di Nili Santoro
.
Sono due anni che con mio marito e mio papà (che ci aiuta e sostiene) lavoriamo per progettare l’uscita dei figli dalla scuola pubblica e ora possiamo dire di averlo fatto, allorquando abbiamo consegnato alla preside della scuola la lettera di richiesta per educazione parentale. Un gesto piuttosto veloce e indolore, portato in segreteria una mattina qualunque e incassato senza proferir parola. Scopro che siamo i primi nella storia del nostro istituto comprensivo.
Ma perché arrivare a tanto? La scuola è un’istituzione antica e di indiscussa autorità e fino a pochi anni fa nessuno si sognava di farne a meno. Chi mai può pensare di prendersi il mal di pancia di tenere i figli a casa ogni santo giorno dell’anno ventiquattro ore su ventiquattro durante l’età scolare? Anche non lavorando fuori casa, questa possibilità è vista da ogni madre come la bocca dell’inferno, per legittimi motivi che in parte comprendo.
Tant’è. Noi lo facciamo perché i tempi parlano, anzi urlano. E ci dicono che i pro superano di gran lunga i contro. Basta essere genitori vivi, desti. Se non vegeti ma reagisci, la spinta è tale da essere irresistibile, e vi spiego perché.
La scuola è sempre stata la riduzione della società in uno spazio dedicato ai più piccoli. L’atmosfera che si respira dentro le mura scolastiche è la piccola copia di ciò che c’è fuori. A società retta corrisponde scuola retta, a società dissoluta corrisponde scuola degenerata. Così come nei tempi passati nella scuola si respirava il timor di Dio, la buona educazione, l’amore per la giustizia che, ove più, ove meno, si respirava nel mondo, oggi nella scuola regnano il conformismo, il piattume culturale, la laicità più accanita, la barbarie culturale che troneggiano nel mondo. Un vivaio di piccoli barbari futuri consumatori, futuri schiavi, futuri intellettuali del relativismo nichilista e ateo. Una gara al ribasso, all’adesione cieca ai dettami della moda, alla correttezza politica ai fini di cancellare del tutto, fin dalla tenera età, le coscienze, per obnubilare sempre più dalle menti e dai cuori le nostre origini, la nostra fede, la nostra cultura. Una gara al paradosso, dove la tolleranza diventa violenza culturale, l’accoglienza diventa razzismo, la libertà diventa prigione. E i pochi sparuti cattolici rimasti sono i carcerati, i dimenticati. In tutto questo i nostri figli, inermi e mal accompagnati, subiscono il lavaggio del cervello giorno dopo giorno, senza colpo ferire. Anche quando, nella migliore delle ipotesi, l’insegnante è persona positiva, di una certa età ed esperienza, con buona professionalità e buon carattere, affezionata al suo mestiere, non può e non vuole tirar fuori il capo dalla sabbia in cui tutti si tuffano. Osando tanto si è poi costretti a vivere nella solitudine e questa è scelta eroica di pochi.
Mi direte che esagero, che sono catastrofista, complottista e oscurantista. Non è vero. Sono una mamma di oggi che vive una vita talmente normale da riuscire a confondersi con il mondo ogni giorno. L’abisso che ci separa da esso, però, si respira tra le mura di casa. Quando la porta si chiude si prega insieme, si tengono i bambini lontani dalla tv il più possibile, si evitano le feste di compleanno Rovazzi style, i centri commerciali, i parchi divertimento, le riunioni in biblioteca con la psicologa o gli incontri di lettura per l’infanzia dove aleggia sempre minacciosa l’aura del gender, il cinema spazzatura, talvolta purtroppo il catechismo in parrocchia.
Nonostante ciò una buona parte di questo fetore viene respirato ogni giorno da tutti noi, in dosi neanche troppo omeopatiche, un po’ per cause di forza maggiore e un po’ per permettere ai figli di conoscerne alcuni aspetti per costruire col tempo, se Dio vuole, l’apparato critico necessario per diventare persone libere. Non dico che saremo così fortunati da avere fra qualche anno figli grati, retti e consapevoli. Una buona parte dei nostri sforzi potrà finire in fumo davanti a una discoteca o a un’amicizia. Però, se Dio vuole, avremo fatto la nostra battaglia e dato la vita per far loro respirare l’aria pura della buona educazione tutta tesa, fra molteplici difficoltà e intoppi, alla ricerca di una fede certa, di una coscienza retta, di cuore puro e libertà di pensiero. Per prepararli a quella battaglia finale che forse dovranno affrontare.
Il 28 luglio è passata in senato la legge Lorenzin sui vaccini, con obbligo indiscutibile di vaccinare tutta la popolazione infantile dieci volte più i richiami, a tappeto, senza A né BA, senza possibilità, non dico di dialogo, ma del minimo ragionamento sulle migliaia di variabili cui la popolazione è soggetta per natura. Le ASL e le segreterie scolastiche saranno nuovamente paralizzate da ulteriori adempimenti burocratici di regime che renderanno il lavoro di infermieri, medici, presidi, insegnanti e scolari sempre più farraginoso, l’aria sempre più irrespirabile a discapito della vera sanità e della vera istruzione. Hanno messo in sicurezza la popolazione e dobbiamo ringraziare e riverire i nostri governanti per aver pensato a noi, che siamo tutti, senza distinzioni, genitori inetti e irresponsabili. Poco importa che la popolazione sia insorta nelle piazze, che esistano migliaia di bambini danneggiati, famiglie piegate da sofferenze indicibili, centinaia di medici e avvocati insorti.
Il legislatore ha pensato proprio a tutto e ci offre generosamente questa possibilità, mentre indisturbati, anzi accompagnati dalle nostre navi, sbarcano sulle nostre coste frotte di africani giovani e forti che stanno invadendo i nostri paesi e le nostre città con il solerte aiuto degli uomini e donne delle coop che hanno iniziato a dedicare il loro tempo per rendere il soggiorno il più possibile gradevole all’invasore stipendiato, istruito, vestito e calzato.
La soluzione parentale non ci salva dai vaccini né dall’invasione, ma non è diventata affascinante, irresistibile e consolante?
Tenere i figli a casa ogni giorno della vita senza soste non è una prospettiva rosea e riposante?
11 commenti su “La scuola parentale. I perché di una scelta – di Nili Santoro”
Tutto questo è molto bello. Purtroppo sono certa che prima o poi vi metteranno i bastoni tra le ruote.
Bellissimo pensiero..Condivido in pieno..Sarebbe il sogno mio e di mia moglie.. Per ora nostro figlio è piccolo, ha quasi un anno, ma per il futuro spero tanto che la Provvidenza ci aiuti a realizzarlo..
Buonasera. Questo scritto è una boccata di aria fresca in questi giorni di afa non solo fisica ma soprattutto spirituale. Anche mia moglie ed io abbiamo deciso da tempo di fare educazione parentale con i nostri figli, il maggiore dei quali avrebbe dovuto iniziare a settembre la prima elementare. A maggio mia moglie ha consegnato al dirigente scolastico la comunicazione di istruzione parentale e così ora inizieremo questo nuovo impegno. In realtà credo che ci siamo risparmiati della fatica: infatti non saremo costretti a correggere, giorno per giorno, quello che nostro figlio avrebbe sentito a scuola. La redazione ha il mio indirizzo e-mail. Se qualcuno della zona est di Verona (e non solo, ogni scambio di esperienze è ben accetto) volesse contattarmi lo faccia pure.
Edoardo
Ho sentito alcune riflessioni al riguardo da parte di genitori dubbiosi se iniziare questa strada a causa degli altri genitori, definiti alcuni come fissati, esaltati, oppure rompiscatole, noiosi, ecc …
Questo rapporto con gli altri genitori diventa la pietra d’inciampo per una scelta coraggiosa e giusta: l’antipatia personale diventa più importante della corretta educazione dei figli ! E ciò fa riflettere: quali solide basi cristiane possiamo avere se releghiamo in secondo piano la sacrosanta finalità di una scuola parentale di fronte ad un possibile “difficile” rapporto con gli altri ? ( E che sono poi gli stessi che si incontrano in chiesa alle celebrazioni V.O. ….). Mah !
” Questa economia uccide”, dice Papa Francesco.
E “questo modello sociale (scuola, sanità…), che ne discende, non è da meno”, dice, o pensa, un numero crescente di famiglie.
“Rassegnatevi al Sistema socio-economico vigente: non ha alternative! Affermano perentoriamente gli intellettuali al servizio del “pensiero unico”.
Falso! Ribatte World-Lab, una rete internazionale di esperti cristiani. I beni e servizi che ti propinano nei centri commerciali si possono auto-produrre a casa ma, ancor meglio, in apposite cooperative di utenti, o Mutue (Distretti di Sviluppo Locale). La scuola rovina tuo figlio? Lo educhi in casa ma, ancor meglio in scuole parentali gestite dalle famiglie alla base di uno, o più Distretti.
Il Sistema attuale non si combatte (la via “politica”, a cui tutti sono stati portati a guardare, è un tranello).
Occorre invece cominciare a renderlo obsoleto creandone gradualmente uno di diverso (una Economia solidale di mercato cioè una Economia cristiana).Tutto ciò è alla portata della società civile, meglio se la Chiesa se ne fa patrocinatrice (www…
Grazie mille andrò a dare un’occhiata!
Maria Teresa se ci metteranno i bastoni fra le ruote sarà perchè in Italia il popolo bue non ha capito una cosa importante: la battaglia non è solo per le famiglie che hanno bambini da vaccinare, o per qualche cattolico che non c’è la fa più a respirare il puzzo di zolfo che esce dalle stanze del nostro governo illegittimo e da S.Marta. No, il popolo dovrebbe capire che la battaglia riguarda tutti e non ci si può lavare le mani dicendo, tanto non riguarda me, perchè piano, piano (non tanto piano ultimamente) ci stanno togliendo la libertà: oggi ci obbligano a vaccinare i nostri figli e tutti che corrono invece di fare resistenza, domani ci vaccineranno tutti, si anche noi grandi e poi ci faranno mettere il micro chip, dicendoci che è per la nostra sicurezza, ci diranno a 70 anni che siamo nocivi per il bene pubblico e che siamo obbligati a farci l’eutanasia e così se siamo gravemente ammalati o handicappati. Se ci metteranno i bastoni fra le ruote sarà perchè non avremmo fatto il nostro dovere per difendere la verità e la libertà e questo è un dovere di tutti, perchè riguarda…
Non ho voluto dire che non dovete andare avanti. Anzi!
Ho voluto sottolineare il fatto che appena si accorgeranno che un certo numero di persone tenta di sottrarsi alla loro egemonia dispotica, cercheranno con leggi e leggine di impedire l’educazione parentale.
Sono i tempi che viviamo ogni giorno…..
Bastoni tra le ruote ovunque…
Era solo una constatazione!
Vero e sacrosanto! La battaglia per la libertà è per tutti ma nessuno ne comprende la portata. I cattolici sono i pochi a farlo notare perché ne sanno qualcosa…
Concordo pienamente, Annarita, e con tutti voi a partire da Nili Santoro!
Io che sono una ex catechista e insegnante ( non di ruolo) farei mille volte gratis il mio lavoro nella scuola parentale, questo è vero volontariato! Altri che ONG, associazioni pro invasori e simili burianate!
Ma ci rendiamo conto che siamo a un passo (se non già dentro all’estero) ai microchip??
Quella sarà veramente la fine in discesa verso l’inferno, degno della miglior fantascienza-horror!
E allora i primi obbligati (come per i vaccini) saranno le creature innocenti.
Qui i genitori dovranno combattere come i patriarchi dell’Antico Testamento.
Non molliamo mai, mai, mai.
Caterina, se sei delle nostre parti scrivi e mettiamoci in contatto!