Per gentile concessione dell’Autore:
https://www.aldomariavalli.it/2018/10/16/il-sinodo-e-il-diluvio-dellecclesialmente-corretto/
Confesso che sto seguendo il sinodo dei vescovi sui giovani con l’occhio sinistro, quello che vede ancora meno dell’altro e che impiego per le cose che non mi entusiasmano. Lo so, non dovrei, ma è più forte di me. Già di per sé, ogni ragionamento che fa dei giovani una categoria mi convince poco. Come se i giovani fossero una specie animale particolare. In realtà i giovani, esattamente come gli adulti e i vecchi, dalla Chiesa hanno bisogno di ricevere retta dottrina, liturgia rispettosa e riaffermazione delle verità eterne. Per il settore “accoglienza & divertimento” possono benissimo rivolgersi altrove.
Ma ciò che mi fa venire l’orticaria è il diluvio di affermazioni ecclesialmente corrette dispensate quasi ogni giorno. E qui vorrei citare la gentile signora Silvia Teresa Retamales Morales, del Cile, che sta partecipando al sinodo in quanto delegata laica.
Secondo Silvia, intervenuta a uno degli incontri organizzati nella sala stampa vaticana, anche i non cattolici e i non cristiani, vogliono “una Chiesa più aperta, una Chiesa multiculturale aperta a tutti, che non dovrebbe giudicare, una comunità che fa sentire tutti a casa propria, riflettendo il messaggio di Cristo”.
Ora, premesso che non riesco a capire a quale titolo un giovane non cattolico e non cristiano possa fare richieste alla Chiesa cattolica, tutta questa domanda di “apertura”, di “multiculturalismo” e di una Chiesa “non giudicante” mi sembra proprio ideologica. Uno slogan, ripetuto ormai stancamente. E per il quale il mio malandato occhio sinistro può bastare.
Ma alla fin fine dov’è che si vuole arrivare? Sempre lì, alla questione Lgbt.
“La Chiesa – dice infatti Silvia – non dovrebbe discriminare le minoranze o le persone con differenti orientamenti sessuali o che sono più povere”. Eccoci. I giovani vogliono “una Chiesa più accogliente verso le persone fragili” e naturalmente “un ruolo più rappresentativo per le donne”. Gli omosessuali, dice Silvia, sono persone che “hanno gli stessi diritti che abbiamo tutti”, che “vivono la loro fede all’interno della Chiesa” e che dovrebbero “sentirsi figli di Dio, non come problemi”. Quindi no alla “discriminazione” attuata da persone che “non aprono le braccia per accogliere e accettare gli omosessuali”.
Forse la gentile Silvia non ha letto il Catechismo della Chiesa cattolica, dove non c’è una sola parola contro le persone con orientamento omosessuale, e dove anzi si chiede che queste persone siano trattate con rispetto. Rileggo, a beneficio dei distratti, il testo del Catechismo: “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione” (n. 2358).
Si vuole che la Chiesa tolga dal Catechismo l’affermazione secondo la quale l’omosessualità è un’inclinazione oggettivamente disordinata? E allora lo si dica apertamente, senza tanti giri di parole. Almeno sarà possibile intavolare un confronto.
Invece no. Invece l’ecclesialmente corretto segue altre strade. Dice infatti Silvia: “La Chiesa, il cui primo mandato è l’amore, deve riconoscere pienamente questi fratelli e sorelle come persone che hanno bisogno di essere accompagnate da noi. La Chiesa deve essere più inclusiva. E dobbiamo aiutare i nostri fratelli e sorelle che hanno un diverso orientamento sessuale, ma che vogliono far parte della Chiesa”.
Con il che Silvia non si accorge che sta discriminando. Perché le persone omosessuali credenti che io conosco non vogliono nulla di simile a un accompagnamento speciale. Infatti, è proprio nel momento in cui le consideri come “fragili” (parola che va di moda oggi) che le discrimini.
Ascoltando gli interventi di Silvia e di altri sembra di essere all’assemblea dell’Onu, non a un incontro cattolico.
La Chiesa cattolica, proprio perché cattolica, ovvero universale, è “multiculturale”, “multirazziale” e “globale” di per sé, e lo è da sempre. È quindi “aperta a tutti” fin dalla sua fondazione da parte di Gesù. Sulla faccia della terra non c’è nulla di più multiculturale della Chiesa cattolica. La puoi trovare ovunque perché è ovunque. Ma è ovunque in quanto Chiesa cattolica, ovviamente, cioè con i suoi tratti distintivi ben chiari, evidenti e riconoscibili.
In qualsiasi parrocchia puoi trovare persone di ogni cultura e provenienza, e anche preti ormai arrivano da ogni parte del mondo. Tutti, da sempre, sono i benvenuti, e da ben prima che qualcuno si facesse prendere da questa ossessione per la Chiesa “inclusiva”.
La realtà è che si può essere “inclusivi” e accoglienti solo se si ha qualcosa da proporre, e qualcosa di chiaro. Ecco qual è la vera accoglienza. Se ciò che si propone è una melassa di sentimentalismo a buon mercato, che si può trovare ovunque, non c’è “inclusività” che tenga. La melassa resta melassa.
La vera domanda dunque non è come essere più “inclusivi”, ma che cosa proponiamo a tutti coloro ai quali diamo il benvenuto nella Chiesa cattolica?
Proponiamo un generico messaggio consolatorio o il Vangelo di Gesù? Indichiamo la strada per “star bene con se stessi” o la strada per la salvezza dell’anima nella vita eterna?
Chi continua a chiedere “inclusività” forse dovrebbe riflettere sul fatto che le chiese piene sono quelle in cui non si fanno discorsi sociologici sull’inclusività, ma si predica il Vangelo di Gesù e si attua una liturgia bella e dignitosa. Allo stesso modo, i conventi e i monasteri verso i quali si sentono attratti i giovani non sono quelli ridotti a brutte copie di centri sociali, ma quelli dove si prega e si adora il Signore.
Ora mi fermo, perché l’occhio sinistro è stanco. E col destro ho altro da seguire!
22 commenti su “Il sinodo e il diluvio dell’ecclesialmente corretto – di Aldo Maria Valli”
L’errore (se vogliamo chiamarlo ancora con questo eufemismo) sta proprio qui: “hanno gli stessi diritti”. Prima o poi qualcuno lo ricorderà senza giri di parole: non esistono diritti che i fedeli possano vantare. Nessuno è portatore o possessore di diritti (natuirali, umani, civili, o chissache). Il cristiano – casomai – ha dei doveri, anzi un solo dovere: “fiat voluntas Tua” (sempre che non cambino anche questo versetto del Pater). La società perfetta dei redenti è diventata l’assemblea universale dell’umano. Ma non è neppure colpa loro: in fin dei conti stiamo solo raccogliendo quello che è stato seminato il 28.10.1965. Non si trova forse nella “Nostra Aetate” l’affermazione secondo cui deve essere ripudiata “qualsiasi discriminazione tra gli uomini o persecuzione perpetrata per motivi di razza e di colore, di condizione sociale o di religione”? Che cosa pretendiamo adesso?
Non vedo cosa ci sia di male nell’ammettere che gli uomini hanno dei diritti in quanti uomini. Certo non esiste un diritto a peccare, tantomeno a commettere peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, ma che gli uomini abbiano anche diritti è fuori discussione.
Vorrei capire cosa ci sarebbe di strano nel dire che
“Deve essere ripudiata qualsiasi discriminazione tra gli uomini o persecuzione perpetrata per motivi di razza e di colore, di condizione sociale o di religione”
Vuole forse dire che sarebbe giusto angariare e discriminare le persone perché magari di colore o perché donne (stai in cucina e non votare)?
Non discriminare le persone non significa tentare di fare ciò che sta facendo questo scellerato Sinodo, e cioè normalizzare il peccato. Purtroppo persone come lei fanno buon gioco dei devastatori, perché opponendovi al concetto di diritti tout court fate sembrare la loro agenda buona e giusta.
Tutti gli uomini hanno diritti, ad esempio una persona con tendenze omosessuali ha il diritto alla verità è a non essere confortate nel suo errore.
“La società perfetta dei redenti ”
La Chiesa è sempre stata composta da Santi e peccatori. Quello di cui lei parla è una setta.
Concordo che oggi si sta cercando da parte della neochiesa di sdoganare il peccato, ma lei e quelli come lei date involontariamente man forte a queste persone, ad esempio quando ci scagliate contro la non discriminazione. Gli omosessuali che cercano il pentimento e non giustificano il loro peccato ad esempio hanno certamente il diritto ad essere accolti e trattati con rispetto.
Tutt’altra cosa chi vuole giustificare il suo peccato e vuole ingannare gli altri. Ma che nessun uomo sia “meno umano” di altri e quindi meritevole di meno diritti per via del colore della pelle, del sesso, o delle proprie tendenze disordinate, è fuori discussione.
Che poi degli scellerati stiano prendendo questi punti fermi per sdoganare anche il peccato è fuori discussione, ma questo non deve indurci ad una deriva opposta. Se ci sono degli scellerati che giustificano il peccato e il peccatore noi dobbiamo ricordarci che il peccato va odiato e il peccatore amato.
Giusto: che cosa pretendiamo, dopo che mons. Galantino ha corretto la Scrittura con l’eliminazione della cronaca di Sodoma e Gomorra? Dopo che Bergoglio ci ha invitato a ravvisare valori pedagogici nelle coppie sodomitiche, dopo che lo stesso ha ricevuto, nella Nunziatura USA, il suo ex alunno Yayo Grassi e il suo marito Bagus Iwan, con largo scialo di abbracci, pacche amicone e paterna benedizione? Che cosa pretendiamo?
Preghiamo lo Spirito Santo perché faccia gli straordinari e venga in aiuto a questo sinodo e
che Bergoglio chieda scusa al mondo per non aver terminato la sua tristemente famosa dichiarazione: “Chi sono io per giudicare il peccatore?, Ma il peccato sì, perché quello rimane tale, anche se cambia il Papa”;
che non si faccia più fotografare con il crocefisso sulla falce e martello, “”dimenticando”” i cento milioni di morti causati da quel simbolo;
che non dica più che ai tempi di Cristo non c’era il registratore;
che faccia chiarezza una volta per tutte sull’art. 8 di Amoris laetitia;
che non cambi il Padre nostro, la cui traduzione tradizionale è sostenuta (da 2000 anni) da tutti i maggiori studiosi delle lingue antiche;
che accolga tutti i migranti clandestini, soprattutto islamici, in Vaticano;
che, come ha fatto Papa Benedetto, prenda in seria considerazione le proprie dimissioni;
ma prima, che finalmente cacci a pedate tutti i prelati che hanno sistematicamente compiuto sacrilegi luciferini nella nostra Chiesa.
Amen.
Terry
La confusione in campo cattolico è al massimo. Gente come me che ha superato i settanta anni non sa più cosa pensare. Il mio prete di fiducia mi dice sempre che capo della Chiesa è Cristo e in lui dobbiamo confidare. Ma la fede vacilla.
Giuseppe: “Il mio prete di fiducia mi dice sempre che capo della
…………….Chiesa è Cristo e in lui dobbiamo confidare”.
Non ha mai Lei pensato, signor Giuseppe, che il suo prete di fiducia L’avrebbe aiutata molto più concretamente informandoLa se il presente supposto vicario di Cristo è un vero Pastore di cui fidarsi ad occhi chiusi, oppure un lupo vestito da Pastore il cui solo scopo è quello di portarsi le anime all’Inferno? Questo è il dovere di base di ogni “vero” sacerdote di fiducia, ed ELUDERE questo fondamentale dovere fa del prete molto meno di fiducia, persino una persona inquietantemente EQUIVOCA di cui diffidare.
Veda…signor Giuseppe, negli ultimi 60 anni noi abbiamo avuto fatti di estrema gravità verificarsi, il più grave dei quali è stato quello di una sfilza di papi tutti servitori di due padroni: Cristo e Lucifero.
Hanno i preti di fiducia lanciato l’allarme per la salvezza delle loro pecorelle? No: tutti se ne sono stati in silenzio, al massimo commentando che ‘il capo della Chiesa è Cristo e in lui dobbiamo confidare’.
Qualcuno mi sa dire di quale CURA PASTORALE hanno bisogno i cristiani Bisessuali? Grazie
Una sola: mentre l’inclinazione affettiva verso persone del sesso loro opposto risponde ad una precisa volontà divina (crescete e moltiplicatevi), quella verso persone del loro stesso sesso e’ un gravissimo disordine morale. Tutto il resto è solo un blablabla dei teologi da 1 cent. Un saluto da Gotham city, il Pinguino.
Pinguino: il celibato ecclesiastico allora è la più grande disobbedienza al “crescete e moltiplicatevi”; non solo, ma il non fare sesso prima del matrimonio significa frenare e ritardare la moltiplicazione L’uomo accetta Dio perché gli dice cose buone, se gli dicesse cose cattive l’uomo non crederebbe a Dio. La parola di Dio è stata modificata da Gesù, proprio perché l’ uomo si evolve, cresce. Non è giusto assolutizzare la Scrittura, ricosco il valore del”crescete e moltiplicatevi”, ma obbedire tutti a questa legge condannando una nostra inclinazione naturale al piacere reciproco è ingiusto e stupido.
Segnalo che Antonio Schiavi non è lo stesso Antonio che ha risposto sopra, quello sono io.
Caro Antonio Schiavi, un conto è il sesso nel Matrimonio, un conto è il sesso omosessuale, che nella Bibbia è definito abominio. Non confondiamo le due cose, per piacere.
Dice molto bene l’autore: un diluvio di affermazioni in un ecclesialese-politichese che fa venire in mente l’ONU. Soprattutto: di Nostro Signore e della sua Parola, chissenefrega. Che nausea.
Osservate quanto riporta Avvenire – testata ormai collocata sempre più a sinistra del giornale comunista «Il Manifesto» – riguardo la difesa del sistema occidentale:
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/brief-syn
Evidentemente codesti esaltatori dell’attuale euro-totalitarismo anticristiano ed ammazza-popoli non ricordano le serrate critiche che un certo Papa Giovanni Paolo II mosse proprio Occidente edonista, materialista, nemico della vita.
Una ripassata – seria – di Storia non sarebbe male!
Credo che suia tempo di cacciare broglo dalla chiesa e la sua cricca di eretici modernisti che di fede e dottrina non vogliono sentire parlare, per cui la SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME, DAL PECCATO MORTALE E SATANA, CON RELATIVO INFERNO ETERNO….. NON ESISTONO. Purtroppo la Chiesa è in mano a questi falsi profeti satanici, di cui Bergoglio è il capo e non capisco chi si dice cristiano e segue questi sbandati satanici.
Ma cari miei, è inutile che stiamo a dolerci e ad arrovellarci con le nostre considerazioni sul Sinodo. I giochi sono già fatti da un pezzo. Tutto ciò a cui stiamo assistendo, interventi di questo e di quello e della Silvia cilena, richieste di aperture e di accompagnamenti, non sono altro che la messa in scena di un copione già scritto la cui finale tutti gli attori conoscono bene; c’è dietro un abile regista e sceneggiatore che a sua volta si è prestato, forse il più efficace e determinato nel suo ruolo, a scardinare l’assetto della Chiesa Cattolica per togliere di.mezzo Cristo e tutto il Suo Vangelo, la predicazione dei Suoi apostoli e i santi tutti. E che il leitmotiv della rappresentazione sia l’omosessualità vista in ogni suo aspetto ne è la prova,ché proprio questo abominevole vizio è quello che maggiormente viene condannato nella Sacra Scrittura, fino alle impressionanti parole di San Paolo ai Romani. Altro che finestra di Overton, un finestrone: dalla inappellabile riprovazione,all’accoglienza benevolente. Per corrompere le anime e trascinare tutti nel precipizio.
Mi scusi Tonietta, i giochi sono già stati fatti, ma con la preghiera e il sacrificio si può fermare tutto.
Crede che il Signore non possa bloccare questa porcheria come e quando vuole?
Perché non offriamo una decina di rosario ogni
giorno per chiedere di bloccare la sodomia nella Chiesa?
Questa rassegnazione non va bene.
Ricordiamoci che grazie a preghiere e digiuni Dio non ha distrutto Ninive!
Chiediamo che questo sinodo non produca gli orrendi frutti che hanno in mente.
Cara Paola, la mia è una constatazione, ma lungi da me la rassegnazione, tanto è vero che nel mio rosario quotidiano invoco costantemente il soccorso della Madonna Santissima.
Questo sinodo è una pagliacciata. Serve per dare una parvenza di legittimità all’imposizione dell’abominio.
Abbiamo già visto la truffa con il sinodo passato e Amoris Laetitia. Già allora avevano provato a sdoganare la sodomia e l’ideologia gender “moderata”. Questo è il momento decisivo e probabilmente il punto di non ritorno.
I cardinali e i vescovi cattolici, i vari Burke, Brandmüller, Schneider, Sarah, Zen…, devono intervenire e dichiarare apertamente che ci sono degli impostori. Devono prendere atto della verità e combattere per cacciarli. Non è più il tempo di dubia, attese, chiarimenti, conferenze. Questi qui non si fermeranno. I capi di Bergoglio pretendono che lui porti avanti l’agenda, altrimenti lo sostituiranno con un altro più abile.
Cosa aspettano ad agire? Che esca il solito documento ambiguo che sarà il pretesto per sdoganare l’immoralità? Per poi non fare nulla o discutere all’infinito sull’interpretazione?
Bisogna fermare il processo ora. E’ follia pura attendere o non agire. E’ illusione credere di rimanere ortodossi mentre ci si sottomette.
Direi limpido.
Concordo pienamente. Cos’ è quella di questi prelati sopra citati? prudenza? pavidità? opportunismo carrieristico ? non si può valutare il cd “foro interno”, ma è sicuro che gli effetti saranno disastrosi. A suo tempo lasciarono solo mons. Léfèbvre, mente qualcuno avrebbe potuto aiutarlo, seguirlo (vedansi Siri, Ottavoani, Bacci, e pochi altri) ed i risultati si sono visti; oggi la storia si ripete: lasciano solo Viganò, sebbene anche un cieco o un babbeo capirebbe come stanno realmente le cose. Questi prelati timorosi lasciano soli anche i pochi laici combattenti per la Verità e la Giustizia, cioè per la sola, vera, unica Chiesa di NSGC, quella Cattolica, Santa e Apostolica, vale a dire quella preconciliare, preroncalliana. Mal glie ne incoglierà però, specialmente se si sono resi conto della malvagità e doppiezza dei loro confratelli nel sacerdozio, nella gerarchia ecclesiastica (non dico cattolica, poiché questa gerarchia tutto è fuorché cattolica).
Hai ragione Tirang. I Burke, Brandmuller, Schneider, Sarah, Zen, continuando a tacere, dovranno dire, col profeta: “Vae mihi, quia tacui”. E saranno dolori!!!
Exsurge Domine!
Io credo nel Credo, xciò nn ho bisogno d’altro che di conformarmici ossia convertirmi giorno dopo giorno specie nella preghiera – il più grande dono xcui parli con Gesù Amico, con Dio tuo Papà,, con Maria SS tua Mamma. A Medj. Lei dice: parlate di meno, e PREGATE di più!… Anche x il Papa.