di Giovanni Lugaresi
C’è una felicità di invenzione, e delle trovate (fin dal titolo), nei due volumi di una originale biografia di Giovannino Guareschi, autore che, come si sa, non conosce tramonto, anzi, passa attraverso le generazioni e a quarantacinque anni dalla scomparsa continua ad essere letto, per non parlare dei film tratti dai suoi racconti all’insegna del “Mondo piccolo” che fanno sempre audience sulle reti Mediaset e su altre emittenti private.
Questa biografia, a fumetti, porta la firma, a riprova di ciò che diciamo, di un giovanissimo artista e scrittore: Nazareno Giusti, classe 1989, lucchese (nativo di Barga, il che è… molto pascoliano), che ha preso una celebre frase da Giovannino espressa nei lager nazisti per il titolo dei due volumi di cui si è detto: “Non muoio neanche se mi ammazzano” – sottotitolo: “Vita di Giovannino Guareschi” (Hazard Edizioni, Euro 14,00 ciascun volume).
L’autore mostra una tecnica straordinaria nel segno e nei colori, esemplarmente armonizzati, per così dire, con paesaggi e ambienti nei quali Guareschi nacque, crebbe, visse, si mosse, insomma.
Del resto, già a diciassette anni, come avverte la breve nota biografica, Giusti realizzò un fumetto vincitore del Premio “Territorio e libertà”. E in seguito ha mostrato vivo interesse per un altro grande italiano: Giovanni Palatucci, “l’ultimo questore di Fiume”, che pagò con la vita l’opera svolta a favore degli ebrei perseguitati dai nazisti.
Una sensibilità, quella del Giusti, che si ritrova nelle pagine del primo volume, oltre che nel titolo, dove assume (e ovviamente) ampio spazio l’esperienza guareschiana nei lager nazisti, all’insegna del citato “Non muoio neanche se mi ammazzano”, appunto, a significare la determinatezza nel voler resistere a tutto e a tutti.
Ancora: si capisce benissimo da come ha unito ai disegni, descrizioni e frasi estrapolate (soprattutto) dai testi dello scrittore della Bassa, che Nazareno Giusti ben conosce biografia e bibliografia “in materia”.
E’ stato un lettore attento delle opere del Nostro, ha parlato con i figli (che abbia visitato anche i luoghi del “Mondo Piccolo”? Pare proprio di sì) e il risultato che abbiamo sotto gli occhi è di – come dire? – eccellenza! Non soltanto per noi vecchi guareschiani, ma in considerazione di giovani lettori amanti del fumetto, e attratti da tavole e strisce.
Nell’arte del disegnare, poi di tagliare e cucire frasi di Giovannino, o di altri che scrissero su di lui, Giusti ci sembra assolutamente “unico”, come constatiamo nel finale del secondo volume. Laddove dopo la appassionante “tirata” di Baldassarre Molossi fattosi cronista-commentatore del funerale in quel di Roncole Verdi, contro i vili di un paese vigliacco, l’autore conclude citando lo stesso Guareschi: “… Perché è l’ampio,/ eterno respiro/ del fiume/ che pulisce l’aria/ del fiume placido/ e maestoso.// Sull’argine del quale/ verso sera passa/ rapida la morte in/ bicicletta.// O passi tu sull’argine/ di notte, ti fermi, ti/ metti a sedere e guardi dentro un/ piccolo cimitero che/ è lì, sotto l’argine.// E se l’ombra/ di un/ morto/ viene/ a sedersi/ accanto/ a te/ tu non ti/ spaventi/ e parli con lei”…
Nazareno Giusti ha colto a pieno (con segni e colori) il senso di queste parole pacificanti, dove la morte non rappresenta un fatto traumatico, drammatico, bensì una catarsi umana e spirituale a un tempo.
Del resto, Guareschi amava san Francesco e chissà quante volte aveva letto (e meditato) quel bellissimo testo che è il Cantico delle creature, dove, appunto, si legge di “sorella morte”.
In queste strisce e nella tavola finale, diremmo che Giusti ha superato se stesso, per intensità e profondità di segni e di colori. Davvero, eccellente!
P. S. La Postfazione di Goffredo Fofi, autorevole e onesto intellettuale (e non della stessa sponda politica dello scrittore della Bassa), dà a Guareschi… quel che è di Guareschi. Il che è veramente “bello e istruttivo”.
questo articolo è stato pubblicato anche su:
La Voce di Romagna, 18 giugno 2013