Studenti, riprendetevi la scuola… Quella vera

“Anche l’istruzione è un’emergenza, ridateci la scuola in presenza”. Questo lo striscione apparso fuori dal Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo in questi giorni, mentre con l’aria frizzantina un sole pallido faceva capolino fra i pochi studenti armati di PC e plaid per seguire le lezioni dal piazzale antistante. Pochi e al freddo, ma insieme.

Al freddo per contestare il prolungamento della didattica a distanza. Insieme per far sapere che ci sono ancora come studenti, come classe, come scuola. 

La scuola dovrebbe essere anche questo, al di là delle convinzioni politiche, insegnare ai futuri cittadini che i problemi della vita si affrontano insieme. Che la vita si affronta insieme. 

Per qualcuno è una protesta inaspettata. Notoriamente i “Sarpini” (lo fui anche io) sono persone tranquille, facce pulite, poco inclini a far casino. Ma sono anche lavoratori ostinati, pronti a sacrificare divertenti finesettimana, e pensatori. 

Per questo non è una sorpresa per me che si siano mossi per primi. Perciò hanno tutto il mio sostegno di cittadino e di padre. Le battaglie studentesche oggi sono queste, devono essere queste: libertà di andare a scuola, imparare in modo normale. Pare assurdo dire una cosa del genere in un mondo che si riempie la bocca di diritti veri o presunti, che rotola come un maiale nella democrazia a parole, ma nei fatti è un coniglio.

Per questo voglio fare mio questo appello e rivolgerlo con voce alta a tutti i liceali d’Italia. La protesta deve partire dai licei classici! Se non parte dai templi della tradizione occidentale, dove si insegna fra l’altro cosa sia la democrazia, da chi dovrà partire la richiesta di normalità? Alzatevi dalle poltrone. Cosa ce ne faremo di Omero senza Achille, Virgilio senza Enea e Tucidide senza Alcibiade? Siete giovani, il futuro è vostro, ma il vostro Paese vi deve mettere in condizioni di competere con il mondo. Dovete fare qualcosa.

Questa è la battaglia per i vostri diritti di studenti. Andare a scuola, avere una didattica in presenza, un confronto fra di voi e con i docenti, che sono lì per aiutarvi, proprio come accade ai ragazzi francesi, tedeschi, inglesi e americani. 

Ragazzi dite NO alla DAD. Dite no alla Fake School. La scuola non è un servizio “on demand” né un “delivery”, perché non lo è la vita. Cercate una vita piena, esperienze vere, nel bene e nel male, ma non rassegnatevi a essere numeri e faccine su uno schermo. Le fatiche, i fallimenti e i traguardi ottenuti in classe forgiano gli uomini e le donne di domani. 

Avete protestato per una migliore gestione delle risorse del pianeta, ora si tratta di voi, della vostra vita, di anni che non torneranno mai più indietro. Vi stanno rubando la giovinezza. Non permettetelo.

Le malattie sono pericolose, certo. Ma è la vita a essere pericolosa, per questo non dovremmo viverla? Numquam periclum sine periclo vincitur. Avete detto bene: anche l’istruzione è un’emergenza. La vostra mente non è andata in vacanza. È bene che se ne accorgano tutti.

2 commenti su “Studenti, riprendetevi la scuola… Quella vera”

  1. Un grande grazie gli autori che scrivono di scuola e di diritto allo studio. L’istruzione e l’educazione, la formazione dei giovani vanno salvaguardate con attenzione e consapevolezza. E se solo ora timidamente alcuni ragazzi più coscienti iniziano a rivendicare il loro diritto allo studio in classe, trascinando altri compagni nella dimostrazione, è perché da anni ormai nella scuola non si esercita più il pensiero critico, è sopita la discussione animata sui grandi temi dell’uomo, annullata la possibilità di andare a fondo nelle problematiche. La scuola ha gettato la spugna già da un po’. L’approfondimento è stato sostituito con l’altenanza scuola- lavoro, con assemblee di istituto in cui si gioca o si ascolta musica, o si gioca sui social…. insomma manca la condivisione di idee, progetti da realizzare, non c’è un piano in cui si prevedeva un lavoro in comunità …. E questo non solo nella scuola, ma anche nei centri religiosi e politici. I giovani sono soli. Solitudine davanti al pc, finta socialità su internet, emozioni che si manifestano nella stanza di lavoro senza che nessuno le possa condividere. Soli e falsamente contenti. È stato registrato ultimamante una aumento di atti autolesionistici e suicidari trai giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni; i disturbi mentali, sia nei ragazzi che nei bambini, irritabilità, ansia, sonno disturbato, sono in preoccupante aumento e i neuropsichiatri ritengono che tutto questo sia assolutamente associato al periodo di chiusura; gli adolescenti vivono con grande preoccupazione e insofferenza questo periodo. Pensare che possano surrogare la mancanza di libertà e di movimento con gli intrattenimenti social o con la didattica a distanza è ignoranza ( ignoranza di come funziona la complessità di un essere umano) e quindi ipocrisia. Negare la libertà di formazione ai giovani è un atto gravissimo. Pur nelle difficili condizioni di un’emergenza sanitaria, mettendo insieme le forze, e le idee, e non solo I dictat dei comitati “scientifici”, è possibile trovare soluzioni più intelligenti anche per “l’emergenza istruzione” che ora è un dato di fatto.Il momento è delicato e i giovani vanno aiutati. L’importante è che i ragazzi si accorgano della grande manipolazione che è in atto nel loro confronti. E se precedentemente hanno in massa protestato per il pianeta con Greta, perché Greta ora non si risveglia dal grande sonno del Nord per guidare gli adolescenti verso la loro libertà di audio? Dov’è Greta? Attendiamo il disgelo… forse con la primavera qualcosa accadrà….ma nel frattempo ritroviamo l’acume mediterraneo!

    1. Greta non ha a cuore la scuola: è solo una pedina sguinzagliata dai fautori della neoreligione ecologista, ovvero massonica, ovvero anticristiana, e quanto ne consegue. Citarla è come consultare Mefistofele per sapere come salvare l’anima.

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