In Veneto si dice che “el tacòn xe pezo del buso” (la toppa è peggio del buco). Siccome persino premi Nobel (Paul Krugman) e testate finanziare internazionali (Bloomberg) hanno detto le cose come stanno, cioè che il presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella ha procurato un enorme danno d’immagine all’Europa, se non addirittura innescato la fine dell’euro, allora Mattarella stesso ha dovuto applicare la toppa. Ma la saggezza popolare ci dice appunto, appunto, che è sempre pezo del buso.
Così il Quirinale ha ideato una exit strategy il cui succo è “scusate abbiamo scherzato”. E Carlo Cottarelli, presidente del consiglio incaricato, dopo tanti sorrisoni e la prospettiva inedita di essere a capo di un governo privo di anche un solo voto del Parlamento – non lo voterebbe neanche il PD ingrato, che pure se l’è cresciuto in grembo – è uscito di scena, letteralmente, dalla porta di servizio.
Anche se tutto sta marciando rapidamente in un disordine mai visto e tutto può accadere, cerchiamo di segnare qualche punto fermo.
PAROLA D’ORDINE: METTERE AL SICURO I SEGRETI Che il Capo dello Stato, con il suo pornografico discorso di benservito al Presidente del Consiglio in pectore Giuseppe Conte abbia concretizzato la fattispecie prevista dall’art. 90 della Costituzione italiana – e anche per più di un profilo – è evidente a tutti. È evidente a quelli che chiamano apertamente l’impeachment, a quelli che ne evocano gli estremi senza farne il nome, a quelli che ne fanno pure il nome ma l’istituzione va rispettata a prescindere e anche a quelli che dicono che Mattarella ha fatto benissimo a comportarsi come si è comportato perché, se fosse rimasto nei limiti dei propri poteri, avrebbe rovinato l’Italia. L’attentato alla costituzione, o l’alto tradimento, in ogni caso c’è.
Altro discorso è, nella pratica, il buon fine della procedura, che prevede, dopo la messa in stato di accusa da parte della maggioranza assoluta del parlamento a camere riunite, il giudizio di una corte costituzionale che è per vocazione allineata al sistema. Cioè dell’organismo che, storicamente, è stato il trampolino di lancio dello stesso Mattarella verso il Quirinale. Non proprio una garanzia di imparzialità.
Il presidente della repubblica, nelle poche battute di domenica sera, ha squadernato alla luce del sole tutto quanto, sino a un momento prima del suo numero, era liquidato dai benpensanti come materiale maneggiato dai sempiterni complottisti, disturbatori per hobby del lavoro e del sacrificio degli “uomini delle istituzioni” dotati per definizione del “senso di responsabilità” necessario per alienare un paese al suo popolo e farne una colonia straniera.
Viene spontaneo chiedersi il perché Mattarella si sia prestato a una simile esibizione di servilismo verso i poteri forti, di disprezzo verso l’elettorato e quindi di sfregio alla democrazia (persino al suo moderno simulacro), quando il medesimo risultato – forse alla lunga persino migliore – sarebbe stato raggiungibile accontentando i due ragazzini capricciosi che volevano giocare a fare un governo: si poteva lasciarli fare, lasciarli brigare, e poi tendere loro un’imboscata successiva. Sarebbe stata una strada molto più sicura, già battuta, che se non altro avrebbe evitato alla suprema carica dello stato di denudarsi in pubblico esponendo al mondo intero le proprie vergogne.
Evidentemente, era improcrastinabile bloccare una pantomima che rischiava di sfuggire di mano al regista e di diventare pericolosa, sia mai che attori e pubblico si appassionassero al bel sogno e si convincessero a farne realtà. Evidentemente, i due guastafeste che si erano messi in testa di governare l’Italia, certi cassetti non dovevano aprirli, per nessun motivo. Aprendoli, avrebbero trovato reperti che non dovevano venire allo scoperto, firme che dovevano restare segrete (mica tutto si può dire al popolo bue, per il suo bene), accordi da onorare in segreto, documentazioni segrete di lavori in corso segretamente avviati, sempre si intende per il bene dei governati. Quelli definiti in costituzione, spiritosamente, popolo sovrano.
PRESIDENTI A SOVRANITA’ LIMITATA In fondo, di presidenti golpisti ne abbiamo avuti parecchi, tutti sinistramente legati alle trame atlantiche. Si può dire persino che il Quirinale, di fatto, risulti il garante della sovranità limitata italica in nome della fedeltà al vero Padrone esterno.
Scalfaro apparecchiò il suo bel golpetto contro il primo governo Berlusconi (quello di Previti, Ferrara, Speroni, per intendersi), in modo decisamente più pulito ed elegante: spuntarono teste omega (ricordate Stefania Ariosto?), giudici a contratto, guerre intestine, e lo schianto fu inevitabile.
Dopo il settennato del docile Ciampi – forse premiato con il Colle per aver permesso a Soros di arricchirsi distruggendo in una sola notte la lira – fu la volta di un altro golpista seriale, Giorgio Napolitano: “Il mio comunista preferito” diceva di lui Kissinger, che lo fece arrivare a New York, primo politico rosso, già negli anni Settanta. Napolitano fu il presidente che cospirò in ben due colpi di stato distruttivi della dignità e dell’interesse nazionali, a cui può aggiungersene tranquillamente un terzo.
Il primo nel 2011, contro Silvio Berlusconi, del quale stiamo vedendo oggi il remake puro e semplice, compresi gli oggetti di scena (spread, tecnici, e ammennicoli vari). Il secondo contro Muhammar Gheddafi, che finì trucidato in una macelleria a cielo aperto allestita dal pietoso occidente umanitario. E l’asse Mosca-Roma-Tripoli, che pareva affiatatissimo, veniva spezzato in ben due punti; come sempre, rimaneva da piegare la Russia, ma lì forse è davvero Nostra Signora di Fatima che sta preparando le cose come Dio comanda. Il terzo, non meno significativo quale adesione a un disegno dissolutorio di matrice sovranazionale – disegno di cui abbiamo poi assistito, con angoscia, a tutte le successive puntate – è l’uccisione per fame e per sete di Eluana Englaro, in sfregio ai principi fondamentali del sistema giuridico italiano e alle sue norme civili, penali e costituzionali: ultimo atto dell’osceno piano eutanasico fu proprio il gran rifiuto di Napolitano di controfirmare il decreto del Consiglio dei Ministri approvato d’urgenza all’unanimità per impedire la sospensione di idratazione e alimentazione decisa dall’apparato militante giurisdizionale. E omicidio di Stato fu.
IL PIANO DI SPECULAZIONE È PARTITO Questa carrellata è d’uopo per capire che, se la vicenda del golpe quirinalizio non è affatto nuova sotto il sole, la modalità con cui stavolta si è consumata è davvero una modalità inedita. Mattarella si è rivelato pronto a pagare un prezzo esorbitante pur di compiacere al suo Padrone e affossare chi gli sia d’intralcio: è disposto a perdere definitivamente la faccia.
Ecco che tira fuori dal cilindro il coniglio già pronto e cucinato da tempo, tal (pre)Cottarelli, un tecnocrate del Fondo Monetario Internazionale che sta a galla aggrappato al partito gonfiabile pluriumiliato alle urne: il partito che, tanto più è uscito dissanguato in termini di consensi, quanto più si è radicato nei gangli del potere. Allo stesso salvagente sono abbarbicati molti altri adepti di grande levatura morale, culturale e istituzionale (Boschi, Fedeli, Madia, Pinotti, Orlando..). Tutta gente, per l’appunto, corredata dei requisiti giusti e dei curricula idonei per assumere incarichi di vertice nella gestione dello stato. A differenza del professor Paolo Savona.
Ma non è tutto. Quando va in Tv e ammette che se ne frega del voto degli italiani per favorire “gli investitori internazionali” (tipo Soros, tipo Davide Serra, tipo Singer di Elliott) e “i risparmiatori” (come no, ricordiamo alla perfezione quando si batté come un leone per salvare le vite dei truffati da MPS, Etruria, PopVicenza, Veneto Banca), Mattarella ci fornisce la prova autentica che il nome di Cottarelli era predisposto da settimane: al FMI, si sa, la gente parla, magari nel frattempo ci è scappata pure qualche cenetta strategica come quella organizzata da Soros nel 2011 per spolpare l’Italia, su cui indagò la SEC (la CONSOB americana) e pure la procura di Trani.
In realtà, il Presidente sta semplicemente salendo (o scendendo) un altro gradino per consegnare noi, i nostri figli, i nostri risparmi, il nostro patrimonio nazionale nelle mani dell’oligarchia plutocratica che ha cuore l’annientamento dell’Italia quasi quanto lo ha la chiesa ex cattolica. Che, non per nulla, si è affrettata a esprimere, con il trasporto richiesto per le migliori disgrazie, “tanta, tanta vicinanza al Presidente della Repubblica in questo momento difficile per le istituzioni”. Proprio così.
Il piano di speculazione, quello per il quale potrebbero essere soffiate all’Italia aziende virtuose come ENEL, Fincantieri, ENI, Finmeccanica ora Leonardo (tutti gioielli con fatturati di decine di miliardi l’anno), è già bello che partito. E il surreale spettacolo di marionette cui stiamo assistendo ne è l’inevitabile precipitato: colpa di qualche discolo che ha avuto l’ardire di mettersi di traverso e di trascinarsi pure dietro qualche milionata di zotici incivili e impresentabili col vizio di votare dalla parte sbagliata. Zotico sommo, incivile e impresentabile per elezione, ignorante sopravvenuto, sempre il professor Paolo Savona.
LE PULIZIE PRIMA DEL TRASLOCO L’insolenza spudorata di Mattarella ha di certo i suoi buoni motivi. Forse, come dicevamo, si tratta di motivi igienici: gli inquilini abusivi dei palazzi romani devono pulire tutto, perché un ipotetico subentrante, magari legittimo, potrebbe trovare in giro effetti personali poco convenienti.
Forse qualcuno si è dimenticato dell’incontro semisegreto tra Gentiloni e Soros a Palazzo Chigi. Vale la pena rispolverarne il ricordo, perché sono cose belle e istruttive.
Si era in piena “emergenza” negri, pardòn “migranti”, questi ragazzotti lucidi e muscolosi (quanto piacciono a certi preti!) che, appunto, scappano da notorie guerre efferate e si meritano, a spese del contribuente italiano, una vacanza sine die nella penisola. Una vacanza certo produttiva, durante la quale come diversivo si può impunemente delinquere, praticare riti vudù, o fare le due cose insieme a spese di ragazzine bianche.
Altra memoria da non dissolvere, quella del decreto vaccini. In fin dei conti, se il penta-leghismo andasse al governo prima dell’inizio delle scuole, la Glaxo forse venderebbe un po’ di fialette in meno. Teniamo a mente che, quando approdò in Italia Andrew Wakefield – il chirurgo che ebbe la vita distrutta perché osò dire che era opportuno studiare la possibile relazione tra autismo e vaccini – e ci venne per presentare il suo filmetto, fu proprio Mattarella in persona a scattare come una molla per tuonare contro “l’oscurantismo antivaccinista”, a sostegno della paladina delle multinazionali del farmaco messa a presidiare, chissà perché.., il ministero della Salute (avendone i titoli, a differenza del professor Paolo Savona).
Qualora i due ragazzini sovranisti e populisti fossero andati al governo, si profilava il pericolo ancor maggiore che la “buona scuola” saltasse tutta per aria con tutta la sua intrinseca bontà, di cui eserciti di alunni e di insegnanti stanno assaporando l’aroma inimitabile.
Infatti, insieme alla demolizione dell’inestimabile patrimonio culturale della nostra civiltà, della sua storia e delle sue radici, insieme allo smantellamento delle ultime vestigia del modello (gentiliano) di istruzione che era fiore all’occhiello dell’Italia riconosciuto nel mondo intero, il ministro Valeria Fedeli, anche lui di genere femminile, si è adoperato con impegno impareggiabile alla distruzione per via scolastica dell’identità sessuale dei giovani allievi, così da assicurare alla oligarchia dominante una massa adeguatamente alienata, stordita, invertebrata, privata a priori di ogni capacità di giudizio e di ogni velleità di reazione. Servi per formazione, sudditi ideali di una nazione serva per volontà superiore.
Si potrebbe continuare a lungo nell’elenco delle opere intraprese che avrebbero rischiato un arresto prematuro qualora la squadra di neofiti capeggiata dal dilettante professor Savona fosse entrata a palazzo Chigi su mandato degli elettori. Sarebbe stato un delitto gettare a mare tanto lavoro svolto a servizio dei padroni stranieri.
Insomma, l’agenda del Padrone deve essere portata avanti, anche a costo di essere accusati di alto tradimento. Anzi, il tradimento diventa un titolo d’onore, debitamente truccato per l’occasione col cerone ipercoprente della responsabilità istituzionale. Nel mondo all’incontrario ci sta anche questo: un capo di stato al servizio (dichiarato) degli interessi stranieri e contro quelli della patria di cui in teoria sarebbe stato messo al servizio.
Se c’era bisogno di un’ulteriore conferma, grazie agli avvenimenti paranormali di questi ultimi giorni abbiamo capito quanto il Padrone possieda in Italia due servitori a sovrintendere allo spettacolo della “democrazia”: il PD e il Vaticano, quest’ultimo strategicamente dislocato nella dépendance di Santa Marta a scopo pedagogico (educazione all’autodepauperamento e all’abbruttimento volontario). Best friends forever da quando, con sincronia perfetta rispetto ai fatti libici, è arrivata la sciagura planetaria chiamata Giorgio Mario Bergoglio.
Insomma, nelle stanze dei bottoni c’è da pulire. Quando qualcuno che aspirava al cambio della guardia politico-amministrativa tempo fa annunciò “apriremo il Parlamento come fosse una scatoletta di tonno»”, sottostimava il contenuto ittico della scatoletta: non di tonno, ma di piovra si trattava.
Peggio: il mostro dentro alla scatola del potere italiano è ben più grande, e orrendo, della piovra. Il mostro dentro alla scatola del potere italiano non è italiano. Lo ha confessato persino, col suo commovente candore, il prode Mattarella.
BOMBA O NON BOMBA… Il ritorno all’ordine non avverrà solo con l’elezione a Presidente del Consiglio di un membro della Troika. Troika in russo indica il tradizionale calesse trainato da tre cavalli. E così Mattarella batte anche Caligola: farà di un cavallo non un senatore, ma addirittura un premier. Ma non basterà.
Il vaso di Pandora, ormai, è rotto. L’irreversibilità dell’Euro, il dogma che Mattarella è stato incaricato di difendere contro l’irricevibile Savona, è incrinato per sempre.
Secondo l’amata Finestra di Overton – per una volta aperta dalla parte giusta – l’uscita dall’euro, da “impensabile” che era, è divenuta “radicale”, persino “accettabile”. Anzi di più: con Savona, ottuagenario dell’establishment allievo di Carli e ministro di Ciampi, l’argomento anti-euro vola verso la casella del “razionale”, pronto per il salto finale alla volta della legalizzazione.
Le prossime elezioni politiche saranno infatti, grazie al presidente golpista, un referendum sull’euro. E come ha detto D’Alema a Grasso in un magico fuori onda: con questo veto prenderanno l’80%…
E quindi, cosa si inventerà il sistema per tenere insieme questo disgraziato Paese? Vien male a pensarlo, e preghiamo di essere smentiti, ma un bell’attentatino ci starebbe bene. E anche qui, nulla di nuovo sotto il sole. Sappiamo che al terrorismo è affidata esattamente questa funzione: riportare il popolo a preferire il potere, quale che sia. Il terrorismo – com’è stato in Italia con i cosiddetti “anni di piombo” – è l’emersione in tempo di pace di una guerra a bassa intensità. E in guerra, notava già Freud durante il primo conflitto mondiale, è difficile non essere titillati dall’affezione per il proprio paese e per chi, anche indegno, anche traditore, in qualche modo lo rappresenta.
Anni di strategia della tensione, specialità prelibata di quella Democrazia Cristiana che ha incubato nel suo seno anche Mattarella, qualcosa avranno pur insegnato. Sono stati bombardati treni, stazioni, aerei, sono stati colpiti cittadini di ogni tipo e di ogni estrazione, persino il presidente del partito è stato rapito e freddato: eppure la DC è rimasta là, meravigliosamente immobile e magnificamente dedita a realizzare il programma del Padrone.
Altro istantanea tratta dall’album dei ricordi: la famigerata legge 194, che ha al suo attivo ad oggi sei milioni di vittime innocenti, fu firmata neanche due settimane dopo il ritrovamento del cadavere di Moro. E tutte le firme, da Andreotti in giù, sono firme democristiane. A riprova del fatto che il paradosso italiano affonda le sue radici molto indietro nel tempo, e presenta aspetti incredibili e inquietanti.
Gli attentati, si diceva una volta, erano solo un effetto della sovranità limitata che caratterizzava il nostro Paese, “portaerei inaffondabile” (copyright Bettino Craxi) nella guerra contro la Russia.
Appunto: la guerra contro Mosca sembra tutt’altro che finita insieme alla guerra fredda, anzi: durante la guerra fredda americani e russi non si sparavano addosso come stanno facendo oggi in Ucraina o – notizia del New York Times di pochi giorni fa – nella devastata Siria. Aggiungiamo: la portaerei a forma di stivale è comoda anche per la guerra all’Iran, che abbiamo capito che s’ha da fare per forza. Lo vuole Trump, ma lo vuole soprattutto Israele.
Quindi, c’è solo l’imbarazzo della scelta su quale tipo di strategia della tensione potrà essere escogitata oggi. Un attentato “islamico” (il popolino mica sa che gli sciiti iraniani sono i più acerrimi nemici dell’Isis), oppure qualcosa di vagamente anarchico, come ai vecchi tempi? La riesumazione di qualche sigla d’antan? Oppure, ipotesi più azzardata, ma neanche tanto, una bella strage al profumo di Borsch che porti l’opinione pubblica dritta dritta a puntare il dito sul Cremlino brutto e cattivo?
LA TECNOCRAZIA MONDIALISTA CALA LE CARTE E, FORSE, NON SOLO QUELLE A non molte ore di distanza dal “pronunciamento” di Mattarella contro il costituendo governo chiesto dagli italiani con il loro voto politico, il commissario tedesco a Bruxelles rilanciava il messaggio a beneficio dell’Europa intera, con una tracotanza oltre ogni immaginazione: “i mercati insegneranno agli italiani a votare in maniera giusta”, dichiara Oettinger dall’alto della sua bassezza.
L’Italia ha toccato le terminazioni nervose del mostro tentacolare, senza volto e senza responsabilità, che fa e che disfa le sorti dei molti per il tornaconto dei pochissimi. Le élite della tecnocrazia mondialista sono entrate in fibrillazione, fino a costringere il povero Mattarella a gettare la maschera e calare le braghe in mondovisione. Fa perfino tenerezza.
Grazie a lui, ed è proprio il caso di dirlo, il mondo intero ha visto coi propri occhi il re nudo. E coloro che da tempo ne parlavano e, parlandone, davano voce a un popolo che non vuole rassegnarsi a essere servo, si trovano ora faccia a faccia col mostro imbizzarrito, costretto a uscire dalla tana per difendere i possedimenti assediati.
Ci vuole coraggio, ci vuole intelligenza, ci vuole fede. Preghiamo perché l’opera magistrale di chi ha combattuto sinora in prima linea, come anche nelle retrovie, sia sostenuta ancora da tutte e tre le cose. Soprattutto dalla Fede, rimasta senza presidio visibile nelle istituzioni che dovrebbero difenderla e diffonderla, ma mai così tanto necessaria. Quella Fede che, quando calano sia le maschere che le braghe, ci permette di vedere nitidamente il conto alla rovescia per l’attentato, il conto alla rovescia per la morte dell’Italia, il conto alla rovescia per l’annichilimento totale della dignità e della carne.
Ma poco più in là, ci permette di vedere nitidamente anche il conto alla rovescia per la distruzione dell’Europa massonica e satanica, oramai scoperchiata – del resto il diavolo è uno incapace di coprire le sue pentole – in tutta la cieca e folle tracotanza dei burocrati senz’anima ingordi di potere che formano, di quell’Europa, il fragile tessuto connettivo.
17 commenti su “Mattarella e quel tacòn peggio del buso che svela inquietanti disegni – di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco”
Tremo e concordo in tutto. Tremo, perchè ciò che ho letto qui è ciò che ho pensato ieri anch’io:” vedrete che ci faranno fare un attentato”.
Io spero che gli occhi dei tanti dormienti si siano finalmente aperti e ogni cosa accadrà da ora in poi sapranno collocarla al giusto posto vederne gli artefici. Che Salvini si guardi bene alle spalle e anche il professor Savona, perchè abbiamo già visto cosa è successo a Buonanno, morto in uno strano incidente. Questi sono capaci di tutto. Peccato non vedere nessun generale alzare la testa, in altri tempi, i traditori della Patria non rimanevano in carica, ma esisteva la corte marziale. Purtroppo oggi il famoso: “nei secoli fedeli” si intende al padrone che paga, qualsiasi esso sia, anche se fosse un traditore. Dove sono i santi e gli eroi?
grazie agli Autori per questo intervento coraggioso, appassionato di giustizia e di bene, un grido di dolore per le sorti dell’Italia e degli Italiani. La Speranza, che è una virtù teologale, con la Fede e la Carità, ci deve sempre sorreggere, ispirare e guidare al fine di richiamare la Misericordia della Gran Madre di Dio, Regina delle Vittorie, su tutte le vittime del Male.
Articolo perfetto, inappuntabile. Ma sete sicuri, cari autori , che con l’aria che tira, non si arriverà addirittura all’oscuramento del sito? Sarebbe una sciagura.
Anche il sottoscritto aveva ieri ipotizzato un attentato o similia. Sono davvero capaci di tutto. E auguriamoci che Salvini si guardi bene alle spalle.
A proposito di “Nei secoli fedele”, ho conosciuto qualche tempo fa un brigadiere che si augurava il disarmo delle forze di polizia.
Svirilizzati anche loro.
Un articolo ottimo, condivisibile e da incorniciare.
Speriamo che i poteri rinsaviscano, ma ci credo poco.
Niente tentennamenti, caro Matteo (ovviamene mi riferisco a Salvini, non certo a Renzi), tra dritto per la tua strada, anche se Di Maio dovesse accusarti di voler affondare il governo Lega-M5S; tu sei il capo del centro destra, ormai, vai ad incassare il “bonus” di prestigio e popolarità che ti sei guadagnato sul campo, con fatica e sudore. Alle prossime elezioni il CdX supererà il 40%, e allora non avrai condizionamenti per formare il governo. Se Mattarella si dovesse opporsi nuovamente, dinanzi alla maggioranza relativa del CdX, allora sì che ci sarà da vederne delle belle. Lotta dura, senza paura, come dicevano i sessantottini di un tempo. E vaiiii Matteooo !
Chi legge i miei commenti sa che non ho mai lodato apertamente gli autori, anzi spesso ho criticato. Per Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco, autori di questo articolo, debbo e-sprimere tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza. Aggiungo una considerazione: possiamo solo sperare nella stupidità dei tedeschi che pare senza limiti. Quella stessa stupidità che indusse i lombardi a combattere nella battaglia di Legnano. Adesso manca solo che dicano che Mattarella ha seguito alla perfezione i loro suggerimenti, forse ci arriveremo. Certo che si è trattato di una lunga commedia: attendere a lungo in modo da nominare un fantoccio del FMI. Ma ha esagerato! Neppure un solo voto lo aspetta. Una mossa così stupida che può avere un solo suggeritore: la Germania.
Si la Germania può anche essere stupida, ma la stupidità unita ai muscoli (forza finanziaria) ha sempre fatto dei danni grossi: prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale e ora persino la sete sfrenata di occupare il ministero delle finanze italiano (detto senza pudore da loro in questi giorni), per succhiarci tutti i nostri risparmi (il loro piano B per non fare il botto quando tutti uasciranno dall’euro).
Purtroppo gli stupidi hanno dalla loro i muscoli, cosa che a noi italiani manca, ma con la creatività nostra dote, speriamo di uscirne ancora vivi, nonostante i generali (sia politici, che ecclesiastici) hanno tradito e i soldati sono spaesati. San Francesco e Santa Caterina pregate per noi!
Quando è in pericolo il potere massonico in Italia occorre inventare un pericolo esterno come la guerra in Crimea, poi l’impero Austro Ungarico, poi il posto al sole, e l’ingresso a fianco dei Tedeschi per farli perdere! Un attentato è troppo poco per far accettare la dittatura in Italia occorre coinvolgerla in una guerra sbagliata, cioè contro Iran ma con Israele ben contento di farci nuovi prestiti a tassi di usura. Shalom
Ti pareva che mancava l’antisemita di turno! Ma con Salvini amico di Israele come la mettiamo? Shalom
In che punto dell ‘intervento dell’Hobbit ha trovato segni di antisemitismo? Potrebbe segnalare?
O è solo il nominare Israele che l’ha fatta saltare sull’attenti?
Già il solo nominare Israele fuori contesto è un segno più che indicativo (è un classico, studi la materia), negare il suo diritto a difendersi è un altro, seguito dall’allusione prettamente antisemita all’usura e, per finire, l’irridente saluto ebraico. Ce n’è che basti. Non sono ebreo, ma conosco bene Israele e la sua storia e scatto sull’attenti alle strumentalizzazioni antisemite esattamente come, dove di dovere, alle strumentalizzazioni anticattoliche. Le due cose non si dovrebbero escludere.
Condivisibile al 200%!!! Preghiamo, per Salvini, per scongiurare il rischio di attentati e/o di una guerra civile!
Buon lavoro carissimi!
Bruno PD
Rispondo a Hobbit: i muscoli della Germania li abbiamo creati noi con la nostra propensione a lasciarci comprare e lasciarci distruggere. Anche per colpa della pressione fiscale in Italia i nostri coraggiosi imprenditori trovano vantaggioso vendere le loro aziende poi, sempre con la bendizione degli ex-comunisti, operai e tecnici vengono licenziati. Abbiamo venduto (pare per distrazione) la stessa Banca d’Italia, oggi società privata che detiene l’oro della nostra riserva. Nostra? No dei tedecshi quando tra poco verranno a Roma ad occuparla. Fate un confronto con la Spagna, che ha problemi suoi dove nessun potere europoide ha il coraggio di sussurare critiche, mentre la stessa Spagna continua ad incassare dall’Europa, e quindi anche da noi, un “sussidio” che nessuno mette in discussione. Se i tedescchi avessero detto contro la Spagna ciò che hanno detto contro l’Italia la magistratura spagnola avrebbe spiccato mandati di cattura. A differenza di noi gli spagnoli hanno un cattivo carattere. Persino i tedeschi lo capiscono.
VERISSIMO!!!!! Articolo stupendo.
Cominciano i primi tremendi mal di pancia. Ieri sera a La7 un furioso Vittorio Zucconi inveviva contro Salvini dicendosi preoccupatissimo per il suo incarico al Viminale ( io invece ne godo come una bestia insieme a milioni di italiani). E se ne è uscito con questa frase:” Cosa vogliono sbattere fuori 600.000 stranieri da un giorno all’altro? ” E ha citato i” governi fascisti di Scelba e Tambroni ” sotto cui avvennero grandi disordini. Traduzione. I 600.000 clandestini, perché tali sono, ce li dobbiamo tenere secondo loro ( e magari dargli anche casa lavoro….) . E se ci si prova a riportarli a casa loro, vedrai che bei disordini succedono….questi sono i comunisti. Speriamo bene…..