Il nemico è giunto, e noi stessi lo facciamo entrare – di Francesco Lamendola

Articolo pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia

di Francesco Lamendola

Il nemico è arrivato: sapevamo che sarebbe arrivato, prima o poi; o, almeno, lo sapevano tutte le generazioni che ci hanno preceduti: solo la nostra pare essersi scordata di una semplicissima verità:  chi non ama se stesso e non è disposto a battersi per difendere ciò che è e ciò che possiede, o almeno ciò che ha ricevuto in eredità dai suoi padri, evoca le forze che lo spazzeranno via: e così si è lasciata sorprendere completamente.
Le guardie dormivano; alcune hanno aperto le porte all’invasore: in parte perché lo hanno scambiato per amico, in parte perché avevano già deciso di tradire la città e abbandonarla nelle mani del primo venuto, tale è l’odio che hanno lasciato crescere nei loro cuori verso colei che è stata madre di tutti, e che, nel bene e nel male, ha fatto di noi quello che ora siamo, mentre senza di lei ora saremmo nulla, numeri, bestiame. Costoro, codesti traditori, non amano veramente il nemico, quanto detestano i propri concittadini e tutto ciò che la loro civiltà rappresenta: pur di veder distrutti gli uni e rasa al suolo l’altra, si sarebbero affrettati a spalancare le porte a chiunque, anche al più barbaro e crudele occupante.

Per preparare adeguatamente il terreno, questa razza di traditori ha seminato, per anni, per decenni, il veleno di un falso filantropismo e d’un ancor più falso umanitarismo; tanto che a forza di battere e ribattere, una menzogna dopo l’atra, un anno dopo l’altro, conquistando via via tutto l’establishment dell’informazione, quello scolastico e quello pseudo culturale, siamo arrivati al punto di aver contratto il morbo micidiale dell’auto-razzismo: un razzismo alla rovescia, che noi rivolgiamo contro noi stessi.
In qualunque contenzioso o in qualsiasi situazione veda coinvolti degli italiani o dei cattolici, con degli stranieri e dei non cattolici (luterani, giudei, islamici, ecc.), si parte dall’assunto aprioristico che le ragioni dei primi devono valere meno di quelle dei secondi; che i torti e i danni e le beffe subiti dai primi sono immaginari, o, tutt’al più, decisamente trascurabili, mentre quelli patiti dei secondi sono delle forme di sopraffazione, d’ingiustizia, di vera e propria malvagità a sfondo razzista; che gli italiani, specialmente se cattolici, non si saranno mai scusati a sufficienza per tutte le colpe innominabili e per i crimini veri e propri che hanno inflitto, nella loro inescusabile protervia e nel loro spirito di prevaricazione, all’universo mondo: e che, pertanto, devono gettarsi in ginocchio, con il capo cosparso di cenere, e chiedere umilmente perdono agli ebrei per la Shoah, agli islamici per le “stragi del mare”, le quali, notoriamente, sono colpa loro (e, prima ancora, per le atrocità del nostro colonialismo, per non parlare del neocolonialismo economico e finanziario; e, più indietro ancora, delle Crociate), ai protestanti per la notte di san Bartolomeo e per il sacro macello della Valtellina, ma anche per la scomunica di Lutero e per la scarsa misericordia mostrata dai padri del Concilio tridentino, ovviamente senza scordare le vittime dell’Inquisizione.

La Chiesa, da parte sua, deve chiedere scusa per i preti pedofili, per i vescovi tradizionalisti, per i missionari che hanno fatto violenza alle culture indigene, nonché per gli infami Patti Lateranensi con il bieco dittatore Benito Mussolini, e anche per i cappellani militari che hanno avuto la sfrontatezza di benedire le bandiere (forse con l’eccezione di quelli che si sono schierati con i partigiani e si sono macchiati le mani con il sangue dei fratelli nella guerra civile, ma tanto era sangue fascista; e non certo per quelli che hanno consumato l’estrema infamia di restar fedeli alla Repubblica Sociale, pessimi soggetti i quali, da soli, bastano e avanzano a gettare immensi strati di fango sulla onorabilità della Chiesa stessa, in saecula saeculorum).

Per fare ammenda di tutto questo, ora gli italiani sono esortati, incitati, precettati e sequestrati affinché forniscano tutta l’accoglienza e l’assistenza possibili a orde strabocchevoli di africani ed asiatici, quasi tutti di fede islamica, più o meno fanaticamente professata; e ricevono l’ordine di non fiatare, di non lamentarsi, di non protestare davanti a nessuno sconcio, fosse pure la rapina in casa, le percosse ai vecchi genitori e lo stupro delle proprie figlie, pena esser biasimati e apostrofati come razzisti e come cattivi cristiani. 
Devono spalancare le loro case, cedere la sovranità sui quartieri, sulle stazioni ferroviarie, consegnarli a spacciatori e prostitute/i africani, devono farli entrare nelle chiese, se occorre anche farveli dormire, allestire loro il pranzo nelle basiliche, invitarli alla santa Messa, specialmente all’indomani dello sgozzamento dei preti cattolici, mentre sono frequentissimi gli atti sacrileghi contro crocifissi e altri simboli religiosi; devono far sparire i simboli cristiani dalle cappelle e rimpiazzarli con quelli islamici, a cominciare dal Corano e dal tappeto di preghiera; devono allestire dei presepi popolati da pastori islamici, e con il canto del muezzin per sottofondo; devono indossare la kippah, baciare il Corano, rivalutare le 95 Tesi di Lutero e  prendere esempio, in ciò, dal falso papa Bergoglio e dai suoi falsi vescovi e cardinali.

Insomma, gli italiani devono fare per questi sedicenti profughi, e reali invasori, tutto ciò che non si sono neppur sognati di fare quando i profughi erano i loro fratelli della Venezia Giulia, in fuga dagli orrori delle foibe, attuati dalle belve comuniste iugoslave, con la complicità del compagno Togliatti e degli altri leader della sinistra nostrana. Allora quei poveretti, 350.000 persone circa, vennero accolti con sputi e insulti, o, nel migliore dei casi, con malcelato disprezzo o sovrana indifferenza.
Altro che aprir loro le chiese e le case private, altro che sistemarli in albergo: baracche di legno senza riscaldamento e un piatto di cattiva minestra al giorno, un po’ di paglia per giaciglio, in terra, come le bestie, e nient’altro: quasi fossero stati dei lebbrosi, o peggio, quasi fossero stati dei pericolosi criminali. E avevano subito, loro sì, a pochi passi dagli altri italiani, un calvario inenarrabile, per la sola ed unica colpa di essere italiani: non facevano finta di essere perseguitati perché omosessuali, o per altre ragioni del genere; e non chiedevano accoglienza per delinquere, ma per rifarsi una vita e cercar di lasciarsi dietro le spalle le atrocità che avevano subito o che avevano visto perpetrare ai danni dei loro congiunti.
Ma allora i preti si sinistra, muti; gli intellettuali progressisti, più muti di loro; i partiti di sinistra, invece, li chiamavano banditi giuliani, ironizzando sul gioco di parole col bandito siciliano Salvatore Giuliano: ed erano vecchi, donne e bambini terrorizzati, non baldi giovanotti pieni di ormoni, come questi nigeriani e ghanesi e senegalesi che sbarcano sulle nostre coste con l’aria dei conquistatori, e dopo ventiquattr’ore già cominciano a inscenare proteste e manifestazioni perché l’accoglienza non è all’altezza delle loro aspettative, e dopo quarantott’ore cominciano sciamare nelle città, a spacciare droga, delinquere e assediare gli onesti cittadini.
E se qualcuno domanda perché gli italiani sono tenuti a tale accoglienza all’ingrosso, perché hanno il dovere di farsi in quattro e sobbarcarsi qualsiasi disagio per quella gente, che fa irruzione nel nostro Paese illegalmente, e che pretende di restarci comunque vada a finire con le richieste di rifugiati, non ricevono neppure una risposta, ma solo sguardi carichi di stupore, smorfie di disprezzo, labbra contratte nella mimica di chi prova disgusto di fronte a tanta insensibilità, a un così smaccato egoismo e un siffatto cuore di pietra.

I fatti di Macerata, in questi ultimi giorni, hanno fornito la prova provata di questa situazione paradossale, assurda, inverosimile: di questo razzismo alla rovescia, di questo auto-razzismo degli italiani contro se stessi. Lacrime e frasi indignate contro l’autore della sparatoria, sgomenta esecrazione (per l’ennesima volta) del fascismo che ritorna: scrittori come Saviano e monsignori come Galantino che agitano gli spettri del passato e si stracciano le vesti davanti a tanta malvagità; e ministri della Repubblica che si recano a visitare le vittime straniere, manifestando solidarietà, cordoglio, costernazione, vergogna e promesse di punizioni esemplari.
Per la mamma della povera ragazza, il cui corpo è stato trovato a pezzi dentro due valigie, non si è scomodato nessuno, non si è indignato nessuno, non ha pianto nessuno: in fondo era una tossica, una sbandata. E poi era bianca: vuoi mettere!
Per la sua famiglia, nessun ministro si è incomodato, nessun intellettuale ha avuto parole di solidarietà, nessun politico progressista ha trovato qualcosa da dire, o un fiore da mandare: niente, silenzio totale.
Bisogna capirli, poveretti, con tutto il daffare che hanno: star dietro alle vittime del razzismo, promuovere la legge sullo ius solirivendicare ulteriori diritti per i gay discriminati, e, naturalmente, da parte dei preti di sinistra, il matrimonio in chiesa per lesbiche e sodomiti: queste sono le loro priorità, che li tengono occupati a tutte le ore. Bisogna capirli, anzi, bisogna ringraziarli: si stano affaticando per trasformare l’Italia in un Paese migliore, più moderno, più accogliente, più civile.
La civiltà di un Paese si giudica da come le minoranze esercitano la dittatura del rancore, del ricatto e del senso di colpa sulla maggioranza: e l’Italia è ormai in buona posizione. Ma non lo è abbastanza, e quindi, come dice la signora Bonino, bisogna che ci sia più Europa, perché solo allora i diritti delle minoranze saranno realmente rispettati.

Ed ecco la situazione attuale: il nemico è arrivato, e noi lo stiamo facendo entrare. Tempo un paio di generazioni, e gli italiani non ci saranno piùl’Italia non ci sarà più, la sua millenaria civiltà sarà cosa del passato: ci saranno le moschee, gli islamici che pregano verso la Mecca, le donne con il velo, e la cantilena del muezzin sui minareti; allora le nostre signore Boldrini e i nostri monsignori Paglia saranno finalmente contenti, avranno realizzato la meta dei loro sogni. Peccato che loro non ci saranno: ci saranno i loro figli e nipoti: e le conseguenze dell’invasione e della sostituzione dei popoli, il conquistato e il conquistatore, non se le beccheranno loro, ma le vivranno le generazioni incolpevoli: quelle il cui destino è stato ipotecato dai nostri cari progressisti, filantropi e buonisti (con gli stranieri), e che già ora son costrette ad andarsene all’estero per trovare una professione all’altezza dei loro studi.

I nostri giovani se ne vanno, perché un ottuagenario come Berlusconi possa restare e decidere ancora le sorti della Patria (svendendone anticipatamente gli interessi, nazionali ai poteri forti dell’Unione Europea, gli stessi che nel 2011 organizzarono la sua caduta); e intanto bambini ne nascono sempre di meno, in compenso gli aborti si contano a decine di migliaia e aumenta a vista d’occhio l’acquisto di cani e gatti per tener compagnia alle giovani coppie desiderose di vedersi attorno un po’ di movimento, ma senza troppo impegno e senza sacrifici terrificanti, come quello di alzarsi la notte per cambiare il pannolino del bebè.
Aumentano pure le unioni e i cosiddetti matrimoni omosessuali, e anche le richieste di adozioni di bambini da parte di questo tipo di coppie, a riprova del fatto che l’amore non conosce ostacoli e che le famiglie arcobaleno finiranno per cacciare anche nella testa dei più retrogradi la giusta convinzione che è ora di finirla con questa inciviltà della famiglia tradizionale, formata da un uomo e una donna: che sono mai questi oscurantismi, queste assurde prevenzioni?

Qualcuno si sarà scandalizzato, fin dall’inizio della presente riflessione, perché abbiamo adoperato la parola nemico. Lo abbiamo fatto a ragion veduta, e non per un impulso polemico o per qualche soprassalto emotivo. Sarebbe bello se al mondo ci fossero soltanto amici; ma non è così, ci sono anche i nemici, e non tenerne conto o fingere di non saperlo, è peggio che incoscienza, è un crimine, perché espone al pericolo tutti quanti.
Non vogliamo dire che i cosiddetti migranti, come singole persone, siano dei nemici: ma lo sono nel loro insieme, e anche al di là delle loro intenzioni, perché la loro invasione, camuffata da emergenza umanitaria, è stata pianificata dall’alto, da poteri nascosti che si servono di loro e li mandano allo sbaraglio, salvo poi scaricare sulle nostre spalle il senso di colpa se un barcone carico di poveracci affonda, come se la responsabilità fosse nostra. Ma quei poteri occulti hanno bisogno delle “stragi del mare”, appunto per indebolire e annullare ogni nostra velleitaria difesa, facendoci sentire egoisti e cattivi. 

E non vogliamo dire che i singoli luterani, come persone, sono dei nemici, ma che la loro dottrina è nemica della nostra, perché ne è la diabolica contraffazione, e quindi se noi ci protestantizziamo, distruggiamo la nostra fede cattolica e restiamo orfani di Dio: perché, a differenza di quel che dice il falso papa, per un cattolico non è affatto vero che ciascuna religione si equivale, c’è una bella differenza tra aver fede nel vero Dio e adorare, invece, gli dei falsi e bugiardi, come li chiamava Dante. E così via.

Questi “diversi” non sono dei nemici, in linea di massima, a livello intenzionale (a parte i terroristi islamici, che lo sono, eccome; anche se il falso papa non vuole nemmeno che li si chiami a questo modo); ma diventano tali, per la forza stessa delle cose, diciamo pure dei numeri, se noi consegniamo loro il nostro Paese e se facciamo nostra la loro fede e la loro cultura, che non ci appartengono per niente.

Noi abbiamo tutto il diritto di restare quello che siamo: italiani di tradizione cattolica; non c’è niente di sbagliato in questo, niente di cattivo; a sbagliare sono i vescovi come Perego, il quale si permette di dire che il nostro futuro è il meticciato. Essi, da vescovi, non hanno alcun diritto di dire cose simili; né i preti, in quanto tali, hanno alcun diritto di esigere da noi che collaboriamo al suicidio della nostra identità e della nostra civiltà. Non rientra nei precetti del Vangelo, non è uno dei Dieci Comandamenti: è, semmai, il neovangelo della neochiesa: gnostica, massonica, relativista.

È tempo di diventare adulti, lasciar perdere le fantasie buoniste e capire che la vita è una lotta che non fa sconti ai vili e agli imbecilli. E che il peggior nemico è dentro di noi: ed è l’odio rabbioso che nutriamo per noi stessi…

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fonte: UnaVox

25 commenti su “Il nemico è giunto, e noi stessi lo facciamo entrare – di Francesco Lamendola”

  1. Gente come Fontana ha da ora firmato la sua condanna innanzi al Signore. I soliti quattro servi sciocchi che lo seguono sono ricolmi solo di odio e amarezza verso dei fratelli. Ha firmato a monte la sua condanna a morte.

  2. Graziano Salvadè

    …condivido tutto tranne un qualcosa che nell’articolo appare sostanziale. ..Perché definire Francesco un falso Papa?Siamo sicuri che Dio è contento se lo si definisce così? Non si esagera eccessivamente nel sottolinearne eventuali difetti sui quali si può discutere ma ce ne passa dallo squalificarlo così come appare nell’articolo…

    1. Hai ragione a contestare quell’attributo di “falso”, con riferimento a Bergoglio.
      Quello è “vero” Papa… ma della SUA chiesa e non, certo, della mia Chiesa: Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana.

    2. Le ragioni per dire che Bergoglio è un falso papa sono così palesi per un cattolico … Il prof. Lamendola ha 100% ragione. Ci fossero più persone come lui. Grazie professore.

  3. Complimenti! Sottoscrivo ogni singola parola da lei scritta. Un’analisi perfetta. Esprime la rabbia di molti, molti italiani. Ma cosa aspettiamo a difendere la nostra civiltà, la nostra Religione, la nostra Patria?

  4. Magnifico articolo e con verità innegabili.
    A proposito di sostituzione, conosco un paesino che potrebbe essere preso come campione per capire la sorte che toccherà all’Italia intera un paesino di qualche centinaio di anime, ricchissimo di vecchi e poverissimo di giovani, tanto meno di famiglie giovani che in teoria potrebbero ripopolarlo. E che ti fa l’amministrazione comunale? Lo riempie di immigrati, li distribuisce ovunque, nelle ex scuole diventate casa di accoglienza, nelle case rimaste sfitte per mancanza di popolazione, nelle strutture turistiche che si prestano ben felici al pensiero della pacchia che arriverà. Risultato: una bella e buona sostituzione, con soddisfazione di chi dal pulpito la domenica e tutte le feste comandate si sfiata a dire quanto sia cosa buona e giusta e da veri cristiani questo “condividere il pane” col profugo che è tale come fu profuga la Sacra Famiglia (bufala stratosferica trasformata in realtà sacrosanta uscendo dalle sacre stanze). E questo sarebbe amore di noi stessi? È proprio vero: il nemico è giunto e noi stessi lo facciamo entrare. Troia non ha insegnato nulla.

  5. Io spero che le elezioni diano l’esito che molti Italiani stufi di tutto ciò si aspettano, e poi che il prossimo governo; il quale non mi dispiacerebbe che fosse veramente di destra, regolasse anche i conti con questa falsa chiesa con il falso papa.

    1. Ben detto, Stefano, concordo in pieno : questa falsa Chiesa, guidata da questo falso papa (potremmo accusarlo anche di circonvenzione di incapaci, dato che i cd fedeli sono ormai stati rincitrulliti da oltre mezzo secolo di menzogne e falsità del clero modernista) debbono essere combattuti e sconfitti, dato che sono il braccio clericale del potere massonico che attualmente manovra l’Occidente (le 2 bestie dell’Apocalisse, come ha rivelato la Madonna a don Stefano Gobbi, affermando che la prima è la massoneria politica, mentre la seconda è la massoneria ecclesiastica, attualmente al potere nella Chiesa, della quale sta occupando tutte le sedi).

        1. Sono assolutamente d’accordo, dobbiamo fare in modo che che vengano purgati sia il pd che fi, che sono le due facce della stessa medaglia massonica.

  6. Encomiabile il lavoro del prof. Lamendola, che instancabilmente e quotidianamente mette la classe dirigente (soprattutto quella ecclesiastica) di fronte alle sue tragiche responsabilità per lo sfacelo attuale, ed aiuta noi Cattolici a rimanere tali a dispetto di tutto e tutti. Che Dio Lo benedica.

  7. Preghiamo Dio che ispiri gli italiani a votare “bene” e conceda la vittoria allo schieramento di centrodestra; questa è l’ultima possibilità che l’Italia ha per cercare di risollevarsi…..se vanno male le elezioni e vince di nuovo la sinistra o i 5 stelle, sprofondiamo definitivamente nel baratro e non ci risolleviamo mai più, avviandoci all’estinzione sia come popolo che come Nazione. Ci pensino bene coloro che (nell’area del centrodestra) non vogliono andare a votare….si assumono la responsabilità di lasciare l’Italia definitivamente nei pasticci! Votare non è solo un diritto ma anche un dovere civico, soprattutto in quest’ora veramente grave che stiamo attraversando (ci meditino gli astensionisti che credono in Dio; dovranno rispondere dei loro atti nei confronti della patria oppressa).

    1. Caro Camerata, ho già detto più di una volta che non sarei andata a votare, così nauseata come sono dei voltafaccia e delle prone obbedienze all’ultrapotere che gestisce tutto, ma mi sono ricreduta, specialmente dopo i fatti di Macerata e dopo aver visto ieri sera Boldrini dalla Gruber che le faceva da “spalla”. Andrò a votare e benché non mi dispiaccia Salvini, voterò per la Meloni che è sempre rimasta fedele alle sue idee (almeno finora).
      Ma mai confidare negli uomini. È per questo che, come sostiene Paolo Deotto, in un momento così difficile, bisogna soprattutto raccomandarsi a Chi ci guarda da lassù.

        1. Albino Mettifogo

          Vorrei poterle credere Camerata. Purtroppo ho dovuto prendere atto che la democrazia é solo uno specchietto per le allodole. Il vero potere non é nelle mani del popolo, ma di qualcun altro, come peraltro brillantemente ribadito in questo e in tanti altri siti cattolici. Anche se vincesse il centrodestra (cosa che, peraltro, mi auguro), non potrebbe fare nulla per cambiare le cose. Se avessimo politici coraggiosi come Orban o Putin, persone che hanno il coraggio di dire apertamente pane al pane e vino al vino, allora forse potrei pensarci seriamente; ma nel centrodestra attuale non ne vedo. In altro post ho scritto che solo Salvini ogni tanto osa scoperchiare il vaso di Pandora, anche se con prudenza. Una prudenza dettata forse dalla paura di non fare la brutta fine di tanti altri che si sono messi contro questo sistema (strani incidenti, finti suicidi, ecc.). Per il momento resto dell’ idea di astenermi. Ma non si può mai sapere. Mancano ancora due settimane al voto, e potrebbe anche accadere qualcosa da convincere perfino me a recarmi alle urne. Cordialmente,
          Albino

  8. Dipende se ci meritiamo un buon governo. a parte che se per miracolo venisse su qualche politico di buon senso, non so se lo lascierebbero lavorare, sono ormai anni che l’Italia ha perso la sovranità. Però bisogna pur sperare, quanto meno sappiamo che tutto dipende da Dio, sia la risoluzione delle cose che il castigo protratto, ci è chiesto comunque di agire come se tutto dipendesse da noi. perciò preghiamo e facciamo il nostro dovere, sperando, sperando, sperando in Colui che tutto può.

    1. Tutti a votare, quindi, almeno noi che vogliamo rimaner cattolici per il resto dei nostri giorni, ed a votare per il centrodestra, se abbiamo a cuore il destino dei nostri figli e nipoti (data la nostra non più verde età), altrimenti a questi poveri bambini faranno le sevizie psicologiche, e forse anche fisiche, porteranno avanti tutta una serie di nefandezze spacciandole per diritti inviolabili, trasformando la nostra bella Italia in una bolgia infernale.

  9. Spero anch’io in queste elezioni ma non mi faccio troppe illusioni. Anzi le illusioni sono proprio poche. E la realtà è piuttosto dura. Se anche andassero secondo i nostri desideri non credo che il nuovo governo riuscirà a fare molte cose: siamo troppo compromessi con l’Europa e gli scenari che intravedo sono davvero inquietanti. Confidiamo in Dio.

  10. Questi nemici (corretto chiamarli così: tali sono; anzitutto quelli nostrani, che abbiamo in casa, nemici ideologici) partono dall’idea che prima sia necessario distruggere il mondo attuale (europeo, cristiano), per poi edificare sulle sue ceneri il Nuovo Mondo, quello del “sol dell’avvenire”. Siamo destinati a vedere realizzarsi solo la prima parte della previsione. Il nostro vecchio mondo corre sì a precipizio verso l’autodisintegrazione. Ma il futuro che lasciamo ai nostri figli non è nessun “sol dell’avvenire”: è solo guerra civile; è l’Italia ridotta a una Beirut anni 80, a una Siria 2018.

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