di Mario Bozzi Sentieri
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La manifestazione antifascista di Roma ? Una fiera degli opportunisti (politici) più che una scelta di campo e di valore. Parole non nostre, ma raccolte, in presa diretta, a margine del corteo, dalla viva voce di Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci, una delle associazioni che hanno promosso il corteo romano: “Ci fa piacere che Renzi venga alla manifestazione ma certo c’è da dire che noi, insieme all’Anpi, siamo quelli che hanno votato no al referendum costituzionale… ora lui scende in piazza con noi contro il fascismo. Bene, ma voglio dire: noi siamo stati fermi, coerenti. Forse lui si sposta a seconda dell’opportunità”.
In queste parole c’è tutto il senso/non senso dell’iniziativa antifascista di sabato, tanto generica nelle sue “ragioni” di fondo quanto gracile nella sua apparente forza unitaria. E non solo perché le associazioni aderenti sono l’espressione di un ventaglio di sensibilità e di appartenenze politiche a dir poco eterogenee, nascoste dietro lo striscione “Mai più fascismo – Mai più razzismi”. Basta leggere l’appello sottoscritto dalle diverse associazioni per cogliere la gracilità programmatica dell’incontro.
Al di là della scontata “esortazione” repressiva (con la richiesta che “le organizzazioni neofasciste e neonaziste siano messe in condizione di non nuocere”) quando ci si appella ad un’altra visione della realtà, chiedendo una nuova stagione di giustizia sociale, a che cosa si fa riferimento ? Ed è veramente condivisa da tutti la chiosa sull’emigrazione vista – secondo certa vulgata “progressista” – come un irreversibile fenomeno, rispetto al quale “vanno create le condizioni per una piena integrazione sociale nel rispetto del dettato costituzionale”? Al di là dell’opportunismo di facciata – quale visione comune possono veramente avere – tanto per citare qualche sigla presente – il Pd e Liberi e Uguali, le Acli e il Partito Comunista Italiano, la Cisl e l’Altra Europa con Tsipras ?
In realtà ad emergere, nella varietà delle visioni politiche, è la disarticolazione di qualsiasi progetto unitario a sinistra, frutto non solo della stagione renziana quanto soprattutto del processo di disgregazione culturale di quel mondo, passato in pochi anni dall’ideologia comunista al peggiore conformismo globalista (con i corollari del liberismo e del relativismo). Unica continuità con il passato è l’arroganza di chi si considera, sigla per sigla, partito per partito, il portatore della “vera” anima della sinistra, particolarmente oggi, alla vigilia delle elezioni politiche, dove il confronto è sulle liste elettorali, a base proporzionale.
Il risultato si è visto in Piazza del Popolo, nell’immagine del segretario del Pd nascosto dietro il palco, per timore di contestazioni, e nella denuncia del suo opportunismo, simbolo di un antifascismo di copertura con cui nascondere le divisioni e le vergogne di un mondo politicamente al tramonto.
3 commenti su “L’antifascismo è una foglia di fico – di Mario Bozzi Sentieri”
L’antifascismo è l’unico collante che tiene insieme le varie anime della sinistra. Se togliamo il mito dell’antifascismo esse sono tutte discordi e messe insieme si troverebbero d’accordo soltanto per spartirsi gli ultimi scampoli della macchina dello Stato ancora da distribuire. Questa Italia ricorda tanto la Russia di Kerensky, facile boccone per vere forze determinate e compatte che però non esistono, per cui continuerà nella sua agonia come la Serenissima Repubblica Veneta del 1797. Allora c’era L’Austria dietro l’angolo pronta ad addentare il boccone, oggi c’è la Merkel pronta ad attestarsi sul Mediterraneo grazie alla normativa europea delle aste pubbliche aperte ai 27 paesi dell’Unione, tutti eguali quanto a diritti ma non come potenzialità di acquisto. Quanto ancora durerà l’agonia dell’Italia? Dipende da questa tornata elettorale. Non sprechiamo il voto ed anche se non c’è un leader assolutamente degno e affidabile, diamolo a colui che, se non altro, ce lo ha chiesto richiamandosi al Santo Rosario, l’unica nota non stonata di questa deprimente campagna…
Il fascismo era una dittatura ed è sparito 70 anni fa, adesso di quell’ideologia è rimasto solo il patriottismo, e tutti noi dovremmo essere patrioti.
La manifestazione antifascista di Roma è stata un fallimento perché non sono riusciti a riempire piazza del Popolo, fatto gravissimo questo per i comunisti.
Il popolo, in primo luogo i poveri, i proletari, i sottoproletari, i ceti meno abbienti hanno capito che Comunismo e Sinistre in genere sono alleati alla Grande Finanza. Non a caso, le guardie rosse di quest’ultima sono i centri sociali sempre pronti ad attaccare le Forze Nazionali e silenti invece quando le multinazionali – articolazioni della Grande Finanza – prendono a manganellate i lavoratori buttandoli da un giorno all’altro sulla strada. I meno abbienti hanno finalmente capito chi li difende e, per tale motivo, le Sinistre caviale e salmone ed in tutte le salse, sotto l’egida della Grande Finanza, abbaiano al pericolo fascista.