Un libro prezioso, presentato dal capo degli Alpini in congedo, Sebastiano Favero. Un’anima fatta di solidarietà verso il prossimo, e i numeri: “migliaia le ore e le somme devolute per onorare i Caduti, dalle sistemazioni dei parchi della Rimembranza nei piccoli comuni, alla manutenzione del Sacrari più importanti in Italia. Per i bisognosi, per i poveri, per le associazioni benefiche”.
di Giovanni Lugaresi
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Non sono mai aridi i numeri che nascono dal lavoro, dallo stendere la mano in una questua praticata non per sé, ma per gli altri, per chi ha bisogno.
E’ in questo senso, secondo questa ottica, che si deve leggere il bilancio della solidarietà delle Penne Nere riferito al 2016, secondo una notazione del presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero.
Presentando il classico “Libro Verde” in occasione dell’adunata nazionale del Piave che si terrà a Treviso dal 12 al 14 maggio prossimi, il capo degli Alpini in congedo ha pure sottolineato, con i numeri eloquentissimi, che accanto ad un’anima “fatta di solidarietà verso il prossimo, ci sono altre importanti attività che rivelano la missione dell’Ana. La vicinanza ai giovani dimostrata nell’organizzazione dei campi scuola, l’importanza che rivestono la storia, la montagna e la memoria che ritroviamo nel progetto delle Conferenze del Centenario”.
E poi ci sono i numeri, appunto: “migliaia le ore e le somme devolute per onorare i Caduti, dalle sistemazioni dei parchi della Rimembranza nei piccoli comuni, alla manutenzione del Sacrari più importanti in Italia. Per i bisognosi, per i poveri, per le associazioni benefiche”.
Una sottolineatura riguarda il grande contributo che gli alpini offrono alla Colletta Alimentare, e ancora, aggiunge Favero, “il lavoro del nostro ospedale da campo che ha operato anche in occasione del terremoto in Centro Italia” – una struttura che è un fiore all’occhiello dell’Ana, da poter ammirare nei giorni dell’adunata trevigiana in pieno centro a Treviso.
Ma veniamo a quei numeri che non appaiono aridi, bensì pieni di calore, di viva umanità, perché nascono nel e dal grande cuore delle Penne Nere.
Intanto, le cifre complessive. Nel 2016, gli alpini hanno prestato gratuitamente 2.281.416 ore di lavoro e hanno raccolto e donato 6.979.286,06 euro – una somma notevolissima, che sta ad indicare che quando le Penne Nere stendono la mano, non per loro, appunto, ma per un prossimo bisogno, la gente dà volentieri, perché sa (anche) che a quelle mani, magari sformate, magari callose e vecchie, non resterà appiccicato nemmeno un centesimo Sono mani veramente pulite!
Nella redazione del Libro Verde 2016 (opera del Centro Studi dell’Ana), si son volute poi monetizzare quelle tante ore lavorative. Calcolando euro 27,52 all’ora (secondo i prezzari attuali), il totale dà 62.784,568,32. Il totale di questa cifra con quella delle somme raccolte, quindi, fa sfiorare i 70 milioni di euro; esattamente: euro 69.763.854,38. E quel virgola 38, che potrebbe far sorridere, è indicativo della precisione, dell’esattezza nel fare i conti, degli Alpini.
Oggetto della solidarietà, come si legge nel Libro Verde, sono in primis le comunità e gli enti benefici, quindi gli Alpini in armi, gli anziani, le manifestazioni patriottiche, le missioni, le parrocchie, scuole e giovani, lo sport, e i terremotati del Centro Italia, per i quali l’azione solidale delle Penne Nere è ancora in atto con tre progetti di ricostruzione in altrettanti centri.
Entrando in qualche dettaglio, si constata che la sezione con i numeri più alti è quella di Bergamo: 303.881 ore di lavoro prestato gratuitamente e 987.145 euro raccolti e donati. A seguire, la sezione di Trento: 158.370 ore di lavoro e 887.852,86 euro; quella di Brescia (139.641 ore e 621.017 euro); Verona (95.201 ore e 328.419 euro); Vicenza (196,132 ore e 118,657,97 euro); Treviso (874.828 ore e 179.912 euro);Bassano del Grappa (66.805 ore e 141.ooo euro); Milano (50.368 ore e 218.673,59 euro); Udine (53.225 ore e 119.580,51 euro); Pordenone (41.015 ore e 112.776,08 euro).; Como (48.866 ore e 155.421 euro); Valtellinese (70.084 ore e 116.304 euro).
Un capitolo del Libro verde è dedicato alla Protezione Civile dell’Ana, che conta quasi tredicimila volontari tra Penne Nere, Amici degli Alpini, donne, con tanto di unità cinofile e attrezzature varie, nonché automezzi ad hoc.
Dove fossero gli Alpini della Protezione Civile dopo la scossa del 24 agosto 2016, e poi in seguito, considerato che raramente nelle televisioni li si è visti, è una domanda che in tanti si sono posti.
La risposta secca l’ha data Giuseppe Bonaldi, comandante di questo settore dell’Ana: “Non erano trascorse due ore dal sisma che già i nostri volontari delle unità cinofile da soccorso erano sui luoghi per svolgere la loro preziosa attività. ; analogamente le squadre alpinistiche più vicine al luogo del disastro operavano in assistenza alla popolazione, mentre le squadre degli esploratori si erano messe a disposizione della Direzione operazioni di soccorso prontamente istituita a Rieti. Nel frattempo, presso i nostri depositi della Colonna Mobile Ana, si provvedeva all’allestimento degli automezzi e delle attrezzature necessarie per l’approntamento dei campi di accoglienza…”.
La conclusione, una volta girata l’ultima pagina del Libro Verde della solidarietà 2016, è la conferma, che da parte di tutte le sezioni dell’Ana (ottanta in Italia, trenta all’estero, più sette gruppi autonomi) si manifesta una costante, consapevole fedeltà al motto coniato da un mitico presidente nazionale che non è più fra noi, Leonardo Caprioli: “Onoriamo i morti, aiutando i vivi”.
I morti, cioè i Caduti del Corpo degli Alpini; i vivi: tutti indistintamente quelli che hanno bisogno, dovunque si trovino, comunque colpiti.