La presenza del male e del dolore nel mondo. Le risposte della Chiesa oggi e dei Padri.
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È veramente incredibile come oggi non si riesca più a leggere con occhi di Fede e occhi di ragione la Sacra Bibbia. Sia Antico che Nuovo Testamento subiscono una continua a aggressiva interpretazione, frutto di una mentalità profondamente secolarizzata, modernista, pervasa da studi teologici e accademici influenzati da dottrine illuministe e postilluministe, da una cultura materialista e orizzontale, annegata in acque stagnanti e maleodoranti. È veramente defatigante che la Chiesa di oggi non punti mai il dito sulla responsabilità dell’uomo, ma cerchi sempre di giustificare il male al di fuori del peccato dell’uomo, complicando a dismisura l’esistenza. È così che leggendo alcune risposte del Cardinale Robert Sarah rivolte a Nicolas Diat rimaniamo delusi e amareggiati. Nelle pagine del recente libro La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore (Cantagalli) ci sono passi bellissimi riguardanti il valore del silenzio, stato nel quale è possibile pregare e ascoltare Dio, a differenza del rumore che allontana dall’interiorità, distraendoci dalle realtà divine e imponendoci – oggi più che mai – di vivere fuori dall’anima. I rumori delle città, delle Tv, di Internet… alimentano passioni negative, emozioni squilibrate, irrispetto per la propria anima e per il proprio corpo, irrispetto per le anime e i corpi altrui. Tuttavia, quando il Cardinal Sarah si accosta, per esempio, al tema della presenza del male e del dolore nel mondo emergono considerazioni sconcertanti, non legate alla Tradizione della Chiesa, che rimandano all’impotenza esplicativa di Papa Francesco di fronte ad essi.
La Bibbia spiega perfettamente la presenza della sofferenza nel mondo. Ma la Chiesa odierna rifiuta quelle spiegazioni e nel cercarne altre non ne trova, ruzzolando nell’errore.
In La forza del silenzio si legge: «Per l’uomo di oggi, rispetto al tempo di Lutero e alla prospettiva classica della fede cristiana, le cose si sono in un certo senso capovolte, ovvero non è più l’uomo che crede di aver bisogno della giustificazione al cospetto di Dio, bensì egli è del parere che sia Dio che debba giustificarsi a motivo di tutte le cose orrende presenti nel mondo e di fronte alla miseria dell’essere umano, tutte cose che in ultima analisi dipenderebbero da lui» (Benedetto XVI, colloquio inedito con Jacques Servais, p. 171), allo stesso tempo si segue quella linea contemporanea che distacca il pensiero religioso dalla Sacra Bibbia, dai Padri della Chiesa, dal Magistero di sempre della Chiesa. Così, alla domanda: «Qual è il rapporto tra il silenzio e il male? Perché Dio è capace di restare in silenzio di fronte agli eventi dolorosi?», il Cardinal Sarah risponde: «Il male solleva una questione immensa, un enigma che è impossibile risolvere. Nessuno, in nessuna epoca della storia dell’umanità, è riuscito a dare una risposta soddisfacente al problema del male» (p. 171). ???. Ciò non è assolutamente vero!
Nella Chiesa e dunque nella cultura occidentale, fino a tutti gli anni Cinquanta, ossia prima del Concilio Vaticano II, dal Papa al più umile fedele, tutti sapevano benissimo perché il male e il dolore sono presenti nel mondo. E il loro vivere era molto più sereno, perché la Verità, come ci insegna Nostro Signore Gesù Cristo, rende liberi. Non solo erano più sereni, ma erano anche molto più forti e molto più coraggiosi di fronte alle catastrofi, alle carestie, alle pestilenze, alle guerre, alle malattie, alle fatiche quotidiane… Prendevano seriamente la vita perché sapevano che venire sulla terra è un esilio (l’esilio è sempre doloroso) da sfruttare al meglio per meritarsi il Paradiso. La Chiesa, pertanto, ha sempre risposto in maniera esaustiva alla presenza del male e del dolore. Non c’era bisogno di arrampicarsi sui vetri per trovare le spiegazioni: tutto è presente nella Bibbia e nella Tradizione.
Con franchezza, con misericordia per le anime e senza imbrogli e inganni afferma San Giovanni Crisostomo:
«Dio disse: “quando ti ho messo in questo mondo, volevo che tu vivessi senza dolori, fatiche, affanni e sudore; che godessi d’ogni felicità e non fossi soggetto alle necessità corporali, ma, alieno da tutte queste cose, ti trovassi, anzi, in una assoluta libertà. Però, dal momento che una condizione così sicura non ha ben fruttato per te, maledirò pertanto anche la terra, in maniera che, senza la semina e l’aratura, essa non produca, come prima, i suoi frutti. Ti procurerò, ad ogni modo, anche molti travagli, molestie, affanni, dolori e fatiche perpetue. Farò, anzi, in modo che nulla tu possa compiere senza sudori, affinché, attraverso cotali esperienze, tu sia costantemente ammaestrato ad agire con modestia e a conoscere a fondo la tua natura. Né ciò accadrà per un tempo limitato e breve, ma durerà per tutta la vita: infatti col sudore del tuo volto mangerai pane fino al tuo ritorno alla terra. Poiché da essa fosti tratto. Polvere sei tu ed alla polvere ritornerai (Gen 3, 19). Sopporterai queste cose fino al termine della tua vita e fino a che non ritorni in quella materia dalla quale sei stato formato. Infatti, quantunque io ti abbia donato un corpo a causa della mia bontà, nondimeno questo stesso corpo di terra ed alla terra ritornerà. Infatti “sei polvere ed alla polvere ritornerai”. In realtà, affinché non si verificassero queste cose, avevo detto: Non mangiate di quest’albero: infatti il giorno in cui ne mangerete, morirete (Gen 2, 17). Io non volevo questo, infatti; ma, dal momento che, per quanto riguarda me, nessuna delle cose che mi competono viene mai trasgredita, non attribuite la colpa a qualcun altro: ascrivila, invece, interamente alla tua scelleratezza» (Omelie sul Genesi, 17).
La presenza del male nel mondo è dettata dalla presenza di Satana e dei demoni e la presenza del dolore è originata dalla meritata punizione per il peccato originale e per i reiterati peccati degli uomini. Cristo è il Redentore, ma tale redenzione ognuno deve
- Desiderarla/ambirla/bramarla
- Conquistarla
al fine di essere ammessi o al Purgatorio o al Paradiso. Altrimenti se la Trinità non è in cima alla scala dei nostri valori e dei nostri amori, e i peccati, veniali e mortali, costellano le nostre giornate e le nostre notti, dopo questo esilio, si andrà all’Inferno. Che brutte parole stiamo pronunciando… Peccati. Satana. Esilio terreno. Inferno. Ci si comporta senza carità verso Dio e il prossimo (a cominciare dallo sterminio di massa con gli aborti e alla perversione della gioventù con il lavaggio del cervello) e poi non si possono dire queste parole perché terrorizzano gli animi buoni e suscettibili…
Impressionante come errori ed eresie offuschino menti e coscienze. Se alla menzogna, frutto del demonio, viene dato spazio, essa si espande come le epidemie.
Le decifrazioni di sant’Ambrogio sono per noi risorsa di autenticità delle leggi divine, senza le quali si sbaglia, si vive male, ci si condanna:
«Senza spine si innalza allora la rosa tra i fiori della terra; senza falsità fioriva il più bello dei fiori. Ma poi essa circondò la grazia sua con la siepe delle spine, quasi ad immagine della vita umana, perché il dolce piacere delle sue azioni si tramuta spesso in pungente dolore per l’aculeo delle cure. Lo stupendo impulso della nostra vita è infatti circondato come da un muro, da una siepe di preoccupazioni tormentose, tanto che la tristezza è unita alla gioia. Anche se qualcuno può rallegrarsi per il dono prezioso della ragione o per i successi di una vita felice, deve giustamente ricordarsi della colpa, per la quale, a giusta punizione, le spine si sono infitte nel nostro spirito e gli aculei nel nostro cuore, dopo che noi fiorimmo un giorno nell’incanto nel paradiso. Tu puoi ben splendere in un chiaro fulgore di gloria, o uomo, per l’altezza del tuo potere o per sfolgorio di virtù: sempre hai vicino la spina, sempre ti sta al fianco l’aculeo. Guarda continuamente ciò che hai sotto di te! Tu fiorisci sulle spine, e la tua leggiadria non dura a lungo: breve è il corso, e passato il fiore dell’età ognuno marcisce».
Ecco la soluzione all’ “enigma impossibile da risolvere”, un mistero che tratta il Cardinal Sarah, di cui accenna Francesco, del quale Benedetto XVI offre hegeliane risposte. È questione di guardare in faccia la realtà. È questione di umiltà di fronte alla Parola di Dio e alla Tradizione. È questione di Sapienza.
2 commenti su “Scriptorium – Recensioni. Rubrica quindicinale di Cristina Siccardi”
Partecipi delle sofferenze di Cristo
Così titola padre Serafino Tognetti un breve ma commovente scritto su Il Timone di settembre- ottobre 2017: “Il testo più straordinario che ho trovato sul tema del dolore innocente non l’ha scritto un Padre della Chiesa o un mistico conclamato , ma un sacerdote di vita attiva, il Beato Carlo Gnocchi.”e più avanti il Beato: ”Il mondo intero è come un grande altare sul quale ogni giorno viene celebrato il Sacrificio di Cristo. Coloro che soffrono uniscono misteriosamente le loro sofferenze al Sacrificio dell’unico Innocente, che si offre al Padre tutti i giorni per la salvezza del mondo” Non vi è modo di capire questo Mistero se non si ha l’idea di che cosa sia il peccato e che cosa sia la Messa.
Il Concilio Vaticano II “pastorale” ha reso fumoso il “peccato” e cambiato la Messa. Ecco perché la prof. Siccardi dice in apertura:” È veramente incredibile come oggi non si riesca più a leggere con occhi di Fede e occhi di ragione la Sacra Bibbia.”
Bellissimo articolo!