Per gentile concessione dell’Autore:
Così monsignor Viganò mi ha dato il suo memoriale. Ed ecco perché ho deciso di pubblicarlo
“Dottore, avrei bisogno di vederla”.
Il tono della voce è tranquillo, ma avverto una nota di apprensione. Al telefono c’è monsignor Carlo Maria Viganò, l’ex nunzio negli Stati Uniti.
Non nascondo la mia sorpresa. Ci siamo visti qualche volta, in occasione di convegni pubblici, ma non possiamo dire di conoscerci.
Mi spiega che è un mio assiduo lettore, che apprezza il mio coraggio e la mia chiarezza, qualche volta unita all’ironia. Lo ringrazio e chiedo: ma perché vederci?
La risposta è che non può dirlo al telefono.
Va bene, allora vediamoci, ma dove?
Ingenuamente propongo la mia redazione, oppure il baretto a pochi metri, che è la mia redazione bis.
“No, no, per carità. Il più lontano possibile dal Vaticano, lontano da occhi indiscreti”.
Per carattere non sono un complottista, ma avverto che il monsignore è seriamente preoccupato.
“Allora a casa mia? A cena? La avverto che ci sarà mia moglie e ci saranno alcune delle figlie”.
“A casa sua va benissimo”.
“Devo venirla a prendere?”.
“No, no, verrò io, con la mia macchina”.
E così avviene.
Quando l’arcivescovo arriva, in una tiepida serata di quasi estate, vedo un uomo più anziano di come lo ricordavo. Sorride, ma si capisce subito che qualcosa lo opprime. Ha un peso nel cuore.
Dopo le presentazioni di moglie e figlie, e dopo che lui ha benedetto la tavola, per stemperare un po’ la tensione scherziamo sulle nostre comuni radici lombarde (lui è di Varese, noi di Rho). Il monsignore è arrivato all’ora stabilita, spaccando il minuto: a Roma è molto raro che avvenga.
Poi Viganò entra subito in argomento. È preoccupato per la Chiesa, teme che ai suoi vertici ci siano persone che non lavorano per portare il Vangelo di Gesù agli uomini e alle donne del nostro tempo, ma per portare confusione e cedere alle logiche del mondo. Poi incomincia a raccontare della sua lunga esperienza in Segreteria di Stato, a capo del Governatorato della Città del Vaticano e come nunzio, in Nigeria e negli Stati Uniti. Fa tanti nomi e cita tante circostanze. Per mia moglie e per le mie ragazze non è agevole seguirlo. Io stesso, pur facendo il vaticanista da più di vent’anni, a tratti faccio fatica a orientarmi. Ma non lo interrompiamo perché capiamo che ha bisogno di parlare. L’impressione è che sia un uomo solo e triste per ciò che vede attorno a sé, ma non inasprito. Nelle sue parole non c’è mai una parola cattiva nei confronti delle tante persone che cita. I fatti sono eloquenti. A volte sorride e mi guarda, come per dire: “Che cosa dobbiamo fare? C’è una via d’uscita?”.
Mi dice che mi ha chiamato perché, pur non conoscendomi di persona, mi stima, soprattutto per il coraggio e la libertà che dimostro. Aggiunge che il mio blog è letto e apprezzato anche nei “sacri palazzi”, sebbene non tutti lo possano dire apertamente.
Gli chiedo qualcosa a proposito della sua esperienza al Governatorato e ci racconta di come riuscì a far risparmiare alle casse del Vaticano un bel po’ di quattrini, facendo rispettare le regole e mettendo ordine nei conti.
Commento: “Beh, monsignore, dopo quel repulisti di certo non si sarà fatto degli amici!”. Sorride di nuovo e risponde: “Lo so bene! Ma se non l’avessi fatto non avrei rispetto di me stesso”.
È un uomo con un profondo senso del dovere. Almeno così ci sembra. In pochi minuti fra noi si stabilisce una sintonia.
Mia moglie, catechista in parrocchia, e le ragazze restano letteralmente senza parole di fronte a certi racconti. Dico sempre, scherzando ma non troppo, che i buoni cattolici non dovrebbero sapere come funzionano le cose nelle alte gerarchie, e questa sera ne ho la conferma. Tuttavia non sono pentito di aver invitato l’arcivescovo a casa. Credo che la testimonianza dolente di quest’uomo, di questo anziano servitore della Chiesa, ci stia dicendo qualcosa di importante. Qualcosa che, pur nel dolore e nello sconcerto, può aiutare la nostra vita di fede.
Dice il monsignore: “Ho settantasette anni, sono alla fine della mia vita. Il giudizio degli uomini non mi interessa. L’unico giudizio che conta è quello del buon Dio. Lui mi chiederà che cosa ho fatto per la Chiesa di Cristo e io voglio potergli rispondere che l’ho difesa e servita fino all’ultimo”.
La serata trascorre così. Abbiamo la netta sensazione che sua eccellenza non si sia neppure reso conto di che cosa aveva nel piatto. Tra un boccone e l’altro non ha mai smesso di parlare.
Quando lo riaccompagno alla sua vettura mi chiedo: ma, alla fin fine, perché ha voluto vedermi? Per rispetto, e per mancanza di confidenza, non gli pongo la domanda, ma, prima di congedarci, lui mi dice: “Grazie, ci rivedremo. Non mi chiami. Mi farò vivo io”. E sale in macchina.
Sono un giornalista e dunque in questi casi il primo impulso è quello di mettermi al computer e scrivere tutto ciò che mi ha raccontato, ma mi trattengo. Il monsignore non mi ha vietato di scrivere. Anzi, in proposito non mi ha detto proprio nulla. Però è fuori discussione che mi ha fatto alcune rivelazioni. Capisco allora che l’incontro è stato una specie di prova. L’arcivescovo ha voluto vedere se di me si può fidare.
Passa più di un mese e mi chiama di nuovo. La richiesta è uguale all’altra volta: “Possiamo vederci?”.
“Certo che sì. Facciamo di nuovo a casa mia? L’avverto però che ci sarà una figlia in più, la maggiore, e ci saranno anche i suoi due figli, i nostri nipotini”.
“Non importa”, dice Viganò. “L’importante è che noi due a un certo punto ci ricaviamo uno spazio per parlare”.
E così sua eccellenza l’ex nunzio negli Usa torna a trovarci. E questa volta ci sembra un po’ meno teso. Si vede che gli fa piacere stare con questa grande famiglia un po’ chiassosa. A un certo punto il suo cellulare squilla. Una videochiamata dagli Stati Uniti. È la nipote: “Oh scusa zio, non volevo disturbare!”. Viganò sorride divertito e mostra con il cellulare tutta la combriccola a tavola, compresi i nipotini. “Che bella compagnia!”, dice la nipote. E poi, rivolta a me: “Approfitto dell’occasione per dirle che la stimo molto”.
La tensione si stempera. Il nostro nipotino di tre anni ronza attorno al monsignore e lo chiama Carlo Maria. Viganò è divertito e sembra che per qualche istante abbia dimenticato i suoi crucci.
Ma di nuovo, dopo la benedizione della tavola, l’arcivescovo è un fiume in piena. Tanti racconti, tante circostanze, tanti nomi. Ma questa volta si concentra di più sugli anni americani. Cita il caso McCarrick, l’ex cardinale riconosciuto colpevole di gravissimi abusi, e fa capire che tutti sapevano, negli Usa e in Vaticano, da molto tempo, da anni. Eppure hanno coperto.
Chiedo: proprio tutti tutti?
Con un cenno del capo l’arcivescovo risponde di sì: proprio tutti.
Vorrei fare altre domande, ma non è facile inserirsi nel flusso ininterrotto di date, notizie, incontri, nomi.
Il succo è che anche papa Francesco, secondo Viganò, sapeva. Eppure ha lasciato che McCarrick circolasse indisturbato, facendosi beffe dei divieti che gli erano stati imposti da Benedetto XVI. Francesco sapeva almeno dal marzo del 2013, quando lo stesso Viganò, rispondendo a una domanda del papa durante un incontro faccia a faccia, gli disse che su McCarrick in Vaticano c’è un corposo dossier e non c’è che da leggerlo.
Rispetto al nostro precedente incontro c’è la novità delle risultanze emerse dall’indagine del gran giurì della Pennsylvania, e Viganò conferma che il quadro tracciato è corretto. Gli abusi sessuali costituiscono un fenomeno più esteso di quanto si possa immaginare, e non è corretto parlare di pedofilia, perché nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di chierici omosessuali che vanno a caccia di maschi adolescenti. Più corretto, dice il monsignore, è parlare semmai di efebofilia. Ma il punto è che la rete di complicità, omertà, coperture e reciproci favori è estesa al di là di ogni dire, e coinvolge tutti i vertici, sia in America sia a Roma.
Noi restiamo, ancora una volta, allibiti. A causa del mio lavoro qualcosa avevamo intuito, ma per dei cattolici come noi, nati e cresciuti nel seno della Madre Chiesa, è davvero difficile mandar giù un simile boccone.
La mia domanda è quindi la più ingenua possibile: perché?
E la risposta del monsignore ci gela il sangue: “Perché quelle fessure di cui parlava Paolo VI, dalle quali il fumo di Satana si sarebbe infilato nella casa di Dio, sono diventate voragini. Il diavolo sta lavorando alla grande. E non ammetterlo, o girare la faccia dall’altra parte, sarebbe il nostro più grande peccato”.
Mi accorgo che quel momento a tu per tu, al quale il monsignore teneva tanto, non c’è stato. Ha parlato davanti a tutti. Gli chiedo se vuole che io e lui ci trasferiamo in un’altra stanza, senza moglie, figlie e nipotini, ma lui dice di no, va bene così. Si capisce che si trova bene. Per noi è un po’ come ascoltare un nonno che ci fa dei racconti su mondi lontani, e vorremmo tanto che a un certo punto dicesse che è solo fiction. Invece il mondo del quale sta parlando è il nostro. È la nostra Chiesa. Sono i nostri supremi pastori.
Resta la domanda di fondo: perché il monsignore ci sta raccontando tutto questo? Che cosa vuole da me?
Questa volta glielo chiedo e la risposta è che lui ha scritto un memoriale nel quale ci sono tutte le circostanze di cui ci ha parlato. Compreso l’incontro del 23 giugno 2013 con il papa, quando lui, Viganò, informò Francesco del dossier su McCarrick.
Dunque?
“Dunque – mi dice – se lei me lo consente io le farò avere il mio memoriale, che dimostra che il papa sapeva e non ha agito. E poi lei, dopo averlo valutato, deciderà se pubblicarlo o meno nel suo blog, che è tanto seguito. Voglio che si sappia. Non lo faccio a cuor leggero, ma penso che sia l’unica strada rimasta per tentare una svolta, una conversione autentica”
“Capisco. Lo darà solo a me?”
“No. Lo darò a un altro blogger italiano, a un inglese, a un americano e un canadese. Verranno fatte traduzioni in inglese e spagnolo”.
Anche questa volta il monsignore non mi chiede la riservatezza. Capisco che si fida. Restiamo dunque d’accordo che, su sua richiesta, ci incontreremo di nuovo e mi passerà il memoriale.
Dopo qualche giorno infatti mi richiama e prendiamo accordi. Non posso dire dove ci siamo visti, perché ho dato la mia parola.
Il monsignore si presenta con occhiali da sole e un berretto da baseball. Chiede che la mia prima lettura del documento avvenga davanti a lui, così, dice, “se qualcosa non la convince possiamo discuterne subito”.
Leggo tutto. Sono undici pagine. Lui si stupisce per la mia velocità e mi guarda: “Allora?”
Dico: “È forte. Circostanziato. Scritto bene. Un quadro drammatico”.
Chiede: “Lo pubblicherà?”.
“Monsignore, lei si rende conto che è una bomba? Che cosa dobbiamo fare?”.
“Lo affido a lei. Ci pensi”.
“Monsignore, lo sa che diranno? Che lei si vuole vendicare. Che è roso dal rancore per essere stato allontanato dal Governatorato e per altre vicende. Che è lei il corvo che fece uscire le carte di Vatileaks. Diranno che lei è un instabile, oltre che un conservatore della peggior specie”.
“Lo so, lo so. Ma non me ne importa nulla. L’unica cosa che mi importa è portare a galla la verità, perché possa incominciare una purificazione. Al punto in cui siamo non c’è altra via”.
Io non sono angosciato. Dentro di me, in fondo, ho già preso la decisione di pubblicare, perché sento che di quest’uomo mi posso fidare. Ma mi chiedo: “Che effetto farà sulle anime più semplici? Sui buoni cattolici? Non rischiamo di fare più male che bene?”.
Mi accorgo che ho formulato la domanda a voce alta e il monsignore risponde: “Ci pensi. Valuti con calma”. Ci stringiamo la mano. Lui si toglie gli occhiali scuri e ci guardiamo dritto negli occhi.
Il fatto che non mi forzi, che non appaia ansioso di vedermi pubblicare tutto quanto, fa sì che io mi fidi ancora di più di lui. Una sua manovra? Mi sta manipolando?
A casa ne parlo con Serena e con le ragazze. Per me il loro consiglio è sempre molto importante. Che fare?
Sono giorni di domande. Rileggo il memoriale. È circostanziato, ma ovviamente si tratta della versione di Viganò. Penso che i lettori lo capiranno. Io proporrò la versione dell’arcivescovo dopo di che, se qualcuno avrà argomenti in senso contrario, proporrà altre versioni.
Mia moglie mi fa presente: “Ma se lo pubblicherai penseranno che, per il fatto stesso di pubblicarlo, tu stai dalla sua parte. Ti va?”.
Sì, mi va. Mi giudicheranno di parte? Pazienza. Del resto io sono di parte. Quando faccio il cronista faccio il cronista e basta, cercando di essere il più asettico possibile, ma nel mio blog mi sono già ampiamente schierato e i lettori sanno bene come la penso rispetto a una certa piega che la Chiesa ha preso negli ultimi anni. Se poi qualcuno mi proporrà documenti che provano che Viganò mente, o che la sua versione dei fatti è incompleta o scorretta, sarò ben lieto di pubblicare anche quelli.
Sento il monsignore al telefono. Gli comunico la mia decisione. Concordiamo il giorno e l’ora della pubblicazione. Dice che nello stesso giorno e alla stessa ora pubblicheranno anche gli altri. Ha deciso per domenica 26 agosto perché il papa, di ritorno da Dublino, avrà modo di replicare rispondendo alle domande dei giornalisti in aereo. Mi avverte che tra coloro che pubblicheranno si è aggiunto il quotidiano “La Verità”. Mi dice che ha già acquistato un biglietto aereo. Andrà all’estero. Non mi può dire dove. Non lo dovrò cercare. Il vecchio numero di cellulare non sarà più in funzione. Ci salutiamo per l’ultima volta.
Così è andata. Non che i dubbi dentro di me siano finiti. Ho fatto bene? Ho fatto male? Continuo a chiedermelo. Ma sono sereno. E rileggo le parole che monsignor Vigano ha scritto a conclusione del suo memoriale: “Preghiamo tutti per la Chiesa e per il papa, ricordiamoci di quante volte ci ha chiesto di pregare per lui! Rinnoviamo tuti la fede nella Chiesa nostra madre: Credo la Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica! Cristo non abbandonerà mai la sua Chiesa! L’ha generata nel suo sangue e la rianima continuamente con il suo Spirito! Maria, Madre della Chiesa, prega per noi! Maria Vergine Regina, Madre del Re della gloria, prega per noi!”.
34 commenti su “Così monsignor Viganò mi ha dato il suo memoriale. Ed ecco perché ho deciso di pubblicarlo – di Aldo Maria Valli”
Ieri il foglio della messa domenicale (La Domenica) riportava la seguente antifona alla comunione “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”: Dapprima non vi ho fatto caso ma poi, rileggendo, mi son detto “ma qui manca qualcosa, manca una parola, la più importante ‘solo’, senza la quale il passo evangelico cambia completamente aspetto”. Togliendola, i modernisti hanno voluto aprire la porta la relativismo, all’ecumenismo spinto, alla parificazione di tutte le religioni. Infatti, se è solo Cristo che dà la vita eterna, allora le altre religioni sono false, gli altri dei sono idoli (come la Chiesa ha sempre insegnato, fino al subdolo CV II). La solita manipolazione del Vangelo, sport nel quale eccellono i preti conciliarismi. Del resto, ne abbiamo conferma nelle recenti parole del cardinal Cupich, che ha affermato che la riforma di Bergoglio esige, per attuare il dialogo con i protestanti, che i cattolici rinuncino alle loro certezze (= dogmi). C’è però chi gli ha risposto per le rime, a lui d al suo capo biancovestito. (cfr
https://lecronachedibabele.wordpress…
E’ vero! Anche a me suonava falsato! Ma questi si sono messi anche a cambiare la Parola?
ah infatti, anche a me! sono pazzi
Nella Bibbia secondo la Vulgata (nella traduzione in italiano del 1828) la frase riportata è la seguente “Signore a chi andremo noi? Tu hai parole di vita eterna”
https://renatus.it/files/la_sacra_bibbia_seconda_la_vulgata_londra_1828_.pdf
Dixit ergo Iesus ad Duodecim: “ Numquid et vos vultis abire? Respondit ei Simon Petrus: “ Domine, ad quem ibimus? Verba vitae aeternae habes;
et nos credidimus et cognovimus quia tu es Sanctus Dei ”.
http://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documents/nova-vulgata_nt_evang-ioannem_lt.html#6
68 Dixit ergo Jesus ad duodecim : Numquid et vos vultis abire ? 69 Respondit
ergo ei Simon Petrus : Domine, ad quem ibimus ? verba vitæ æternæ habes :
70 et nos credidimus, et cognovimus quia tu es Christus Filius Dei.
Il “solo” non c’è nella Vulgata di San Girolamo…
http://www.wilbourhall.org/pdfs/vulgate.pdf
interessante, non lo sapevo. Anche l’originale greco!
Verissimo Catholicus. Anche io mi ricordo che qualcuno nelle alte sfere aveva fatto q7alche anno fa un ” discorsetto ” sul rinunciare alle nostre ” certezze ” . È mi ricordo anche che Fra Cristoforo ci aveva fatto un discorso durissimo in merito.
In ogni caso, Gesù ha specificato anche altrove che Lui solo ha Parole di vita eterna:
“Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me”.
Se anche ci fosse un minimo dubbio circa l’ “extra ecclesiae, nulla salus”, questa dichiarazione lo elimina del tutto.
Albino
Ipse est Petrus
Ipsilon est Petrus ? A me mi sa che Ipsilon est Iccse (y=x).
Ipse est hæresis. Vade retro.
Sono andata a vedere nella pagina principale del ” Vangelo del giorno” dove è scritto in cima….in effetti anche li ” solo” non compare….
È un diktat a cui tutti ( i clericali) sono tenuti a ubbidire
Cara Ada, non ha mica provare a guardare nella Bibbia dell’abate Ricciotti? essendo preconciliare, sarebbe un ottimo riferimento. Anche se questa parola non si trova nella Vulgata di San Girolamo, io ricordo di averla sentita e letta fin da piccolo, fin da quando, nei primi anni ’50, sono stato catechizzato da un santo sacerdote in talare, munito del Catechismo di San Pio X. Magari l’avranno introdotta dopo il Concilio di trento, non so, ma quello che è certo è che è sempre stata di grande utilità per l’evangelizzazione e il catechismo, facendoci capire l’importanza dell’Extra Ecclesiae Nulla Salus.
Grazie ad Andrea per la sua dotta precisazione, ma credo che quelli della mia età, o ancor più “diversamente giovani”, abbiano imparato il passo in questione con la parola “solo”.
È vero, caro Catholicus, anch’io da sempre ho nella mente la dicitura “Tu solo…”.
Ma d’altronde, se nelle preghiere dei fedeli si prega genericamente per “tutti i credenti”, come possiamo aspettarci l’aggiunta di quel preziosissimo “solo”?
Mettiamoci pure il Sacrificio “per voi e per TUTTI” (quando è “qui pro vobis et PRO MULTIS effundetur”.
Comunque, per la presenza o meno del “solo”, si veda qui (fonte insospettabile, Avvenire): https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/le-parole-di-gesu-br–fanno-viva-la-vita_20090820
“Pietro a nome nostro risponde: «Tu solo hai parole di vita eterna». Tu solo. Ed esclude un mondo intero di illusioni, di seduzioni. Nessun altro c’è al centro della speranza, a fondamento del cuore”.
Grazie, Alessandro, di questo ulteriore esempio. Mi permetta di dire che anche di questa falsificazione del Vangelo ho a suoi tempo parlato col parroco di cui sopra : non le dico la tirata che mi ha fatto, facendomi passare per un cattivone che vuole dividere, lasciando senza la prospettiva della salvezza eterna una parte dell’umanità; e giù con la solfa della Chiesa della misericordia, che non esclude nessuno, che accoglie tutti. La conclusione è stata “per fortuna che abbiamo avuto la grazia di Papa Francesco” ! Da allora cerco di non affrontare più argomenti di dottrina con questo sacerdote (ultraottantenne e mio vecchio amico), limitandomi a parlare del tempo e del traffico. Ricorda il filma Johnny Stecchino, quando Benigni parla in taxi dei problemi di Palermo? un dialogo tutto di equivoci e fraintendimenti; il problema più grave della Sicilia? risponde il tassista, “ma lo sanno tutti ormai, è il traffio (anzi, il “ciaffico” in perfetto dialetto siculo)
Caro Catholicus,
devo confessarle che stavo già sparando urbi et orbi la notizia della mancanza del “solo” quando per prudenza sono andato a rileggermi la Bibbia, sapendo che la traduzione nella Vulgata è stata riconosciuta essere quella giusta dal Concilio di Trento.
Penso che “solo” sia un giusto rafforzativo, ma per il significato in sè stesso sia pleonastico, infatti non esiste alcun altro che abbia parole di vita eterna, se non Nostro Signore Gesù Cristo.
Egr. Dott. Aldo M.Valli, io ritengo che Lei abbia fatto benissimo nell’aiuto prestato a S.E.Carlo M.Viganò nel rendere pubblico il marciume che ormai si respira in una parte della chiesa. Credo che dobbiamo sostenere anche Mons. Viganò e ringraziarlo per il tentativo di ripulire la nostra amata Chiesa fondata da Gesù, per il Suo coraggio di porsi contro le opere di Satana…..che negli ultimi decenni sono diventate cosi’ evidenti. Non lasciamolo solo a combattere contro il mondo, è giunta l’Ora in cui chi appartiene a Dio deve testimoniare e aiutare coloro che combattono contro i diavoli, in prima persona. Io sono dalla vostra parte……
Sia Lodato Gesù Cristo!
Carissimo dottor Valli, il suo interrogarsi a tutt’oggi (ho fatto bene? ho fatto male?) depone certo a favore della sua nota serietà professionale. Ma io fossi in lei a questo punto starei molto serena: la Chiesa di Nostro Signore ha bisogno, proprio oggi, di testimoni coraggiosi, virili e responsabili che, come lei, la amano e sono disposti anche a rischiare qualcosa per essa!
Con stima e gratitudine per aver accettato di pubblicare il sofferto atto d’accusa del Vescovo Viganò (altro confessore della fede).
La Madonna che cosa ha raccomandato a Fatima? «Penitenza, penitenza, penitenza». Che cosa ha raccomandato a Lourdes a Bernardette? «Penitenza, penitenza, penitenza».La gerarchia ancora cattolica ricordi le famosissime parole del Santo Curato la cui Parrocchia era stata da lui trasformata e convertita a Cristo: “Avete predicato? Avete pregato? Avete digiunato? Vi siete disciplinato [flagellato]? Avete dormito su un duro giaciglio? Finché non vi risolvete a fare questo non avete diritto di lamentarvi.” E noi laici? Tutto il tempo della nostra vita sia cattolicamente impiegato per purificarci con la penitenza. NSGC ci ha detto di seguirlo prendendo la nostra croce. Purificati dal fuoco di un amore penitente, saremo ascoltati nelle nostre preghiere e avremo parte alla felicità che viene promessa per l’eternità a coloro che saranno stati provati dalle sofferenze durante questa vita.
Grazie, caro dottor Valli per avere avuto il coraggio di sfidare il mainstream imperante e unirsi in questa battaglia con il coraggioso Mons. Viganò che, penso, sia andato a rifugiarsi in un convento difficilmente individuabile e lì vivere in preghiera. La Madonna di Zaro ha rivelato alcuni giorni or sono che vi sarà un grande scisma nella Chiesa. Non mi meraviglierei affatto: le distanze si sono fatte incolmabili dopo l’ultima uscita di Papa Bergoglio sull’aereo: l’aborto non è questione religiosa; esso appartiene alla antropologia, cioè alla natura dell’uomo e alla scienza che studia questa natura. Salta quindi il peccato di omicidio dell’aborto ed esso resta una vicenda umana come tante altre e quindi soggetta alla decisione dell’Uomo, unico legislatore della sua esistenza. Ecco spiegate le ragioni della esaltazione della Bonino come grande donna d’Italia e di quel Napolitano che volle la soppressione per eutanasia di Eluana Englaro.
Apprendo da lei con raccapriccio ciò che ha espresso Bergoglio sull’aborto. Sui pensieri, parole e opere di quest’uomo non finiremo mai di scandalizzarci, tuttavia ci conforta la presenza e l’azione coraggiosa di valorosi quali S.E. mons. Viganò che di fronte alla verità non teme neanche per la sua stessa vita.
Della Madonna di Zaro non ho mai sentito parlare. Ci può dire qualcosa al riguardo, gentile professore?
Mons. Viganò: “Ho settantasette anni, sono alla fine della mia vita. […] L’unico giudizio
…………………..che conta è quello del buon Dio. Lui mi chiederà che cosa ho fatto per
…………………..la Chiesa di Cristo e io voglio potergli rispondere che l’ho servita fino
…………………..all’ultimo”.
Sono estremamente perplesso a scrivere questo mio commento perché – pur non avendo alcun dubbio e sulla esplicitata motivazione del Monsignore e sulla assoluta correttezza di quanto da Lui riportato – pur tuttavia rimango con grande sconforto incredulo che Lui, appartenente all’Alta Gerarchia, non si sia mai chiesto se la Chiesa di Cristo fosse veramente tale e non, invece, una falsa-neo-chiesa prodotta da un falso-conciliabolo ingannevolmente SPACCIATA per la Chiesa Cattolica ‘rinnovata’, ‘apertasi al mondo’, persino ‘pentitasi’ di inconfessabili crimini e ‘chiedente perdono’.
È ciò davvero possibile? È possibile che Mons. Viganò non si sia mai accorto che la Chiesa di Cristo è rimasta senza Papa ormai da sei decenni e, quindi, INESISTENTE?
Il Dott. Valli non è sicuramente ascrivibile nella “cerchia” degli “antipapisti” in servizio permanente affettivo, ma anche lui sta prendendo atto di cosa sta diventando la Sposa di Cristo. Che fare? Pregare, pregare e confidare in Nostro Signore.
Giancarlo: “Che fare? Pregare, pregare e confidare in Nostro Signore”.
In tutta sincerità, signor Giancarlo, io non riesco a comprendere la ragione per cui tutti noi siamo così concentrati sulla preghiera, ignorando del tutto l’AZIONE. È così difficile da capire che la nostra Chiesa è stata invasa – attraverso una progettata infiltrazione – da una banda di migliaia di Suoi nemici molti dei quali omosessuali che hanno occupato, decenni or sono, i Suoi seminari e seguentemente i posti nevralgici del potere? E non è forse un fatto oggettivo alla vista di tutti che questi occupatori hanno avuto l’ardire, con successo, di usurpare il Papato alla Chiesa lasciandoLa priva del Suo Papa?
E che di fronte a questi così gravi eventi ce ne siamo stati incredibilmente a guardare senza alcuna REAZIONE di sorta, rendendoci in tal modo “conniventi” della loro occupazione e della presa di comando di Casa nostra?
Nella sua assurdità, io trovo il nostro comportamento inaudito. Così inauditamente assurdo, infatti, da sembrare una favola e non la tragedia che esso è nella realtà.
Ho letto che n altri tempi questi apostati li avrebbero gettati nel Tevere, e si sarebbero ripresi la Chiesa, oggi purtroppo occupata in tutte le sedi da una setta di eretici,a apostati e traditori di Cristo. Chi non si ribella apertamente, purtroppo, è pavido o connivente, diventando così complice dei loro misfatti.
Vedete, cari JP e Catholicus, se guardiamo la storia millenaria della Chiesa notiamo che sempre questa è stata raddrizzata dall’interno e mai, ripeto mai, da scismi più o meno piccoli, scismi che quando sono riusciti, esempio la Riforma, hanno portato non al ritorno alla Vera Chiesa ma alla deriva che con la Vera Chiesa non hanno avuto e non hanno nulla a che fare. L’Azione chiedete? Quale azione? Don Minutella? I sedevacantisti? I sedeprivazionisti? La chiesa palmariana? Volete fare l’ennesimo gruppuscolo che non andrà da nessuna parte? Io ho fiducia in Nostro Signore e nelle Sue parole, “Nulla prevarrà contro essa”. Atanasio di Alessandria era rimasto quasi solo a combattere contro l’eresia ariana ma alla fine vinse e non mi risulta abbia voluto o provocato scismi.
Atanasio aveva dalla sua Giulio I e Liberio, due Papi VERI che combattevano con lui contro l’imperatore e quasi tutta la gerarchia ecclesiastica dell’epoca. Qui preti e Vescovi (e Cardinali!) gay stanno tutti dalla stessa parte, e il Papa è con loro. Chi sta dalla parte della Verità?
Beh oddio, tutti dalla stessa parte mi pare un po’ eccessivo, non trovi.
PS: non sono per nulla un supporter dell’attuale papa, anzi………………
Rilegga. Preti Vescovi Cardinali GAY. Quelli stanno tutti dalla stessa parte. E sono TANTI.
Giancarlo: “L’Azione chiedete? Quale azione? Don Minutella? I sedevancantisti?
…………….I sedeprivazionisti? La chiesa palmariana?…”.
Alessandro2: “Qui preti e Vescovi (e Cardinali!) gay stanno tutti dalla stessa parte,
…………………..e il papa è con loro. Chi sta dalla parte della Verità?”.
Fratelli in Cristo Giancarlo ed Alessandro2, l’Azione sola ed unica di cui abbiamo disperatamente bisogno da sessant’anni è quella che ridà alla Chiesa il Suo VERO Papa. Solo il VERO Vicario di Cristo è investito dell’Autorità Divina per dissolvere nel nulla questo abominevole nonsenso da cui siamo soffocati. Ciò che dobbiamo fare è organizzare una forza di forte, travolgente pressione sui nostri quattro Cardinali rimastici per indire un Conclave ed eleggere il Papa Autenticamente Cattolico.
Non occorre altro. Se questa Azione fosse stata intrapresa quando la Chiesa fu ‘scippata’ del Suo Papa, mai avremmo noi avuto il Vaticano II e mai avremmo noi avuto questa inqualificabile pagliacciata di omosessuali, marxisti e massoni che ammorbano l’aria che…
Purtroppo i quel conclave del 1958 Siri scelse di essere sucube dei massoni, anziché prsentarsi al balcone del palazzo apostolico e denunciare le minacce ricevute. Non ci sarebbe stato nessun papa Giovanni (il papa buono .. per i massoni nemici di Cristo) né tantomeno papa Paolo, e quindi nessun concilio da dare in pasto alla mafia clericale. Tutto il male odierno è venuto da lì, da quella 1/2 ora (17.00 – 17.30) che sconvolse le sorti della Chiesa Cattolica e del mondo intero (la lotta furibonda attorno alla stufa nella Cappella Sistina, la seconda fumata, ecc.). Io ero davanti alla TV e vidi con i miei occhi di adolescente che la prima fumata era inequivocabilmente BIANCA, poi circolò la notizia che era stato eletto papa il card. Siri, e che aveva scelto il nome di Gregorio XVII. Tutti attendevamo di vederlo apparire al balcone, ma purtroppo le cose presero una piega diversa, molto pericolosa.
Catholicus: “Purtroppo in quel conclave del 1958 Siri scelse di essere
……………..succube dei massoni, anziché presentarsi al balcone
……………..del palazzo apostolico e denunciare le minacce ricevute”.
Esattamente, amico Catholicus. E a questa Verità tutti voltiamo le spalle mentre, ipocritamente, ci rifuggiamo nella preghiera come se voltare le spalle alla Verità non fosse di per se già la nostra condanna! Ed ancor oggi – sessant’anni dopo – molti di noi fanno finta di non sapere che la Chiesa è stata ridotta – grazie anche e soprattutto alla nostra vigliaccheria – ad essere PRIVA di Papa, vale a dire a quella specifica condizione di non poter parlare e di non poter agire e reagire, condizione questa crucialmente necessaria alla melma umana che ci ha invasa ed occupata per portare avanti il diabolico inganno di fare apparire decisioni della Chiesa quelle che sono, invece, gli abominevoli vomiti delle loro menti gravemente malate.
Che Iddio abbia pietà della nostra viltà, passata e presente, responsabile della tragedia che ci avvolge!
@ JP ” fare apparire decisioni della Chiesa quelle che sono, invece, gli abominevoli vomiti delle loro menti gravemente malate”. : grazie della concordanza di vedute, amico caro e fratello in Cristo Gesù e nella vera, sola Chiesa di Cristo, quella cattolica preconciliare. Quanto alle menti “gravemente malate” ne ho parlato in un mio breve articolo, di cui le lascio il link : http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/archivio-articoli-la-caverna-di-platone (è il secondo nella pagina, ma anche gli altri due fanno riflettere sull’attuale stato comatoso della ex Chiesa Cattolica o, meglio, del clero apostata e traditore che ne ha occupato tutte le sedi, con la tacita accettaziione, per pavidità, dei pochi dissenzienti, preti, vescovi o cardinali che siano). Grazie della cortese attenzione