Premessa
È utile rileggere oggi, dopo tante discussioni sui rapporti con Roma, questa lettera scritta nel 1988 dai Superiori e Rettori della Fraternità San Pio X all’allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Non abbiamo mai fatto ipotesi su “cosa avrebbe fatto oggi Mons. Lefebvre”, né mai le faremo, perché non è cosa corretta far parlare i morti. È invece utile conoscere i fatti e i documenti: questo documento risale al 1988, ventinove anni fa. Di sicuro in questo lasso di tempo la situazione è ben più grave di allora, e già allora la gravità era tale da indurre a queste ferme prese di posizione.
PD
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Il caso FSSPX. A proposito dei rapporti con Roma: una lettera aperta dei Superiori e Rettori (1988)
Da questa fonte riprendiamo per i nostri lettori, nella traduzione approntata dalla nostra redazione, il seguente documento. [RS]
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Lettera aperta al Card. Gantin, Prefetto della Congregazione per i Vescovi
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Ecône, 6 luglio 1988
Eminenza,
Il nostro Superiore Generale, i Superiori dei Distretti, dei Seminari e delle case della Fraternità Sacerdotale San Pio X, riuniti, ritengono opportuno esprimerLe con rispetto le seguenti riflessioni.
Lei ha creduto giusto comunicare, con la Sua missiva del 1 luglio alle LL. EE. RR. Mons. Marcel Lefebvre, Mons. Antonio de Castro Mayer, e ai quattro Vescovi consacrati a Ecône il 30 giugno, la scomunica latæ sententiæ. A Lei il giudizio sul valore di una simile dichiarazione di scomunica, proveniente da un’autorità che rompe, nel suo esercizio, con tutti i suoi predecessori fino a Papa Pio XII, tanto nel culto, quanto nell’insegnare e nel governare la Chiesa.
Per quanto ci riguarda, noi siamo in piena comunione con tutti i Papi e i Vescovi venuti prima del Concilio Vaticano II, celebriamo la Messa che loro codificarono e celebrarono, insegniamo il Catechismo che essi hanno redatto, e denunciamo gli errori che loro hanno tante volte condannato in encicliche e lettere pastorali. Lasciamo a Lei la constatazione di quale sia il lato che ha “rotto”. La cecità spirituale e la durezza del cuore delle autorità romane ci riempiono di estrema tristezza.
D’altro canto, non abbiamo mai desiderato far parte di quest’istituzione che si dà il nome di Chiesa Conciliare, che si riconosce nel Novus Ordo Missæ e in un ecumenismo che porta all’indifferentismo e alla laicizzazione della società intera. No, non abbiamo niente a che spartire, nullam partem habemus, con il pantheon delle religioni di Assisi, e la nostra scomunica ad opera di un decreto di Sua Eminenza, o di un’altra Congregazione romana, costituisce solo l’irrefutabile prova di ciò. Anzi, non chiediamo altro che essere dichiarati fuori dalla comunione con questo spirito adulterino, che soffia nella Chiesa da 25 anni; non chiediamo di meglio che essere dichiarati esclusi da quest’empia comunione dei senza dio. Crediamo in un Solo Dio, nel Nostro Signore Gesù Cristo, con il Padre e con lo Spirito Santo, e sempre rimarremo fedeli alla Sua unica Sposa, la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana.
Essere pubblicamente associati ed assimilati a questa sanzione, inflitta a sei Vescovi difensori della Fede nella sua pienezza e integrità, sarà per noi motivo di vanto e segno di ortodossia di fronte ai fedeli. Questi ultimi hanno il pieno diritto di sapere che i sacerdoti al loro servizio non sono in comunione con una Chiesa contraffatta, che promuove l’evoluzione del dogma, il pentecostalismo e il sincretismo. In unione con questi fedeli, facciamo nostre le parole del Profeta: “Præparate corda vestra Domino et servite Illi soli: et liberabit vos de manibus inimicorum vestrorum. Convertimini ad Eum in toto corde vestro, et auferte deos alienos de medio vestri” (I Re 7,3).
Confidando nella protezione di Colei che ha schiacciato tutte le eresie, garantiamo a Sua Eminenza la nostra devozione a Colui che è la sola Via di salvezza.
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Fr. Franz Schmidberger, Superiore Generale
Fr. Paul Aulagnier, Superiore del distretto di Francia
Fr. Franz-Josef Maessen, Superiore del Distretto di Germania
Fr. Edward Black, Superiore del Distretto d’Inghilterra
Fr. Anthony Esposito, Superiore del Distretto d’Italia
Fr. François Laisney, Superiore del Distretto USA
Fr. Jacques Emily, Superiore del Distretto del Canada
Fr. Jean Michel Faure, Superiore del Distretto del Messico
Fr. Gerard Hogan, Superiore del Distretto dell’Australasia
Fr. Alain Lorans, Rettore del Seminario di Ecône
Fr. Jean Paul André, Rettore del Seminario di Francia
Fr. Paul Natterer, Rettore del Seminario di Germania
Fr. Andrès Morello, Rettore del Seminario d’Argentina
Fr. William Welsh, Rettore del Seminario d’Australia
Fr. Michel Simoulin, Rettore dell’Università S. Pio X
Fr. Patrice Laroche, Vicerettore del Seminario di Ecône
Fr. Philippe François, Superiore del Belgio
Fr. Roland de Mérode, Superiore dell’Olanda
Fr. Georg Pflüger, Superiore dell’Austria
Fr. Guillaume Devillers, Superiore della Spagna
Fr. Philippe Pazat, Superiore del Portogallo
Fr. Daniel Couture, Superiore dell’Irlanda
Fr. Patrick Groche, Superiore del Gabon
Fr. Frank Peek, Superiore del Sudafrica
La lettera rimase senza risposta.
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13 commenti su “Il caso FSSPX. A proposito dei rapporti con Roma: una lettera aperta dei Superiori e Rettori (1988)”
Come senza risposta rimarrà l’esibizione dei “5 dubia”. Ho scritto al Papa – naturalmente già sapendo di non ottenere riscontro – chiedendogli, a mo’ di sfida (termine che lui predilige), di dichiarare come dogmi 1) Il potere salvifico, per la presenza dello Spirito Santo, di tutte le religioni; 2) l’unicità della coscienza individuale come giudice primo ed ultimo nella valutazione etica; 3) il valore pedagogico e sacramentale di una coppia sodomitica; 4) L’inferno come luogo reale ma vuoto; 5) La comunione in Cristo degli scismatici ed eretici come sancita dalla diversità dei carismi; 6) La grazia di stato in una coppia adulterina. Chi è curioso di leggere l’intera formulazione può riferirsi a http://www.unavox.it.
Ha altro a cui pensare, Dottor Pranzetti, che rispondere alle sue domande. Dovrebbe provare con Eugenio Scalfari, Gianfranco Ravasi o il falso monaco di Bose. Per quanto concerne il link da lei segnalato, lei vede nell’attuale Vaticano qualcuno che somigli un minimo a Monsignor Umberto Benigni?
Professor Pranzetti, complimenti. La sua lettera al papa è magistralmente redatta . Lo ha messo alle strette. Purtroppo, però, non avrà esito alcuno.
Si la huberano escrita nel 1987, aquesta letera tendria altro valore. Oggi la perspettiva es oposta. El problema debe ser piantato in altro modo. Vuelvo a legere a Gnocchi.
Caro Xavier Pinyol, mi scusi, ma questo misto di spagnolo e italiano, sì, ci spinge a erudirci sulla sua lingua, ma essendo la cosa una operazione non tanto spedita e veloce, ci impedisce di comprendere in pieno il suo pensiero.
Ciò mi dispiace un po’.
Saluti
Mi Amiga, la vita es breve i el arte larga.
Lo poco que he dedicato en mi vida a su lindo idioma può forse correspondere a lo poco que ella potrà dedicare con la medesima generosità al mio, così que podemo encontrarci en el medio.
Se trata in fondo de civiltà i de comprensione entre figli de la medesima Chiesa i umanedà.
NON DARE RISPOSTE E TIPICO DI CHI NON è IN GRADO DI FORNIRE CONVINCENTI ARGOMENTAZIONI.Nel mio piccolo ho vissuto una esperienza analoga :ho scritto all’attuale vescovo di Belluno e Feltre per esporgli le perplessità di chi , vivendo in Cadore , avrebbe desiderio di partecipare alla Santa Messa in Rito Antico che viene celebrata a Belluno , in Santo Stefano , alle ore 8 di ogni domenica e festività e desidererebbe un orario più confacente (basterebbe un’ora in più : le 9 invece delle 8 ! o il pomeriggio !).Ebbene la mia missiva è di questa estate (luglio 2016)…la risposta non è mai arrivata…Evidentemente è stata giudicata immeritevole di considerazione, o troppo avventata o troppo pretenziosa ..in ogni caso da cestinare !
In preparazione del timbro per la FSSPX, si esercita una fine (rectius, affilata) misericordia:
http://opportuneimportune.blogspot.it/2017/02/padre-giovanni-cavalcoli-op-stato.html
Lettera da incorniciare e rileggere ogni mattina. Come dire: “quelli da scomunicare siete voi”.
Che differenza con l’attuale “ecclesiastico medio”, che nella migliore delle ipotesi si stringe nelle spalle di fronte all’eresia dilagante, nella peggiore l’accetta, la esalta e vi contribuisce nell’auspicio di salire qualche gradino verso Santa Marta (senza offesa per la Santa).
Verosimilmente ci saranno anche adesso preti, vescovi e cardinali con questa stessa chiarezza di vedute, ma la situazione è più grave perché oggi non si sono (finora) beccati una scomunica solo perché hanno più difficoltà a far sentire la loro voce, ove addirittura non si autocensurino preventivamente. Entrambi fenomeni preoccupanti.
Io ancora aspetto che Fellay o chi per lui dica qualcosa sui Dubia, anziché sui timbri per il via libera agli stipendi del sostentamento clero.
Questa mattina ho saputo del Padre Cavalcoli e della sua sospensione. Prosegue spietatamente l’azione inquisitoria, ovviamente a rovescio, della neochiesa. Una volta si inquisivano gli eretici, oggi i cattolici per manifesto cattolicesimo. Non conosco le opere di Padre Cavalcoli e non ho mai seguito la sua rubrica radiofonica, ma mi attengo al fatto accaduto.
https://www.youtube.com/watch?v=CQOGXl5-7ac
Spero che questi perseguitati per amore di NSGC abbiano la pazienza di attendere qualche decina di anni, poi, una volta passati (persecutori e perseguitati) nel mondo dei più, si accorgeranno dove saranno andati a finire i loro persecutori (Bergoglio per primo, poi i suoi giannizzeri ed i suoi vari adulatori. Li vedranno dall’alto in basso, poiché l’inferno è molto in basso, mentre il Paradiso è su, nell’alto dei Cieli.
Il silenzio come arma di difesa dello stato quo, ma chi tace acconsente…