di Massimo Viglione e Corrado Gnerre
fonte: Corrispondenza Romana
Dinanzi alla scelta compiuta dall’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, di celebrare la Santa Messa funebre per don Gallo e di lodare tale sacerdote nella omelia e soprattutto di offrire la Santa Comunione a pubblici peccatori, in primis Vladimir Luxuria, non si può più tacere e far finta di non indignarsi. Non licet.
L’amore per Cristo Eucaristia, l’amore per la Chiesa e per l’ordine del creato voluto da Dio, l’amore per la verità e il giusto, ci impongono il doloroso quanto scomodo compito di denunciare pubblicamente uno scandalo indegno e intollerabile, perpetrato senza remora alcuna.
Don Gallo è stato per tutta la vita un eretico pubblico e un sovversivo. Ha predicato l’odio di classe, la ribellione sociale, il sovvertimento della morale cattolica e naturale, di fatto il superamento della gerarchia ecclesiastica; si è schierato pubblicamente per decenni con i nemici di Dio e della Chiesa, della Fede e della Verità cristiane. Sotto l’usuale maschera del pacifismo e della preoccupazione per i poveri, don Gallo ha predicato il comunismo e l’egualitarismo sovversivo e gnostico, rinnegando ripetutamente non solo la sana dottrina della Chiesa ma anche Dio stesso, così come Lo conosciamo e Lo adoriamo.
Vivendo e operando don Gallo nella diocesi di Genova, era compito del cardinal Bagnasco sorvegliare, correggere fraternamente, quindi riprendere ufficialmente, quindi minacciare, e, dinanzi al costante rifiuto di obbedienza, anche prendere provvedimenti adatti, fino alla sospensione a divinis e alla scomunica, se necessario. Questo dovere il cardinale Bagnasco non lo ha ricevuto da fittizi vincoli amministrativi e giuridici (anche), lo ha ricevuto da Gesù Cristo stesso, quando il Signore ha dato ordine agli apostoli di pascere le pecore e difenderle dai lupi travestiti da agnelli.
Ma il cardinal Bagnasco non ha fatto nulla di tutto questo, per anni. Mai si è preoccupato di difendere il gregge dai lupi travestiti da agnelli. Ora, offrendosi volontario per la pubblica celebrazione di un pubblico eretico e sovversivo, è come se avesse aperto il cancello del recinto e buttate le chiavi.
Se questo fosse tutto, sarebbe già molto grave. Ma non è tutto, e non è la cosa più grave.
Come sappiamo, il cardinal Bagnasco ha offerto la Santa Comunione a pubblici nemici della Chiesa e della fede, fra cui Vladimir Luxuria, il quale (o la quale, non sappiamo) è a tutti noto/a e pertanto è superfluo spiegare la gravità inaudita dell’atto in sé. Ha dato l’Eucaristia a chi non solo non ha alcuna intenzione di cambiare vita, ma che professa continuamente la giustezza di qualsiasi sovversione dell’ordine morale e cristiano. Lo ripetiamo a scanso di equivoci: qui non si tratta di fare perbenismo farisaico. Nessun peccatore è irredemibile. Tutti possono salvarsi e arrivare a gradi di grande di santità… ma a patto che si pentano. C’è una differenza che un cristiano non dovrebbe mai dimenticare, a maggior ragione un ecclesiastico. La differenza tra odio d’inimicizia e odio di abominio. Il primo non è mai permesso al cristiano. Questi deve sempre e comunque amare il peccatore pregando per la sua conversione. Il secondo è un santo odio che è dovuto al cristiano: è l’odio per il peccato. Ora, quando un peccatore non è pentito del suo peccato, anzi lo difende, lo propaganda, ne fa una bandiera, si è tenuti alla pubblica condanna e a evitare qualsiasi scandalo offrendo una falsa misericordia che diverrebbe giocoforza approvazione del peccato.
Allora, dinanzi a un mondo che quotidianamente (l’avverbio di tempo va preso alla lettera) minaccia sia la morale pubblica e civile in ogni modo possibile, appoggiando l’omosessualismo e tentando di distruggere la famiglia naturale e tutto ciò che è naturale, e di conseguenza quotidianamente contrasta e deride la dottrina cattolica, sia attaccando in ogni maniera la Chiesa, la sua tradizione, la sua civiltà, le sue gerarchie, i suoi esponenti; dinanzi a tutto ciò, e a molto altro che è superfluo ricordare, come giudicare tale atto e le conseguenze immediate che ne derivano?
Coloro che scrivono sono due poveri laici, che indegnamente e inadeguatamente da decenni si sforzano di fare dell’apostolato fra i giovani e non, difendendo, contro la cultura dominante, la sana e tradizionale dottrina della Chiesa Cattolica, quella dottrina tradita ogni giorno negli ultimi decenni anzitutto da un numero considerevole di ecclesiastici … ma pur sempre ribadita e difesa dagli ultimi Pontefici e da tanti e tanti ecclesiastici ancora fedeli alla Verità di Cristo. Molte volte ci siamo sentiti dire che la Chiesa è vecchia, non capisce il mondo, ecc. ecc., e quindi dovrebbe aprire al divorzio (e questo è solo l’inizio), ma poi anche alla convivenza (e siamo sempre all’inizio), quindi all’aborto (e non siamo più all’inizio, ma il processo è ineludibilmente consequenziale) e ai diritti degli omosessuali (e non siamo certo alla fine); innumerevoli volte abbiamo taciuto ma tante altre abbiamo invece difeso, rimettendoci in prima persona e tanti modi, la sana dottrina, la naturalità della famiglia, la sacralità della vita, l’ordine del creato come Dio lo ha voluto.
Ora, dinanzi al gesto del prelato di cui sopra, che dà la Santa Comunione a Luxuria, cosa potremo più dire? E cosa potranno più dire centinaia di migliaia non solo di sacerdoti e suore, ma anche di laici impegnati nell’apostolato, in difesa della fede, della morale, della famiglia e dell’ordine, se finanche il cardinal Bagnasco, arcivescovo e presidente della CEI, non si perita di offrire il Corpo e il Sangue immacolati di N.S.G.C. a chi da una vita ha scelto la via dell’odio a Dio e della ribellione pubblica e scandalosa all’ordine del creato?
Cosa potremo rispondere? Che la Chiesa si sbaglia da duemila anni? O forse che si è sbagliato N.S.G.C. quando ha detto «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare» (Mc, 9,42)? O forse che si è sbagliato San Paolo Apostolo quando ha scritto che «Chi mangia il Corpo del Signore indegnamente, mangia la propria condanna» (l Cor, 11,29)? O forse che si è sbagliato il Dottore Angelico e Dottore dell’umanità, san Tommaso d’Aquino, insegnando che non v’è salvezza per chi profana l’Eucaristia, quando nel Lauda Sion ha scritto: (Lo) ricevono i buoni, (lo) ricevono i malvagi, / ma con ineguale sorte: di vita o di morte. È morte per i malvagi, vita per i buoni: / vedi di pari assunzione quanto sia diverso l’effetto (…) Ecco il pane degli angeli fatto cibo dei viandanti: / vero pane dei figli da non gettare ai cani.
Chiunque, a questo punto, fedele o meno, potrebbe obiettare che ci sbagliamo a difendere la morale tradizionale e a condannare l’omosessualismo, specie quello pubblicizzato e politico, visto che per il cardinal Bagnasco non è un peccato degno di riprovazione; mica ne possiamo sapere più del presidente della CEI! O, peggio ancora, chiunque, potrebbe avanzarne un’altra più intelligente e ancor più logica, asserendo che il cardinal Bagnasco non crede più alla Transustanzazione, per cui tutti possono prendere l’Ostia consacrata senza commettere sacrilegio.
Cosa potremo rispondere a tali obiezioni, che sono logiche e consequenziali in sé? Ma non basta. Una persona ancor più intelligente, potrebbe arrivare alla ovvia conclusione che per il cardinal Bagnasco la confessione è ormai un sacramento inutile e “vecchio”, visto che ha dato l’Immacolato Corpo e Sangue di N.S.G.C. a una persona che vive pubblicamente nel più turpe dei peccati e ne fa anche bandiera politica. Lo stesso Luxuria ha detto che l’ultima volta che aveva avuto accesso all’Eucaristia aveva 17 anni…
Che ne è della dottrina della Chiesa Cattolica quando il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana dà questi esempi? Che ne è della necessità della Confessione per avvicinarsi in maniera degna all’Eucaristia? E che ne è dell’Eucaristia? Che ne è dei sacramenti istituiti da Cristo stesso? E se saltano i sacramenti, che ne è della Chiesa Cattolica? È ancora il Corpo mistico di Cristo e società di salvezza, oppure è ormai concepita come una ONG assistenziale? E, se così fosse, a quale ONG dovremmo fare riferimento, a quella dei ricchi e delle banche appoggiati da Bagnasco (ci riferiamo all’appoggio sconsiderato e imperterrito dato al governo Monti, responsabile della rovina economica di decine di migliaia di aziende e della disperazione di un numero enorme di padri di famiglia e disoccupati, fra i quali decine hanno scelto la via della disperazione giungendo al suicidio), o a quella dei comunisti in rivolta di don Gallo? Quale è peggio?
Ma la Chiesa Cattolica non è una ONG, non è una “società di rivolta sociale” né un’associazione zerbino di potentati finanziari e bancari internazionali. La Chiesa è il Corpo mistico di Cristo, composto da tutti i battezzati in unione con il Papa, e il suo scopo primo è offrire la via della salvezza eterna a ogni uomo e, secondariamente, aiutare ogni uomo nei suoi bisogni materiali. Questa società di salvezza ha un suo magistero, che spetta alle gerarchie ecclesiastiche, in unione con Pietro, preservare nella sua immutabile integrità e diffondere. Elementi essenziali per offrire la salvezza a ogni uomo sono i sette sacramenti, fra cui assolutamente necessari, dopo il Battesimo, sono l’Eucaristia e la Confessione, senza la quale non si può accedere all’Eucaristia quando si è in stato di peccato grave, perché accostarsi all’Eucaristia in uno stato non di grazia è peccato abominevole e profanazione.
Non spetterebbe ai laici ricordare queste immutabili verità della Fede cattolica mentre è compito del clero tutto, e a maggior ragione delle gerarchie farle rispettare e rispettarle. Quando gli invitati non hanno la veste adatta per il banchetto nuziale… tocca agli storpi, ai ciechi, ai poveri dei crocicchi delle strade, andare a prendere il loro posto.
Mentre il cardinale presidente della CEI dava la Santa Comunione a un transessuale rivendicatore dei “diritti dei gay” e del “matrimonio omosessuale” (nonché del “diritto” all’adozione dei bambini), celebrando il funerale di un eretico, centinaia di migliaia di uomini e donne, e anche sacerdoti e suore, sfilavano a Parigi in difesa del matrimonio naturale fra uomo e donna e contro l’affidamento dei bambini agli omosessuali. Mentre il cardinale Bagnasco era sotto i riflettori di questo mondo, centinaia di migliaia di persone nel silenzio dell’umile attività al servizio di Cristo testimoniavano contro il principe di questo mondo.
«Non potete servire a Dio e mammona» (Mt, 6,24): si potrà dire ciò che si vuole, ma l’equazione: servilismo al supercapitalismo finanziario + appoggio al comunismo gnostico e sovversivo… sa tanto di mammona.
Noi non ci stiamo, costi quello che costi. Giovedì prossimo la Chiesa Cattolica commemora la solennità del Corpus Domini. Il Giudizio cattolico invita tutti i suoi amici a offrire la Santa Comunione o la partecipazione alla processione in riparazione dell’oltraggio ignominioso che Cristo Eucaristia ha ricevuto a Genova lo scorso venerdì, e in riparazione ovviamente di tutti gli oltraggi che ogni giorno riceve nel mondo intero.
1 commento su “NON SI PUO’ PIU’ TACERE – di Massimo Viglione e Corrado Gnerre”
Il cardinale Bagnasco non avrebbe dovuto celebrare la messa funebre di Andrea Gallo, così come (non) ha fatto per tanti santi sacerdoti della sua diocesi…Bastava il degno compare che è (don?) L. Ciotti. Notare che sulla bara c’era di tutto (sigaro, bandiera rossa, sciarpa arcobaleno, etc.), tranne la Croce di Cristo…Se questo era un sacerdote…