Resto sorpreso e dispiaciuto per il commissariamento voluto dal Papa nei confronti dei Francescani dell’Immacolata, mentre sono edificato per il comunicato dell’istituto col quale si professa piena obbedienza al Santo Padre.
Sono certo che questo problema si risolverà presto e bene, data la notoria obbedienza al Papa dei Francescani dell’Immacolata.
La questione della Messa novus ordo o vetus ordo non è una questione dogmatica, dove nulla può mutare, ma disciplinare o pastorale, dove i Papi possono decidere a loro discrezione secondo le circostanze e le opportunità, mutare o mantenere. “Chi bolla sbolla”, dice il proverbio popolare. Non facciamo dei drammi eccessivi.
Stiamo attenti a non farne questioni di principio che vengono a creare delle divisioni artificiali e proprio a proposito della Messa dove dobbiamo essere tutti uniti in fedeltà al Vicario di Cristo. I Francescani dell’Immacolata, benché nella sofferenza, stanno dando un esempio di ciò.
Colgo tuttavia l’occasione per ricordare che nella Chiesa ci sono questioni ben più gravi e serie che devono attirare l’attenzione del Papa al fine di porre ad esse rimedio e purtroppo fino ad ora il Papa non ha dato nessun significativo segnale, se non vaghi accenni, riguardo ad esse.
Ma speriamo che ciò avvenga presto, data la loro estrema urgenza e visto che il Papa pare seriamente intenzionato alla riforma della Curia e a togliere i mali della Chiesa. Ma finché si troverà dei modernisti tra i piedi non riuscirà a far molto.
I gravi problemi da risolvere infatti – problemi che sono causati dagli stessi modernisti – non sono affatto la celebrazione o non celebrazione della Messa Tridentina, la quale anzi è testimonianza di alta devozione a Dio e fonte di copiosi frutti spirituali, ma sono innanzitutto la diffusione del modernismo in posti di comando della Chiesa, la tuttora mancata condanna degli errori di Rahner, le divisioni all’interno del collegio cardinalizio, la disobbedienza alle direttive della Chiesa da parte dei vescovi, dei teologi, dei moralisti, dei religiosi, dei seminari, degli istituti educativi della Chiesa ad ogni livello, la falsa interpretazione del Concilio Vaticano II, la necessità di una riforma della Congregazione per la Dottrina della fede, che assicuri la presenza di funzionari di specchiatissima ed integerrima fede cattolica, il reperimento di collaboratori del Papa veramente fedeli ed affidabili.
E’ qui che attendiamo Papa Francesco ancor più che in interventi quale quello concernente i Francescani dell’Immacolata, che in fin dei conti sono tra i suoi più fedeli, ferventi, sicuri, sapienti, zelanti, esemplari e sinceri collaboratori.
P. Giovanni Cavalcoli, OP
2 commenti su “IL CASO DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA. UN COMMENTO DI PADRE GIOVANNI CAVALCOLI”
Carissimo Padre Cavalcoli,
Non ci sentiamo da lungo tempo e questo Suo articolo mi era sfuggito, anche se, rileggendolo a quasi sedici mesi di distanza, risulta datato.
Infatti dopo il sinodo sulla famiglia, ma anche molto prima, il Vescovo di Roma dà ahinoi! più l’idea del ‘conducator’ dei modernisti che non del- l’attuatore di ciò che nella Chiesa sarebbe un sano cambiamento di prassi e non lo stravolgimento sincretistico della dottrina e della Sacra Tradizione.
Leggerei volentieri suoi articoli di ggiornamento alla Sua cui faccio riferimento, essendo ormai sotto gli occhi di tutti il marasma che divampa come un fuoco distruttore nel corpo Mistico di Nostro Signore.
Temo, fortemente infatti che, se non contrastate adeguatamente, le situazioni scismatiche verificatesi in molte antiche chiese, esse straripino, senza freni.
Sperando di leggerLa, presto, Le rinnovo i miei deferenti, filiali saluti.
Suo in Cristo, Normanno
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-leucarestia-il-peccato-e-la-coscienza-note-oltre-il-sinodo-14237.htm