di Margaret C. Galitzin
Articolo pubblicato sul sito Tradition in action
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La città costiera di Iquique, nel nord del Cile, era ben preparata per la Messa papale che Francesco avrebbe dovuto celebrare il 18 gennaio 2018, l’ultima Messa pubblica della sua visita di 3 giorni in questo paese. La zona predisposta sulla spiaggia di Lobito poteva accogliere 380.000 persone e gli organizzatori speravano che sarebbe stata sufficiente per contenere le folle attese.
Lo spazio si è dimostrato essere più che sufficiente in maniera addirittura imbarazzante, come si può vedere dalla foto qui in basso, che dimostra che nemmeno un sesto dei posti riservati è stato occupato. Le stime contano il pubblico tra 75.000 e 90.000. Persino le sedie dello stand riservato ai musicisti e ai cantanti erano vuote, a significare che le assenze erano un chiaro segno di disapprovazione.
Questa piccola città mineraria di 200.000 abitanti è conosciuta per la celebrazione della Festa della Tirana in onore di Nostra Signora del Monte Carmelo, che richiama ogni anno 250.000 persone provenienti dalla zona. Tuttavia, per l’ultima Messa di Francesco in Cile, questi fedeli fortemente devoti alla Madonna semplicemente non si sono fatti vedere.
Francesco prende la difesa di un vescovo pro-pedofilo
Si possono ipotizzare molte ragioni per le quali i cattolici cileni fossero arrabbiati col “Papa della misericordia”; ma in ogni caso, in questa visita, invece di mostrare misericordia per le vittime di un famigerato prete pedofilo condannato, don Fernando Karadina, Papa Bergoglio si è schierato dalla parte di Mons. Juan Barros, uno dei tre vescovi accusati di aver coperto Karadina.
La questione era molto sentita in Cile e invece di spegnere l’incendio, Francesco ha gettato benzina sul fuoco.
In breve, ecco la storia. Le vittime di Karadina avevano denunciato le sue violenze sessuali alle autorità della Chiesa già nel 2002, ma il Vaticano si era deciso ad avviare un’indagine solo nel 2010, quando la cosa era diventata pubblica. Karadina venne giudicato colpevole di aver abusato sessualmente di adolescenti e gli fu imposto di condurre una “vita di preghiera e penitenza”.
Nel 2015, Francesco gettò del sale su quella ferita ancora bruciante, quando nominò Juan Barros, un dei protettori di Karadina, vescovo di Osorno. A quanto riferito, Barros sapeva degli abusi e venne accusato perfino di avervi assistito. La sua nomina indignò la gente, divise la diocesi e screditò ulteriormente il Vaticano.
Così, quando un giornalista cileno interrogò Francesco sulla nomina di Barros, la sua risposta fu brusca e irritata e perfino scioccante: “Non c’è un briciolo di prova contro di lui, è tutta una calunnia. È chiaro?”
Questa difesa di Barros – quando in realtà c’è la testimonianza delle vittime che è molto più di un briciolo di prova – ha sollevato reazioni indignate in tutto il mondo. Così tante che Francesco ha recentemente fatto un maldestro tentativo per scusarsi, il che non sembra aver convinto nessuno. Egli continua a sostenere il controverso vescovo Barros; e persino il più vicino alleato del Papa, il card. Sean O’Malley di Boston, ha criticato il suo commento.
Ciò che Francesco ha offerto al popolo cileno è stata la prova della sua parzialità, della sua mancanza di preoccupazione per i crimini di pedofilia e per i Prelati che li coprono. Cosa che certo non ha incrementato la sua popolarità in questo paese.
L’appello per i migranti
Un secondo argomento controverso che il Papa ha trattato più di una volta nel suo viaggio cileno è stato la richiesta di “accogliere gli immigrati”.
Di fronte a un’ondata di stranieri – solo lo scorso anno sono entrati nel paese 105.000 haitiani e oltre 100.000 venezuelani – molti cileni sono sconvolti dal crescendo del fenomeno, considerano la fonte della crescente criminalità.
Come in tanti paesi europei e negli Stati Uniti, il costante incoraggiamento di Francesco della migrazione musulmana è sempre più irritante. E anche in questo caso le sue ripetute dichiarazioni sull’argomento non hanno certo contribuito ad accrescere la sua popolarità.
Un matrimonio volante tipo “Las Vegas”
Per ultimo, abbiamo il “matrimonio” estemporaneo e molto poco ortodosso che Francesco ha confezionato per due assistenti di volo a bordo dell’aereo papale in rotta verso Iquique. La notizia della sua “risposta pastorale” in un primo momento riferiva che egli aveva consumato quella “cerimonia” senza la preparazione al matrimonio, senza le confessioni della coppia convivente, ed anche senza la richiesta dei certificati di battesimo. Niente di diverso da uno di quei matrimoni che si celebrano a Las Vegas, dove l’unico requisito richiesto è la presenza della coppia.
L’accaduto si rivela essere molto appropriato per un Papa che si è rivolto a un congresso pastorale sulla famiglia a Roma, affermando che la “grande maggioranza dei matrimoni cattolici è nulla” e alcune coppie conviventi vivono un “vero matrimonio” in forza del loro amore e della loro fedeltà.
In ogni caso, più tardi, la stampa vaticana è intervenuta per cercare di placare la reazione conservatrice contro quest’atto: “In realtà, non è stato così spontaneo. La coppia era stata preparata, sono stati forniti i certificati di Battesimo, ecc.”
Ma la credibilità del Vaticano di oggi è così bassa che molte persone mantengono dei dubbi sulla verità di queste dichiarazioni riparatrici.
Preti pedofili e insabbiamenti, immigrazione, errori dottrinali e morali: questo Papa sta ricevendo voti bassi su tutto, con la conseguenza che ne soffre la credibilità papale.
Il malcontento tra i fedeli va crescendo e quello che si delinea è uno strano scenario in cui nessuno sa cosa farà o dirà prossimamente Francesco.
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18 commenti su “Il Cile mostra il malcontento verso il Papa – di Margaret C. Galitzin”
E’ semplicemente inadeguato al suo ruolo, purtroppo! Mi chiedo che tipo di informazioni avessero coloro che lo hanno eletto e soprattutto coloro che lo hanno proposto e sostenuto. Sapevano o non sapevano?
Non e’ inadeguato ma incompatibile. Papa Celestino V, puo definirsi inadeguato, l’eretico argentino non puo essere papa in nessun caso.
Il Cardinal George di Chicago , poco prima di morire , dichiaro’ che almeno 10 dei cardinali statunitensi avevano votato Bergoglio senza sapere assolutamente nulla di lui .
Io credo che un cardinale che vota in questo modo, (ignorando chi vota intendo), non e’ degno di indossare la poprpora essendo un soggetto privo di prudenza, di senso di responsabilita’ e di capacita’ di discernkmento.
Se anche Bergoglio fosse stato eletto a causa della ignoranza crassa di molti cardinali cio non costituisce esimente ma aggravante della colpa di quel conclave
dubbio e scellerato, perche qui trattasi di ignoranza colpevole.
Direi non “che ne soffre la credibilità papale”, ma che ne soffre la credibilità di Bergoglio.
Purtroppo devo dirle cara Tonietta, che è proprio il papato che ne sta risentendo e con esso tutta la Chiesa. Mi dispiace vedere che persone a me care, quando c’era Benedetto XVI stavano facendo dei progressi nel riavvicinarsi alla fede e ora invece si sono allontanati nuovamente.
Ci sono voluti quasi cinque anni ma la rapidità con cui il Grande Apostata si sta pubblicamente screditando (il pudore non mi consente di usare un altro verbo) è la nostra migliore consolazione. Ciò non esclude, purtroppo, l’oscurità dell’immediato futuro, con le tribolazioni che dovranno precedere il finale trionfo del Bene preannunciato dalla Santa Vergine.
Bene. Che falsopapa Bergoglio inizi a fare terra bruciata intorno a sé. A forza di sovraccaricare la fune, questa si spezza. Predicare una dottrina atta ad avvallare l’immoralità, al solo scopo di ottenere consensi popolari e nel contempo procedere con un programma massonico, può funzionare per un po’. Ma le vere intenzioni di costui iniziano a rivelarsi chiaramente, ed anche i più imbecilli, se non sono in mala fede, iniziano a capire che egli è un Soros bianco vestito. È proprio vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi…
Quousque tandem abutere, Bergolie, patientia nostra!!!!
il papa troppa pastorale e poca dottrina.E’ bene che il santo padre, sull’aereo, preghi e non parli.
Caro @Roberto questa non è pastorale, questo è un teatrino blasfemo. La dottrina di Bergoglio non è affatto mancante è ben presente ma parimenti eretica.
Definire padre costui è già offensivo, definirlo santo è blasfemo.
Mai il papato è stato così oltraggiato prima.
Bergoglio non è un papa è un insulto al papato, uno scempio vivente.
Ma quale papa….. messo lì da un complotto della mafia di San Gallo di cui il card Daneels si è pure vantato e con l’appoggio di lobby USA per avviare la primavera vaticana. Lasciamolo perdere….. o meglio preghiamo che si ravveda
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/4582-il-nemico-della-nostra-fede
invito alla lettura del sempre ottimo Francesco Lamendola e basta con attribuire un titolo che non può reggere al signor Bergoglio.
Pensare , parlare e agire nei confronti del quale è lecito fare nella misura di quello che in realtà è ovvero nemico della Fede Cattolica.
Sia lodato Gesù Cristo.
Il saltimbanco ormai ha trasformato la credibilità della Chiesa in un barzellettiere. Se fossero un poco lungimiranti lo avrebbero già cacciato, invece la pletora
clericale pensa solo a crapulare e passa oggi che viene domani. Il ramo su cui erano seduti è ormai prossimo a rompersi.
calma, si è scusato, ha detto che non non è giusto dire “voglio prove”, mi bastano le “evidenze”… ( pajaz, com se le evidenze non nascessero dalle prove) E noi che doobiamo dire che qui abbiamo le prove evidenti che costui è un ipocrita buzzurro???
Ma perche’ le testimonianze dei vari abusati che sono se non prove? Cosa voleva il buzzurro? Un servizio fotografico a colori e magari qualche bel filmino
con audio degli abusi ? E’ come coi dubia, i cardinali dormienti vogliono le prove che il buzzurro non vuole rispondere, intanto non risponde e loro sonnecchiano.
Tanto valeva non scrivere neppure i dubia, era una figura di schifo in meno.
voleva partecipare anche lui…
penso alla infame guerra condotta dai cardinali, dai vescovi e dai preti progressisti (in sintonia inavvertita e/o demenziale con i massoni) contro il cardinale arcivescovo di Genova Giuseppe Siri, l’uomo di santa vita, che avrebbe fermato la corsa “ecclesiale” in direzione dell’abisso, se fosse stato eletto pontefice