La seconda parte del tempo di Avvento è caratterizzato dalla celebrazione della Novena, dal 16 al 24 dicembre. Uno dei più grandi tesori musicali della liturgia cattolica è contenuto proprio in questa Novena, ovvero le cosiddette “antifone in O”, chiamate così perchè iniziano tutte con l’acclamazione: “O…”. Le più antiche sono 7. Anticamente -come vedremo nel commento di Reinerius di Liegi- se ne aggiungevano altre 2 più recenti per completare i nove giorni della Novena. Ecco i testi:
O Sapientia,
quae ex ore Altissimi prodisti,
attingens a fine usque ad finem,
fortiter suaviter disponensque omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiae.
O Adonai,
et dux domus Israël,
qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti,
et ei in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extento.
O Radix Jesse,
qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum,
quem gentes deprecabuntur:
veni ad liberandum nos,
jam noli tardare.
O Clavis David,
et sceptrum domus Israël,
qui aperis, et nemo claudit,
claudis, et nemo aperit:
veni, et educ vinctum
de domo carceris,
sedentem in tenebris,
et umbra mortis.
O Oriens,
splendor lucis aeternae,
et sol justitiae:
veni, et illumina
sedentes in tenebris,
et umbra mortis.
O Rex Gentium,
et desideratus earum,
lapisque angularis,
qui facis utraque unum:
veni, et salva hominem,
quem de limo formasti.
O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum:
veni ad salvandum nos,
Domine, Deus noster.
Eccone la traduzione italiana:
O Sapienza,
che esci dalla bocca dell’Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.
O Adonai,
e condottiero di Israele,
che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge:
redimici col tuo braccio potente.
O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci,
non fare tardi.
O Chiave di David,
e scettro della casa di Israele,
che apri e nessuno chiude,
chiudi e nessuno apre:
vieni e libera lo schiavo
dal carcere,
che è nelle tenebre,
e nell’ombra della morte.
O (astro) Sorgente,
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre,
e nell’ombra della morte.
O Re delle Genti,
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l’uomo,
che hai plasmato dal fango.
O Emmanuel,
nostro re e legislatore,
speranza delle genti,
e loro Salvatore:
vieni e salvaci,
Signore, nostro Dio.
per l’ascolto clikkare QUI
Togliendo la “O” iniziale è possibile ricavare un acrostico dalle iniziali della prima parola. Dunque:
S A R C O R E
Se leggiamo questa sequenza allo specchio risulterà:
E R O C R A S
che è una frase in lingua latina: “ero cras”, cioè: “sarò domani”. In effetti, conclusa la Novena e le relative antifone, è la vigilia di Natale! I testi intrisi della S. Scrittura, richiamano il fedele all’attesa della venuta di Cristo. Se la sua venuta nella carne è già avvenuta, l’attesa che ci deve animare è quella della venuta definitiva alla fine dei tempi, quando Cristo tornerà come giudice e porrà fine alla Storia. Il tempo di Avvento aiuta ogni anno a rinnovare nel popolo cristiano il senso di questa attesa.
Propongo infine un antico testo di commento alle antifone e alla novena di Natale:
Dal Commento alle Antifone “O”, di Reinerius di Liegi, monaco (1130-1188)
Nota bene: Nel XII secolo, la preparazione liturgica al Natale (nella chiesa a cui Reinerius apparteneva) andava dal 15 al 23 dicembre. Reinerius commenta anche due antifone sparite: O Vergine delle vergini e O sommo artefice del cielo.
Questo testo è’ tratto da un opuscolo di Reinerius, monaco di San Lorenzo di Liegi (1130-1188), che ci fa scoprire il significato spirituale della Novena del santo Natale, impreziosita dalle antifone maggiori, le antiche antifone al Magnificat che iniziano con l’esclamazione vocativa: “O”. Solo se cantiamo anche oggi i testi che 900 anni fa cantava la comunità di Liegi, potremo capire i sentimenti di Reinerius e farli nostri, immettendoci nell’ininterrotto flusso dell’attesa sempre antica e sempre nuova. E attenzione, ai tempi di Reinerius le antifone “O” erano già vecchiotte, visto che Amalario (+ 850), vescovo di Trier e discepolo di Alcuino, già le cita come esistenti da un paio di secoli!