Durante gli ultimi giorni della vita di Alfie, un sacerdote ha rivestito un ruolo determinante per il bambino e per i suoi genitori. Ma anche per tutti noi, che sapevamo la fortezza presidiata.
Di lui, don Gabriele Brusca, abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo . La sua presenza dentro l’Alder Hey Hospital al fianco della famiglia Evans e poi il suo allontanamento improvviso decretato “dall’alto”, fanno parte di una trama parallela intimamente intrecciata al dramma di Alfie. Illuminante (di luce sinistra) quando si tratti di ricostruire gli eventi nella loro successione temporale e logica.
Che ne è ora di don Gabriele? Le sue sorti interessano tutti noi perché in questo momento e in questo contesto egli incarna il paradigma del sacerdote in tempo di grande apostasia.
Da fonti diverse ci è giunta la notizia che dovrà presto lasciare l’Inghilterra. Bandito dalla terra di Albione. La cosa non ci sorprende: avendo fatto ciò che un prete deve fare trovandosi al capezzale di una persona gravemente malata – nulla di più e nulla di meno – egli si è posto, suo malgrado, in conflitto frontale con la chiesa ufficiale d’Inghilterra, quell’apparato grottesco che dall’inizio alla fine ha tenuto una posizione saldamente (diremmo pornograficamente) allineata a ospedale e corti di “giustizia”, senza il minimo cedimento e oltre ogni immaginazione. Secondo questa chiesa, l’aggravante per don Gabriele sta nel fatto che se l’è pure cercata, perché ha avuto l’ardire di materializzarsi nell’ospedale degli orrori obbedendo solo alla propria coscienza e contravvenendo alla tacita (ma inequivoca) volontà del clero britannico di abbandonare gli Evans al loro destino segnato, secondo le linee guida della nuova pastorale dei nuovi pastori della nuova chiesa post-cattolica.
La condotta del sacerdote italiano – che, ripetiamo, è diventato un eroe involontario in uno scenario capovolto – costituiva un plateale disturbo al lavoro di squadra delle istituzioni inglesi, in seno al quale l’apporto della chiesa traditrice era, e rimane, essenziale. Anche (ma non solo) dal punto di vista spirituale, don Gabriele rappresentava paradossalmente un vulnus annidato nel cuore pulsante del mostro che la cupola del potere stava costruendo e nutrendo nel suo laboratorio faustiano, a maleficio di tutti.
Talmente sfacciata è stata la marcia trionfale della banda necrofila, che la mannaia ha abbattuto l’ostacolo imprevisto sotto i riflettori del mondo intero. Tanto, si sa, la narrativa ufficiale è poi capace di sistemare tutto in modo da far tornare i conti agli occhi del bravo spettatore eterodiretto, iperconnesso e ipopensante.
Dunque don Gabriele, al momento, si trova ancora a Londra, dove gli è stato vietato di uscire e di celebrare la Messa in pubblico. Può farlo soltanto dentro la sua stanza. A chiunque gli chieda notizie circa il proprio allontanamento da Liverpool ha la consegna di rispondere manifestando adeguata contrizione per il disservizio reso alla chiesa inglese. Modello di chiesa evoluta, misericordiosa, accogliente, in uscita.
Ma questa chiesa sedicente cattolica da chi dipende? È sciolta da ogni autorità superiore o risponde ancora a qualcuno? Ma dato che, evidentemente, risponde a “qualcuno”, cosa è andato a fare l’arcivescovo Mc Mahon a Roma a ridosso del richiamo di don Gabriele e dell’uccisione di Alfie?
Chi sta permettendo questo trattamento degradante verso un ministro di Dio che si è “macchiato” della colpa di portare il conforto dei sacramenti a una famiglia travagliata oltre ogni misura? Di chi è, in ultima analisi, la responsabilità di questo scempio nello scempio?
Siamo certi, certissimi, che se don Gabriele si fosse prestato a dirottare l’esercizio del proprio ministero verso una qualche famiglia arcobaleno in vacanza o verso un qualche sodomita impenitente in esercizio effettivo, la neochiesa universale gli starebbe ora tributando tutti gli onori. La ribalta, e la carriera, sarebbero a lui assicurate. E guai all’oscurantista che osasse obiettare.
Per grazia di Dio a don Gabriele tocca oggi un destino altro, che solo in apparenza è più crudele. Tertulliano diceva che il sangue dei martiri è il seme dei cristiani. Il sangue del piccolo Alfie, martire innocente, sta producendo i suoi frutti.
11 commenti su “Che fine ha fatto l’angelo custode di Alfie? – di Redazione”
Perfetto!!!
Vivere come San Francesco o San Giovanni della Croce in perfetta perizia gravi tribolazioni è essere già allineati al Destino eterno di Luce nei Cieli.
Alfie è vivo .Mobilitiamoci per don Gabriele. Usciamo allo scoperto. E partiamo il suo seme frutto di tanto sacrificio
Un amico lontano dalla religione esempio classico del sentire comune mi ha detto stasera” dovevamo mobilitarsi tutti di più per salvare Alfie. Ma perché l’hanno ucciso così?”
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Spero che la Santa Provvidenza esaudisca il mio desiderio di poter partecipare a tante Sante Messe celebrate da don Gabriele Brusca, meteora deĺlo Spirito Santo in questo arido tempo storico. A Lei affido questo sacerdote ‘Alfiere’ della Divina Volontà.
http://lanuovabq.it/it/alfie-padre-gabriele-rispedito-in-italia
P.S. don Gabriele è un Legionario di Cristo. Al di là delle tragiche e tristi vicende personali( economiche e con l’altro sesso)di Padre Maciel Macial fondatore della Congregazione, i Legionari di Cristo hanno una preparazione religiosa di prim’ordine e non sono allineati al Mondo….per questo motivo forse non sono graditi sla al mondo che a gran parte della Chiesa. Io ne ho conosciuto alcuni e ne ho ricevuto una impressione molto positiva. Tra l’altro due Legionari che ho conosciuto una volta, mi regalarono una copia de Il Timone……….non finirò mai di ringraziarli e benedirli per questo motivo. Ovviamente sono ormai abbonato alla rivista da una vita…..
Che infinita vergogna per quella ” banda necrofila”.
Chi pecora si fa il lupo se lo mangia!
Don Gabriele si è lasciato offuscare dalla falsa obbedienza e ancora continua ad obbedire?
Che bisogno c’è di sacerdoti come lui, che abbandonano gli indifesi al minimo richiamo INGIUSTO di un superiore iniquo?
Che bisogno abbiamo di pastori che fuggono di fronte ai lupi (compresi i lupi ecclesiastici) invece che difendere ad oltranza gli innocenti e gli indifesi?
Doveva rispondere un bel NON POSSUMOS (e dovrebbe ancora farlo)!
Accetterà di scomparire e di tacere? In questo caso vuol dire che NON ha nulla di importante da dire!
Ha abbandonato gli Evans proprio nel momento più critico: io non lo definirei un “angelo custode” e non lo proporrei a nessuno come esempio!
I sacerdoti sono tenuti all’obbligo dell’obbedienza, come fanno i frati francescani dell’Immacolata e come hanno fatto tutti i martiri cristiani a cominciare da s. Stefano protomartire! Cristo è l’esempio.
E come fecero anche San Pio da Petralcina e San Giovanni Bosco che obbedirono nonostante fossero calunniati e perseguitati ingiustamente. Era una prova permessa dal Signore e la superarono da Santi quali erano. Che fine hanno fatto i loro persecutori? Che fine faranno i persecutori di Don Gabriele e di coloro che si sono schierati dalla parte dell’Alder Hospital e dello stato inglese? Io non ho dubbi che don Gabriele sia un santo sacerdote secondo il Cuore di Gesù e di Maria.
Magari lo mandano in Italia, terra di missione!
Prima di dare giudizzi duri, riguardo al sacerdote, bisognerebbe conoscere i fatti meglio, perchè temo che i ricatti non siano mancati, del tipo: “Alfie ve lo ridiamo a queste condizioni…”. Poi sappiamo bene che i demoni ingannano sempre e promettono a vanvera.
Non tutti hanno coraggio, più che condannare, bisognerebbe chiedere allo Spirito Santo che dia coraggio ai sacerdoti e a tutti noi, che in fin dei conti non siamo ancora stati provati, da poterci pensare immuni alla codardia.
sono d’accordo con Diego…
è vero che S. Pio e Don Dolindo Ruotolo furono perseguitati e accettarono con doveroso silenzio tutte le vessazioni dagli uomini di Chiesa, ma in questo caso c’era di mezzo una vita umana, un piccolo innocente che rischiava la pena capitale!
Cari amici di RC,. ma non riesco proprio a immaginarmi P.Pio che se ne stà zitto in un angoluccio a veder morire un figlio di Dio…
Lui che con i Suoi anatemi faceva tremare nel confessionale,tutti coloro che non intendevano redimersi,figuriamoci se c’era da difendere un bimbo,ai quali (tra l’altro) era legatissimo.