Don Ennio Innocenti, illustre storico, filosofo e teologo, cappellano della “Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis”, ha appena pubblicato uno dei forse più importanti tra i quasi settanta volumi della sua lunga carriera di scrittore. Il libro, che ha per titolo «L’evoluzione della Curia romana fino a Papa Francesco», ci guida nella comprensione degli oltre duemila anni di storia della Chiesa
di Luciano Garibaldi
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Nel clima surriscaldato delle alte sfere cattoliche, è piombata una provvidenziale e importantissima opera che aiuta i credenti a capire che cosa sta accadendo a Roma, oltre le mura vaticane, e suggerisce meditate e quanto mai opportune riflessioni. Il riferimento è al libro di Don Ennio Innocenti «L’evoluzione della Curia romana fino a Papa Francesco», edito dalla “Sacra Fraternitas Aurigarum Uribis”, ente ecclesiastico legalmente riconosciuto (www.fraternitasaurigarum.it).
Il libro (190 pagine) si compone di cinque capitoli ed è arricchito da cinque fondamentali appendici. Per comprendere il momento storico che sta vivendo la Chiesa, è sufficiente rifarsi ad una importante intervista rilasciata nei giorni scorsi dal cardinale Gerhard Müller, già Prefetto della Congregazione per la dottrina delle fede, al giornalista Massimo Franco, del “Corriere della Sera”. Nell’intervista, Müller dichiara: «C’è un fronte dei gruppi tradizionalisti, così come dei progressisti, che vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa. Ma io non lo farò mai. Ho servito con amore la Chiesa per 40 anni da prete, per 16 anni da cattedratico della teologia dogmatica, e per 10 anni da vescovo diocesano. Credo nell’unità della Chiesa e non concedo a nessuno di strumentalizzare le mie esperienze negative degli ultimi mesi. Le autorità della Chiesa, però, devono ascoltare chi ha delle domande serie o dei reclami giusti; non ignorarlo, o, peggio, umiliarlo. Altrimenti, senza volerlo, può aumentare il rischio di una lenta separazione che potrebbe sfociare in uno scisma di una parte del mondo cattolico, disorientato e deluso. Lo scisma protestante di Martin Lutero di 500 anni fa dovrebbe insegnarci soprattutto quali sbagli evitare».
Questo, dunque, il quadro nel quale si inserisce il nuovo libro di don Ennio Innocenti, già noto a vario titolo per una settantina di volumi (alcuni dei quali hanno avuto più di dieci edizioni), che qui si cimenta in una impresa che è, insieme, di storico, di teologo e di politico: impresa che ben pochi sarebbero in grado di affrontare, ma che tutti possono ora facilmente apprezzare.
La prima parte è storica e abbraccia diciannove secoli, mostrando gli inizi dell’organizzazione della Chiesa romana fin dal secondo secolo, e accompagnando tutti i suoi adattamenti fino al presente. La profonda cultura e l’erudizione dell’Autore gli consentono di affrontare con schietta spregiudicatezza le numerose svolte storiche verificatesi in duemila anni in campo sia pastorale sia politico, e di tracciare con assoluta correttezza i profili dei più di 260 Papi che sono stati al timone di questa formidabile macchina di comando che è la Curia romana.
La seconda parte dell’opera di Don Innocenti, oltre che storica, è anche teologica, soprattutto ecclesiologica, perché è concentrata sulla riforma della Curia voluta dal Concilio Vaticano II e da Paolo VI secondo criteri organici di collegialità, cui si è aggiunta una correzione voluta da Papa Giovanni Paolo II, impostata a criteri di sussidiarietà.
La terza parte dell’approfondita disamina è più divulgativa e più facilmente comprensibile da chi è abituato a leggere i giornali e riguarda la riforma in corso, non conclusa, con note critiche di vivida attualità. A questa terza parte si aggiungono cinque appendici molto attuali e assolutamente da leggere per chi vuole sapere come stando andando le cose sotto il cupolone. Tali pagine sono anche di notevole spessore politico, perché l’Autore affonda il suo sguardo, oltre che nella Curia e nello Stato Vaticano (SCV), anche nello IOR, svelandone il meccanismo che ha sollevato tante critiche.
Il libro si conclude con la rappresentazione di una serie di organigrammi strutturali che aiutano a capire l’intera, complessa organizzazione che fa capo al Pontefice e al suo principale collaboratore ecclesiale e politico: il Segretario di Stato.
Ad avviso di chi scrive, traspare da queste pagine la critica dell’Autore alla scarsa sinodalità della Chiesa Romana, critica peraltro manifestata in più occasioni anche dai teologi ortodossi. Tutta da meditare la conclusione del libro. Ecco le parole di Don Innocenti: «Abbiamo più di duemila anni, sono passati più di 260 Papi. L’organizzazione ecclesiale dovrà sempre autorigenerarsi nelle sue carnali forme umane. Dopo Papa Francesco, qualcun altro tenterà, con teologica consapevolezza, di far meglio, specialmente dopo che si sarà realizzata la profezia di Fatima del 13 luglio 1917 che vede il Papa ucciso in un quadro barbarico e bellico, e in una città semidistrutta». Parole che richiamano l’inizio dell’autopresentazione: «Questo libro apparirà intempestivo, ma io ho compiuto 85 anni e non ho più tanto tempo davanti. Lo destino soprattutto ai seminaristi, per aprir loro le giuste piste di ricerca attraverso le quali si faranno un giudizio più completo».
Pienamente condivisibile il commento al libro di Don Innocenti formulato, nella sua recensione, dalla teologa Teresa Serano, commento che qui mi permetto di riprodurre, dopo averlo fatto mio: «Questo libro insegna che bisogna sapere astenersi da un giudizio affrettato, o dall’assumere due atteggiamenti opposti: l’idolatria papale, e la condanna “a prescindere” del Papa con il conseguente disprezzo per la sua figura. Il Papa – suggerisce Don Innocenti tra le righe – è una figura voluta da Cristo e non coincide con Papa Francesco, così come la carica di Presidente della Repubblica non coincide con Mattarella. Infatti, dice l’Autore, di Papi ce ne sono stati più di 260, tutti uomini con pregi e difetti, ma non per questo la Chiesa è venuta meno. Rimane forse sempre aperta la domanda davanti ai tanti mali che colpiscono la Chiesa oggi: la responsabilità è della Curia romana che non rende un buon servizio al Pontefice, o è lo stesso Pontefice che, non avendo fiducia negli uomini di Curia, cerca di fare da sé scegliendo personalmente i suoi consiglieri, magari non proprio tutti adatti? Il libro di Don Innocenti non da’ una risposta, perché è impossibile darla; comunque, consola il fatto che leggendo il libro si comprende come i problemi gestionali curiali siano comuni a tutta la storia della Chiesa, anche all’epoca dei Papi Santi. Pertanto, coloro che conoscono la Storia, come Don Innocenti, non vacillano davanti ai problemi di oggi, ma osservano i fatti con uno sguardo progressivo che li rende capaci di guardare al futuro. E questo libro ne è la testimonianza».