Seguite la vostra coscienza, in essa ciascuno troverà il bene e il male: questo, in sintesi, è uno dei famosi discorsi zoppi di papa Francesco che è rimbalzato da “La Repubblica” a giornali, libri e dibattiti. Il pontefice ha saltato palesemente un passo essenziale circa il dovere di formare la propria coscienza in modo retto. In mancanza di questa precisazione, da estendere ovviamente a cosa debba intendersi per modo retto (e quindi per conforme alla legge naturale, alla legge di Dio, all’ordine del creato, e non certo alle proprie fantasie o alle ideologie di turno) si potrebbe argomentare che la coscienza può rincorrere il relativismo più spinto pensando sempre di essere al posto giusto.
Non fu così per Giovannino Guareschi, il padre di don Camillo e Peppone, per questo scrittore che lascia ai posteri, oltre alla celebre saga di Mondo piccolo, pietre miliari come Diario Clandestino, splendidi racconti romanzati di una realtà inventata a misura d’uomo come il Corrierino delle famiglie, ma anche tanti scritti e tante lettere dense di saggezza, se non di vera e propria preveggenza. Guareschi fu certamente un uomo dalla coscienza rettamente formata. Il suo fascino, testimoniato dal lungo successo in tutto il mondo che dura ben oltre la sua morte, sta appunto nel palesarsi creatura di Dio, conformata alla eterna legge del Creatore, a quel buon senso che oggi non si trova più nemmeno in chiesa anche a pagarlo a peso d’oro.
Ebbene, qualche estratto di questo patrimonio letterario, che parla del Cielo e della terra, sarà raccontato a Rivarolo Canavese sabato 9 giugno 2018 presso la sala consiliare, alle 15,30 con un intervento degli studiosi Alessandro Gnocchi e Paolo Gulisano. Un’occasione per scoprire un grande scrittore, oscurato dalla cultura ufficiale perché ha osato mettere Cristo al centro della sua opera quando persino i preti preferiscono ignorarlo.
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9 giugno