di Giacomo Devoto
.
E’ risaputo che in Vaticano non vige più la monarchia e che da tempo si è affermata la repubblica. Ora, nonostante in quel luogo un tempo rispettabile e abitato da persone scelte, soprattutto per la loro aderenza al credo cattolico, continuino a trovarsi laureati in abito talare, si verifica per ogni giorno che passa la presenza di sempre più personaggi sui generis che in fatto di comprendonio fanno a gara con i tifosi di calcio del bar dello sport – sia detto con tutto rispetto per questi ultimi, che almeno non vanno a disputare in Vaticano.
Questo nuovo livello intellettivo fa sì che la repubblica vaticana vada intesa nella sua accezione più popolare: quella di caos.
E siccome nella confusione ognuno si può permettere di affermare ciò che vuole, tanto nessuno gli dà retta, affaccendato com’è a fare altrettanto, ecco che un certo Norbert Hofmann si fa intervistare dal Moked, il portale dell’ebraismo italiano, e risponde a varie domande sullo stato del dialogo tra ebrei e cristiani.
Questo certo Hofmann, salesiano, lavora in Vaticano come segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo ed è quindi un esperto in relazioni ebraico-cattoliche. Come tale sostiene che tutto va per il meglio, i rapporti con gli ebrei sono ottimi e si è arrivati al punto che “addirittura il nostro partner ufficiale è il Gran Rabbinato d’Israele”.
Viene da sorridere nel leggere una simile sciocchezzuola, quasi come fosse un vanto l’essere stati ammessi, bontà loro, nel consesso dei rabbini, per di più dei rabbini di Israele, come se ci trovassimo ancora ai tempi di Caifa e come se Israele non fosse scomparso ormai da quasi duemila anni, reinventato ultimamente, per meri motivi politici e d’interesse, dal neonato Stato sorto sulla cacciata dalle loro case di centinaia di migliaia di palestinesi ivi residenti da altrettanti duemila anni.
Un pasticcio, insomma, un brutto e sanguinolento pasticcio che però non impedisce a Hofmann di compiacersi di essere stato accolto tra i rabbini di questo Israele.
Ovviamente, il nostro interesse non è rivolto a queste esercitazioni meramente propagandistiche, che tanto bene fanno all’umano compiacersi di ebrei e cattolici moderni. Ciò che ha attratto il nostro interesse e ha stimolato la nostra penna è una particolare risposta del salesiano Hofmann, che riportiamo integralmente:
.
Vede qualche ostacolo significativo nel futuro dei rapporti tra Santa Sede e Stato di Israele?
Non vedo problemi così rilevanti, ostacoli insuperabili nel nostro futuro. Un argomento spigoloso è senz’altro quello relativo alla confraternita dei Lefebvriani e alla sua possibile riconciliazione con la Chiesa. Come noto, c’è chi all’interno di quel mondo è portatore di posizioni di odio e negazione della Shoah. Proprio per questo, è escluso che la pratica vada a buon fine. Fin quando non verrà accettato il Concilio Vaticano II, il suo spirito, i suoi valori, ogni loro velleità è destinata a naufragare. Non mi pare proprio che la Nostra Aetate sia compatibile con quelle posizioni estreme. Quindi, cari amici ebrei e israeliani, non preoccupatevi.
.
Visto che nell’intervista non si accenna neanche a questa questione dei Lefebvriani, questa risposta lascia di stucco, per un verso, e per l’altro illumina.
Lascia di stucco perché i Lefebvriani non c’entrano un fico secco con il dialogo tra ebrei e cattolici moderni e però illumina perché proprio per la sua estemporaneità fa capire chiaramente che si è trattato di una risposta sollecitata dagli ebrei del Moked, che ci tengono a far sapere che a loro non va giù che i Lefebvriani vengano regolarizzati canonicamente da papa Francesco.
Sembra chiaro altresì che tutta l’intervista sia stata orchestrata proprio per trasmettere a Francesco questo messaggio e per trasmetterglielo in maniera informale ma pubblica, con tanto di grancassa mediatica… non è un caso che essa sia giunta fino a noi, che non siamo interessati ad andare a leggere “Pagine ebraiche”.
Ora, noi non siamo certo entusiasti per quest’apertura di Bergoglio verso la Fraternità San Pio X, né ci fa piacere che quest’ultima si attardi ancora a considerare, come fosse una cosa seria, la possibilità di buttarsi nelle fauci aperte dell’uomo venuto dalla fine del mondo.
E tuttavia, quando vediamo come gli ebrei mettono becco in casa altrui – che poi sarebbe casa nostra – impicciandosi di fatti che non li riguardano, ci viene subito da dire, come qui facciamo, vade retro … siete sempre i soliti impiccioni che si credono i più belli del mondo!
E sì, perché alla fin fine, la questione è tutta qui: tutto si può fare ormai a questo mondo: distruggere la dottrina cattolica, devastare la vigna del Signore, incentivare l’invasione islamica dei paesi cattolici, diffondere il vizio e la corruzione tra i giovani… ma guai a fare qualcosa non gradita agli ebrei… non sia mai ledere la maestà del popolo eletto – ormai solo da se stesso!
Ma si trova sempre un hofmann disposto a reggere il moccolo all’interminabile piagnisteo ebraico che invece di piangere se stesso si comporta peggio della gatta che, come dicono a Napoli, chiagne e futte.
.
16 commenti su “Meglio ebrei che lefebvriani. Come certi moderni cattolici odiano il cattolicesimo – di Giacomo Devoto”
…venuto dalla “fine del mondo” che sta seminando a piene mani.
Da qui non se ne esce , senza un Papa che dia una sferzata alla chiesa , si scompare .
Vuoi fare che la FSSPX sarà salvata dai Rabbini e non da Fellay !!
Bisogna precisare che le problematiche inerenti ai rapporti tra Chiesa cattolica ed ebraismo sono antiche quanto la Chiesa e bisognerebbe uscire, una volta per tutte, da questo stato sospeso, da questo stato di superficie e tornare alla chiave che è religiosa. Per venti secoli la Chiesa è sempre stata fedele al suo Magistero e alle considerazioni riguardanti l’ebraismo. Non fu difficile, soprattutto alla luce di San Paolo che, dell’argomento, fu il principale analista e il più fervido oppositore, conscio di quel mistero di iniquità mirante a non far conoscere il Verbo incarnato ai gentili e ai popoli. Se questi sacerdoti così stravaganti si permettono di esporre argomentazioni così mediocri e ideologizzate, il problema non è la FSSPX ma sono loro, totalmente in balia alla confusione. Eppure i vangeli parlano chiaro come parlano chiaro sia gli Atti che le epistole Paoline. Capisco che nel nuovo Testamento molte esternazioni di Cristo e dei suoi sono molto politicamente scorrette e tutt’altro che ecumeniche, ma il problema, a questo punto, è di questi “sacerdoti”.
Invece dovrebbero loro Rigettare il CVII se vogliono la FSSPX. Alla Quale sarebbe affine anche San Bosco
‘Fin quando non verrà accettato il Concilio Vaticano II, il suo spirito, i suoi valori, ogni loro velleità è destinata a naufragare.’ Notare ‘velleità’, mentre poco più avanti parla di ‘posizioni estreme’. Questo linguaggio mi fa solo sorridere un po’, nient’altro. Lasciamolo dire, lui e altri come lui, tanto non capiscono. Aspettiamo, poi vedremo dove arriveranno…
Che rigettino loro (i gerarchi della chiesa EX-cattolica) il CVII, l’ecumenismo sincretista e tutte le altre eresie post-conciliari!
Sono dei pazzi se si illudono che li seguiremo fino all’Inferno (e sa all’Inferno non ci credono sono più pazzi ancora)!
Le questione e’ sempre la solita loro si impicciano dei fatti della chiesa, e cioe’ nostri, ma se tu ti permetti di fare loro qualche critica, be allora sei il solito fomentatore di odio antisemita negazionista, populista, sciovinista……. e via discorrendo. Il problema se mai e come abbiano cucinato a fuoco lento la Chiesa con la tecnica della bollittura della rana, senza che chi, haveva delle responsabilita’ abbia fatto niente.
E questi sono i risultati, con i vari Hoffman e compagnia ballante, quanto alla FSSPX, mi auguro che resistano eroicamente, questo e’ un secolo importante, e da Fatima arrivano gli ecchi di una speranza che non ha paragoni con le sofferenze attuali, anche se sembrano interminabili, poi quando si saranno compiuti i Suoi disegni, allora questi personaggi saranno tutti svergonati.
E’ un mondo alla rovescia. Per fortuna che c’è la Nostra Aetate così la FSSPX non cadrà in trappola. Speriamo proprio che sto tizio abbia ragione.
Si usa la FSSPX come cortina fumogena; a questa gentaglia non gliene importa nulla ne’ della Dottrina ne’ della Fede. L’importante è l’abbraccio (mortale) con la dea Modernità; il messaggio e’ duplice; non solo verso Papa Francesco, ma anche verso mons. Fellay: o si accetta di vivere in nostra aetate dignitatis humanae, o si è fuori per sempre. Fellay avvisato, mezzo salvato.
Premesso che un cattolico vero di Santa Romana Chiesa, secondo me, è molto più vicino ai lefevriani che non ai cosiddetti cattolici adulti, ritengo che quando alcuni membri della loro congregazione (ero a conoscenza di un pezzo grosso inglese, poi smentito e “fatto fuori” dalla congregazione) negano la Shoa non si possa far finta di niente. Gli ebrei hanno avuto 6 milioni di morti a causa delle idee naziste sorte dalla predicazione di Lutero ed è un dato di fatto. Non rischiamo di confonderci con chi parla ancora di “perfidi giudei”. Certe volte mi interrogo se, all’epoca, non sarei stato anch’io tra i Farisei, tra gli accusatori di Gesù.
Riflettiamoci tutti.
Ma è proprio vero che i Lefebvriani negano la Shoa? Può citare un loro documento ufficiale a riguardo?
Per quanto si riferisce ai «perfidi giudei» leggo in un datato vocabolario Latino-Italiano, autori Campanini-Carboni (è rilegato e non ha l’anno di pubblicazione, ma ha circa un secolo di età), tra i significati di «Perfidus (a-um)» anche «Infedele (in senso religioso)». Ebbene, i Giudei, come i credenti di altre religioni (compresi i Protestanti), per i Cattolici sono «infedeli», come lo sono i Cattolici secondo quei credenti riguardo alla loro religione. Non c’è nulla di offensivo; c’è anzi da aggiungere che pregare per la conversione dei Giudei è atto di carità che evidentemente la Liturgia Cattolica di un tempo riservava a quelli che oggi vengono definiti «nostri fratelli maggiori». Padronissimi, da parte dei Giudei, di non aderire alla nostra fede, ma perché offendersi? Ma soprattutto, perché noi Cattolici dobbiamo avere la «coda di paglia» e rinnegare questo atto di carità?
E’ proprio il caso di rifletterci sopra.
Ma i rabbini aprono le loro sinagoghe ai profughi, e ai barboni di strada? Così pure gli imam le loro moschee? Forse che quanto sta succedendo è proprio per mettere in difficoltà la chiesa cattolica e il suo petulante capo? Non si sono accorti in Vaticano che più parla il papà più il male si
Che i commenti di questi ‘autorevoli personaggi’ sia così ondivago, non mi stupisce più di tanto. Ciò che mi lascia allibito è l’intervento di Mons.Athanasius Sneider, che ho sempre
stimato un retto difensore della retta dottrina professata dalla Comunità Sacerdotale San Pio X.
Un enorme GRAZIE per questo articolo, che mette i puntini sulle i riguardo ai nostri cari fratelli maggiori. Per i quali, se ce ne siamo dimenticati, era in primis venuto sulla Terra il Figlio di Dio; da loro rigettato e messo a morte, salvò l’intera razza umana con la Sua Risurrezione. Da allora, il Padre stracciò l’antica alleanza e ne promulgò una nuova col popolo che si chiamò Cristiano. Gli ebrei persero la Sua presenza nel tempio, distrutto da lì a poco. Ne seguì la diaspora in tutto l’orbe terraqueo. Divenuti figli della perdizione e veri strumenti del Nemico eterno di Cristo, ovunque si fossero insediati tramarono contro Cristo ed il Suo popolo, ossia contro tutto ciò che è vero, bello, unito ed ordinato; introducendo nel mondo il caos, la corruzione morale, le divisioni e la falsità. Oggi, ottenuta alla loro causa anche la Chiesa Cattolica, da molti decenni ormai trionfano con satana stesso. Ma sappiamo dalle Scritture che sarà cosa breve, e che alla fine si convertiranno anche loro. Siamo nel 2017, cominciano quei tempi.
Finchè Roma non torna alla Fede è meglio starne alla larga, anche se l’esilio si fa lungo, confidiamo che il buon Dio prima o poi, se continueremo ad essergli fedeli, ci ridarà un Papa secondo il suo Cuore e dunque non ci sarà bisogno di accordi, ritorneremo semplicemente ad essere cattolici tra cattolici. Preghiamo che il castigo venga abbreviato, perchè la fatica non ci faccia cedere e cadere.