La Messa di sempre e l’inganno del Summorum Pontificum – di Stefano Arnoldi

Per gentile concessione dell’Autore, direttore del sito “corsiadeiservi.it”

http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=2011

 

 

Dietro ai modi diversi di concepire la liturgia ci sono modi diversi di concepire la chiesa, dunque Dio e i rapporti dell’uomo con Lui. Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipenda in gran parte dal crollo della liturgia”. Queste le parole che il card. Ratzinger espresse nel libro-intervista Rapporto sulla fede.

Divenuto pontefice, quella riflessione sulla crisi ecclesiale prese forma con il Motu proprio Summorum Pontificum: un’occasione – si pensava – per rimettere al centro della vita della Chiesa la Tradizione quale rimedio alla crisi spirituale diffusasi come un’epidemia nel mondo cattolico.

Come non ricordare infatti le sferzanti parole di Papa Benedetto XVI il Venerdi Santo del 2005, durante la IX stazione della Via Crucis al Colosseo: “Quanta sporcizia nella Chiesa e proprio anche tra coloro che nel sacerdozio dovrebbero appartenere completamente a Lui”.

Perciò ridare pieno diritto di cittadinanza al rito tradizionale sarebbe stato anche un toccasana per far fronte alla crisi sacerdotale, non solo dal punto di vista delle vocazioni (dall’inizio del Concilio Vaticano II letteralmente crollate) ma anche per sanare chi sacerdote lo era già ma sprofondato in piena crisi d’identità – e, quindi, di Fede – con grave ripercussione sui fedeli per la salvezza della loro anima.

Un sacerdote, è ben risaputo, non finisce mai da solo nell’eternità: come sosteneva San Giovanni Bosco, “un prete che si danna o che si salva porta con sé sempre un gran numero di anime”.

In particolare per i fedeli consapevoli che con il Concilio Vaticano II la Chiesa si è letteralmente trasformata in una non-Chiesa, la promulgazione del Summorum Pontificum è stato per anni oggetto di convinzione che fosse un aiuto provvidenziale quanto inaspettato: forse questa è una delle principali ragioni per le quali Papa Benedetto è stato identificato quale difensore dell’ortodossia cattolica e nemico dell’avanzata progressista e modernista che ha preso ancora più potere negli ultimi cinquant’anni.

In verità Ratzinger pare beneficiare di un consenso non proprio equilibrato: di lui si ricordano gli attestati di fine teologo, il riconoscimento di grande intellettuale, gli elogi di scrittore e predicatore erudito… caduti invece nel dimenticatoio il suo presentarsi in giacca e cravatta all’Assise del Vaticano II, il fatto che fu il consulente teologico del noto progressista Card. Frings, le sue sconcertanti parole (da pontefice) sull’eretico Lutero: “Ciò che non dava pace a Lutero era la questione su Dio, che fu la passione profonda e la molla della sua vita e dell’intero suo cammino. Il pensiero di Lutero, l’intera sua spiritualità era del tutto cristocentrica. La sua domanda deve diventare di nuovo, e certamente in forma nuova, anche la nostra domanda”. E, soprattutto, le sue dimissioni da Papa!

Curioso poi costatare che del Papa che ha “legalizzato” la Messa tridentina non si ricordi averlo mai visto celebrarla se non, forse, in forma strettamente privata. In ogni caso la memoria è portata a focalizzare Benedetto XVI quale pontefice che ha promulgato il Summorum Pontificum, non quale papa che l’abbia personalmente e pubblicamente attuato, dando l’esempio. Eppure, la crisi della Chiesa è frutto della crisi della Liturgia: non erano parole sue?

Occorre mestamente ammettere che una grande illusione e un grande fraintendimento si sono consumati sotto il pontificato del papa tedesco: l’illusione che la Barca di Pietro fosse governata da un Papa difensore della Tradizione quando non lo è mai stato; il fraintendimento che quel Papa considerasse necessario il ritorno alla Messa “di sempre” per correggere le nefandezze della nuova liturgia conciliare quando invece è sempre rimasto fermo in lui il concetto che il Concilio Vaticano II è indiscutibile, forse mal interpretato da alcuni chierici, ma sempre e comunque infallibile al pari dei suoi atti, indirizzi e della sua ambigua pastorale.

La crisi ecclesiale motivata dal crollo della liturgia sono parole che non hanno mai avuto la men che minima intenzione di mettere in discussione la riforma liturgica attuata con il Concilio Vaticano II.

Dopotutto sono sempre i fatti che parlano chiaramente: si proclama il Summorum Pontificum ma al tempo stesso ci si è ben guardati dal sanzionare la resistenza intrisa di odio verso la Tradizione da parte della maggior parte di Vescovi e parroci che si sono opposti alla diffusione e realizzazione della Messa tridentina.

In quei pochi casi, poi, in cui i fedeli sono riusciti ad ottenerne la celebrazione, si è sempre dovuto fare i conti con l’inevitabile schizofrenia del sacerdote di turno, affetto da biritualismo: per lui messa nuova, messa antica, pari sono, perché così vuole il Concilio, se proprio si deve celebrare un rito che non sia quello “conciliare”. Davvero è così?

Sulle profonde differenze Messa “tradizionale” e messa “conciliare” basterebbe una rapida lettura del “Breve esame critico del Novus Ordo Missae” presentato al Pontefice Paolo VI dai Cardinali Ottaviani e Bacci in cui vi legge: la messa conciliare è “un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica”.

In sintesi, troppo spesso si assiste al pericolo messo in atto dai sacerdoti “conciliari” di atrofizzare e corrompere il sensus fidei che il Buon Dio ha posto nel cuore di ogni fedele.

Su tali indegni maneggiatori del sacro risuonano ancora oggi le parole di Papa San Pio X: “Un sacerdote che non è santo non solo non serve ma fa danno alla Chiesa“.

Ma al di là delle diversità tra le due messe e della corruzione del clero conciliare, sorge un problema anche più grave perché più subdolo: che ne sarà, infatti, della messa tridentina se a celebrarla saranno quegli stessi sacerdoti “conciliari” che celebrano quotidianamente la nuova messa? Cosa ne risulterà di una liturgia celebrata da sacerdoti obbligati a farlo o che addirittura la detestano? E se comparissero sacerdoti che pur prediligono il rito tradizionale ma non disdegnano comunque quello conciliare, cosa dovremmo aspettarci dalle loro celebrazioni?

Pur ammettendo la convinzione o la speranza che la celebrazione del rito tridentino potesse persino vincere il biritualismo, i fatti dimostrano l’esatto contrario, perché come non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, non c’è peggior sacerdote di chi rigetta l’adesione al Magistero perenne della Chiesa e il richiamo della Tradizione vivente della Chiesa.

Sicché la corruzione del clero è giunta anche là dove non si pensava arrivasse: basta edulcorare la realtà, basta scimmiottare e simulare la verità, basta mascherare e agghindare con un bell’abito un corpo pur malandato e il gioco è fatto.

Il demonio sa che l’uomo tende ad abituarsi a tutto… persino a chi si fa beffe della liturgia, persino agli scandali.

Perciò non è per nulla certo che una Messa tridentina, per il solo fatto che si celebri in quel rito, sia cattolica.

Proprio qui si nasconde il pericolo più letale per il fedele: pensare che basti abbracciare un rito piuttosto che un altro, pensare che basti la formalità del rito per essere certi di vivere pienamente nella vera chiesa cattolica.

Ma la Messa “di sempre”, tanto per citare due esempi, non è semplicemente quella nella quale si predilige il silenzio o il latino; si sentono sciagurati sacerdoti che sottolineano questi aspetti formali quali determinanti per preferire il rito tradizionale a quello nuovo. Certo se la Messa è una pura manifestazione di forma che soggiace alle preferenze dei fedeli, allora non può sorprendere che si continui a sottolineare che vi è un rito straordinario e uno ordinario. Due riti che si equivalgono eccetto che nella forma. Tutte sciocchezze.

Novus Ordo e Vetus Ordo non differiscono solo nella forma, ma anche e soprattutto nella sostanza: la Messa “di sempre”, infatti, richiede quella parolina magica ormai rimossa dal Concilio Vaticano II: conversione!

Quindi impone una scelta, una scelta radicale, esclusiva, che impegna tutta la persona. Occorre la piena e convinta adesione alla sostanza della Messa tridentina, a ciò che significa, a ciò che realizza.

Questa convinta adesione, come tutte le scelte che interpellano chi si professa cattolico (a maggior ragione se è sacerdote), deve essere esplicita, pubblica, non equivoca né tanto meno oggetto di compromessi.

La Bibbia è chiara in merito: dice che Dio vomita i tiepidi (Ap 3, 16).

Non è possibile pensare di aderire indistintamente alla celebrazione di due riti che si oppongono l’un l’altro: il biritualismo è una malattia, demoniaca.

Ecco perché solo un sacerdote che compie una scelta chiara, aderendo al solo e unico vero rito che è quello conservato nella Tradizione della Chiesa di Nostro Signore, può creare le condizioni affinché poi la messa sia realmente cattolica. Solo in questo caso si può vivere di Tradizione, solo in questo caso ci si predispone a ricevere le Grazie necessarie irradiate da un rito che è vero e concreto, non apparenza o semplice forma.

O si capisce il concetto o sarà perdita di tempo perché tutto va in malora: anche in una messa tridentina non si assisterà che a storture, a pagliacciate e persino a sacrilegi così come avvengono nelle celebrazioni della nuova messa conciliare; ancora una volta la Fede ha lasciato il posto al sentimentalismo e la vita spirituale si inaridisce cacciata da una concezione della religione ripiegata su se stessi.

Per la chiesa corrotta la liturgia non è che un contenitore vuoto da riempire a piacimento delle proprie emozioni o dei propri gusti; arnese senza valore utile solo nella misura in cui possa servire per aprirsi al mondo e alle sue richieste, fossero anche vizi e perversità.

Ecco perché il Summorum Pontificum è in realtà un inganno, e di quelli più malevoli: tale atto infatti è stato concesso solo a patto che il rito “tradizionale” non venga celebrato in spregio al rito nuovo.

Questa è la condizione che rivela una concezione sinistra e tremendamente pericolosa perché invece di diffondere la vera liturgia di fatto si rafforza quella falsa poiché in tale licenza è sottintesa l’affermazione che il nuovo rito rimane ordinario e dunque quello preminente e preminentemente cattolico anche se non lo è.

Ciò che è avvenuto con tale Motu proprio è la scelta di continuare nel solco tracciato dal Vaticano II, sicché con il Summorum Pontificum, papa Benedetto ha in realtà confermato, con sottile astuzia, le abominevoli atrocità sia in campo liturgico che dottrinale di quel Concilio: di fatto l’indulto alla celebrazione in rito tradizionale si premura di svuotarne il senso, e il valore di simbolo della Messa “di sempre” quale resistenza alle nuove dottrine moderniste di una chiesa conciliare alla deriva ne viene astutamente colpito e annientato.

In altre parole, si continua a confermare la legittimità e l’ortodossia della nuova messa proprio con l’indulto della messa definita “antica”!

In questo modo si è assestato un altro colpo infernale alla liturgia tridentina che è vera e unica liturgia: anche tra i cosiddetti “tradizionalisti” infatti si è generato l’errore pernicioso di considerare la Tradizione come una sorta di folklore legato alle emozioni: amando il latino, o il canto gregoriano…, ecco che si è avuto ciò che si desiderava. Con la Messa in latino, tutti i problemi sono stati risolti.
Invece i problemi rimangono, eccome. Perché da anni la chiesa cattolica è picconata proprio da coloro che ne sono custodi.

 

36 commenti su “La Messa di sempre e l’inganno del Summorum Pontificum – di Stefano Arnoldi”

  1. C’è da piangere come vitelli! Ditemi: celebrare VO senza che la celebrazione sia annunciata dal suono delle campane non è -si parva licet componere magis- come il campionato del mondo di calcio senza l’Italia? La seconda eventualità appartiene alla storia dell’estate appena passata; la prima, da qualche parte, è storia di ogni domenica.

  2. Le sferzanti parole di ‘papa’ benedetto xvi sono in realtà da rivolgere a lui stesso e alla ‘sua’ chiesa: la sporcizia di cui parla, costui, è quella che li costituisce, l’ uno e l’altra: prima di tutto quella dottrinale poi quella liturgica e insieme quella personale. Con una tale sporcizia addosso come si potrebbe appartenere a Cristo?
    Ah, la luciferina astuzia di questi Signori dell’Inganno: creano un inferno di chiesa e poi ne denunciamogli effetti (da ricordare, insieme a queste, le altre parole di lamento ipocrita,pronunziaste dall’altro suo com-pare, con le quali si denunciava il “fumo di Satana” fuoriuscente dalla stessa sporca chiesa! )

  3. Articolo pieno di spunti interessanti e condivisibili, ma il fondamento che sostiene la tesi principale non lo é. Se la S. Messa NO non è anche quella vera (valida) allora in pratica oggi non ci sono più sacerdoti ordinati validamente, se si escludono quelli ultra ottantenni e quelli della FSPX. Questo modo esasperato di parlare non fa bene alla

    1. ma non è che la messa nova debba essere valida perché altrimenti non ci sarebbero preti validi; sono i preti – per tutti il papa – nulli e invalidi che hanno fatto la messa invalida.

        1. E lei ha mai letto il ‘Pontificalis Romani’ ? E mi sa dire perché il Paolo Vi senta il bisogno di rimpiazzare con questo documento il ‘Sacramentum Ordinis’ di Pio XII, di appena 20 anni prima??? Nessuna differenza per lei tra le due ‘forme’ sacramenatali in essi contenuti? Tra “Comple in sacerdote tuo ministerii tui summam” e “Nunc effunde ean virtutem quae a te est spiritum principalem” (di un fantomatico prete/papa Ippolito, per giunta )?

          1. Questo conferma cio’ che non è condivisibile dell’articolo. Fatta eccezione dei preti ultra ottantenni e quelli della FSPX tutti gli altri sono finti preti

  4. Se a qualcuno può interessare, io sono ratzingeriano felice (anzi, non mi considero degno di essere ratzingeriano).
    Sono montiniano devoto e riconoscente.
    Considero ovvio che la Messa “Nuova” sia “Santa Messa”, e non “Messa di serie B” o “Messa come la vuole il diavolo” o “Pseudo Messa”.
    Considero del tutto negativamente l’avversione lefevriana al Papa, a quel tempo (anni ’70 e ’80), e i suoi esiti odierni. Infatti il ritornello odierno di questi ambienti è “Perché stupirsi degli svarioni di Francesco? Il grosso danno fu fatto dai Papi precedenti, soprattutto da papa Montini”.
    Ognuno dia la risposta in coscienza: hanno ragione, sì o no?

    1. Il bravo principe di Antonio de Curtis, in arte Totò, se ne uscirebbe, qui, con il suo famoso “ma mi faccia il piacere!”, con tutto il rispetto dovuto a chi la pensa diversamente. Mi spiace per lei, caro amico e fratello, ma, come disse Jean Guitton “mi piace per chi la pensa diversamente (oggi Bergoglio), ma Dio è cattolico”. Apra gli occhi sul CV II e postconcilio, papi inclusi, prima che sia Cristo Giudice a spiegargli come in realtà stanno le cose. Pace e bene a lei.

      1. Ad Angela: su “chiesaviva”, decenni di guerra a Paolo VI, non rispondo. Io c’ero quando Paolo VI veniva infamato ogni giorno, cioè fra il 1968 e il 1978. C’erano -sui giornali- “il Papa nazifascista” (Pio XII), “il Papa Buono” (Giovanni XXIII”) e “il Papa che non ha il coraggio di portare a compimento la Rivoluzione Conciliare, ripiombato nel Medioevo” (Paolo VI).

        A Catholicus: vedremo.
        Incontrerò volentieri il Signore, se Lui sopporterà di avermi dinanzi a Sé. Non Gli chiederò di confermarmi la condanna dei Lefevriani: avrò Cose Belle a cui pensare e di cui nutrirmi, speriamo…

        1. Frank22 – Anch’io c’ero quando giravano queste voci, in particolare quelle con l’attore Paolo Carlini. Lei dà del “nazifascista” a Pio XII giusto per controbilanciare, immagino, le numerosissime accuse che vengono rivolte da don Villa su Chiesa Viva a Paolo VI (compresa l’omosessualità attiva). Don Villa ha scritto tre libri su Montini spediti a tutte le diocesi italiane senza mai ricevere contestazioni sulla sostanza, ma solo insulti e minacce a livello personale. Finchè è vissuto don Villa (2012) non hanno avuto il coraggio di beatificarlo e ad onor del vero l’incarico di far emergere la massoneria dentro la Chiesa l’ha ricevuto pure da Padre Pio (“Coraggio, coraggio ! perchè la Chiesa è già invasa dalla massoneria, è già arrivata alle pantofole del Papa”). Anche San Padre Pio è una nazifascista ?

          e a Padre Pio

          1. Siccome qui si ricordano le voci sul particolare legame che univa questi Paoli, dei quali uno è il sesto papa in quel nome, per non esplodere alla carica di ipocrisia somma di quest’ultimo, giunto a chieder pubbliche preghiere di riparazione per l’offesa portata alla “sua santa persona” con quelle voci, mi vien di metterla in ridere e alla buon’ora:

            a ogni umana professione
            viene data l’ assicurazione,
            d’ una santa protezione.
            Il falegname e il carpentiere
            vengon dati in gestione
            a san Giuseppe l’ Artigiano.
            Ai santi Cosma e Damiano
            il servizio sanitario.
            A santa Barbara del fuoco
            il coraggioso mestiere
            del prode pompiere.
            All’umil san Crispino
            il solerte ciabattino,
            e a San Michele Arcangelo
            delle celesti schiere il condottiere,
            affidato viene
            il poliziotto e il carabiniere.
            Pensi ognuno
            come gli pare,
            chi affidare
            da tutelare
            a questo nuovo santo
            dell’ altare…
            Perché non darlo in protezione
            a quella nuova professione
            che ad oggi vien vantata
            e con forza affrancata
            dall’ antica ossessione
            di indecente compulsione

        2. Caro amico, magari don? dato che conosce quanto si diceva solo nelle sacrestie allora…..a me risulta un insulto la parola nazifascista, più il nazi che il fasci, ma quanto a papa buono non lo ritengo un insulto, che non ha il coraggio di portare a termine la RIVOLUZIONE del concilio invece lo vedo come un’ammissione che fu un demolitore della Chiesa e che lo sapevate da allora (sic) e che nello stesso tempo da certuni (non certo da don Villa) era auspicata una rivoluzione peggiore, tipo Bergoglio (sic). Direi che lei non crede ad altro che ad una chiesa umana, massonica come quella inaugurata da Roncalli. Le notizie sono confermate anche da altre fonti:
          https://laici.forumcommunity.net/?t=33516964
          http://www.queerblog.it/post/13807/papa-paolo-vi-e-lo-scandalo-paolo-carlini
          https://escogitur.wordpress.com/2013/03/04/le-chiese-massonizzate-dal-papa-buono-e-campagni-di-merenda-lenigma-roncalli-e-il-canonico-roca/
          https://escogitur.wordpress

    2. felice di credere nelle favole, pardon, nei miti cristiani, come quello dell’ Incarnazione del Figlio di Dio nel seno della Vergine Maria, come insegna il finissimo Ratzinger suo.. Felici voi…
      (Quanto poi al Montini, è sempre questione di gusti sopraffini….)

  5. Oswald Penguin Cobblepot

    Tutto l’articolo e’ perfettamente condivisibile, in particolare è la condanna dell’ipocrisia biritualista ad essere esatta (italico piede in due scarpe, non si sa mai!). Ma purtroppo non c’è – non sembra esserci – via d’uscita. E’ già tanto che la S.Messa v.o. sia celebrata con periodica costanza da qualche sacerdote benevole e volenteroso. Purtroppo questo e’ uno di quei momenti in cui occorre masticare l’aglio e dobbiamo poi anche dire che è dolce. Saluti da Gotham, il Pinguino.

    1. jb Mirabile-caruso

      O. P. Cobblepot: “È già tanto che la S. Messa v.o. sia celebrata con periodica
      ……………………. costanza da qualche sacerdote benevole e volenteroso”.

      Ma a che pro, signor Pinguino, se la Messa Vetus Ordo è celebrata ‘una cum’? Il celebrante NON ha scelta, né il fedele ne ha una. Con un volgare ciarlatano a far da papa, mi domando quale sia la posizione agli occhi di Dio e del Sacerdote e del Fedele che accettano un ‘far finta interiore’ nel celebrare e partecipare alla Santa Messa. Io ho smesso di andare a Messa, perché prendere in giro me stesso, specialmente in cose divine, non me la sono sentita proprio!

      1. …e se tutti, in un soprassalto di dignità e consapevolezza, smettessero di andare a messa, dico a questa messa, falsa e bugiarda, bastarda, i preti che la PRESIEDONO rimarrebbero come i pesci senz’acqua: fine della (brutta) commedia. E si deciderebbero, i preti, a cambiare mestiere. Ne avrebbe gran vantaggio anche la loro dignità ( se gliene rimane…)

  6. Luciano Pranzetti

    Come sommo pastore s’è visto – lui che chiese si pregasse perché non fuggisse davanti ai lupi – quale prova di fermezza abbia dato, lasciando tutto ai primi guaiti di botoli. In quanto al celebrato e supposto fine teologo, è sufficiente leggersi il saggio AL CUORE DI RATZINGER. AL CUORE DEL MONDO di E. M. Radaelli in cui si svela la gnosi contenuta nell’opera sua INTRODUZIONE AL CRISTIANESIMO, ed. Queriniana. E non si dimentichi che, fresco dottore in teologìa, l’emerito fu, dal grande H. Schmaus, bocciato due volte all’esame di abilitazione per la docenza : la prima perché la tesi mancava di fondamenti scientifici, la seconda per ‘sospetto modernismo’. Non tacendo la sua ammirazione per il falsario T. De Chardin da lu proclamato “Patrono dell’Università Pontificia Gregoriana’ e parimenti non tacendo la cassazione, nel nuovo CDC, della scomunica della massonerìa. Hoc pro veritate.

  7. Mah, a me pare che ci si dimentichi il contesto e le pressioni alle quali Papa Benedetto XVI è stato soggetto sin dall’inizio del suo pontificato. Significative le sue parole che sommariamente rivolgevano una accorata preghiera a Dio perché riuscisse a non fuggire davanti ai lupi.
    Credo che le tantissime apparizioni mariane e le profezie contenute nei vari messaggi (Fatima in primis) chiedano espressamente la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria per la salvezza di ogni anima, della famiglia, della Chiesa, del mondo intero. Che si debba passare attraverso una grande apostasia, lo si sa da tempo, per chi vuole credere. Quindi bando alle ciance, senza perdere di vista l’obiettivo di ciascuno che è la Santità, Rosario in mano e consacrazione a Maria.
    A proposito all’Opera Regina dell’Amore di S.Martino di Schio la fanno due volte ogni anno. La prossima è l’8 dicembre.
    Coraggio e uniti nella fede, nella speranza e nella carità per il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

    1. Quali pressioni scusi? della lobby gay di cui faceva parte essendoci testimoni dei suoi sacrifici umani? Di cosa dovremmo ringraziarlo? Della sua invenzione di 2 pietro? della sua teologia del dubbio? Della sua ipotesi su Dio? del primato di solo onore?…..sono tante le sue eresie,di quale eresia dovremmo ringraziarlo? O magari dobbiamo ringraziarlo per aver anche coperto i pedofili? Per lo Ior? Per aver mentito sul segreto di Fatima (ha dato 3 versioni diverse, apostasia, poi nel 2000 il segreto è finito, e poi da papa falso che Fatima non è finita)? Di cosa dobbiamo ringraziare un lupo che ci ha chiesto di pregare perché non fuggisse dai lupi, ovvero dal suo branco?

      1. Attenta Angela a non lasciarti condurre per mano al pulpito del giudizio. Sbaglio o in una delle sue apparizioni recenti (ovviamente non confermate dalla Santa Sede) la Madonna ha detto che Giovanni Paolo II è stato il più grande dono che è riuscita ad ottenere dal Padre per questi nostri tempi?
        Laudetur Jesus Christus

  8. Sono grato per l’articolo ed i commenti. La Chiesa come corpo mistico di Cristo è in grave pericolo e come tutti sappiamo in questo pericolo ci si è cacciata (passatemi il termine) scivolando lentamente sul piano inclinato della “modernita”. Modernità intesa come ideologia, sogno, utopia, pseudo-dio, ecc. Oggi come sempre viene chiesto, a tutti i fedeli, apostolato e testimonianza (martyrion in greco), oggi ci viene chiesto come cristiani di amare Cristo ed i fratelli usque effusionem sanguinis. L’amicizia con Dio si vive sui campi delle battaglie contro l’io, il mondo, satana. Prepariamoci a testimoniare combattendo.

  9. Io, nella mia semplicità, mi domando come mai don Villa sia stato investito da P.Pio di un compito così arduo che per tutta la vita gli è costato tantissimo, anche il rischio della morte. E parliamo di P.Pio e non di uno qualunque. Però mi chiedo pure se nei pochi anni che passano dalla riforma della messa alla morte di San Pio, egli abbia mai rimproverato la coscienza dei penitenti per la partecipazione al NO o se abbia intimato (diciamo, consigliato) i sacerdoti di non aderire alle nuove disposizioni. Me lo chiedo con semplicità di cuore, anzi, col cuore in subbuglio per tutto quanto vengo leggendo in questi articoli e nei relativi commenti. Anzi, sono tentata di non leggere più niente, anzi, di raccoglieremo un po’ in me stessa per riordinare le idee. Ma come? Credo pregando la Madonna che in questa bufera, in questo uragano dove l’odore di zolfo certamente non manca, possa aiutarmi e aiutare tutti a raggiungere con le nostre poche forze e con la grazia e la misericordia di Dio a raggiungere la vita eterna.Nonostante tutto e nonostante il NO che ci è piombato addosso senza…

  10. …senza che lo desiderassimo e nonostante questa limitazione delle parole per cui qui bisogna fare i salti mortali per esprimere il nostro pensiero in maniera più sintetica possibile. E toglitelo, per favore, questo sbarramento. Grazie.
    E scusate: stamattina sono.un po’ contrariata.

    1. Speravo di leggere un suo commento, cara signora.
      Ha visto il mio giudizio: “sempre, allora e oggi, lontanissimo dai Lefevriani e connessi, anche sono idealmente”.
      Aggiungo adesso un qualcosa che lei conosce meglio di me: ci siamo ritrovati allora, e ci ritroviamo ancor peggio oggi, un ambiente ecclesiastico ampiamente ereticale. Perché?
      In questo momento vorrei solo ripetere il mio consueto richiamo alle circostanze storico/culturali, rispondendo “Perché l’Italia aveva perso la guerra, che era stata vinta dalla stessa tenaglia fra Massoneria Occidentale (atlantica) e Comunismo Sovietico che aveva tentato di stritolare la Spagna dieci anni prima”. Il Papa “doveva”, secondo la propaganda onnipervasiva di allora (1968, diciamo), fare il “Cappellano” dell’Impero nord-atlantico (contrapposto ma non ostile a quello sovietico): allo stesso modo in cui Napoleone trovava imprescindibile che il Papa facesse il cappellano del suo impero massonico/gallico/pseudoromano.
      Cari saluti

    2. Carissima Tonietta. Il suo non è un trauma solitario, ognuno di noi si è ritrovato inizialmente quasi perduto in questa nebbia che si è diradata a poco a poco. I tasselli si sono incastrati uno dopo l’altro fino alla soluzione del rebus: 1958 conclave, due fumate bianche, la prima il 26 senza uscita del Papa, 28 ottobre seconda fumata per l’antipapa. L’Ecclesia supplet ha funzionato egregiamente nei primi decenni, perché noi non sapemmo come seppero in alto i cardinali. Misericordia del buon Dio che scrive dritto su righe storte e che ci ha condotti a scoprire il mistero d’iniquità (II Tess. cap 2) poco a poco. Non avremmo retto d’un colpo, ma facciamoci coraggio, siamo nella Chiesa che è sempre stata perseguitata. Lei si riferisce ai Lefevbriani, che don Villa non contattò, temo cara amica che anche lì ci sia una grande delusione, sono sbagliati anche loro, si tratta del ramo destro della RIVOLUZIONE. Lienart era satanista e fu il cardinale che ordinò Lefevbre. Cosa fu Lefevbre? O prete sacrilego e nullo. Ebbe ragione don Villa. Meglio NO se ci sono….

  11. Il Summorum Pontificum fu – o almeno apparve non certo attraverso interpretazioni capziose – un invito della Chiesa a uscire gioiosamente allo scoperto, a chiedere e vi sarà dato, a bussare e vi sarà aperto. Chi però raccolse quell’invito e alzò fiduciosamente la mano si ritrovò esposto da parte della Chiesa stessa a un fuoco di fila serrato senza che nessuno dall’alto muovesse un dito in sua difesa. Io non so quale fosse la mens di Benedetto XVI nel promulgare quel documento: a distanza di più di dieci anni mi pare però oggettivo che sia stato quantomeno un atto poco preparato e poco ponderato, rivolto più alla storia e a una cristianità ideale che non al mondo nel quale effettivamente ci troviamo a vivere.

  12. Signore Gesù, da tempo sono colpito da uno sconcerto sempre più sconfortante. Paolo VI era il mio Papa per il quale ho pianto alla sua morte. Poi tutto è crollato e ho dovuto rasserenarmi e dimenticare. Ogni mattina ricordo Papa Benedetto, e ora vengo a sapere che ha elogiato Lutero, che odiava Gesù Cristo, la sua Chiesa, la messa e il Papato. Signore Gesù, mi aggrappo a Te e Ti chiedo di stringermi a Te con vincoli di perenne adesione e amore.
    Felice

    1. Ha fatto benissimo a piangere la morte di papa Paolo VI. Fra l’altro, messo moralmente a morte dal Clero “Occidentale” (molti Francesi, Olandesi, Americani, Tedeschi…) e dall’azione combinata delle Brigate Rosse e del Parlamento italiano, a maggioranza DC: 9 maggio 1978 assassinio di A. Moro, 22 maggio legge di Aborto.
      E i Vescovi italiani? Silenzio. “Si può forse contestare una decisione democraticamente presa?”

  13. L’articolo di Arnoldi è interessante ed utile, il punto di vista esposto è basato su un metodo condivisibile: osserva come una persona si comporta, e se è coerente con quello che dice. Come il Signore insegna per mezzo di S. Giacomo. Al Cap. 2 della Lettera dell’ Apostolo dice: “che la vostra fede nel glorioso Signor nostro Gesù Cristo non abbia riguardi personali ! (…) Che giova, fratelli miei, se uno dice di aver fede, ma non ha le opere ? Potrà forse salvarlo la fede ? (…) Così la fede se non ha le opere, è morta in sé stessa.” . È interessante notare che Lutero dichiarò la Lettera di S. Giacomo essere una “lettera di paglia”, squalificandola assieme alla 2 Lettera di San Pietro come “lettere cattoliche”. Non ebbe l’ improntitudine di eliminarle dal Canone ma per una persona che voleva “riformare” la Chiesa con il programma ” Solus Christus et Sola Scriptura” già la dice lunga sul metodo. E il metodo è quello del Libero Esame, sottoposto all’ ispirazione e al controllo dello Spirito Santo. Senza Tradizione né dogmi, e nemmeno gerarchia a mettere lacci e…

  14. II parte. Impedimenti non tanto allo Spirito Santo, come pretendevano coloro che volevano “riformare” la Chiesa, quanto alle idee dei teologi. Perché ieri come oggi il problema si ripresenta uguale: l’essere umano che rivendica la “sua” libertà in “faccia” a Dio, sputando empiamente sulla libertà che sulla Croce ci garantisce Gesù Cristo. C’ è chi lo fa meglio e chi peggio, ma questi sono coloro che si sono impadroniti di un vasto potere nella Chiesa, ed è necessario, anche quando fa male (e a me l’ha fatto), rendersi conto sin dove è arrivato il “fumo di Satana”. Sempre arriva sino a dove l’essere umano ha la pretesa di essere più buono di Dio, di essere più amato di Lui, e perciò di avere il diritto di impadronirsi della Sua Rivelazione e della Sua Sposa. Il lavoro del prof. Radaelli è molto importante per svelare una scomoda verità, ma per chi volesse un’ efficace, e più semplice, introduzione, consiglio l’ articolo del papa emerito “La Fede non è un’ idea ma la vita”, si trova in Internet, con l’ introduzione del rag.Enzo Bianchi e il commento finale di…

  15. @ Raffaele : “sempre, allora e oggi, lontanissimo dai Lefevriani e connessi, anche sono idealmente”: carissimo amico e fratello, spero con tutto il cuore che, alla fine della sua vita (che le auguro lunghissima) lei possa approdare al Paradiso; son certo, in cuor mio, che vi troverà Mons. Léfèbvre (per i suoi attuali successori non metterei certo la mano sul fuoco…), l’unico vero cattolico che abbia avuto il coraggio di opporsi alle sbandate, vere e proprie eresie, del CV II e dei papi conciliari e post, pagandone in prima persona le conseguenze. Perciò lo ritengo, spiritualmente parlando, un martire ed un santo, uno dei più importanti del secolo scorso (dopo S. Pio X, e Padre Pio da Pietralcina). Altri avrebbero potuto seguire il suo esempio (vedasi i cardinali Bacci, Ottaviani, Siri) ma non ne ebbero il coraggio o la forza, e la Chiesa di Cristo è finita dove la vediamo oggi, ed è destinata a peggiorare ancora, grazie al “santo” padre Francesco…

    1. Carissimo amico è anche grazie a lei che ho fatto il mio percorso, cercando documentazione varia. Però purtroppo temo che Lefevbre non sia stato che il ramo destro della RIVOLUZIONE. L’ho scritto qui sopra ma qui le faccio una sintesi del mio ragionamento. Frutto di FSSPIO, IMBC e collegati? Mantenimento indeterminato dello status quo di usurpatori romani. Ho frequentato gli ambienti, non ho trovato maggiore santità . Un lento deterioramento che avviene anche lì a causa della comunione con l’antipapa di turno, anticristo attuale, ma lento onde ammodernare anche i resistenti, onde permettere una via di fuga a chi non accetta gli ammodernamenti. Nello stesso tempo gallicanesimo, eresia francese condannata.Lefevbre fu a fianco di Lienart al CVII, no fece il modernista, l’altro il resistente, ma erano insieme. Firmò i documenti che dopo condannò. D’altronde se voglio demolire ed ho fatto il progetto ( Nubius alta vendita, Roca,protocollo savi sion) mi premunisco sia a destra che a sinistra, altrimenti sarei cretino. Satana vuole eleiminare la Messa, quindi da un…

    2. continuo. da un lato la sinistra con un falso papa e successori, ed un concilio, per le eresie a rilascio veloce, dall’altro lato la destra con una finta resistenza dove ognuno trova ciò che vuole, sede eretica da obbedire a metà, sede vacante ma occupata se si tratta di giudicare….Ma se fosse che è una linea valida qui lo smantellamento potrebbe anche non funzionare ed allora si deve togliere di mezzo la giursdizione, ho letto che infatti Lefevbre rinunciò alla giurisdizione di residenziale…ma la cosa è peggiore grazie alla adice card.Lienart: Costui adorava satana e giurò di distruggere la Chiesa, per sua ammissione sul letto di morte, ed è colui che diede l’ordine a Lefevbre. Lienart era scomunicato di fatto, forse da prima di essere vescovo, quindi cosa diede a Lefevbre? Lo fece prete sacrilego o nullo. Quando si sanno queste cose come si può frequentare la linea dei suoi discendenti? In un discorso in Canada Lefevbre lo chiamò pure suo padrino spirituale! e lo sapeva massone.

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