Covid-19, un buon pretesto per imbavagliare la libertà

Che l’addetto stampa del Presidente del Consiglio abbia iniziato la sua carriera politico mediatica col Grande Fratello di Mediaset non dovrebbe stupire, anche se fa ridere. Non dovrebbe stupire visto che il grande vecchio del romanzo di Orwell, il Grande Fratello ormai citato con sicurezza per descrivere questi tempi da lupi anche da chi non ha mai letto 1984, aveva elaborato un sistema per incidere sulle coscienze stesse che sembra ispirare anche alcuni comportamenti dell’esecutivo attuale e del suo presidente non eletto.

Il Grande Fratello in pratica impersonava un regime preoccupato del bene dei “sudditi” – ipocritamente e formalmente – anche se in realtà era virulentemente autoritario. Era infatti impegnato a prevenire ogni dissenso del popolo stesso che si proponeva di educare, facendo leva sulle paure individuali, con un ricorso sistematico alla menzogna e frustrando ogni tentativo di smarcarsi dalla verità obbligatoria con il massimo rigore; come se pensare con la propria testa e alimentare proprie personali aspirazioni fosse un comportamento degno del peggior nemico della società.

Passando dalla realtà romanzesca a quella “vera”, sulle paure c’è poco da dire, vista la minaccia del COVID-19 che giustifica provvedimenti che in altri periodi verrebbero definiti liberticidi e antidemocratici, come minimo. Non si tratta di una situazione cercata, certo, ma comunque si presta benissimo a rinchiudere tutti nelle proprie case, impedendo quelle manifestazioni di dissenso politico che sono uno degli indicatori della democrazia e tacitando ogni opposizione con la scusa del supremo interesse della salute dei cittadini.

Insomma, non c’è bisogno di inventare minacce orribili e “customizzate” alle fobie dei singoli come quella dei topi forzati a contatto col volto di Winston, per convincerci a piegarci ai dictat del potere, a rinunciare alla nostra socialità. Ci pensa un virus micidiale e imprevedibile, che non si sa come si trasmetta, a separare letteralmente comunità da comunità, famiglia da famiglia e, all’interno di queste, individuo da individuo. Tutti concentrati sulla propria salute e, nella migliore delle ipotesi, su quella dei propri cari, senza grilli per la testa per il bene comune, della città o della Nazione addirittura.

Se questo ha certamente degli svantaggi per la società, non necessariamente li ha per il Grande Fratello nostrano che ha e vuole mantenere il potere a tutti i costi, anche a costo di doversi accontentare di essere a capo di un coacervo di terrorizzati sudditi in una società povera e depressa. Insomma, una bella crisi economica indotta da un blocco nazionale prolungato e al quale non ci si può opporre è proprio quello che mancava per spingerci nelle braccia di un’Unione rapace come quella “europea”; un vero e proprio Grande Cugino che se ne frega degli obblighi della parentela e ci tratta da appestati, mentre si spertica in attenzioni per il nostro curatore fallimentare e in anatemi contro quell’opposizione “sovranista e populista” che rischia di far aprire gli occhi agli Italiani.

Ma la paura non basterebbe se non fosse accompagnata da uno strumento che tappi letteralmente la bocca all’opposizione e renda scorretta ogni sua pretesa di interlocuzione, ogni suo desiderato ruolo politico. E questo è un piattino già pronto da decenni, ammannito con cura maniacale dai sacerdoti dell’antifascismo, un’ideologia di contrapposizione per definizione, incapace di darsi un’idea fondante che non sia circoscritta nell’inviluppo del loro odio per il nemico: il fascista, appunto, rappresentante immaginario di un’epoca storica tramontata, ma secondo loro sopravvissuta chissà come in qualche angolino nascosto della nostra attualità. Lì, si sarebbe confuso, grazie a una loro azione martellante di indottrinamento, con tutto quello che non aderisce perfettamente alle loro fissazioni, per le quali “gli altri” sono tutti criminali, mafiosi, omofobi, corrotti, femminicidi, negazionisti, populisti (ma non erano loro quelli della lotta alla casta?) e poi giù giù fino ai carnivori, cattolici, tradizionalisti, sovranisti, nazionalisti. In una parola, fascisti, appunto. Ed essendo il fascismo reale, al quale il loro fascismo immaginario viene forzatamente sovrapposto, un Male Assoluto col quale non ci può essere dialogo, ma solo scontro senza quartiere, lotta dura sia! Senza requie e senza pietà! Una lotta, da parte di una novella “resistenza” (qualunque cosa significhi) che non deve concedere lo scampo di una semplice resa e che si può fermare solo di fronte al nemico abbattuto, umiliato.

Per questo, non c’è legge, non c’è umanità che tenga e in nome di questo antifascismo è possibile affibbiare impunemente l’epiteto di Ministro della malavita a un Ministro dell’Interno – regolarmente eletto e nominato – perché dello schieramento avverso, disobbedendo alle sue disposizioni e mandandolo pure a processo per avere fatto il suo dovere. Per questo è possibile, sempre impunemente, subordinare a una solenne professione di fede antifascista la concessione di spazio cittadino per l’apertura di un passo carraio o per lo svolgimento di una manifestazione culturale in città una volta civili come Parma, salvo poi rimangiarsi minima parte delle proprie disposizioni liberticide sopraffatti dall’indignazione di cui molti sono ancora capaci, nonostante l’imbambolamento generale. Per questo è possibile, ovviamente impunemente, minacciare di morte i capi politici dello schieramento nemico, o rivendicare il diritto di impedirgli di “farsi ascoltare”, con una interpretazione del mito democratico degna delle più ottuse tra le sardine e che la dice lunga su quella che è la sostanza di tale mito nella loro interpretazione. Per questo, ancora impunemente, è giustificabile ogni menzogna con la quale cercare di blindare la propria traballante credibilità a discapito di quella degli avversari, costretti a subire un’arrogante azione di propaganda che non trova pari nella storia pluridecennale della repubblica.

E se non c’è nessun giudice che osa difendere il diritto di tutti a esprimere le proprie opinioni senza subire minacce, pare non ci sia neppure alcun responsabile dello Stato che si senta in dovere di garantire la dignità di tutti i suoi concittadini, anche di quelli che non si riconoscono nello schieramento politico che lo ha espresso.

Questa Italia che si scontra ora con una prova che non si aspettava, è paradossalmente manovrata dalla peggior classe dirigente di tutti i tempi e la meno attrezzata politicamente e culturalmente per definire quali siano le linee del Piave sulle quali attestarsi in difesa del bene comune. Anzi, si tratta di una classe dirigente che neppure condivide con il Paese reale del quale è inopinatamente alla guida la necessità di una difesa di quello che ci resta, ubriacata dalla favola di un europeismo che non è tale e al quale si aggrappa per non essere spazzata via.

Sarebbe una situazione disperata, insomma, se non potessimo fare affidamento sul mito laico dello Stellone Nazionale, un po’ presuntuosamente incentrato su una sopravvalutazione della nostra capacità di cavarci dagli impicci, o su quella sicurezza escatologica espressa nei mille Santuari di cui è disseminato il nostro territorio – chiusi in questi giorni con un provvedimento della “nuova” Chiesa che non può non lasciare interdetti – e che ci dovrebbe rendere certi della vittoria finale. Convincimenti che sono inoltre al centro di un altro romanzo distopico dell’inizio del secolo scorso, Il padrone del mondo di Robert Hugh Benson, che conclude in un’apoteosi di liberazione spirituale finale un presente non meno angosciante di quello vaticinato qualche decennio dopo da Orwell con il suo 1984 e di quello che ci troviamo a vivere realmente in questa era della paura e della canaglia. Non disperiamo.

7 commenti su “Covid-19, un buon pretesto per imbavagliare la libertà”

  1. Concordo pienamente. Non disperiamo, certo che no, se c’è ancora un pò di Fede… guai! Però c’è da rabbrividire pensando a questa crisi economica indotta da chi vuole il controllo totale dei popoli. Qualcosa di oscuro si muove attorno a noi. Non è complottismo, ma realtà. Purtroppo.

  2. Dopo oltre un mese di reclusione forzata non ne posso più di leggere articoli, per quanto interessanti. Ci sono momenti nella vita nei quali dobbiamo guardarci tutti allo specchio e chiederci se vale la pena di vivere come larve, ovvero topi da esperimento.
    Lo storico Walter Scheidel nel suo libro The great leveler (non so se tradotto in italiano) spiega senza troppi giri di parole quali siano stati -dalla preistoria ad oggi – gli unici modi con i quali ridurre (si badi: solo ridurre) le ineguaglianze.
    E’ arrivata l’ora che qualcuno si senta pronto a guidare la gente che è disperatamente alla ricerca di qualcuno che le possa far uscire da questo incubo distopico. Inoltre andatevi a leggere il j’accuse del Dott. Fioranelli che Blondet ha appena postato. Ora basta non ne possiamo più di stare a casa e leggere come cavie da allevamento.

    1. Se all’incubo distopico si aggiungono problemi e preoccupazioni importanti di altro genere, ecco che questo momento può diventare sopportabile solo se ci si rimette cristianamente alla volontà d Dio. Ma ci vuole una gran forza.

  3. Concordo con il Generale e aggiungo che la vita va vissuta in tutti i suoi aspetti, anche nella sofferenza e nella paura che può provocare una malattia. Non si possono separare intere famiglie, amicizie, conoscenti per un insignificante Virus,.non si può richiedere alla gente un misero lasciapassare per un attimo di passeggio all’aria aperta. Guardiamo per un attimo a ciò che è successo in Brasile qualche giorno fa, proviamo per una volta anche noi italiani ad essere come.i brasiliani, facciamo vedere che siam popolo e che non siam divisi, riprendiamoci la nostra libertà. Viva l’Italia!

  4. Alberto Scarioni

    Come giustamente scritto nel titolo, il Covid è un pretesto. E, parallelamente, un mezzo: l’origine sta molto più a fondo. Uscendo di casa sprezzanti dei divieti, “assembrandoci” e senza mascherina, e basta così, non ci riprenderemmo automaticamente chissà quale dignità o cos’altro: prenderemmo solo il Covid. Questo virus è effettivamente un castigo di Dio (con buona pace di chi sappiamo pensarla diversamente) non solo perchè porta malattia e morte dei corpi, ma anche e soprattutto perchè viene usato dal demonio (tramite personaggi che, anche qui, conosciamo; almeno alcuni, a diversi livelli) per prenderci le anime. Per esempio quanti, che pure in questo periodo pregano, staranno pregando per la propria conversione e non solo perchè il virus stia alla larga? E quanti che hanno persone care ammalate pregheranno non solo perchè guariscano, ma anche perchè muoiano in grazia di Dio se Egli disporrà che non guariscano? Chissà poi quelli che neppure pregano. Tutto vero quanto scritto dal Generale, lucida osservazione di tanti aspetti della realtà così manovrata e stravolta; e se la lotta al Covid ha proprie regole tecniche da seguire per il bene di se stessi e di tutti, non dimentichiamoci che la lotta più importante è contro colui (il nemico vero, quello giù in fondo) che sta usando il Covid, come tante altre cose descritte dal Generale, appunto come un pretesto e un mezzo.

  5. L’esperimento è simile alla finestra di Overton. La cieca applicazione delle scemenze propinate a largo raggio da ducetti travestiti da governatori e sindaci. I guantini, le file, il distanziamento tra individui, la corsa solo davanti casa, anzi no, il bimbo che non può prendere neanche una boccata d’aria e ora le mascherine all’aria aperta magari con 30 gradi e crisi respiratoria annessa caso mai il virus si trasmetta col pensiero quando si incrocia una persona a 50 metri. Il dramma è che tutte queste misure per la salute sono passate nel silenzio zombistico in cui mi trovo a vedere il popolo con la museruola guardarti in cagnesco perché non sei uno di loro. Domani sarà forse un vaccino e dopodomani il microchip. Tutto per guadagnare un giorno in più di una grama vita terrena, rischiando di perdere la propria anima! A che giova tutto questo miserrimo uomo del 2000?

  6. Articolo molto interessante che condivido in pieno! La speranza è o non è una virtù cristiana? E come dice San Paolo siamo sconvolti ma non disperati!!

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