè contrapposte nè separate.. si sbaglia a focalizzarsi su un solo aspetto nell’un caso e nell’altro.
E, cara Anna, non mi pare proprio che il predecessore Benedetto XVI, o il Beato Giovanni Paolo II, o Giovanni XXIII o Paolo VI… fossero meri formalisti ipocriti, come lei pare descriverli.
Io non ho affatto detto che i precedenti papi fossero formalisti e ipocriti.Ho soltanto cercato di esprimere un parere sulle perplessita’ della signora quando si riferisce ad alcune scelte liturgiche e comunicative di papa Francesco.
… Gentile Signora, veramente Lei ha detto ben di più e ben di peggio, Lei ha scritto: “…mi chiedevo come mai gli uomini di Chiesa avessero tanto a cuore l’inizio e la fine della vita e così poco tutto quello che c’è in mezzo …”. E, più sotto: ” …Mi chiedevo come mai non ci fosse più attenzione all’educazione e alla formazione dei bambini e dei ragazzi, alle condizioni sempre più disagevoli dei lavoratori, agli abusi di chi ha potere, alle tante e meravigliose fasi della vita di famiglia che non è tale solo perchè procrea, ma anche perchè educa alla fede, alla formazione delle coppie di fidanzati, alla cultura della mitezza e non della contrapposizione, alla scuola della tenerezza e non alla freddezza del richiamo dottrinale …”.
A suo dire, a ben guardare, Santa Madre chiesa, non si sarebbe mai occupata di nient’altro che di allenare i cristiani a contrapporsi magari con freddi richiami dottrinali. Mi pare un’interpretazione molto, molto riduttiva la Sua, Gentila Signora. Io son nato durante il pontificato di Giovanni XXIII, ho vissuta la fanciullezza e l’adolescenza sotto il pontificato di Paolo VI e di Giovanni Paolo I, ho vissuta la mia giovinezza e la mia prima maturità sotto quello di Giovanni Paolo II e ringrazio Iddio di avermi concesso la grande grazie di aver potuto conoscere gli anni – ahimè davvero troppo pochi – del pontificato di Benedetto XVI. E nelle parole e nei gesti di questi grandi e santi uomini, e di tanti altri grandi pastori, ho conosciuto una Chiesa davvero Madre e davvero Maestra, Gentile Signora e nessuno, nessuno dei temi da Lei ricordati, mi sembra proprio che sia stato dimenticato, accantonato, dalla loro parola illuminata ed illuminante. Dispiace davvero che Lei – al pari di troppi altri – se ne sia così facilmente dimenticata.
Scusate se sto scrivendo praticamente a rate ma la signora ha fraintesto diverse cose dette dal Papa.
Ogni volta che il Papa parla dei “pastori con odore di pecore” lei pensa a tutti quei sacerdoti che si sono lasciati contaminare dalle cose del mondo e hanno perso il loro profumo sacerdotale per acquisire un certo odore di decomposizione ma Francesco non intende questo con quell’espressione, Francesco come lei non ama quei sacerdoti che si sono lasciati contaminare dalle cose del mondo.
Dire ai giovani di far casino non significa quello che ha inteso lei e in ogni caso Francesco ha rivolto un gran numero di frasi ai giovani e lei prende in considerazione solo questa! Francesco parla ai giovanissimi in una maniera che fa si che loro lo prendano in considerazione e non è facile per una persona di quasi 77 anni, per un Papa farsi prendere in considerazione dai giovani.
“Ogni volta che il Papa parla dei “pastori con odore di pecore” lei pensa a tutti quei sacerdoti che si sono lasciati contaminare dalle cose del mondo e hanno perso il loro profumo sacerdotale per acquisire un certo odore di decomposizione ma Francesco non intende questo con quell’espressione, Francesco come lei non ama quei sacerdoti che si sono lasciati contaminare dalle cose del mondo.”
Bellissimo… ma anche quì vale il mio commento precedenti…e tale sua considerazione, non dovrebbe essere applicata ancor di più proprio al primo (anzi, al secondo dato che il Primo è Nostro Signore Gesù Cristo) dei sacerdoti?
Bene farsi prendere in considerazione…. ma poi avuta l’attenzione si dovrebbe passare alla guida, all’educazione, all’indicazione della giusta strada.. non fermarsi lì.. “a far casino”, o sbaglio?
Secondo me Francesco non si è lasciato contaminare dalle cose del mondo, abbiamo un diverso modo di intendere anche questo concetto.
A mio avviso è una persona con i piedi per terra, che non vive in un mondo tutto suo, che parla in maniera comprensibile a tutti.
Non lo vedo neppure un “casinista” perchè mi pare che la sostanza ci sia, mi pare che in 7 mesi abbia fatto tanto su più fronti e certe volte non capisco dove trovi l’energia.
Io non lo vedo molto interessato al denaro, al potere, alla carriera e non penso neppure che voglia stare al centro a tutti i costi ma di fatto ci sta! Ce lo abbiamo messo! Vada all’Angelus o a un’udienza generale del mercoledì e si renderà conto di quanta gente ci va, non sono gli stessi numeri di Ratzinger anche se Francesco è agli inizi, probabilmente il numero calerà col tempo.
Il suo pontificato lo potremo giudicare alla fine ma per ora mi sento di dire che forse la Chiesa aveva bisogno di essere portata così fortemente alla ribalta (per cose positive, non negative come fino a 7 mesi fa) e mi sento pure di dire che Bergoglio sembra avere una marcia in più e in un paese ridotto male come l’Italia in quanto a personalità sembra un colosso! Dalla sua ha anche il modo in cui ha condotto la sua vita prima di diventare Papa, almeno così la penso io ma non dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo su Francesco e magari col tempo scoprirò che sto sbagliando io, me la lascio sempre aperta questa possibilità.
Sottoscrivo il commento di Lodovico Santoro.
Sto leggendo ora la lettera: serve tempo per decifrare bene il tutto. Vorrei solo ricordare che la rigidità non paga, che Gesù è venuto per i peccatori, che certamente molti riti e gesti sono sovrapposizioni Medievali(?), che alle origini non c’erano inginocchiatoi, ma soprattutto vorrei ricordare che Maria Santissima ci insegna a correggere “fraternamente” i nostri preti, il che contrasta con la pubblicazione della lettera. A mio parere doveva restare una comunicazione riservata di cui, mi ostino a credere, Papa Francesco terrà il debito conto.
Non ho vergogna nell’affermare che anch’io sono tra i cattolici perplessi. E,a quel che sento quotidianamente, ce ne sono sempre di più di cattolici perplessi. Non tanto per gli aspetti esteriori del pontificato del Santo Padre Francesco – non me ne importa niente se lascia ammuffire negli armadi parmenti antichi e se ne fa fare tanti nuovi più semplici o se ne sta in un suite di un hotel lasciando vuoto un appartamento nel Palazzo Apostolico – ma proprio per le sue affermazioni. Quando il Romano Pontefice parla, le sue parole hanno un peso enorme, si ripercuotono nella vita dei fedeli, nella percezione della Dottrina della Fede. Sentire il Romano Pontefice dire che “ciascuno di noi ha una sua visione del bene” e “noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il bene”, è semplicemente scorcentante. Che la coscienza è il vicario di Gesù Cristo lo dicono tutti i grandi direttori di anime, ma dicono anche che la coscienza può essere erronea. Le parole del Sommo Pontefice dichiarano un preoccupante soggettivismo. Se ne tiro la logica conseguenza, potrei giungere ad affermare che non esistono nè la verità, nè la giustizia, nè il peccato. Sentire il Romano Pontefice affermare che “il proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso”, è altrettanto sconcertante; va contro la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, che vuole che tutti gli uomini siano suoi discepoli. Lo so, lo so, ora mi verrà risposto che il Santo Padre non voleva dire esattamente questo e quello, ma voleva dire quest’altro e quell’altro e così’ via, in una lunga esegesi delle parole del Pontefice. Ma quando è necessario che qualcuno intervenga per spiegare le parole di qualcun’altro, è evidente che il primo non sa spiegarsi bene e se non sa spiegarsi bene, c’è già qualcosa che non va.
Secondo me invece voleva dire proprio quello!
Non so se ti è capitato di ascoltare il video messaggio che Francesco ha inviato a San Cayetano il 7 agosto (lo trovi sul sito ufficiale del Vaticano), a un certo punto lui dice:”Vai a convincere un altro che si faccia cattolico? No, no, no! Vai ad incontrarlo, è tuo fratello! E questo basta. E tu vai ad aiutarlo, il resto lo fa Gesù, lo fa lo Spirito Santo”.
Secondo me quello che Bergoglio vuole dire è che se tu vai da una persona e cerchi di convertirla quella scapperà via, se vai da una persona e le offri il tuo aiuto gratuitamente (senza chiedere niente in cambio, senza chiedere in cambio la conversione) quella capirà che il Vangelo è una cosa bella e piano piano si avvicinerà spontaneamente. Insomma comincia col testimoniare con i gesti il Vangelo e la gente te la tirerai dietro automaticamente, quando saranno pronti si convertiranno ma non è un processo che puoi forzare. Gesù predicava e se c’era qualcuno che non era interessato passava oltre.
Il soggettivismo di Bergoglio mi sembra abbastanza evidente quando dice che siamo tutti figli di Dio (anche i non credenti), siamo tutti fratelli, siamo tutti a immagine di Dio, non esiste un Dio cattolico ma un Dio, insomma ogni religione lo chiama con un nome diverso ma Dio è uno. Bergoglio ci tiene particolarmente all’ecumenismo, ci teneva molto anche a Buenos Aires. Quello che appare chiaro è che lui si allea con chiunque voglia perseguire i suoi stessi obiettivi, è capace di trovare un terreno comune con chiunque. Forse è per quello che riesce a dialogare amabilmente con tutti come la stessa signora che ha scritto questa lettera faceva notare.
Alcuni di voi mi sembrano il fratello del figliol prodigo!
Bergoglio nel 2009 ha detto: “Non crediate di essere cattolici o cattoliche perchè andate a messa la domenica, vi confessate ogni tanto, Ci viene chiesto di rinunciare a tutta la mondanità”. “La solidarietà si deve manifestare in scelte e gesti visibili.”
… ecco … E’ esattamente quel che c’è scritto nel libro degli Atti degli Apostoli, mi pare.
” … Allora Pietro, in piedi con gli Undici, levò alta la sua voce e parlò: “Voi, Giudei, e abitanti tuti di gerusalemme, fate attenzione a questo e porgete orecchio alle mie parole. Siamo tutti figli di Dio, anche i non credenti, siamo tutti fratelli, siamo tutti a immagine di Dio, non esiste un Dio cattolico ma un Dio, insomma ogni religione lo chiama con un nome diverso ma Dio è uno”.
All’udir queste parole furono profondamente turbati e dissero a Pietro e agli altri apostoli: “Che cosa dobbiamo fare fratelli?”.
Pietro rispose: “.Ciascuno di noi ha una sua visione del bene e noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il bene”.
Allora accolsero la sua parola e per questo nessuno si fece battezzare ed in quel giorno nessuno si aggiunse alla Chiesa …”
Ora non ricordo bene i versetti, ma sono sicuro che è così.
Per forza: deve essere così!!!
Riguardo la lettera qui pubblicata, vedo bene come purtroppo alla base ci sia l’idea di una cittadella assediata, che sarebbe la Chiesa, e la necessità di una chiamata alle armi contro il nemico, che sarebbe il mondo. Non condivido questa concezione di base, e pertanto mi fanno sorridere le critiche di chi vuol essere più realista del re e più cristiano del Papa (è un detto italiano, non se se c’è l’analogo in spagnolo). Si finisce per esaminarci l’un l’altro con timore, paura, a dare pagelle di ortodossia di ciascuno (la signora in fondo ha elencato le marachelle del Papa e… l’ha rimandato!), e fatalmente a bocciarci fra noi. Il Vangelo è un’altra cosa! Ecco, pare di risentire la parabola del fariseo e del pubblicano: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo….” (Luca 18,10-14). E il giudizio del Signore (Lui sì che può darlo a ragion veduta!) sembra scritto sulla roccia.
… anche Lei ha ragione, Caro Giustino.
Rileggevo infatti il Vangelo di Giovanni proprio questo pomeriggio: “… veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui e il mondo lo riconobbe” …
Ad onor del vero, c’è scritto “non lo riconobbe”, ma dev’essere un errore di qualche copista medievale. E’ impossibile che il mondo, così buono, non abbia accolto Gesù … Sì, ne sono convinto, si tratta di un’aggiunta di qualche copista medievale … ah … il perfido !!! … misantropo, misogino e forse pure lefebvriano e berlusconiano. Alla larga!
E quel Giacomo lì che nella sua lettera (1, 27) raccomanda di custodirci dal mondo? Ma, dico io, si può essere così ottusi? E non finisce qui, arriva all’assurdo di dire che l’amicizia per il mondo è inimicizia contro Dio (4,4). Ma come si permette. Vuol forse crearci dei complessi? Dei sensi di colpa?
E Giovanni che nella prima delle sue tre lettere, dice il cristiano non deve amare il mondo? mamma mia … che arretratezza!!! Eh già … uhm … Giovanni non è nuovo a queste sortite: nel Vangelo si era già permesso di dire, anzi di attribuire nientemeno che a Gesù la previsione che il mondo si sarebbe levato contro i cristiani, come prima aveva fatto contro Gesù stesso (15,18). Ma quando mai?
E poi, ma come può Giovanni – sempre lui! – dire che fra il cristiano e il mondo c’è una guerra inevitabile … (1Gv, 5, 4 s) … un linguaggio da guerrafondaio che non fa certo onore a un cristiano.
bah …
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. (Gv 14, 27)”. Non sia turbato il suo cuore, Andrea, perché il mondo non dà la pace che vorremmo. Ma dobbiamo restituirgliela, la pace, se no che Cristiani saremmo! Non era scritto: porgere l’altra guancia?
… ma se c’è da porgere l’altra guancia, vuol dire che qualcuno ne ha già percossa una … ergo: come può negare che la cittadella NON sia assediata? E come può negare che il mondo NOn sia nemico? …
Oppure: Lei scrive: “Purtroppo alla base ci sia l’idea di una cittadella assediata, che sarebbe la Chiesa, e la necessità di una chiamata alle armi contro il nemico, che sarebbe il mondo. Non condivido questa concezione di base”.
Ma se la Chiesa non è una cittadella assediata, e se non ha nemici … chi ci percuote le guance? Nessuno! Allora che vuol dire “porgere l’altra guancia”? Non ce n’è più bisogno, visto che la Chiesa non è assediata e non ha nemici.
Decida Lei.
Cordialmente.
Il cuore della santa Chiesa cattolica è l’Eucarestia. Non inginocchiarsi, con amore e adorazione, davanti al Re dei Re non è ammissibile.
Rinfreschiamoci la memoria:
Quest’altro episodio venne raccontato da Padre Pio a Padre Anastasio. Una sera, mentre, solo, ero in coro a pregare, sentii il fruscio di un abito e vidi un giovane frate trafficare all’altare maggiore, come se spolverasse i candelabri e sistemasse i portafiori. Convinto che a riordinare l’al tarefosse Frà Leone, poiché era l’ora del la cena, mi accosto alla balaustra e gli di co: “Frà Leone, vai a cenare, non è tempo di spolverare e aggiustare l’altare”. Ma una voce, che non era quella di Frà Leone mi risponde “, “Non sono Frà Leone”, “E chi sei?”, chiedo io.
“Sono un vostro confratello che qui fe ce il noviziato. L’ubbidienza mi dette l’in carico di tenere pulito e ordinato l’altare maggiore durante l’anno di prova. Pur troppo più volte mancai di rispetto a Gesù sacramentato passando davanti all’altare senza riverire il Santissimo conservato nel Tabernacolo. Per questa grave mancanza, sono ancora in Purgatorio. Ora il Signore, nella sua infinita bontà, mi manda da voi perché siate voi a stabilire fi no a quando dovrò soffrire in quel le fiamme di amore. Aiutatemi”.
“Io credendo di essere genero so verso quell’anima sofferente, e sclamai: Vi starai fino a domattina alla Messa. Quell’anima urlò: Cru dele! Poi gridò forte e sparì. Quel lamento mi causò una ferita al cuo re che ho sentito e sentirò tutta la vita. Io che per delega divina avrei potuto mandare quell’anima im mediatamente in Paradiso, la condannai a restare un’altra notte nel le fiamme del Purgatorio”.
Roberto
Ma siete proprio sicuri di questa cosa?
I Cardinali avrebbero eletto come capo della Chiesa uno che non si genuflette MAI davanti al Tabernacolo?
A me Bergoglio non sembra uno che non ha rispetto dell’eucarestia.
In più occasioni ho visto Francesco baciare i piedi delle statue di Maria o di Giuseppe, l’ho visto prostrato per terra davanti all’altare prima della Via Crucis, l’ho visto camminare a piedi, a capo scoperto da San Giovanni a Santa Maria Maggiore in occasione del Corpus Christi dietro l’ostensorio, non è lui quello che il 18 maggio ha raccontato che quando la sera prega davanti al Tabernacolo spesso si lascia guardare da Dio!
Una volta ho letto una critica perchè Francesco non canta!
Pare però che lui non canti sia perchè è stonato sia perchè gli manca una parte del polmone destro, ritengo possa essere un buon Ministro anche se non canta durante le funzioni, qualunque sia il motivo per cui non lo fa.
1) Non mi sento orgogliosa che tu abbia lavato i piedi di una donna musulmana il Giovedì Santo, poiché è una violazione della legge liturgica, ma non posso emettere un pigolio, perché Tu sei il Papa, che rispetto e a cui debbo essere fedele!
A me non ha dato affatto fastidio che il giovedì santo se ne sia andato a Casal del Marmo a lavare i piedi a dei minori carcerati, nessun fastidio che tra loro ci fosse una ragazza e una musulmana. Io non mi dimenticherò mai il sorriso che lui ha fatto a uno di quei ragazzi dopo avergli lavato e baciato i piedi, non mi dimenticherò mai quest’uomo di quasi 77 anni (sofferente di sciatica) inginocchiato con entrambe le ginocchia davanti a ognuno di loro, non mi dimenticherò mai le parole dell’omelia sul servizio ai fratelli e quell’invito a non farsi rubare la speranza di potersi rifare una vita. Dire che Bergoglio mi ha colpita profondamente in questa occasione è dire poco! Erano passati solo 15 giorni dall’elezione e nonostante avesse già fatto altri gesti questo fu come un macigno per me personalmente, in senso buono ovviamente!
Io sono cambiata dentro da quando è arrivato lui, procedo molto lentamente ma è innegabile la sua buona influenza su di me.
A me non dispiace per niente l’impegno nel sociale dell’ex Cardinale di Buenos Aires, è così che dovrebbe essere!
Tante questioni che la signora ha posto a me sembrano questioni di lana caprina rispetto alle reali sofferenze delle persone! (Per esempio l’eliminazione dell’uso della patena e degli inginocchiatoi per i comunicandi a me non sembra una priorità nella vita.)
1) ” … e nemmeno mi può piacere che non ti abbassi mai a dare la comunione ai fedeli…”
Quando Bergoglio è stato eletto, spinta dal desiderio di conoscerlo ho letto: “El gesuita” di Rubin – Ambrogetti, “Il cielo e la terra” di Bergoglio – Skorka e “Francesco il Papa della gente” di Evangelina Himitian. Mi sono anche vista tutti i servizi dall’Argentina messi in onda da TV2000 per capire meglio chi fosse e da quale contesto provenisse questo nuovo Papa che non ha mai voluto vivere in Curia.
In questi libri Bergoglio dice chiaramente per quale motivo non da la comunione ai fedeli, non è questione di non abbassarsi ma piuttosto questione che alcune personalità andrebbero a prendere la comunione dal Papa solo per farsi vedere e fotografare!
Ce ne vuole di coraggio per scrivere che l’attuale Pontefice è uno che non si abbassa! Anzi mi pare che in molti gli critichiate proprio questo: che si pone alla pari con tutti anzichè porsi dall’alto. Lui poi sostiene che il potere è servizio.
2) “… che non chiami te stesso “il Papa”, ma solo Vescovo di Roma…”
Definirsi Papa e mettersi al di sopra di tutti gli altri non favorisce il dialogo e l’incontro nè con le altre religioni nè con nessun’altro!
Francesco è il Papa di una Chiesa in cui non va più nessuno, lui stesso ha definito i cattolici una minoranza, molta gente lascia la religione cattolica per altre religioni o per le sette non per diventare atea quindi la ricerca di Dio alla base della vita di queste persone c’è; con questa Chiesa se la deve vedere Francesco (quella del Vatileaks, dello IOR, della pedofilia, di un Papa dimissionario) non con una Chiesa immaginaria o idealizzata. Alcune cose che sta facendo gliele hanno chieste i Cardinali che lo hanno eletto.
3) “Uff… che voglia di attirare l’attenzione! Perché, se si vuole essere veramente umile e semplice, non è forse meglio comportarsi come gli altri vescovi per passare inosservati?”
Sinceramente non capisco!
Bisogna omologarsi a tutti i costi ad uno standard perchè quello che conta nella vita sacerdotale è passare inosservati?
Cristo fece di tutto per passare inosservato? Quel che di rivoluzionario aveva da dire doveva tenerselo per sè per essere come tutti gli altri? Cristo non fece “casino” ai suoi tempi? La sua predicazione fu indolore per sè e per gli altri?
Giovanni Paolo II è passato inosservato?
Dovreste essere contenti che Bergoglio non passi inosservato in un mondo secolarizzato, se a Buenos Aires ha avuto un’intuizione che i suoi colleghi Vescovi/Cardinali non hanno avuto ha fatto bene a metterla in pratica! Secondo voi si divertiva a prendere i mezzi pubblici anzichè l’auto con autista da Cardinale? Sono gli altri che dovrebbero fare come lui dal mio punto di vista, non lui a dover fare come gli altri.
Non è sempre buono uniformarsi alla media! Il talento non va soffocato a tutti i costi!
4) “Purtroppo, con mia sorpresa e smarrimento, il mio nuovo generale, piuttosto che prendere le armi una volta arrivato, cominciò il suo mandato utilizzando il tempo del Papa per telefonare al suo parrucchiere, al suo dentista, al suo lattaio e al suo edicolante, attraendo sguardi sulla sua persona e non su assunti importanti per il Papato.”
A me pare che le “armi” le abbia prese eccome e non ha certo perso tempo!
La mattina dopo la sua elezione è andato prestissimo a Santa Maria Maggiore e prima della messa di inaugurazione del Pontificato lo conoscevano già tutti! Anche chi non ne vuole sapere niente del Papa in generale, della Chiesa non ha potuto fare a meno di sentir parlare di Francesco e questo secondo me non è un male per la Chiesa, lui sta dando una buona immagine della Chiesa e dei membri che la compongono anche attraverso la sua persona e la vita che ha sempre fatto. C’è un interesse, un’attenzione, un rispetto che non c’erano da anni e questo perchè Francesco non se ne sta chiuso in camera sua ma esce continuamente e non ha atteggiamenti antidiluviani o regali nè parole incomprensibili. Molti hanno improvvisamente rivalutato la Chiesa (contro ogni logica) per il modo in cui Francesco agisce ed è stato un effetto immediato!
Francesco si muove su più fronti, si da un gran da fare e la telefonata all’edicolante per disdire l’abbonamento al Clarin non è che un episodio, non mi venga a dire che il Pontificato di Francesco si riduce a questo perchè non è vero. Lei vorrebbe che lui ribadisse continuamente l’ovvio ma la Chiesa in questo momento ha bisogno di qualcosa di più.
Bergoglio gli sguardi li attira sulla Chiesa e sul Papato, non credo si diverta a fare quello che fa, anzi, a me pare un grande sacrificio vivere come vive lui!
P.S.
Ho rincontrollato e ricordavo bene, è nel corso dell’incontro con i seminaristi e le novizie che il Papa spiega la fecondità pastorale.
Su YouTube, nel sito vatican, al minuto 1:43:50 di questo video: “Pope Francis meets the Seminarists and the Novices.”
Ci torna anche in altre occasioni ma ora non le saprei elencare tutte.
1) “Un paio di settimane fa hai detto che “questo che stiamo vivendo è uno dei momenti migliori della Chiesa”. Come può dire questo un Papa …”
Se non ricordo male il Papa ha raccontato che durante gli anni passati a Cordoba ha letto non ricordo che libri sulla storia della Chiesa e leggendo quelli si è reso conto che oggi la Chiesa gode di ottima salute rispetto a certi momenti nei secoli passati.
Le frasi non andrebbero mai estrapolate dal contesto e quando Francesco parla bisognerebbe prima cercare di capire cosa intende veramente dire lui, dopo valutare se siamo d’accordo o meno.
Anche nell’intervista rilasciata a Civiltà Cattolica c’è un passaggio che chiarisce quel famoso:”non siate zitelle” detto alle suore!
«E la Chiesa è Madre — prosegue —. La Chiesa è feconda, deve esserlo. Vedi, quando io mi accorgo di comportamenti negativi di ministri della Chiesa o di consacrati o consacrate, la prima cosa che mi viene in mente è: “ecco uno scapolone”, o “ecco una zitella”. Non sono
né padri, né madri. Non sono stati capaci di dare vita».
Qualche altro passaggio dell’intervista che a me sembra particolarmente significativo:
«Io vedo con chiarezza — prosegue — che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso».
«I ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi. Il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato».
«Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve tenendo le porte aperte, cerchiamo pure di essere una Chiesa che trova nuove strade, che è capace di uscire da se stessa e andare verso chi non la frequenta, chi se n’è andato o è indifferente. Chi se n’è andato, a volte lo ha fatto per ragioni che, se ben comprese e valutate, possono portare a un ritorno. Ma ci vuole audacia, coraggio».
2) “…tu eri l’unico lì che non si genufletteva davanti al Tabernacolo o durante la Consacrazione…”
“Io non posso applaudire un Papa che non si genuflette davanti al Tabernacolo né durante la Consacrazione come insegna il rito della Messa; ma non posso criticarlo, perché è il Papa!”
Ma di questo fatto siamo proprio certi?
È la prima volta che lo sento dire e non posso credere che un fatto del genere non sia finora stato utilizzato da chi non vede di buon occhio questo Papa.
Come fa a dire che non può criticarlo? La sua lettera è piena di critiche!
Cara Lucrecia, sorella in Cristo, quanto amore traspare dalla tua lettera, ma quanta preoccupazione! Sembra che ogni momento un nuovo testimone ci racconti nei particolari di qualche atteggiamento o frase del Papa, fuori dai canoni, che possa aprire la porta a qualche dubbio, a un sospetto di non ortodossia o di modernismo, o di marxismo, o di poca fede, o di poca carità, o di poca umiltà…. sembra che tanti e tanti abbiano paura che “in futuro” il Papa possa fare o dire qualcosa di tremendo che “ucciderebbe” la Chiesa, questa Chiesa che secondo molti è “ammalata grave”. La Chiesa di Cristo, il Suo corpo mistico, che vive come Cristo la Passione, la Croce, che come Cristo ha un corpo “umano” limitato, che ha del Cristo la perfezione della Sua natura Divina. Cara sorella, il nostro Papa ha una “umanità” limitata, come me e come te, e sicuramente se si osserva sotto un microscopio si possono trovare tanti particolari denunciabili come imperfezioni o veri sbagli, almeno dal punto di vista di chi sta dietro un microscopio a cercare. Ma non penso questo di te: io sento del vero amore nelle tue parole e una sincera preoccupazione per quei gesti che non puoi condividere perché inspiegabili in una visione cattolica e liturgica. Però voglio farti una domanda: quanti altri possono avere interpretato diversamente questi stessi gesti e queste stesse parole? Quante anime si sono rifugiate nella rete di Pietro che così abilmente Bergoglio ha dispiegato in acque più profonde, acque più insidiose o meno pulite, che magari avrebbero spaventato altri pescatori? Quanti Cardinali e “gestori” delle “cose” della Chiesa, guardando Bergoglio che andava in metropolitana, si sono posti delle domande che non si ponevano più da troppo tempo, o hanno fatto un esame di coscienza sul Vangelo che dice di non prendere i primi posti nelle Sinagoghe? La Liturgia ha la sua ragione d’essere, ma è il Sabato che è stato fatto per l’uomo e non viceversa. Certamente, amando molto io il Santo Padre Pio da Pietrelcina che è vissuto in simbiosi con la corona del S. Rosario, non sono felice di sentire che qualcuno ride di questa meravigliosa preghiera, ma proprio la mia conoscenza del Santo Padre Pio mi ha insegnato a non de-contestualizzare mai un insegnamento dalla persona a cui è indirizzato, perché i Padre Pio, a sentire chi lo ha conosciuto, ha dato ad alcuni indicazioni “singolari” e invece per altri ha consigliato diversamente. Quindi distinguiamo con attenzione gli insegnamenti dogmatici dei discorsi pastorali, dai momenti pedagogici in cui incontra le singole anime o le specifiche comunità… e poi la parola “zitelle” non è mai stata un complimento, e chiedere alle Suore, Spose di Cristo, di pensarsi anche “madri spirituali” feconde non è proprio una offesa verso le donne sole ma un invito aperto a tutte loro a questa maternità straordinaria dello Spirito! Cara sorella Lucrecia, ti mando il mio fraterno abbraccio e ti auguro la Pace in Cristo.
1. Il Conclave conosceva bene Bergoglio e il suo stile: se lo hanno scelto, con l’ispirazione dello Spirito Santo, chi sono io per giudicare?
2. Il fatto che, diventando Papa, è rimasto sé stesso e coerente col suo essere cristiano, penso sia una positività.
3. Ogni volta che il Papa “bacchetta” i cattolici, NON bacchetta ciò in cui credono ma il MODO con cui lo vivono: « Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato » …
Quando il “formalismo” ha più valore della sostanza è Gesù che “ammonisce” e Bergoglio diventa il suo “altoparlante ripetetitore”: ci piaccia o no!
E’ l’uomo per la Legge o la Legge per l’uomo? Già in A.T. c’era questo grande errore che Gesù ha superato: non ricaschiamoci!
4. quando esprimi il tuo dubbio che “questo che stiamo vivendo è uno dei momenti migliori della Chiesa” e commenti dicendo “Come può dire questo un Papa quando tutti sappiamo che vi sono milioni di giovani cattolici che vivono in concubinato e altrettanti milioni di matrimoni cattolici dove si usano contraccettivi; quando il divorzio è “il nostro pane quotidiano” e milioni di madri cattoliche uccidono i loro figli non nati con l’aiuto di medici cattolici; quando vi sono milioni di imprenditori cattolici che non sono guidati dalla dottrina sociale della Chiesa…” è perché pensi che “i tempi buoni” siano quelli dove si vive in stile “paradiso terrestre”?
Ecco io invece penso che i tempi buoni siano piuttosto quelli dove la Chiesa, in questa “selva oscura”, riesce a mostrare il suo coraggio di testimonianza e grida forte. Gesù mostra il suo “splendore” e il suo messaggio scomodo “sono venuto per gli ultimi e i malati”, attirando a sè le critiche di alcuni “uomini di fede” del tempo e questo mi da garanzia e sicurezza dell’operato di Bergoglio: finalmente TUTTI (credenti e non) possono dire e vedere attuarsi in modo chiaro ed evidente il volto di Cristo oggi.
5. Allora amiamo incondizionatamente questo e qualunque Papa: se crediamo fermamente che è lo Spirito a guidare la Chiesa, perchè turbarci?
La Signora e’ una brava Cristiana,cio’ che ha scritto lo dimostra,ma sto signore che dovrebbe rappresentare Gesu’ in terra,non lo rappresenta per niente,calpestando tutti I valori Cristiani,dando cosi modo all’allontanamento dei fedeli,che il Signore Dio nostro le schiarisca la mente e lasci il posto ad un altro Papa !
Concordo con Tonino Murgia: moltissimi fedeli si sono allontanati dalla Chiesa, dopo la primissima apparizione di questo insulso signore che usurpa il Soglio di Pietro! Ve lo ricordateil suo “Buonasera”? Non faceva presagire nulla di buono (come si è ampiamente dimostrato in seguito)…Dio ci liberi, quanto prima, da questo sgrammaticato protestantoide argentino….