Non ci sono vedove più inopportune e petulanti di quelle che non possono piangere definitivamente il caro estinto. Basta un fremito attorno alla memoria del poverino e lo prendono per la conferma che come lui non c’è nessuno. L’hanno sempre detto, povere anime. Basta un niente perché il salottino di queste signore tornate quasi signorine venga impreziosito da un nuovo quadretto di peltro, da un ricordino posato lì con finta distrazione e guai chi li sposta. Sono i segni che lui continua a vegliare e chissà che cosa è capace ancora di inventarsi.
Prendete le vedove di Benedetto XVI. A cinque anni dalle D-I-M-I-S-S-I-O-N-I, sono convinte che se il mondo non è ancora finito nella geenna lo si debba a colui che veglia nelle emerite stanze. E ogni notizia in proposito porta nei loro tinelli, a seconda dei casi, un brivido di piacere o un moto rabbia. Quasi sempre un moto di rabbia, bisogna riconoscere, come quello procurato nei giorni scorsi dalla “clamorosa” lettera in cui il Papa Emerito avalla la statura teologica del Regnante e proclama la continuità dei due pontificati.
“Clamorosa” tra virgolette, perché è il termine usato dai giornali, ma soprattutto perché il contenuto non è una notizia. Quando mai Benedetto XVI ha sconfessato Francesco I? Un po’ per pietà e un po’ perché da queste pagine lo diciamo da qualche anno, non è necessario ricordare nel dettaglio gli attestati di stima, di obbedienza e di riconoscenza con cui il Predecessore si è sempre rivolto al Successore.
Ma le vedove non la fanno così semplice. Non gli basta la storia, figuriamoci la cronaca. Se Ratzinger elogia Bergoglio, dietro c’è sicuramente un complotto. Bisogna dire che, in questo, hanno avuto una valida mano dagli addetti alla comunicazione del Vaticano, i quali hanno citato solo una parte dello scritto di Benedetto XVI, alimentando maldestramente dubbi e sospetti. La comunicazione, sia detto per inciso, non è mai stata il punto forte della Chiesa da quando ha sostituito il sangue dei martiri con l’inchiostro degli scribacchini. Ma questo è un altro capitolo. Sta di fatto che il prefetto della Segreteria per la Comunicazione, Dario Edoardo Viganò, ricevuta la lettera per la presentazione della collana “La teologia di Papa Francesco”, ha pensato bene di rendere noti i seguenti passi: “Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi”. E poi ancora: “I piccoli volumi mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”.
Standing ovation di tutti i vecchi avversari di BXVI a plaudire lo stesso senso della Chiesa che prima fischiavano impietosamente. E poi, in un angolo, le vedove inconsolabili agguerrite con i malcreati che hanno spostato le cornicette sul tavolino tirato a lucido. C’era quella voleva vedere, come è normale che sia, il testo completo della letterina, però nella versione autografa perché certi passaggi non potevano essere attribuiti alla mens di Benedetto XVI. Quella che chiedeva di vedere anche la lettera dell’incauto comunicatore Viganò per sapere che cosa lui avesse chiesto all’Emerito in proposito del Regnante. L’altra che si impuntava su termini come “stolto” che mai e poi mai il raffinato Ratzinger aveva usato nei suoi scritti, se non in una citazione di San Paolo, in latino ça va sans dire. Insomma, la lettera, comprensiva, di elogi al Successore, non poteva essere del Predecessore.
Poi, qualche ora dopo, lo scoop, un colpaccio da premio Pulitzer, il seguito della lettera in cui BXVI declina l’invito a scrivere un’introduzione teologica alla pregevole opera: “Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti. Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente. Suo, Benedetto XVI”.
Contrordine vedove inconsolabili, è proprio lui, Benedetto XVI, che scrive. È riconoscibile dalla fine ironia (l’ironia è sempre fine o sottile quando si amano gli stereotipi) con cui ripaga nella seconda parte della lettera il dazio che ha dovuto versare nella prima.
Ma qui, come direbbe Aldo Baglio, quello di Aldo, Giovanni e Giacomo, sorge spontanea una domanda nel gargarozzo: perché l’Emerito ha dovuto pagare dazio al Regnante? Con quali minacce il Predecessore viene costretto ogni volta a plaudire il genio misericordioso del Successore? C’è un non detto che si deve non dire? Oppure, per salvare le anime dalle zanne bergogliane, basta la sottile ironia ratzingeriana affidata alla decodificazione ermeneutica delle candide vedove inconsolabili?
Questa è la cronaca di una bolla in un bicchierino di rosolio che non meriterebbe considerazione, se non fosse che vari lettori hanno scritto per chiedere qualche delucidazione. Una lettera, in particolare, è composta da due parole soltanto, ma così perentorie, da indurre a una risposta: “E adesso?”, chiede il signor Roberto. Adesso, è meglio lasciare le vedove nel loro tinello a tirare a lucido la foto del caro estinto. Da quando si sono date una spruzzata di “Conservatore numero 5”, si trovano così bene fra i loro ninnoli d’antan che è peccato disturbarle. Ciascuna è lì per motivi suoi, ma non fa niente. Chi perché pensa che la Chiesa l’abbia fondata il Gius e BXVI ne sia il suo profeta, chi perché è nato moderatamente incendiario e muore moderatamente pompiere, chi perché gli intrighi e gli accrediti della Sala Stampa sono sempre gli intrighi e gli accrediti della Sala Stampa, chi perché si è convinto che in Vaticano alcuni intrepidi difensori della fede stanno preparando il dopo Bergoglio e non bisogna scoprirli. La sera, come Marilyn Monroe, indossano una sola goccia del profumo tanto amato e vanno a letto estasiate.
Chi, invece, ha veramente a cuore tutto ciò che la Chiesa è stata nei secoli per portare le anime a Cristo non si faccia irretire da false illusioni sulla macchinazione maligna che terrebbe in scacco l’Emerito a favore del Regnante. Come diceva un critico ai tempi in cui spopolava lo strappalacrime “Love Story”, “Non piangete, vi prendono in giro”.
Esiste veramente un complotto, ma è quello a cui Joseph Ratzinger ha partecipato da protagonista in giacca e cravatta come perito e consigliere del cardinale Joseph Frings dal 1962 al 1965, si chiama Concilio Vaticano II ed è stato ordito ai danni della Chiesa cattolica. Ha origine qui la fasulla contrapposizione tra Benedetto XVI e Francesco I, che del resto viene puntualmente smentita dagli interessati, a partire dalle terribili foto in cui si fanno ritrarre insieme.
D’altra parte, le vedove dell’Emerito hanno solo da ridire sul fatto che il vescovo venuto dalle pampas entra con gli stivali sporchi di fango là dove prima si tirava tutto a cera. Per rimettere le cose a posto, sempre secondo le vedove, basterebbe una personcina ben educata che ragionasse e agisse in punta di Concilio, senza troppe stramberie. Ma non si rendono conto che sempre di apostasia si tratta. È il Vaticano II, bellezza. Dopo Francesco I, ci sarà solo un Francesco II, comunque deciderà di chiamarsi, perché prima di Francesco I c’è stato un Benedetto XVI e via via risalendo per i lombi della sovversione assisa sullo scranno di Pietro.
A suo tempo ho sperato che Benedetto XVI potesse davvero rallentare la marcia verso il baratro. Mea culpa. Ho pensato anche che certi suoi atti, per quanto incompleti e persino ambigui, opportunamente confezionati potessero diventare strumento di resistenza alla dissoluzione. Mea maxima culpa. Vedevo che erano armi scariche e ho combattuto lo stesso fingendo di sparare. Ricordo benissimo il sorrisetto ironico, neanche tanto fine, dei sacerdoti che rifiutavano la celebrazione della Messa antica mentre noi opponevamo un generico “la vuole il Papa”. Quale Papa, se non ha mai alzato una mano per difendere la carne da macello tradizionale usata come cavia dell’agone hegeliano in cui vince il più potente? Avevano ragione quelli che, documenti alla mano, spiegavano come quel Papa non volesse mettere in discussione niente di ciò che la rivoluzione aveva veramente acquisito. Giusto una raddrizzatina a certi eccessi estetici e niente di più. Il teologo Joseph Ratzinger aveva troppo a cuore ciò che a suo tempo definì con orgogliosa tenerezza un anti-Sillabo, l’anticristico principio della libertà religiosa, la pietra angolare della nuova religione predicata dalla nuova chiesa, per occuparsi di chi marciava contro il senso della storia. Francesco I è solo la prosecuzione di Benedetto XVI con altri mezzi.
Potrà sorprendere, ma, dopo le D-I-M-I-S-S-I-O-N-I, la natura del motu proprio Summorum Pontificum con cui veniva data una certa libertà alla celebrazione della liturgia tradizionale è l’esempio più chiaro di quanto poco il pontificato di Benedetto XVI avesse a che fare con la tradizione. Con quell’atto, la Messa antica è stata messa in libertà condizionata, legata con tre metri di catena da un documento incompiuto sul piano giuridico che abbandona il rito millenario della Chiesa cattolica al dispotismo di vescovi e sacerdoti che lo odiano teologicamente. Un documento ancora più problematico sul piano teologico, poiché, fin dalla terminologia, costringe ad assumere il Vetus Ordo secondo le categorie del Novus.
Art. 1. Il Messale Romano promulgato da Paolo VI è la espressione ordinaria della “lex orandi” (“legge della preghiera”) della Chiesa cattolica di rito latino. Tuttavia il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa “lex orandi” e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della “lex orandi” della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella “lex credendi” (“legge della fede”) della Chiesa; sono infatti due usi dell’unico rito romano.
Pur affermando subito dopo che il Messale tradizionale romano non è mai stato abrogato, risulta evidente la sottomissione dell’antico al nuovo: è il Novus Ordo che istituisce le categorie di una nuova comprensione del Vetus Ordo secondo l’ermeneutica corrente. Non a caso, nella contestuale Lettera in cui Benedetto XVI spiegava ai vescovi di tutto il mondo il significato del motu proprio diceva:
In primo luogo, c’è il timore che qui venga intaccata l’Autorità del Concilio Vaticano II e che una delle sue decisioni essenziali – la riforma liturgica – venga messa in dubbio. Tale timore è infondato. Al riguardo bisogna innanzitutto dire che il Messale, pubblicato in duplice edizione da Paolo VI e poi riedito una terza volta con l’approvazione di Giovanni Paolo II, ovviamente è e rimane la forma normale – la forma ordinaria – della Liturgia Eucaristica. L’ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, che è stata pubblicata con l’autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utilizzata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come forma extraordinaria della Celebrazione liturgica. Non è appropriato parlare di queste due stesure del Messale Romano come se fossero “due Riti”. Si tratta, piuttosto, di un uso duplice dell’unico e medesimo Rito. (…)
Del resto le due forme dell’uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda: nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi. La Commissione “Ecclesia Dei” in contatto con i diversi enti dedicati all’“usus antiquior” studierà le possibilità pratiche. Nella celebrazione della Messa secondo il Messale di Paolo VI potrà manifestarsi, in maniera più forte di quanto non lo è spesso finora, quella sacralità che attrae molti all’antico uso. La garanzia più sicura che il Messale di Paolo VI possa unire le comunità parrocchiali e venga da loro amato consiste nel celebrare con grande riverenza in conformità alle prescrizioni; ciò rende visibile la ricchezza spirituale e la profondità teologica di questo Messale.
Non ho il tinello. In ogni caso, non terrei certo il ritratto del Papa Emerito sul tavolino. Non mi piace quanto il Regnante.
65 commenti su “Questo Papa (emerito) non mi piace – di Alessandro Gnocchi”
Io distinguerei tra il perito del probabile agente frings, il prefetto del Sant’uffizio, e Papa Benedetto XVI, tuttora regnante (se un tale molto potente della cerchia di bergoglio si permette di dire che al tempo di Gesù non c’erano i registratori, io posso permettermi di non credere ad una parola di quello che mi racconta il vaticano attuale). Eresie, errori, va bene. Non ha agito, sia da prefetto che da pontefice, come il giovane perito al concilio. Ha sbagliato ad andare al concilio? E allora? Il CVII, con buona pace di voi casapoundisti cattolici, è un concilio pastorale, che non conta nulla. A me del concilio non me ne frega proprio niente. E sono cattolico lo stesso. Vado a messa senza pensare al CVII. Invece voi casapoundisti, quelli per cui il pd o il centrodestra sono pressoché uguali-andate a dirlo a macerata- non riuscite proprio farne a meno. E’ il vostro amalek. Essere contro il CVII è più importante che professare le verità di fede. Il concilio è solo un fatto storico- peraltro convocato da un papa invalido in quanto massone- e la Storia giudicherà. Basta!
Certo che sentirsi dare del casapoundista cattolico da uno che bellamente si dichiara sedevacantista – quantomeno limitatamente a Roncalli – fa sorridere e qualifica l’obiezione come risibile. Dispiace nondimeno notare che anche in seno all’area cosiddetta tradizionalista vi sia chi liquida il Vaticano II con un generico “non conta nulla” fingendo di non vedere i danni che ha causato, ad iniziare dalla Messa riformata cui presumibilmente Claudius III assiste. Il problema è che molti, come il commentatore qui sopra, pensano di poter considerare la Chiesa alla stregua di un partito, senza considerare che in materia di Fede non è dato cedere ad alcun compromesso, sicché quel che in politica è censurato (forse semplicisticamente) come estremismo, in ambito dottrinale dovrebbe viceversa esser lodato come coerenza. Comprendo che a molti dia fastidio che Ratzinger abbia un curriculum tutt’altro che cattolico; ma Introduzione al Cristianesimo non è un libello sconfessato, bensì un’opera di cui Benedetto XVI ha ribadito anche recentemente la validità. Sempre idem,…
Alcune brevi puntualizzazioni. Sono andato a leggere un libro di un massone, tale magaldi, e alcune sue reiterate dichiarazioni sull’appartenenza alla massoneria di vari prelati-cita il card. Martini- e un papa, Giovanni 23°. Sottolinea come non sia stato un caso che abbia scelto il nome di un antipapa. Parla di iniziazioni a Costantinopoli e Parigi. Magaldi sostiene di avere documenti disponibili presso un notaio di Londra; disponibili per la visione su richiesta di istituzioni importanti. Non ha mai ricevuto querele per diffamazione a causa di nomi citati come facenti parte della massoneria medesima. Io ci credo, lo ritengo attendibile; inoltre afferma che il CVII è stato fatto grazie all’opera di massoni, per cambiare la Chiesa. Nulla di strano: i nemici della Chiesa si sono dati da fare. Non è colpa mia se Roncalli era massone. Non ci sono affermazioni al riguardo di altri pontefici; anzi, sempre Magaldi, ha sostenuto che Montini stesse per iscriversi, ma non lo abbia fatto, seppure sia sempre stato vicino alle istanze massoniche. Da cui papa deprecabile ma valido.
Caro Claudius III ma mi consenta di dirle che credere ciecamente a ciò che scrive un massone sulla Chiesa prima che ingenuo, è una stoltezza imperdonabile anche prendendo per buono che sia così, e le dico che ne sono in possesso anche io di quel “mattone” si vada a dare una lettura agli scritti di monsignor Juoin ed al famoso “massoneria e sette segrete” di Epiphanius, così le si può delineare meglio il quadro generale sulla infiltrazione della Chiesa. In secondo luogo credo che nel suo dire casapoundisti che mettono assieme pd e centrodestra ci sia tanta grossolaneria, vuoi perché io ho votato proprio casapound in quanto non ne posso più del democristianismo e poi perché proprio questo annebbiamento delle coscienze fa il gioco dei nemici di Cristo e della nostra povera patria.
Continui pure a votare casapound. Il pd e sel nel 2013 vinsero per lo 0.5 %. Ricordo che Blondet-comunque un grandissimo analista- invitò a votare per grillo. I voti dispersi quella volta e quelli dati ai grillini ci hanno portato al biotestamento, alle unioni civili, ai 600 mila africani /asiatici arrivati sulle nostre coste, ecc….
Su magaldi, non credo ciecamente a tutto. Sicuramente lui vuole difendere e promuovere la massoneria, in particolare la sua. Dice il falso? i parenti potrebbero chiedere di esibire le prove o querelare. Idem il vaticano. Non lo hanno fatto. Non hanno neppure smentito! Come lei ben saprà non è il primo che parla di roncalli come aderente alla massoneria, ma il primo che afferma di avere dei documenti. Perché non farglieli tirare furi, da parte del Vaticano, ovvio. Probabilmente perché dice la verità.
Sul Vaticano II: ha certamente causato parecchi problemi e/o danni. Ma non essendo dogmatico, lo si può bellamente ignorare. La messa, cui assisto perché nel mio paese non ce ne sono altre, se non erro è stata modificata dopo il CVII. L’attuale messale è del 1970, credo. Io non c’ero e potrei sbagliare la data. Ma un pontefice potrebbe mutarla quando vuole. Difatti Bergoglio vorrebbe farlo. Non bisogna chiedere il permesso al concilio vaticano secondo. Ritengo utile smitizzare il CVII. Cerco di essere cristiano seguendo i comandamenti e il catechismo- non lo hanno cambiato- e non i documenti del concilio e, tantomeno, le loro interpretazioni. Capisco che, per chi lo ha vissuto, sia un evento importante. Vale per lei, ma anche per Ratzinger, da posizione “opposta”. Ma è un’importanza storica, non dogmatica. Chi vuole modificare i dogmi e la prassi pastorale basandosi sul concilio, può pensare di farlo e basta. Giusto combatterli o analizzarne le criticità del pensiero, ma i vangeli sono quelli, come le verità di fede. Fossi prete, non ci penserei più.Il CVII ha fallito, rip.
Ho fatto dei paragoni con la politica per far comprendere che per vincere sia necessario non disperdere troppo le forze e pensare comunque alla vittoria. Proprio perché parliamo della Fede Cattolica e non di un parlamento, comunque rilevante, ritengo sbagliato “martellare” sempre su persone e argomenti che aiutano i nemici più che la buona battaglia. Non è facile, nelle attuali condizioni, fare bene il papa. Non giudico il teologo Ratzinger, anche se mi pare differente da un rahner o altri. Non sono un esperto ma il criticarlo spesso e aspramente mi sembra ingeneroso. Come pontefice non mi sembra abbia operato come un Paolo VI o Roncalli. Lo vedo pure io che non è stato e non è un novello Pio XII. Ma paragonarlo costantemente a bergoglio, affermando che, in buona sostanza, è uguale all’argentino, lo trovo un insulto alla verità. Condito, in qualche caso, da una acrimonia poco accettabile. Ho parlato di casapound, ma come termine di comparazione usiamo pure il popolo della famiglia. Buoni principi, ma propaganda contro il centrodestra, accusato di essere uguale a renzi e pd.
Certo, una coalizione politica con tanti difetti, vicina spesso al buon senso, ma non sempre ai valori cristiani. Ma ben diversa dagli ex comunisti e dai cattocomunisti. E, votazioni comprese, una coalizione che ha agito ben diversamente dagli altri. Il non volerlo riconoscere ha reso, in pratica, il popolo della famiglia- idem per casapound e fn, i migliori alleati di pd e 5stelle nel sottrarre voti e deputati preziosi alla coalizione di cdx. L’invito ai lefebrviani è semplicemente quello di non comportarsi allo stesso modo, favorendo i più accaniti demolitori della Chiesa Cattolica. Non si richiede di abiurare, ma di essere più equilibrati nei giudizi; e di colpire il nemico, e non l’amico, anche se probabilmente non è perfetto. Talvolta pare che alcuni commentatori, anche -Gnocchi, tifino perché Francesco e la sua compagnia di giro facciano il più danni possibile. Benedetto XVI non è Bergoglio, e lo sapete pure voi. Criticate, ma cercate di portare a casa il risultato. Altrimenti Qualcuno potrebbe pensare che siete come i pidieffini, alleati non proprio occulti del Nemico.
Lei non crede a quello che le racconta il vaticano ma crede che Benedetto sia ancora regnante? Chi glielo ha detto scusi? Ha avuto delle rivelazioni private?
Se non crede a quello che vuole lei perche’ crede che Roncalli era massone, lo ha letto sul libro del nonno di magaldi? Inoltre su quale presupposto dottrinale si fonda la sua dichiarata decadenza dal papato per eventuale adesione alla massoneria?
Neppure a me frega niente del concilio in termini di fede mia personale ma non mi frega niente neppure della eventuale adesione di Roncalli alla massoneriaergo non mi frega di casa pound e non mi frega neppure di verrua savoia. Questo articolo pone una questione precisa ma..
Mi pare che Lei non abbia propri entrato il punto sa?
Invalidità non è decadenza. Chi entra in massoneria è scomunicato. Di sicuro lo era negli anni cinquanta. E gli scomunicati non possono assumere uffici ecclesiastici, codice diritto canonico. E sono fuori dalla Chiesa.
Appare sempre più evidente che la schermaglia epistolare, avvenuta in questi giorni, è un “litigio in stile clericale”, quindi senza spargimento di sangue, tra la “ermeneutica della rottura” e la “ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto Chiesa” come ebbe a dire, con coraggio leonino, Papa Benedetto XVI il 22/12/2005 alla Curia Romana. In effetti allora parve che ci fosse la Sua volontà di tornare alle certezze della Fede ante Concilio Vaticano II ma manco per sogno. Il dogma del Concilio Pastorale era e rimane “il Concilio non si tocca”. Il mondo (quello che ha voluto la morte di Cristo in croce) approvò i contenuti dei documenti conciliari e come premio Papa Paolo VI fu ammesso a parlare all’ONU. Infatti chi può osare opporsi ai principi illuministici di “libertà, fraternità e uguaglianza”? Per sancire il “definitivo testamento” tra la “chiesa riformata” e il Mondo, Papa Giovanni XXIII è stato proclamato Santo, senza che fossero necessari miracoli, Papa Paolo VI, ancor per poco tempo Beato, a ottobre seguirà la sorte del suo predecessore…
(seguito) Quando la Chiesa era quella fondata da Cristo, i Papi morivano martiri o odiati dal mondo, nella neo-chiesa per essere canonizzati è sufficiente essere eletti Vescovi di Roma, come ebbe a dire recentemente Bergoglio:”in lista di attesa per la canonizzazione ci sono Lui e Ratzinger!”
Benedetto non è stato/non è un buon papa? Può essere. Aspettiamo a giudicarlo e cerchiamo di conoscere bene la storia di questo pontificato. Governare la Chiesa nelle attuali condizioni non è certo facile. Ma ci siete voi, intellettuali col ditino alzato della destra sprezzante, che come quelli del pd venite a salvarci dagli orrori berlusconiani/ratzingeriani. Eppure Dio non vi ha ancora scelto come generali delle proprie truppe. Mentre alcuni laici, con tanti difetti se volete, si oppongono all’agente vestito di bianco, voi pontificate che sarà pure cattivo, ma non peggio degli altri. Sottinteso degli altri preti o vescovi. Per cui caffarra vale zuppi, ruini il neo vicario di roma, ecc.. E bergoglio in fondo è un vero teologo. Ad esempio, non vi viene mai il sospetto che il defunto mons. Lefebrve si sia fatto fregare dalla massoneria quando ha ordinato i 4 vescovi? Quando si è fuori si è fuori, punto e basta. E se non siete scismatici, con tutto quello che comporta davanti a Dio, è perché quel cattivone di B XVI vi ha fatto rientrare? Non va bene neanche questo?
“…voi pontificate che sarà pure cattivo, ma non peggio degli altri”.
Molti di noi sono persuasi che il Successore sia pessimo, ma che questo non faccia del suo Predecessore un novello Pio IX. Le brucia, caro Claudius III, che finalmente si inizi a guardare con disincanto la favola bella che vorrebbe opporre il fine teologo al lanzichenecco di Santa Marta? Se ne faccia una ragione. E si faccia anche una ragione che, con o senza “B XVI” (com’Ella lo chiama), l’appartenenza alla Chiesa non ha nulla a che vedere con l’adesione alla setta che ne occupa la sede da cinquant’anni.
Se Ella dimostrasse meno astio nei confronti dei Cattolici tradizionalisti, si potrebbe anche discutere con Lei. Ma il dentino avvelenato che Ella dimostra con tanta piccata intransigenza rivela la cosiddetta “sindrome dello spretato”, ossia quell’avversione feroce di chi ha frequentato gli stessi milieux, ne è stato allontanato, e si ostina a sostenere contro l’evidenza che quell’esilio sia una sua scelta. Keep calm.
Ultimo commento: non ho mai frequentato milieux o circoli tradizionalisti. Non avrei potuto nemmeno farlo, materialmente dico. Quindi, nessuno mi ha allontanato. Gli unici che mi hanno bannato-ma potrebbe essere una mia scarsa competenza tecnologica- sono stati quelli di radio spada, su fb. ma ho continuato a commentare su altri siti e non mi sento esiliato. Nella mia vita ho conosciuto solo due cosiddetti tradizionalisti, che non vedo da tanti anni. Conoscenti, nulla di più. Non ho denti avvelenati. Forse tendo per mia natura ad essere troppo polemico. Me ne scuso. Ma, se mi concedete un pizzico di superbia, che comunque vedo presente in buona dose in alcuni commentatori, non penso di essere molto lontano dalla ragione.
Ratzingher non è Bergoglio per un solo motivo: non è mai incappato nella eresia fomale pubblica. In effetti in questo Bergoglio differisce da tutti i post-conciliari ed è per tale ragione un vero e proprio impostore decaduto ispo facto. Detto ciò non capisco i suoi riferimenti e similitudini a partiti politici che sono cavoli a merenda.
Riguardo a Lefebvre si è fuori dalla chiesa quando si diventa eretici, non certo quando si segue Cristo. Tanto è vero che persino per Savonarola morto scomunicato
sul rogo è stata aperta la causa di beatificazione, dopo che fu già approvato Servo di Dio. E’ proprio Ratzi che ha rimesso le scomuniche a suo tempo irrogate
contro Monsignore.
Gli scismatici sono gli ortodossi che non riconoscono il primato del papato, (ben diverso dal governo di Bergoglio) oppure quei cesaropapisti che per obbedire al falso vicario di Cristo disobbediscono a Cristo stesso.
Benedetto XVI non ha fatto rientrare nessuno, perchè nessuno esce dalla Chiesa di Cristo se non vuole.
Un po’ meno supponenza ed un po’ di ripasso della storia recente e del diritto canonico non sembrano inutili
Non sono inutili ma inutilissimi…. il diritto canonico modernista e progressista che nel 1983 è stato promulgato per essere ignorato alla bisogna oramai è sistematicamente violato da vescovi di tutto il mondo e dallo stesso impostore sudamericano, mentre la storia recente dei papati è dell’infame “concilione pastorale” è una pagina talmente squallida della storia della Chiesa che va dimenticata prima possibile.
Continuare a confondere la setta che ha occupato il vaticano con la Chiesa di Cristo è solo impostura e la storia recente nè è la cronaca impietosa.
Assai più utile specie per le vedovelle del pasticcino del meriggio un bel corso di ricamo e cucito.
Senza queste parole di Gnocchi non capivo Benedetto XVI. Meno male! Grazie!!
Ultimo messaggio della Madonna ad Anguera. Riguarda molto il presente ed il futuro della Chiesa.
http://www.apelosurgentes.com.br/it-it/mensagens/4608
Carissimo Gnocchi, il Suo commento rivela una chiarezza di visione davvero encomiabile. Ma tra le vecchie zie che si arrabattano per tener viva la memoria del caro estinto ve n’è una che – come sappiamo entrambi – perde l’aplomb composto della vedova inconsolabile allorché gli si tocca un altro ninnolo: il Concilio. Io stesso ho sperimentato i suoi strali, sin dall’epoca in cui si adoperava per dimostrare che le dimissioni del Predecessore erano state forzate e che l’elezione del Successore era invalida. Mi limitavo, ieri come oggi, a notare la continuità ideologica dei Due; a segnalare che la radice della crisi è il Vaticano II e la sua dottrina ereticale. E quella vedova giungeva a scarmigliarsi, perché nel suo tinello si voleva tirar giù la cara effigie dell’idoletto, si scompigliava l’ordine in cui eran disposti il piatto con il ritratto di Roncalli e il busto di Montini con acquavite. E il paradosso è che questa vedova con cameo di Giovanni Paolo II si scandalizza più per le nostre argomentate obiezioni che per il disastro dei vandali di Santa Marta.
forse sarebbe utile rileggere il pensiero di Ratzinger su uno dei cavalli di battaglia di Martini prima, e di Bergoglio poi: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2005/05/13/il-vero-punto-di-frizione-tra-martini-e-ratzinger/
quindi delle due l’una: o il papa emerito è afflitto dal disturbo di personalità multipla oppure è successo qualcosa che ha indotto Ratzinger ad abdicare in favore di Bergoglio, lontano anni luce dalla concezione ratzingeriana della Chiesa di Cristo: https://www.radiospada.org/2015/01/j-ratzinger-e-la-sua-idea-della-chiesa-di-cristo/
Cosa dire se non articolo meravigliosamente meraviglioso e chiaro come la luce del giorno. Purtroppo, come dice Cristo: questa è l’ora delle tenebre. Cerchiamo di fare come San Giovanni, unico Apostolo sotto la Croce
Mah… ! Che dire. Personalmente Ratzinger pur non entusiasmandomi, mi ha sempre dato l’impressione di persona onesta e sincera, come del resto il predecessore. Il CVII non ha portato buoni frutti suscitando aspettative che la chiesa difficilmente puo’ accogliere anche di fronte alle aperture dell’attuale pontefice. Chiedo se qualcuno dei lettori possa confermare o smentire la richiesta dei cardinali a GPII, dopo la sua elezione, di giurare fedelta’ al concilio. Io non ci credo.
è un fatto che ricordo benissimo e che fu di pubblico dominio subito dopo la sua elezione. I cardinali gli chiesero ufficialmente di giurare sul CVII. La cosa mi lasciò stupefatto e pose un tarlo sulla mia considerazione verso il papa polacco: secondo me non avrebbe dovuto aderire alla richiesta
La assoluta ambiguita’ con cui il dimissionario ha sempre difeso la sua “ermeneutica della continuita”, ovvero la pretesa di far dire alla Tradizione quello che sproloquiava il concilio (e non viceversa, perche’ al di la’ dei proclami questo ha fatto) mi ha convinto dopo lunga analisi dei suoi scritti ed attenta riflessione che anche Benedetto XVI e’ stato ed e’ un modernista, anche se assai piu abile
ed ambiguo di gente come il pampero argentino. Quando lo stile cauto e salottiero non e’ piu servito, si e’ dimesso ed ha lasciato il posto al rozzo perito chimico fumatore di canne.
E questo e’ quanto, altro che complotti…. le vedovelle tanto ricamano e sospirano lo stesso.
“Esiste veramente un complotto, ma è quello a cui Joseph Ratzinger ha partecipato da protagonista in giacca e cravatta come perito e consigliere del cardinale Joseph Frings dal 1962 al 1965, si chiama Concilio Vaticano II ed è stato ordito ai danni della Chiesa cattolica.” . Oh, bravissimo Alessandro ! sono anni che vado insistendo sull’ “ermeneutica della continuità” di Ratzinger con Roncalli, Montini e il loro fasto CV II, della cui carica apostatica Ratzinger fu uno dei principali responsabili. Fu lui, infatti, a quanto mi risulta, a predisporre il testo della dichiarazione sulla libertà religiosa, che fece piangere calde lacrime a Ottaviani, quando venne discusso in aula al CV II (quando Roncalli lo seppe, se ne congratulò con lui, e da lì inizio la fortuna del perito tedesco); ho letto che nel partito dei rivoluzionari lui era ritenuto il più modernista di tutti; poi non si è mai ricreduto, smentito, contraddetto. Ricordo anche che quando, divenuto papa, 5 cardinali gli chiesero di proclamare il 5° dogma mariano, come richiesto dalla Madonna a Ida Peerdman ad Amsterdam …
… Ratzinger rifiutò, dicendo che ciò avrebbe ostacolato il dialogo con i protestanti; infine, quando recentemente gli chiesero se avesse voluto fare la consacrazione della Russia (dopo le sue affermazioni in occasione del suo viaggio a Fatima nel 2010, sul fatto che il contenuto del 3° segreto non apparteneva affatto la passato, ma che doveva ancora realizzarsi) lui disse che non se ne parlava neppure; stessa posizione assunta poi da papa Francesco quando Putin gli chiese di fare la consacrazione, durante il suo recente viaggio a Roma. Perfetta continuiità nella linea modernista ed eretica del CV II, quindi. Ben detto, caro Gnocchi !
Grazie Gnocchi.
Anche una persona semplice ma onesta intellettualmente capirebbe che se BXVI non facesse parte in qualche modo della neochiesa anzichè permettergli di giocare al doppio papa lo avrebbero “liquidato” brevi manu. Ogni epoca ha la sua croce e il suo martirio. Questo veleno invisibile del neocattolicesimo post conciliare che ammorba e uccide è quello contro cui a noi tocca resistere possibilmente con serenità e pace pensando al premio che ci aspetta se saremo fedeli fino al sangue a NSGC..
Giuseppe
carissimo gnocchi, grazie per la sua puntuale risposta alla mia domanda. rimane da chiarire, riguardo al C.V.II, i motivi che hanno indotto la gerarchia vaticana a dichiarare santi tutti i papi postconciliari, compreso Giovanni XXIII. verrebbe spontaneo pensare che il c.v. II abbia prodotto veri frutti di santità. ma….
Quindi, in soldoni, che si deve fare? Scisma? Nominiamo un antipapa contro entrambi gli attuali?
Mi chiedo quanti abbiano reagito scandalizzati, a fine ‘500, perché quel conciliabolo di Trento si permetteva di riformare il loro particolare culto locale, vecchio di secoli. Quante vecchiette avranno rimpianto i bei tempi dei Papi rinascimentali e su per li rami, fino al medioevo e più indietro? Quanti avranno detto: è un fuoco di paglia, presto Nostro Signore tornerà a far giustizia di questi innovatori? E i viaggi di San Carlo Borromeo, su e giù per l’Italia a disfare navate, spostare altari che erano lì da un millennio, e poi tutte queste nuove rubriche, e i paramenti, e le candele, e i crocifissi… ‘sti tridentini, che il diavolo se li porti!
Il Vaticano II ha sbagliato mira, è vero; ma grazie a Benedetto XVI abbiamo salvato il bambino senza buttarlo via con l’acqua sporca, e imparato che vetus e novus ordo potevano arricchirsi a vicenda, nella Verità. Non perdiamo di vista il fine, che è Gesù Eucaristia, vivo e vero in mezzo a noi.
Paragonare il Vaticano II al Concilio di Trento è come paragonare Monte Mario con l’Everest
Forse un giorno qualcuno ha detto: paragonare questo concilio di Trento con quello di Costantinopoli è come confondere zuppa e pan bagnato.
Qualche mese fa qualcuno sostenne che l’introduzione del canto gregoriano suscitò la reazione dei conservatori del tempo. Sinceramente, accostare le cacofonie moderne al canto gregoriano mi sembrò azzardato. Ora si vuole accostare le decisioni del Concilio di Trento con la “deforma” liturgica dei nostri temi?
Ogni tempo, caro Sestolese, ha i suoi progressisti e i suoi conservatori. Il Concilio Vaticano Il sarà giudicato dalla storia, ed io e lei non siamo in grado di capire come, perché siamo troppo vicini e troppo di parte. Come la penso io importa poco. Però sono sicuro che gregoriano e Messa antica non moriranno mai.
(§) 20. “Kantius genuit Kierkegaardium, Kierkegaardius genuit autem Coxium, ita Coxius genuit Ratzingerium, Ratzingerius vero genuit Martinum, Martinus denique genuit Bergolium et universa pecora.” (da: E.M. Radaelli AL CUORE DI RATZINGER, AL CUORE DEL MONDO, pag. 78. Per la presentazione del libro e l’INDICE: http://enricomariaradaelli.it/emr/aureadomus/convivium/convivium_al_cuore_di_ratzinger.html) Questo libro è una vera “correctio filialis” che sventola davanti all’E-M-E-R-I-TO le fiamme dell’inferno!
Mi avete già censurato in precedenza, ma in fondo sono contento perchè quello che ha scritto Gnocchi del dimissionario travestito di bianco è assai piu piacevole di quello che ho scritto io.
Ad mi balocco lo stesso e ribadisco i concetti chiari seppure certo, politicamente scorretti:
1) il dimissionario essendosi dimesso è abusivamente alloggiato in vaticano ed è travestito di bianco, egli è un semplice ex in pensione e datà l’età dovrebbe trovare ricovero in un ospizio e sospendere (come aveva promesso senza mantenere) ogni attività epistolare e presenza pubblica, ciò gioverebbe assai anche alle sue vedovelle sfrante che potrebbero continuare a sbertucciarne serene i santini.
2) l’impostore sudamericano ha una profonda cultura filosofica (relativista e mondialista) e teologica (protestante e modernista), lo dimostrano le sue palesi e reiterate eresie scritte e proclamate. Se avessimo ancora vescovi e cardinali veri sarebbe da tempo stato dichiarato decaduto in apposito sinodo, ma la pletora ecclesiale è troppo avvezza alla crapula e al salotto.
Bravo Gnocchi.
Nella lettera, B. XVI accenna a sé stesso come a un teologo “teorico” contrapposto a un F “pratico”. Qualcuno vorrà collegare siffatta autovalutazione alla ‘fama’ di fine teolgo di cui Ratzinger godette e gode tuttora. Non so se lo sia diventato in séguito ma di certo è noto che, per ben due volte, egli fu bocciato all’esame di licentia docendi dal grande Einrich Schmaus perchè la prima stesura della tesi era priva di fondameni scientifici, mentre la seconda puzzava di modernismo. Poi tutto fu aggiustato da altra commissione.Un fine teologo non avrebbe convocato un Assisi ” (2011), non avrebbe pregato in moschee e sinagoghe e, tanto meno, non avrebbe nominato il falsario T. de Chardin patrono dell’Università ‘Gregoriana’. Egli, in qualità di Prefetto ex S:Uffizio sapeva che contro costui era stato indirizzato un monitum, tuttora in vigore, ma se ne fece beffe. Oh, le vedove!!!!!
articolo coraggioso, anche se certe valutazioni erano già diffuse. io mi limito a dire:può darsi che sia un semplice atto di disciplina ferrea, in cui la Chiesa si è sempre distinta ?
Signor Gnocchi, per capire la “teologia di Ratzinger” la invito a informarsi sull’ “anglicanorum coetibus” e “summorum pontificum”, due facce ecumeniche della stessa medaglia…
non voglio prendere le difese di Ratzinger che secondo me, abdicando, ha peccato contro lo Spirito Santo che lo aveva scelto, però a me sembra che il suo garbato rifiuto di leggere i libretti su Francesco denota una mancanza di cortesia nei suoi confronti, con ciò denotando che in fondo non sono così sodali come alcuni di voi adombrano; se io fossi stato in Francesco lo avrei considerato offensivo e irrispettoso
I problemi , a mio parere, iniziano forse dal modernismo e da infiltrazioni che furono fatte nella Chiesa, da tempo, per fiaccarla .Le infiltrazioni dovevano corrompere il clero in tutta la gamma dei vizi capitali.Queste infiltrazioni sotterranee, tali rimasero. Furono forse come le fogne di una città che la percorrono formando un reticolo sotterraneo di strade. Forse esisteva davvero un giuramento che univa i frequentatori della rete fognaria. Adesso si dice che Bergoglio chiederà un giuramento di fedeltà a lui. Se l’hanno chiesta anche a GPII sul concilio , deve essere una fissa. Credo che questa tecnica del giuramento da un lato serra le fila dei novatori e dall’altra fa il verso al giuramento antimodernista. Chiudo questa mia ipotesi sottolineando che l’infiltrazione voluta da tutti gli odiatori della Chiesa infine deve aver formato un corpo scelto di guastatori con la doppia identità di sacerdoti accreditati in ogni dove. Anime forse torte alla doppiezza già in seminario.Forse oggi si può pensare che molti furono violentati giovinetti, da confratelli infiltrati o corrotti…
già. Questa morale di manica larga forse non è solo per le ferite dei laici del tempo presente ma, anche per abitudini consolidate all’interno di una parte del clero cattolico. Le eresie sono state superate, siamo oltre e siamo anche oltre i peccati capitali. Le due guerre mondiali hanno sconvolto i costumi di tutto il mondo, il’68 ha fatto il resto. Bisognava ricostruire, ritrovare le radici, purificare la memoria ed il cuore. La Chiesa era ancora sufficientemente sana per guarire e curare le sue pecore. Questo è stato l’errore, non aver più creduto che nella Chiesa vi fossero tutti gli strumenti e il sapere di cui l’uomo postmoderno aveva bisogno. E’ stato un grande errore di valutazione, una grande sfiducia nella Santità e nella Sapienza della Chiesa Cattolica sana, nella sua Fede vera e nei suoi autentici Santi. Anziché mettersi al passo con il mondo bisognava pulire l’interno dal peccato e vivere seriamente la propria vocazione, perdendo la propria anima non sono stati di aiuto a se stessi nè agli altri. Generazioni buttate nel cestino, se finiscono senza un serio…
pentimento.
Caro Gnocchi,
le scrivo pur rendendomi conto che serve a poco. Ma è un atto di carità al quale non mi posso sottrarre. Le sono nel cuore, capisco il suo strazio, ma allo stesso tempo mi provoca un senso di ripulsa, perché contrario alla stessa tradizione che lei pur vorrebbe difendere.
Conosce Antonio Rosmini? Scrittore fecondissimo, ha però distillato per noi il senso dell’essere cristiano e cattolico in sei brevi “Massime di perfezione cristiana”. La terza di queste recita: “rimanersi in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per divina disposizione a riguardo della Chiesa di Gesù Cristo, operando a pro di essa dietro la divina chiamata”. Confesso che anch’io devo spesso ricorrere ad essa per placare il mio dolore di fronte allo stato odierno della Chiesa, ma Rosmini mi tranquillizza nel commento alla massima così enunciata ricordandomi che Cristo è, era e sarà il signore della Chiesa e del mondo, nel quale solo riposa la mia fiducia, consapevole che la “bestia” è stata sconfitta, anche se al momento sembra scatenata.
C’è tanta rabbia invece nelle sue…
Mi permetta un’altra correzione fraterna. I grandi autori della tradizione che lei vorrebbe difendere, da sant’Agostino a san Tommaso giù giù fino al detto Rosmini, avevano la capacità di parlare per chiunque, ovvero, almeno nelle intenzioni, per qualunque possibile interlocutore. Lei scrive per chi sa già disposto a condividere il suo disgusto per il Vaticano II e tutto ciò che ne è seguito, in breve per chi è già d’accordo.
Paradossalmente, nella sua difesa della tradizione lei si allontana dalla tradizione. E si assimila a quelli che vorrebbe combattere, che riducendo la religione a opinione non sanno più dare ragioni dell’universale verità – chiamasi cattolicità – del Cristianesimo. Questa si perde nel semplice appello alla tradizione.
I vescovi, fino a quello di Roma, tradiscono? Chi se ne frega, devo allora dire sia pure con dolore. Io no, resto testimone di quel sensum fidelium per il quale Gesù Cristo è il logos incarnato, e continuo a usare il logos, la ragione, anche se dovessi essere messo per questo in croce.
Con fraterno affetto, GS
Caro sig. Giorgio, in primis dove lei vede rabbia io vedo lucidita’ e coerenza, in secundis, dove lei preferisce Rosmini io preferisco S. Pier Damiani, in terzis, dove lei apoditticamente dichiara che Gnocchi parla solo a chi condivide le sue idee io dico che Gnocchi scrive quello che pensa prescindere dalle idee sue e di quelli come lei
che da 60 anni continuano a fare finta che tutto va bene mentre tutto va in malora e pretendono pure di avere la ricetta del buon cattolico col sigillo di garanzia rosminiano. Se non ci fosse da ridere ci sarebbe da ridere.
Questa conformistica militanza con tanto di pedagogica supponenza pseudo-umile la trovo patetica (e dico patetica perche’ le parolacce me le censurano).
Io invece son d’accordo alla virgola col signor Giorgio, e non vedo perché lo si debba insultare, e pensare di saperne di più di Nostro Signore Gesù Cristo.
Sono stra-arci-super-extra convinto che se ora Nostra Signore Gesù Cristo, parlasse a reti unificate spiegando chi sono realmente Ratzinger e Bergoglio, la quasi totalità delle persone avrebbe qualcosaa da contestare a Cristo. Che Dio abbia pietà di noi
Caro Alessandro. Nonostante le chierichette, le nomine di bravi vescovi annullate,il summorum pontificum “atto di tolleranza” continuavo a sperare nella correzione di rotta. Nonostante la nomina di Muller sdoganatore della teologia della liberazione, l’abbandono oltre le linee di tanti sacerdoti che si erano esposti continuavo disperatamente a sperare. Quando ho saputo delle DIMISSIONI, solo allora ho aperto gli occhi. Ho visto Cartesio ed Hegel in elicottero vestiti di bianco ed ho capito! Poi il cancro conciliare ha prodotto un mostro a due teste tuttavia molti continuarono a sperare. Ora abbiamo Pannella Morales Bonino Lutero ed Enrico VIII come esempi, NESSUNO PARLA. e c’è chi ancora non capisce. Direi meglio, non vuole capire. Ancor meglio: non ha la forza di voler capire. E’ un fenomeno che ho già sperimentato in politica. Occorre un surplus di Carità e pazienza con queste persone. Se parli odiano molto più te di Bergoglio loro carnefice. Cinque anni fa consigliavo di lasciar loro il tempo di capire da soli. Ma oggi l’eresia è dimostrata e il tempo è scaduto. Occorre…
Splendido commento!
Certa gente si arrabbia di più con chi cerca di aprire loro gli occhi che con chi li ha presi in giro per anni!
Ratzinger si è permesso di contestare il Sillabo? Lo ha fatto e non ha mai ritrattato.
E’ andato ad Assisi? Lo ha fatto e non se ne è mai dichiarato pentito.
Ha scritto un libro talmente ereticale e pericoloso per la fede che pure il prudentissimo Mons. Livi si è unito a Radaelli nella GIUSTISSIMA e DOVEROSA critica e confutazione di esso? Lo ha scritto e non solo non ha mai ritrattato ma ha continuato a promuovere tale libro.
Ha appoggiato Bergoglio in ogni occasione possibile ? Lo ha fatto.
Ci sarebbero moltissime altre cose da dire ma mi fermo qui: per chi vuole capire uno solo di questi punti è sufficiente, per chi vuole a tutti i costi un idolo vestito di bianco non basterebbe neppure un intero libro pieno di argomentazioni.
E l’assurdo è che molti di loro considerano Ratzinger il vero Papa regnante: Papa CONTRO la sua volontà e dopo aver pure dichiarato la sua sottomissione a Bergoglio: pura fantateologia!
Perdoni l’ardire, Gnocchi, ce l’ha con le vedove? Che le hanno fatto?
Per continuare sullo stesso spartito, a me sembrate tutte prime donne un po’ isteriche. O forse solo zitelle ?
Le vedovelle sfrante del dimissionario non sono un problema grave, le medesime continueranno a fare centrini e depositare fiori puzzolenti ai piedi delle statue anche se facessero papa un gorilla, di cui si procurerebbero il santino e lo porrebbero sul comodino assieme alla foto del defunto coniuge.
Va pure detto a loro beneficio che se avessero avuto in questi anni una Chiesa vera anziche’ falsa, si sarebbero dimessamente accodate coi loro centrini
ricamati e senza magari i fiori puzzolenti.
Sono assai piu problematici i modernisti militanti in versione 1.0 che sono partiti dalla 1.0 nel 1960 e ci sono rimasti arenati a distanza di 60 anni.
Diciamo che sono partiti nel 1958, Matteo, per essere più precisi, per l’esattezza il 26 ottobre 1958, ore 17.30, l’ora della rinuncia al papato imposta al card. Siri, legittimamente eletto in prima battuta, con sua accettazione e scelta del nome di Gregorio XVII. Da lì è iniziata l’era del potere massonico al vertice della Chiesa, poi dilagato in tutte le sedi (tanto per usare il linguaggio di S. Atanasio) e adesso giunto al delirio d’ onnipotenza. Ma è bene che vada così, più si mostreranno per quel che sono, questi precursori dell’Anticristo, più velocemente NSGC porrà fine alla loro dittatura, e loro lo sanno (di sicuro lo sa il loro nuovo datore di lavoro, Satana), per questo corrono così velocemente verso l’apostasia, l’abiuria, l’instaurazione del Regno di Satana al posto del Regno di Cristo. Quanto più andranno in alto, superbi ed orgogliosi oltre ogni limite, tanto più faranno un bel botto quando cadranno con il sedere per terra (e non si rialzeranno più, dicono le sacre Scritture, come dubitarne?).
Caro Sig. Gnocchi,
Sebbene io non condivida l’uso del caustico scudiscio con cui sferza coloro che provano affetto per Benedetto XVI, condivido tutto il resto.
La ringrazio pertanto per le sue chiare parole; spero tanto che esse siano pungolo per tutti coloro (e io ero tra di essi!) che ancora pensano che fino a Benedetto XVI andasse tutto bene.
Come m’è venuto da scrivere sul blog di Tosatti (cui peraltro va la mia gratitudine), non sono un ermellino o un crocifisso piazzato in mezzo alla mensa eucaristica a proteggerci dai veleni del Vaticano II; veleni che lo stesso Ratzinger ha prodotto.
Ossequi.
Gentile dott. Gnocchi,
mi scuso con i lettori, con la redazione e con Lei se occupo il presente spazio riservato ai commenti se Le chiedo di soddisfare una mia curiosità culturale 8sono convinto perà che interesserà i lettori di Riscossa Cristiana)..
Gradirei che, prossimamente, con la Sua acuta Puntualità tracciasse una disamina accurata sulla esperienza di Civiltà Cristiana e della rivista Vigilia Romana oltre che dei promotori fra i quali Franco Antico che, se non ricordo male, fu vittima di una persecuzione giudiziaria legata al mai esistito Golpe Borghese (golpe mai esistito perché accertato anche dalla magistratura).
Certo di un puntuale riscontro La saluto Cordialmente.
Vigilia Romana : quindicinale di cultura e formazione religiosa e morale è stata una rivista di apologetica e cultura cattolica, condiretta da Franco Antico e Franco Andreini, informatore del SID, e pubblicata a Roma con periodicità quindicinale a partire dal 1969. Cessò le pubblicazioni nell’inverno del 1974, in seguito all’arresto del fondatore che fu coinvolto nel tentativo di golpe…
Ho letto i libri di Radaelli.L’Emerito ha qualche fantasma negli armadi.
“La dottrina della divinità di Gesù non verrebbe intaccata qualora Gesù fosse nato da un matrimonio umano”.
“Quando Anselmo dice che il Cristo doveva morire in croce per riparare l’offesa infinita che era stata fatta a Dio e così restaurare l’ordine infranto,egli usa un linguaggio difficilmente accettabile dall’uomo moderno”.
Ratzinger dixit.No.Non piace più nemmeno a me.
Basta un maldestro bugiardo come il Viganò, a farvi perdere la bussola ?
Parlerei di”furbizia”.Scaltrezza.Quella che fa difetto altrove.Viganò non è un bugiardo.Direi un utile idiota.Nessuna bugia.Le parole di Ratzinger sono lì.Come macigni e,ahimé,confermano il giudizio espresso in tempi non sospetti verso l’Emerito.Chi ha la Parola,il Logos come bussola non può smarrirsi.Chi interpreta e non fa suo il”No no,si,si”
non perde il senso.Legger poi i libri di Amerio e Redaelli….
Questo Gnocchi, che ho sempre letto con interesse, non mi piace più .
Ma infatti la maggior parte delle persone stima chi la mantiene nelle proprie illusioni e si arrabbia parecchio con chi dice loro la verità (verità che era chiara da molti anni e non certo da questa lettera)!
Is 30,10 :
Essi dicono ai veggenti: “Non abbiate visioni”
e ai profeti: “Non fateci profezie sincere,
diteci cose piacevoli, profetateci illusioni!”
Legga Viganò allora, oppure Galantino… magari sarà più gratificata.. e se va male, c’è sempre Fanzaga no?
Sedevacantismo (e varianti lessicali) non mi sembra più una brutta parola.
Il sedevacantismo è sbagliato quando ideologico, ma prendere atto che oggi la sede è vacante è solo
fare i conti coi fatti.
Quando un papa muore la sede resta vacante fino a nuova nomina…. così pure quando un papa si dimette
e l’altro decade perchè eretico…
…non c’è nessuna ideologia, c’è solo da fare i conti coi fatti.
Leggere il suo articolo è come respirare aria fresca dopo esser rimasti imbottigliati in un tunnel pieno di CO2 . A me questa compresenza di due papi fa pensare ad un Piccione a due teste : una variante di una certa Aquila bicipite venerata dai Grembiulini .