Estratti dal libro “Lo hanno detronizzato – dal liberalismo all’apostasia – la tragedia conciliare” – di Mons. Marcel Lefebvre – ed. Amicizia Cristiana
Introduzione.
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Dove andiamo? Quale sarà il termine di tutti gli sconvolgimenti attuali? Non si tratta tanto di guerre, di catastrofi atomiche o ecologiche, ma soprattutto della rivoluzione all’esterno e all’interno della Chiesa, insomma dell’apostasia che conquista popoli interi un tempo cattolici e anche la gerarchia della Chiesa fino al suo vertice.
Roma sembra piombata in un totale ottenebramento, la Roma di sempre è ridotta al silenzio, paralizzata dall’altra Roma, la Roma liberale che la occupa. Le fonti della grazia e della fede divine si inaridiscono e le vene della Chiesa assimilano ovunque in lei il veleno mortale del naturalismo.
È impossibile comprendere questa crisi profonda senza tener conto dell’avvenimento fondamentale di questo secolo: il secondo concilio del Vaticano. I miei sentimenti a suo riguardo sono sufficientemente noti, credo, perché io possa esprimere di primo acchito il nocciolo del mio pensiero: senza rigettare in blocco questo concilio, penso che sia il più grande disastro di questo secolo e di tutti i secoli passati, sin dalla fondazione della Chiesa.
In questo, io non faccio che giudicarlo dai suoi frutti, utilizzando il criterio che ci ha dato Nostro Signore (Mt 7, 16).
E quando si chiede al Cardinale Ratzinger di mostrare alcuni buoni frutti del Concilio, non sa cosa rispondere (1). E mentre io chiedevo un giorno al Cardinale Garrone come un «buon» concilio avesse potuto produrre frutti così cattivi, egli mi rispose: «Non è il Concilio, sono i mezzi di comunicazione sociale!» (2).
È qui che un po’ di riflessione può aiutare il buon senso: se l’epoca postconciliare è dominata dalla rivoluzione nella Chiesa, non è semplicemente perché il Concilio stesso ve l’ha introdotta?
«Il Concilio è il 1789 nella Chiesa», dichiarò il Cardinale Suenens. «Il problema del Concilio fu quello di assimilare i valori di due secoli di cultura liberale», dice il Cardinale Ratzinger. E si spiega:
Pio IX, con il Sillabo, aveva rigettato senza appello il mondo nato dalla Rivoluzione, condannando questa proposizione: «Il Pontefice romano può e deve riconciliarsi e venire a patti con il progresso, con il liberalismo e con la civiltà moderna» (n. 80).
Il Concilio, dice apertamente Joseph Ratzinger, è stato un «Contro-Sillabo», operando questa riconciliazione tra la Chiesa e il liberalismo, in particolar modo con Gaudium et spes, il più lungo documento conciliare. I Papi del XIX secolo, in effetti, non avevano saputo, sembra, discernere quel che c’era di verità cristiana, e dunque di assimilabile da parte della Chiesa, nella Rivoluzione del 1789.
Una tale affermazione è assolutamente drammatica, soprattutto in bocca a rappresentanti del magistero della Chiesa! Cosa fu, difatti, essenzialmente, la Rivoluzione dell’89?
Fu il naturalismo e il soggettivismo del protestantesimo, ridotti a norme giuridiche e imposte ad una società ancora cattolica. Da qui la proclamazione dei diritti dell’uomo senza Dio, da qui l’esaltazione della soggettività di ciascuno a spese della verità oggettiva, da qui l’aver messo sullo stesso piano tutte le «fedi» religiose dinanzi al Diritto, da qui infine l’organizzazione della società senza Dio, al di fuori di Nostro Signore Gesù Cristo. Una sola parola designa questa teoria mostruosa: il LIBERALISMO.
Ahimè, è qui che noi giungiamo al «mistero d’iniquità» (2 Ts 2,7): all’indomani della Rivoluzione, il demonio fece sorgere all’interno della Chiesa uomini colmi dello spirito d’orgoglio e di novità, che si atteggiavano a riformatori ispirati, e che, vaneggiando di riconciliare la Chiesa con il liberalismo, tentarono di realizzare un’unione adultera fra la Chiesa e i princìpi della Rivoluzione!
Come, in effetti, conciliare Nostro Signore Gesù Cristo con un ammasso di errori cosi diametralmente opposti alla sua Grazia, alla sua Verità, alla sua Divinità, alla sua Regalità universale?
No, i Papi non si sbagliarono quando, fondati sulla Tradizione e muniti a tal titolo dell’assistenza dello Spirito Santo, condannarono in forza della loro autorità suprema e con una continuità degna di nota il grande tradimento cattolico liberale.
Allora, com’è riuscita la setta liberale a imporre le sue opinioni in un concilio ecumenico? In che modo l’unione contro natura fra la Chiesa (3) e la Rivoluzione ha partorito il mostro i cui deliri riempiono adesso di orrore anche i suoi più caldi sostenitori? È a tali domande che io mi sforzo di rispondere in queste conversazioni sul liberalismo, mostrando come, una volta penetrato nella Chiesa, il veleno del liberalismo la conduca per una conseguenza naturale all’apostasia. «Dal liberalismo all’apostasia»: tale dunque il tema di questi capitoli.
Certo, vivere in un’epoca di apostasia non ha in sé nulla di esaltante! Consideriamo però che tutti i tempi e tutti i secoli appartengono a Nostro Signore Gesù Cristo: Ipsius sunt tempora et sæcula, ci fa dire la liturgia pasquale. Questo secolo di apostasia, senza dubbio in maniera diversa dai secoli della fede, appartiene a Gesù Cristo:
per un verso l’apostasia del grande numero manifesta la fedeltà eroica del piccolo numero; era così anche al tempo del profeta Elia in Israele, quando Dio non preservò che settemila uomini, che non caddero in ginocchio dinanzi a Baal (3 Re 19,18). Non inginocchiamoci dunque dinanzi all’idolo del «culto dell’uomo» (4), «stabilito nel santuario, assiso come se fosse Dio» (2 Ts2,4). Restiamo cattolici, adoratori del solo vero Dio, Nostro Signore Gesù Cristo, con Suo Padre e lo Spirito Santo!
D’altra parte, come testimonia la storia della Chiesa, ogni età di crisi prepara un’età di fede e, nella fedeltà alla tradizione, un rinnovamento autentico.
A voi tutti contribuirvi, cari lettori, ricevendo umilmente quel che la Chiesa ci ha trasmesso, fino alla vigilia del Vaticano II, per bocca dei Papi, e che io vi trasmetto a mia volta. È questa dottrina costante della Chiesa che io ho ricevuto senza scopi reconditi, è questa che io vi trasmetto senza riserva:quam sine fictione didici, sine invidia communico (5).
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1) Cardinale Joseph Ratzinger, Entretien sur la foi, Fayard, Paris 1985, pp. 45-48.
2) Conversazione del 13 febbraio 1975.
3) O piuttosto uomini di Chiesa, o l’apparato esteriore della Chiesa.
4) Espressione di Paolo VI.
5) Sap 7, 13.
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6 commenti su “Com’è riuscita la setta liberale a imporre le sue opinioni in un concilio ecumenico? – di Mons. Marcel Lefebvre”
“…all’indomani della Rivoluzione, il demonio fece sorgere all’interno della Chiesa uomini colmi dello spirito d’orgoglio e di novità, che si atteggiavano a riformatori ispirati, e che, vaneggiando di riconciliare la Chiesa con il liberalismo, tentarono di realizzare un’unione adultera fra la Chiesa e i princìpi della Rivoluzione”.
Uno dei tanti a esprimere un grande spirito di novità fu don Milani. Ed oggi è’ talmente entusiasta Bergoglio dell’invito che gli ha fatto il card. Betori, vescovo di Firenze, in occasione del 50° anniversario della morte di Lorenzo Milani, che oltre ad esaltarne in un video messaggio tutte le doti, ha deciso di visitare il 20 giugno prossimo Barbiana e di pregare sulla tomba del “grande educatore”. La Diocesi di Firenze è in gran fermento e tutto sembra preludere a una prossima beatificazione. Eppure ricordo bene l’articolo apparso su Riscossa Cristiana il 9 novembre 2015 in cui Vinicio Catturelli riportava una lettera di Milani a Giorgio Pecorini.
Si può leggere qui:
https://www.riscossacristiana.it/benvenuto-a-firenze-un-saluto-al-papa-di-vinicio-catturelli/
Cosa dire, cara Tonietta? Dopo aver riabilitato Lutero, ormai si può santificare chiunque.
Sbaglio o era lo stesso Giovanni XXIII, santificato di propria volontà da Bergoglio, a non approvare l’operato di don Lorenzo Milani? Ma anche fosse, ormai abbiamo imparato che un colpo al cerchio e un altro alla botte fanno parte della tattica.
Ma lo sa cosa faceva quello sporcaccione di un Milani ai suoi ragazzi ? solo a leggerle, quelle notizie, viene il voltastomaco : ci sarebbe stato motivo di metterlo alla gogna sulla pubblica piazza, quel sudicione schifoso : altro che elogi. Bergoglio sta proprio facendo propaganda a Lucifero, a Belzebù, si dovrebbe vergognare ! dal “chi sono io per giudicare” i gay, alla più oscena e schifosa propaganda di un prede sodomita, pedofilo e sporcaccione, come risulta dai suoi scritti : mi è bastato legger una sola frase, in cui diceva che il modo migliore di amare i “suoi ragazzi” era di metterglielo… (vi lascio indovinare il seguito). Se non si è pentito, di sicuro starà bruciando all’inferno, ed lì rischia di finirci anche il Bergolgio, se non la smette di esaltare sporcaccioni, atei, comunisti, e tutti i peggiori nemici storici di Cristo. Si vergoni !!!
più che don Milani ,la chiesa ha avuto preti e teologi che nemmeno i pentecostali avrebbero accettato,per esempio don Gallo,Hans Kung,Matthew Fox,Leonardo Boff,Vito Mancuso,card.Martini ecc. …….ahimè oggi abbiamo il vescovo di Roma che nella sua persona riassume la “teologia” di quelli che ho citato qui sopra!!
Il crollo della Chiesa cattolica dipende soprattutto dall’ignoranza delle Sacre Scritture e del Catechismo da parte della maggioranza dei fedeli. La Verità è già stata scritta e non è occultata. E’ scritta. Per cui, oltre alla mancanza di una base su cui poggiare la Fede, gli eretici che sono all’opera puntano proprio sulla mancanza della Conoscenza da parte dei fedeli onesti, che senza la Conoscenza che troverebbero nelle Sacre Scritture e nel Catechismo non possono opporsi e si bevono tutte le fandonie che gli eretici propinano loro.
C’è un altro aspetto: gli eretici cavalcano le debolezze umane dei fedeli e le giustificano attraverso la “misericordia” infinita di Dio. Nessuno che ricordi che il nostro grado evolutivo ha raggiunto dalla Genesi il libero arbitrio. Mangiammo il frutto dell’albero del Bene e del Male e diventammo come uno di “Loro”. Quindi, la “misericordia” si infrange sulla volontà dell’individuo di convertirsi o meno…
Per fortuna e per opera dello Spirito Santo esistono molti che non si piegano e illuminano i fedeli con le Scritture e il…
I nemici della Chiesa sono all’opera almeno dal XVIII secolo. La Chiesa infatti con il Concilio di Trento aveva arginato la riforma protestante di Lutero, Il liberalismo, il modernismo, il marxismo, il consumismo hanno portato a termine il lavoro! Una crisi senza precedenti ha rivoluzionato i vertici della Chiesa, determinando una mutazione del DNA. Hanno davvero ragione i preti e i teologi modernisti quando affermano che non c’è continuità con la Chiesa pre-conciliare. Coloro che in buona fede affermano il contrario sono idealisti e superficiali! Perché quindi scandalizzarci delle affermazioni di Bergoglio e dei suoi cortigiani! Quel santo uomo di Mons. Lefebvre aveva centrato il problema: Roma ha abbandonato la Fede!