Scrivo queste righe dalla provincia più colpita dal virus, perché ci siamo spaventati, ma non ci siamo rincitrulliti. Ora, lasciando perdere le catechiste che non vedono la gravità del problema empirico con le sue tremende conseguenze metafisiche, mi rivolgo ai sacerdoti: davvero volete distribuire la Santa Eucaristia con in guanti di lattice? E voi vescovi, siete successori degli apostoli o del ginecologo?
Perfino nelle messe in rito antico (cattolico) siamo arrivati a questa leziosa pantomima clericale, tanto valeva celebrare in novus ordo e distribuire sulle mani. Anzi, tanto meglio: sacrilegio per sacrilegio, mi sembra maggiore l’oltraggio di gettare deliberatamente Dio nel bidone dell’indifferenziata da parte dei suoi legittimi ministri. Oppure vorreste farci credere di non sapere che sulla gomma i frammenti di Ostia consacrata si attaccano come e più che sulle mani? Non rispondano le catechiste, per loro è tutto un simbolo e, simbolicamente parlando, una pecorella vale un cristiano quanto lavare vuol dire pigiare il tasto “Avvio” sulla lavatrice.
Che razza di nuova religione perversa è quella che, in un ineffabile, eterno e sublime mistero, consacra Dio nella materia per poi umiliarlo, infangarlo, disprezzarlo in forma di preghiera parodica? Nemmeno Giuda, che si sappia, ha gettato il pane nel bidone la sera dell’Ultima Cena.
«Creare l’uomo fu un’idea singolare e originale, ma aggiungere la pecora fu una tautologia». Molti riconosceranno in questa battuta la mente sottile del soldato confederato Mark Twain. Vero è che se Dio non avesse creato le pecore, avrebbe avuto problemi a farci capire la questione del gregge santo. D’altra parte, suppongo che Dio sappia quel che fa e non abbia bisogno di giustificativi o pezze da parte dell’impiastro sottoscritto.
Forse è per questo che la CEI crede che siamo pecoroni. Capre e caproni rincitrulliti dall’erba drogata della televisione, per cui la messa streaming va bene solo come e quando lo dicono loro, come i maghi cialtroni delle tv. Mi riferisco alle disposizioni riguardanti la Comunione.
Visto l’andazzo del popolo gregge, catechizzato da sessant’anni di confusionarianesimo cattolico, non mi stupirei che avessero perfino ragione: molte pie anime, non confessate perché il DPCM del pupillo del fu cardinal Silvestrini rende quasi impossibile questo sacramento – che comunque, detto per inciso, già non andava per la maggiore prima -, sono accorse a farsi igienizzare le mani per contribuire buttare Dio nel cestino dello sporco.
Perché il clero, al netto di qualunque cosa vi sia scritto sul Concordato, dovrebbe sottostare a una norma laica che influisca sulla liturgia al punto di renderla sacrilega? Ce lo dice ancora Mark Twain, un colpo alla pecora, un colpo al pastore. «Dimmi dove un uomo prende il suo pane di granoturco e ti dirò quali sono le sue opinioni»: fare il predicatore è sempre meglio che lavorare. Qui si racchiude tutta la sapienza popolare contadina o almeno la quantità raggiungibile al netto del pettegolezzo scabroso nei bisbigli guardinghi delle cuoche creole, e delle catechiste italiane.
Se anche la Nuova CEI, presto fuggita per timore del contagio a rintanarsi nei palazzi degli sceicchi dell’8×1000, facendo crepare le pecorelle come bestie senza sacramenti, vive di nuovi paradigmi, perché – così si illudono – non può permettersi di avere delle idee che potrebbero compromettere il modo con cui si guadagna il pane. Noi fedeli dovremmo almeno avere la fede di credere che quel povero pane è ancora lo stesso povero Dio, che viene per salvarci, non per essere nuovamente oltraggiato. Dovremmo avere la carità di riceverLo degnamente e di pretendere che la Messa sia celebrata degnamente, e la speranza che questa baracconata indegna finisca presto nel disastro, nella vergogna e nella purificazione che merita.
Per farlo non possiamo limitarci alle opinioni, diciamo, da pane di granoturco. Dobbiamo attivamente rifiutarci di collaborare a queste celebrazioni, non possiamo permettere in silenzio che il Signore venga trattato in quel modo. E, se proprio partecipiamo, rifiutiamoci di ricevere l’Eucaristia da mani riconsacrate nel lattice. Non expedit! I cristiani non hanno mai creduto, in duemila anni, che Dio fosse infettivo. Soprattutto, non crediamo più, oggi, a pastori pronti a giustificare ogni misericordiosa assurdità venga ordinata o imposta dal padrone, pur di non compromettere la pagnotta di granoturco. Costoro dovrebbero essere i testimoni pronti a versare il sangue per non bruciare un miserabile granello d’incenso all’imperatore? In verità sono pronti a bruciare una foresta d’incenso, pur di non perdere l’8×1000. Questo neuekurs di buonismo e misericordismo si è già ora dimostrato una tintinnante e luccicosa catena servile. Al cui altro capo attende, saldamente imbullonato, il castigo.
Sacerdoti fedeli alla vera Chiesa di Cristo: ribellatevi. Questi vescovi sceicchi, non possono essere nostri pastori, se servono un altro dio. Il cardinal Bergoglio non può essere il nostro papa e contemporaneamente il papa di Abu Dhabi. Non può essere Servo dei servi di Dio e contemporaneamente idolo solitario e troneggiante sotto i riflettori della modovisione in una piazza San Pietro deserta, con il crocifisso al buio in fondo alle scale. Non expedit!
Così, è giunto tempo che le pecorelle del Signore siano coraggiose, perché questi deliri panteisti neosessantottini e questa generale miscredenza del clero sono come i sogni di gioventù: si infrangono presto, ma continuano a tagliare per molto tempo dopo esser divenuti cocci. Queste persone indifferenti a come maneggiano il Corpo di Cristo, ciò che abbiamo di più prezioso in questa vita terrena, per quanto potenti e prepotenti con i sottoposti e con il popolo, si riveleranno presto sceicchi in accappatoio. E allora sì, andranno a nascondersi.
6 commenti su “Neomessa pandemica & oltraggio a Dio. Non expedit”
Gentile dott. Donadoni,
A conferma piena di quanto lei dice in questo suo articolo, le racconto, spero brevemente, cosa mi è accaduto Domenica scorsa, 24 maggio dell’Ascensione. Stiamo parlando di una parrocchia romana.
Al momento della distribuzione dell’Eucaristia con, si badi bene, 8 (dicesi otto!) sacerdoti concelebranti, ebbene, si sono mossi tra i banchi, il celebrante e una ministra straordinaria!
Tornata a casa, ho scritto una mail al parroco nella quale gli chiedevo cortesemente di spiegarmi il motivo di questa sua singolare scelta, concludendo la mail permettendomi di consigliargli di raccomandare ai fedeli presenti alla celebrazione, oltre ai “doverosi” avvertimenti anti-covi, di controllare che sul palmo della mano non fossero rimasti frammenti della Particola.
Il giorno dopo ho ricevuto una telefonata dal parroco nella quale mi ha “spiegato” che:
1) i sacerdoti presenti quella mattina erano quasi tutti stranieri con difficoltà nella lingua italiana!!! SIC!!! Io li conosco tutti, tre sono italiani, di questi 3 uno è anziano e con difficoltà di movimento quindi da escludere, degli altri 5 due sono senegalesi e ambedue hanno un’ottima dizione italiana addirittura uno con un lieve accento piemontese! Uno è brasiliano, anche lui ha un’ottimo italiano tanto che officia spesso con omelie anche piuttosto lunghe. Gli ultimi due sono un vietnamita e un coreano, gli unici che potrebbero avere, in effetti, qualche problema con la nostra lingua. Ma quel che mi chiedo io: serve conoscere l’italiano per distribuire la Santa Eucaristia??!! Tanto più che ci “hanno ordinato” di non rispondere con l’AMEN di rito!
2) ma il “bello” è contenuto nella risposta, che mi sono sentita dare, riguardo al fatto della possibile presenza di frammenti della Particola sul palmo della mano: “molti lo considerano un problema fondamentale, MA CREDIMI, NON È COSÌ IMPORTANTE. IMPORTANTE È CHE NOI FEDELI SI FACCIA COMUNIONE”!
Non aggiungo altro, scusandomi se sono stata prolissa.
In privato posso dirle dove andare a Roma, il moderatore può darle la mia mail.
Non nella mia, di parrocchia romana, dove oltre ai guanti ad uso anche dei “fedeli”, ho ascoltato un’omelia surreale all’Ascensione, nella quale il sacerdote (non uno dei peggiori) ha detto che in questo periodo eravamo stati privati della palestra e del parrucchiere (i Sacramenti che andavamo mendicando in giro evidentemente non gli sono proprio venuti in mente, tanto lui ce li aveva) e che però per fortuna avevamo riscoperto i rapporti di buon vicinato perché i condomini si erano offerti di farci la spesa. Lì ho capito che è inutile argomentare alcunché, si può solo pregare e fare penitenza.
Caro Matteo, leggere queste cose fa male….perchè sono VERE!
Voglio solo aggiungere una cosa, e credo che anche altri lettori (lo spero!) possano dire lo stesso: ci sono ancora dei SANTI SACERDOTI DISOBBEDIENTI!!! che consacrano e distribuiscono COME DIO COMANDA!
Certamente si sono chiesti: “Quel giorno comparirò dinanzi al Signore, Re e Giudice giusto, o al vescovo?”
Nostra Signora ci aiuti nella prova! Buon lavoro!
Bruno PD
Cara Laura, è inutile parlargli a questi preti, lo so per esperienza. Quanto meno fanno i finti tonti, come quando in confessione espressi il mio sconcerto per la nota vicenda della pachamama: “Non so di cosa tu stia parlando” mi sentii rispondere da uno che cominciò a raggomitolarsi tutto, forse per difendersi inconsciamente da qualche improvviso castigo.
E della Comunione col guanto? Pure di questo sacrilego insulto mi sono lamentata, sottolineando poi che è un di più infilarsi il guanto quando ci si è già disinfettate le mani …”Se no non ci facevano riaprire” mi è stato detto e il giorno dopo, via a bardarsi ancor di più … E che dire dei dispenser al posto dell’acqua santa, automatici per giunta, come le macchinette dei saponi nei bagni degli autogrill…Così stupefacenti al primo impatto, che trovandoteli davanti appena messo piede in chiesa, ti dimentichi pure di farti il Segno della Croce… No, non ce la faccio a sopportare tutto questo scempio, non mi sento neanche di fare la Comunione, non voglio aggiungere offesa su offesa al già troppo Offeso. Tanto più che nemmeno voglio riceverLa sulla mano. E poi la confessione, dove la mettiamo la confessione? “Come faccio a confessarmi?” ho chiesto a un sacerdote… “Mah, vedi un po’ se trovi qualche prete…” “E dove vi mettete?” replico; “Dietro al coro, così c’è spazio” è la risposta. Penso fra me: “Se stiamo distanti e tutto possiamo fare fuorché sussurrare, quelli in chiesa mi sentiranno tutti…” Fatto sta, sono oltre tre mesi che non mi confesso e non mi comunico e ancora non so come fare. Stranita e piena di peccati, affranta, sgomenta e quasi annichilita non vedo di fronte a me una bella prospettiva.
Che il Signore abbia pietà di me!
È molto bello leggerla, cara signora Tonietta, anche quando parla di cose dolorose e assurde.
La mia valutazione è che la Chiesa (la Dirigenza, a cominciare dalla Presidenza CE, che in sé non avrebbe alcuno status di “governo”) abbia semplicemente apostatato. Pare di affermare l’assurdo, ma purtroppo lo costatiamo.
“Senza” il Clero, ma non senza Cristo, viviamo anche oggi con concretezza, speranza e ragionevolezza, per quanto ci è possibile.
Io ho nei dintorni, Deo gratias, preti che non usano guanti. Due di loro danno la Comunione in bocca a chi La desidera così.
Con stima – R
La foto mi ha colpito.. È Santa Maria del Suffragio. In quella chiesa ho dovuto sentire cose sconcertanti dette dal sacerdote per giustificare l’uso dei guanti in gomma. Per non parlare del predicozzo che si è beccata una vecchietta che aveva osato abbassarsi la mascherina durante la Messa. In pratica il succo del discorso era: “se non rispettate tutte le norme imposte, ci proibiscono di nuovo le celebrazioni col popolo (quindi fate i bravi pecoroni)”.