di Carlo Cigolini
Sappiamo tutti per esperienza che molte volte è bene tacere piuttosto che parlare. Altre volte però è meglio parlare che tacere. Viene alla mente la frase di Gesù che, rispondendo ai farisei che lo invitavano a sgridare i suoi discepoli perché facevano troppo baccano, rispose “Vi dico che se costoro tacciono, grideranno le pietre” (Lc. 19,40).
Ovviamente il nemico fa il suo lavoro. Quando è meglio tacere, ha buon gioco a far leva sulla nostra animosità per indurci a parlare. Quando invece è meglio parlare, il suo compito è più difficile, perché deve ricorrere a falsi ragionamenti, presentandoceli come convincenti e magari supportati da argomenti spirituali, per fare presa su di noi ed indurci a tacere.
Questo mi sembra il caso che trapela dall’articolo della brava Costanza Miriano, che in altra occasione ho pubblicamente apprezzato per i suoi libri, reperibile a questo link
http://costanzamiriano.com/2013/04/11/cristo-e-morto-per-emma-bonino/
In sostanza, la Miriano ci spiega che
– anche lei è ovviamente contraria alla Bonino al Quirinale, e non esita a scrivere che “Farei qualsiasi cosa, se potessi, pur di sventare il pericolo che Emma Bonino diventi Presidente della Repubblica” (più chiari di così …! )
– però sa che deve amare anche Emma Bonino, e quindi ha capito che è meglio tacere, pregare, non fare nulla che possa danneggiarla, e fare anzi qualcosa di buono per lei, perché argomentare sugli errori e le azioni pubbliche delle persone va bene solo “se ci viene richiesto”.
E allora, verrebbe da dirle, se questo è in coscienza il tuo convincimento, taci e sta tranquilla.
E invece no, lei scrive tutto un articolo, che ha come presupposto proprio il fatto che non gradisce la Bonino al Quirinale, per dire che su questo fatto, quello di una donna che “non solo aiuta materialmente altre donne ad abortire, ma che difende anche la loro possibilità di farlo, e che lo chiama diritto, e che spende la sua intera vita per seminare morte e disperazione con l’arroganza di chi crede di avere ragione”, che non esita a descrivere come il male assoluto, ….. è meglio tacere.
Già qui c’è qualcosa di contraddittorio, che non torna e che mette in guardia sulla bontà del ragionamento.
A chi è diretto l’articolo? Se sulla Bonino dice di voler tacere, anche se in realtà non lo fa, l’articolo è evidentemente diretto a chi invece non tace, per evidenziare la superiorità morale della scelta di tacere.
E qui secondo me casca l’asino, perché c’è una confusione di livelli di giudizio.
Da chi mai la buona Costanza Miriano si aspetta che possa un giorno venirle richiesto di esprimere un giudizio politico per sentirsi libera di manifestarlo? Dal Padre Eterno in persona? E nel frattempo che cosa fa? Lascia che il mondo vada a rotoli?
E che cosa c’entra l’amore e l’accoglienza per la persona, che cristianamente è dovuto ad Emma Bonino come a tutti, con il giudizio sul possesso da parte sua delle qualità necessarie per rivestire nientepopodimeno che la carica di Presidente della Repubblica?
Qui non si tratta di decidere noi di mandare una persona all’inferno (ci penserà eventualmente Nostro Signore, ma noi imploriamo la Sua misericordia per tutti, per noi peccatori per primi); né di domandarsi come ci comporteremmo se le nostre strade si incrociassero nella vita quotidiana e incontrassimo la Bonino al supermercato carica di borse che ci chiede una mano; qui si tratta di fare una scelta politica, decidere se una persona meriti o meno di essere mandata al Quirinale a rappresentare il meglio del popolo italiano.
Se la politica deve perseguire il bene comune, è necessario dire dei sì e dei no; se mi si propone non il bene comune ma quello che in scienza e coscienza considero il peggiore dei mali quando c’è il rischio concreto ed attuale che possa verificarsi e taccio, non perseguo il bene ma il male comune.
Nel nostro caso il rischio è concreto ed attuale: la Bonino è nella rosa dei 10 nomi selezionati dal Movimento 5 stelle quali possibili candidati per la presidenza della Repubblica; è sponsorizzata da buona parte del PD; su di Lei neppure Berlusconi, nel bel discorso che ha fatto ieri nel comizio di Bari, ha chiesto il parere negativo della piazza, come invece ha fatto con Prodi e altri.
Sarebbe un falso concetto di amore quello che per male inteso riguardo alla persona resti inerte di fronte al male, perché se noi vogliamo il bene comune siamo responsabili anche per le nostre omissioni. La prima forma di carità è la verità, anche nei confronti di chi commette il male.
Lasciare spazio istituzionale alla pseudo cultura della morte vuol dire abdicare alla difesa della vita.
Più grave è il male incombente, più alto e forte deve levarsi il nostro NO.
Opporsi alla Bonino al Quirinale vuol dire dare voce a chi non ha voce, agli ultimi, ai milioni di bimbi ammazzati nel grembo della loro mamma e gettati con indifferenza e disinvoltura nei cassonetti dei “rifiuti speciali”, per denunciare la strage degli innocenti causata dall’aborto, abominevole delitto del nostro tempo che grida vendetta al cospetto di Dio, di cui poi vorremmo invocare la benedizione sul nostro paese in difficoltà.
Quando vedremo il futuro Presidente della Repubblica e sentiremo suonare l’inno d’Italia nei prossimi sette anni dovremo essere fieri di quello che rappresenta, e non trovarci costretti a trattenere i conati di vomito.