“Quando cominci a far musica che non è sesso, droga e rock’n’roll né roba politicamente corretta, ma qualcosa di più spirituale, allora diventa come una crociata”. Con queste parole il cantante degli Yes Jon Anderson (da non confondersi con il quasi omonimo Ian Anderson, leader dei Jehtro Tull) qualificava la ricerca musicale del celebre gruppo progressive rock inglese.
Con l’album del 1971, Fragile, iniziava la collaborazione artistica degli Yes con il designer Roger Dean, diplomatosi alla Canterbury School of Art e laureatosi al prestigioso Royal College of Art di Londra. A Roger Dean, oltre che la realizzazione delle copertine dei dischi, dovettero pure la creazione del fortunato logo Yes. Queste copertine, fatte di paesaggi fantastici, con uno stile tra il fantasy e il New Age, costituivano un tutt’uno con i testi e la musica degli Yes, con i viaggi della mente tra il mistico e il visionario del cantante soprano maschile Jon Anderson, con il virtuosismo eclettico chitarristico di Steve Howe, con i giri vertiginosi di basso tecnicamente affinati di Chris Squire, con le tastiere del rinomato Rick Wakeman e con il drumming originale e intenso di Bill Bruford.
Questa band di grandi musicisti, colti e raffinati (citando, ad esempio, Rick Wakeman, ex Strawbs, che si contenderà con Keith Emerson la palma di miglior pianista per decenni; oppure la famosa marca produttrice di chitarre Gibson che incenserà Steve Howe quale massimo interprete della chitarra rock) riuscirà a sviluppare quel celebre “Yessound” che lo contraddistinguerà e renderà famosi in tutto il mondo. La loro grande popolarità arriverà persino alla pubblicazione di libri in loro onore, uno su tutti: Fragile – La storia degli Yes di Chris Welch.
Nel celeberrimo album Fragile, come si evince dalla copertina, la “fragilità” è data dalla rottura del pianeta Terra (con quella linea bianca che sembra una strada tortuosa) e dalla zattera-alata o barca a vela di legno che permetterà agli ultimi uomini di sorvolare e abbandonare la Terra distrutta.
La filosofia di vita che sottende ai disegni di Roger Dean si rivela nella quasi assenza di figure umane, nella predilezione delle linee curve e nell’uso frequente di elementi paradossali (in altre copertine si noteranno rocce sospese in aria, cascate con direzioni dell’acqua non solo verticali), il che si coniugherà con i testi surreali e visionari degli Yes, come in Fragile si potranno udire: “Dillo alla Luna, non dirlo alla lepre marzolina…” e altri enigmatici passaggi in We have Heaven (Noi possediamo il Paradiso).
Questa ricerca musicale è stata più volte esplicitata dal gruppo progressive rock inglese con la tensione “alla felicità interiore che fa sì che il Paradiso alberghi” o con la speranza di una nuova alba (in Heart of the Sunrise). La voce spaziale di Jon Anderson con il reiterato e acuto “Sharp-Distance” e gli effetti delle tastiere e dei sintetizzatori di Wakeman, hanno reso la musica degli Yes non solo difficilmente eguagliabile (per le caratteristiche tecniche e di ispirazione), ma anche irripetibile per il background del gruppo e il pedigree di ogni singolo componente.
Fragile, a mio modo di vedere ancor più dell’album successivo, “Close to the edge” (Vicino al bordo), rappresenta la filosofia della band inglese, tra sogni onirici e voli mistici, alla ricerca di un senso di pace che superi la “fragilità” di un mondo e di un uomo vicini al bordo del precipizio.
Yes – Long Distance Runaround – Fragile 1971/1972 – YouTube
YES – Heart Of The Sunrise (Fragile, 1972) PART 1/2 – YouTube
HEART OF THE SUNRISE (Il cuore dell’alba)
Loves comes to you and you follow
L’amore ti arriva e tu lo segui
Lose one on to the heart of the sunrise
Ne perdi uno fino al cuore dell’alba
Sharp | Distance
Affilate | Distanze
How can the wind with its arms all around me
Come può fare il vento con le sue braccia tutte attorno a me
Lost on a wave and then after
Perso su un’onda e poi
Dream on, on to the heart of the sunrise
Sogna, fino al cuore dell’alba
Sharp | Distance
Affilate | Distanze
How can the wind with so many around me
Come può fare il vento con così tanti attorno a me
Lost in the city
Perso nella città
Lost in their eyes as you hurry by
Perso nei loro occhi mentre ti affretti
Counting the broken ties they decide
Contando i legami rotti che hanno deciso
Love comes to you and then after
L’amore ti arriva e poi
Dream on, on to the heart of the sunrise
Sogna, fino al cuore dell’alba
Lost on a wave that you’re dreaming
Perso su un’onda che stai sognando
Dream on, on to the heart of the sunrise
Sogna, fino al cuore dell’alba
2 commenti su “La “crociata” degli Yes. Buona musica (molto) prima del covid”
Ho scoperto gli Yes grazie ad un amico tanti anni fa e sono stato conquistato dalla assoluta novità e diversità delle loro composizioni pur non capendo nulla dei loro testi salvo qualche singola frase.
Li ho sempre seguiti fino a riuscire finalmente ad assistere ad un concerto.
Grazie Fabio
Io ci vedo un grido disperato. Forse dovuto al rifiuto dell’essenza divina della creazione.