Abbiamo letto con orrore che Dio è stato ingiusto, perché ha mandato a morte suo Figlio: è una bestemmia. Parlare del dolore e della morte implica anzitutto parlare del peccato originale. Significa spiegare che la colpa commessa da Adamo si è trasmessa all’umanità intera, e che questa colpa fu infinita perché infinito è Dio, offeso dal peccato del Protoparente. Parlare del dolore e della morte implica accettare che vi è una Giustizia divina che chiede riparazione, e che all’infinità Maestà di Dio offesa da Adamo doveva corrispondere un’infinita riparazione, possibile solo da parte di Colui che, essendo vero Dio e vero uomo, poteva compiere un sacrificio infinitamente riparatore a nome di ogni uomo.
di Baronio
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Il dolore, la sofferenze, la morte. Non è facile, credetemi, parlare di argomenti tanto alti senza esser percorsi da un timore reverenziale. E compulsare la Sacra Scrittura, gli scritti dei Santi Padri, i documenti del Magistero, le fonti liturgiche dimostra che è proprio nel mistero della sofferenza umana che la nostra Religione si mostra in tutta la sua ineffabile perfezione, e si pone come unica risposta credibile alle nostre domande. Poiché Cristo ha compiuto l’opera della Redenzione proprio attraverso la Passione e la Morte, rendendo il dolore strumento di salvezza e di riscatto, ma anche motivo di speranza.
Il senso della sofferenza umana è compendio del nostro Credo, perché nella sofferenza si è compiuta la nascita, la vita e la morte di Colui che, incarnandosi nel seno della Vergine Maria, ha sconfitto la morte del corpo, ma ancor più la morte dell’anima.
Ma proprio perché la sofferenza è legata intimamente ai Misteri della nostra Fede – la Ss.ma Trinità, l’Incarnazione, la Passione, la Resurrezione – non è possibile dare una risposta alla spontanea domanda dell’uomo senza coinvolgere tutte le Verità della Fede, sì che ogni dogma – anche quello che può sembrare più marginale – manifesta la propria ragione e necessità. Negare uno solo dei dogmi della nostra Fede, significa scardinare l’intero edificio cattolico, ma ancor prima significa profanare quel corpus organico perfettissimo che la Sapienza infinita di Dio ha posto come unico strumento di salvezza eterna per l’uomo corrotto dal peccato. Significa, in ultima analisi, negare quanto Nostro Signore ci ha insegnato non per istruirci intellettualmente, ma per consentirci – ancorché immeritevoli – di restaurare l’ordine mirabile che per nostra colpa abbiamo infranto in Adamo. Significa attentare a Cristo medesimo, che è Verità Egli stesso, Verbo eterno del Padre.
Le false religioni – e con esse le sette eretiche – sono intrinsecamente malvagie e odiose agli occhi di Dio proprio perché corrompono e rendono strumento di dannazione eterna anche ciò che in esse vi può essere di vero, come un veleno rende avvelenata anche l’acqua in cui è diluito. Così il concetto di Dio unico, quando legittima l’idolatria islamica o la perfidia giudaica negando la Ss.ma Trinità; così l’unicità del Divino Mediatore, quando è presa dai Luterani a pretesto per negare la Mediazione della Chiesa o della Vergine Ss.ma; così la venerazione per le antiche comunità apostoliche presso gli Eterodossi d’Oriente, quando è usata per negare il Primato del Principe degli Apostoli e della Chiesa di Roma, o l’Infallibilità del Vicario di Cristo. Ecco perché il vero zelo cristiano nei confronti degli adepti delle superstizioni e delle idolatrie, o verso i seguaci dell’eresia e dello scisma, non può cercare ciò che accomuna il Santo all’errante, ma viceversa ciò che separa quest’ultimo dalla Verità, ch’è unica e non parcellizzata. Che non ammette gerarchie tra quanto è più vero di un’altra verità. La Verità è tale nella sua interezza: scalfirne anche una parte infinitesimale è impossibile, poiché la Verità è divina, poiché essa è Dio stesso, e in Dio tutto è divino, e parimenti adorabile.
Parlare del dolore e della morte implica anzitutto parlare del peccato originale. Significa spiegare che la colpa commessa da Adamo si è trasmessa all’umanità intera, e che questa colpa fu infinita perché infinito è Dio, offeso dal peccato del Protoparente. Parlare del dolore e della morte implica accettare che vi è una Giustizia divina che chiede riparazione, e che all’infinità Maestà di Dio offesa da Adamo doveva corrispondere un’infinita riparazione, possibile solo da parte di Colui che, essendo vero Dio e vero uomo, poteva compiere un sacrificio infinitamente riparatore a nome di ogni uomo. Parlare del dolore e della morte implica accogliere l’Incarnazione della Seconda Persona della Ss.ma Trinità, che Lucifero non volle comprendere perché accecato dalla superbia. Significa accettare che la morte, la malattia, la sofferenza, l’ignoranza sono giusta punizione per una colpa che in Adamo abbiamo compiuto tutti. Significa credere che Gesù Cristo diede prova, con i suoi miracoli, di esser veramente Figlio di Dio, il Messia che i Profeti avevano annunciato. Significa comprendere il sacrificio di Cristo sulla Croce, che ha non solo riscattato la colpa di Adamo, ma anche ogni peccato, di ogni uomo, da Adamo alla fine del mondo. Parlare del dolore e della morte implica accogliere il Battesimo non come l’ammissione ad una comunità, ma come il lavacro che nel Sangue dell’Agnello ci purifica dal peccato originale e ci rende degni d’esser figli di Dio; accogliere la Confessione come Sacramento che per i meriti infiniti di Cristo ci rende nuovamente degni di meritare il cielo e, su questa terra, di ricevere il Corpo del Signore; accogliere il Mistero ineffabile della Ss.ma Eucaristia, che rende il Re dei Re presente sui nostri altari, a rinnovare in modo incruento il Suo sacrificio, per il ministero dei Sacerdoti, rendendo in modo perfetto un atto di adorazione, ringraziamento, propiziazione ed impetrazione alla Divina Maestà per mezzo del Sommo ed Eterno Sacerdote Gesù Cristo; accogliere tutti i Sacramenti come veicoli della Grazia divina. Parlare del dolore e della morte richiede di riconoscersi parte della Comunione dei Santi; ci impone di credere nella necessità dei Suffragi, nel tesoro delle Sante Indulgenze, nell’intercessione della Vergine e di tutti i Santi, e quindi nel dovere di rendere loro culto di venerazione. Significa prestar fede ed ossequio alla parola della Chiesa, che nei Successori di Pietro è chiamata a custodire infallibilmente e indefettibilmente l’insegnamento di Cristo, lasciato nella Sacra Scrittura e nella Santa Tradizione. Parlare del dolore e della morte significa anche credere nel Giudizio particolare e in quello universale, nella pena eterna dell’Inferno, nell’eterna beatitudine del Paradiso, nella purificazione transitoria del Purgatorio, nella condizione delle anime incapaci di vita soprannaturale confinate nel Limbo, e quindi nella necessità del Battesimo come mezzo di salvezza eterna, onde la Chiesa è chiamata a predicare a tutte le genti e a battezzarle nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Parlare del dolore e della morte ci porta a comprendere la necessità di sottomettere l’intelletto al Dio rivelatore, nell’atto di Fede; di confidare che il Signore ci concede i mezzi per mantenerci nella Sua Grazia, nell’atto di Speranza; di amare Dio e il prossimo per amor di Dio, nell’atto di Carità. Nel praticare la virtù, nel rifuggire il vizio, nel tendere alla perfezione. Nell’unirci, miserabili come siamo, alla Croce di Cristo, dando un senso appunto al dolore e alla morte, accettando quello e questa in isconto dei nostri peccati, e per i nostri cari, e per i peccatori, e per i defunti.
E questa Fede è capace d’esser sondata tanto dall’intelligenza del sapiente quanto dal sensus fidei del semplice, poiché entrambi sanno che Dio non può ingannarci. Questa Fede è animata dal Santo Timor di Dio, affinché non presumiamo di salvarci senza merito, né che disperiamo dell’eterna salvezza.
Il sordo non ode, e non sa cosa siano i rumori, i suoni, la musica. Non lo può comprendere. Il cieco non vede, e non sa cosa siano i colori, non può immaginare la luce, né le sfumature di un tramonto. Similmente, nelle questioni spirituali, vi sono sordi e ciechi: non comprendono e non immaginano l’armonia della Verità, il suo intimo legame con la Carità – dacché entrambe sono divini attributi – e non possono cogliere le sfumature delicatissime della Grazia. A costoro, veri sventurati, la Redenzione operata da Cristo e perpetuata nei secoli dalla Sua Chiesa dischiude gli occhi, apre gli orecchi, e ripristina mirabilmente l’antica perfezione, aggiungendovi qualcosa che la Creazione non aveva loro dato: gli infiniti meriti del Salvatore Nostro, conquistati sul legno della Croce.
Ma vi sono anche sordi che non vogliono udire, e ciechi che non vogliono vedere, poiché è l’orgoglio satanico che li rende tali, ed impedisce loro di inchinarsi, di piegare il ginocchio, di invocare: Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me! Costoro vanificano il Sacrificio di Cristo ed aggiungono alla colpa originale ed ai loro peccati anche il disprezzo del Dio che, sommamente Misericordioso, nel dolore e nella morte del Suo Figlio ha placato la propria ira.
Questi sordi e ciechi non vogliono accettare che il dolore e la morte, giusta punizione per il peccato, siano diventati in Cristo strumento di salvezza eterna. Non hanno risposte. Non vogliono averne, e non sanno darne a loro volta.
Ecco perché quanto abbiamo letto con orrore, e cioè che Dio è stato ingiusto, perché ha mandato a morte suo Figlio, è una bestemmia. Ed è ancor più grave perché, lungi dal dare un senso alla sofferenza, vieppiù degli innocenti – che unendosi spiritualmente a Cristo sofferente potrebbero penetrare il Cielo ed invocare grazie per la Chiesa – li scandalizza, rende sterile il loro dolore, vanifica il loro piccolo o grande sacrificio, ed oltraggia ancora una volta, nei piccoli, lo stesso Cristo. Osa accusare Dio Padre di essere ingiusto – c’è da tremare d’orrore! -, quando invece la Croce di Cristo è l’atto di suprema Giustizia, ed allo stesso tempo di infinita Misericordia, di cui solo Dio è capace.
Davanti a questo abisso di cecità e sordità spirituale, il nostro cuore non solo s’indigna, ma si spacca di dolore. Perché vediamo una distanza incolmabile, un baratro nero che si spalanca sull’inferno. Nessuna speranza, nessuna risposta. Un silenzio cupo e tetro. Una disperazione di fondo che cela dietro la presunzione di salvarsi senza merito un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, una colpa che nemmeno Dio può perdonare. Il peccato di Lucifero.
40 commenti su “La sordità e la cecità dell’empio – di Baronio”
Non ci sono parole. Ogni giorno ne combina una. Il soggetto è volutamente omesso. Tra pochi giorni sarà Natale e quel tizio fa di tutto per rovinarcelo. E pensare che ha stuoli di ammiratori…….
Bergoglio è un eretico bestemmiatore: voglio proprio vedere se i papolatri Ariel e Cavalcoli proveranno (pateticamente, come al solito) a dargli ragione anche questa volta!
Bisogna scegliere: o con Dio (che è Giustizia infinita) o con Bergoglio (che dice che Dio è ingiusto).
sara’ una mia impressione, ma mi pare che la posizione di Ariel stia divenendo sempre piu’ critica dei confornti del duce vaticano…
Con quella vergognosa affermazione ha anche negato implicitamente la Resurrezione e la SS. Trinità.
Anche un semplice credente sa che Dio ci ha così tanto amato da donarci il Suo Unigenito Figlio per la nostra salvezza eterna.
Da inorridire!
L’ha detta proprio grossa. Come fa Dio che è la Verità e pertanto l’unica vera Giustizia ad essere ingiusto ? Oltre ad un’immane bestemmia è una contraddizione in termini. Non portiamo però rancore non esacerbiamo il nostro animo, e sopportiamo serenamente con cristiana rassegnazione. Il timone della barca di Pietro è in mano a Gesù, anche se ora sembra dormire.
Non è Gesu a dormire, sono i cattolici, che invece di cacciare il bestemmiatore continuano a battersi il petto facendo finta di niente.
Ai reverendi cardinali di Santa Romana Chiesa dico: non si puo piu tergiversare… cacciate l’impostore e anticristo, se non volete che le colpe e gli scandali di costui ricadano anche su di Voi
La lucida ottusità (perdonatemi l’ossimoro) di questo indegno pontefice, portavoce del satanico contraddittorio della Verità, ora vorrebbe toglierci anche il senso del dolore. Cosa “sparerà” la prossima volta?
Oltre l’ignoranza, che non solo sussiste genericamente ma è invincibile personalmente in questo caso, è il rappresentante di un’epoca, è lo specchio di un’epoca, che non è finita conclusa, continua con un diverso fraseggio inoltre, per concludere, incarna il cattolico medio, quello che è tale perchè è stato a mollo in un ambiente così, cattolico medio basso, senza tante storie, conforme a quello che passava il convento. La chiesa ha deciso di non elevare più le anime ma di rotolarsi lei nella polvere per farsi pari alle anime che nella polvere stavano. I fatti le danno torto. E come spesso accade, chi ha torto non vuol sentir ragioni. Non vuol sentir ragioni perchè la sua ragion d’essere è consistita nel negare la verità ritenendo, percorrendo questa scorciatoia, di affermar se stesso in modo originale e senza tutta la fatica e dolore che ogni riconoscimento del vero richiede; fatica e dolore vengono richiesti perchè bisogna ricercare dentro di sè l’errore, con le debolezze che l’hanno determinato e buttarlo fuori di sè, rigettarlo davanti a se stessi e agli altri. %
Qualche settimana fa l’ho ascoltato durante un TG, forse a una catechesi del mercoledì, dire: sapete, anch’io ho dei dubbi, ne ho tanti, eh… Col suo fare bonaccione e un po’ compiaciuto, come strizzando l’occhio all’ascoltatore, quasi volesse dire che anche lui è come tutti gli altri. Avrei voluto rispondergli: Santità (?), sono proprio d’accordo; non c’è bisogno che lei lo dica, perché sa, si vede proprio…
Peccato poi che su altre cose, sulle quali un po’ di dubbio dovrebbe avere, proceda imperterrito più che sicuro. Ma qui mi fermo. (Non vedo contraddizione tra le due posizioni).
A volte penso, forse sbagliando, che gli dia più fastidio l’essere ignorato dell’essere criticato. Ma anche se noi lo ignorassimo (il che non sarebbe male), siamo solo un piccolo numero; rimane sempre la stragrande maggioranza che lo adula, ripete i suoi slogan, ecc.
Termino ricordando, a me e a voi, di rimanere sereni e di rivolgere lo sguardo a Nostra Signora, in quest’anno centenario delle apparizione a Fatima. Preghiamo e offriamo penitenze e sacrifici, come richiesto.
Una lezione magistrale, caro reverendo! Mi è sembrato di risentire certi insegnamenti ricevuti al tempo della mia giovinezza, quando i preti non avevano remore a parlare di peccato originale, di timor di Dio, di Inferno, Purgatorio, Paradiso e anche della realtà del Limbo, della SS. Trinità, del significato della Messa, del senso del sacrificio e della sofferenza e di tante altre cose che ci facevano intravedere un mondo ben più in alto di quello su cui camminiamo, un mondo a cui ci sentivamo di aspirare acquistando i meriti che nominiamo nell’Atto di fede da ottenere con le buone opere, come recitiamo nell’Atto di Speranza e amando il prossimo per amor di Dio, come dice l’Atto di Carità. Niente di tutto questo si usa più, tutto passato sotto silenzio, quasi a provarne vergogna. Tanto che,rinnegandolo, si è giunti al punto di bestemmiare orrendamente. Prego tutti i giorni per il ritorno della Santa Religione e perché sorgano sacerdoti che parlino ad alta voce di tutto ciò di cui lei, caro Reverendo, ha parlato oggi. Che Dio la conservi a lungo e la benedica.
%Per non prendere altro tempo, è il vicario del mondo, lo rappresenta, ne parla la lingua, è organico ad esso. Ma dietro ed intorno a lui, ci sono tutti quelli a lui simili. Non è una scheggia impazzita del sistema. Ne è la cinghia di trasmissione . Non so quali siano i numeri, se va bene ad avere certi pensieri siamo forse un terzo.Forse. Senza guida e in ordine sparso. Il solo resistere giorno per giorno comincio a trovarlo eroico.
Come si può ancora affermare che tale uomo sia stato eletto dal concistoro grazie all ‘azione dello Spirito Santo?Che tale uomo sia il papa voluto dalla Madonna?che sia il rappresentante di Cristo in terra?che è infallibile per quello che concerne la fede e la morale?che tutti i cattolici gli devono obbedienza e totale sottomissione?che quello che lega in terra sarà legato anche in cielo?come non si può fare a meno di notare che questo vescovo vestito di bianco sta traghettando la Santa Chiesa di Cristo non verso il terzo millennio ma verso l’inferno a mo’ di Caronte?e come può un cristiano cattolico degno di tale nome ,dignità regale acquistata solo e soltanto grazie al Preziosissimo Sangue di Cristo,restare fedele a tale uomo senza rinnegare il suo DIO(UNICO).
E’lecito in nome di un falso ecumenismo rinnegare la Verità per viver tutti nella menzogna,anticamera dell’inferno.Non c’è forse stato insegnato che chi ama il padre la madre …e quindi anche il papa e il suo pensiero più di Nostro Signore non è degno di Lui?Per paura di uno scima,preferiamo essere dannati per sempre?
Meglio tagliarsi un braccio per salvarsi che perdersi interi.
Il bestemmiatore argentino non puo piu usurpare la cattedra di Pietro.
Meglio lo Scisma che la bestemmia e lo scandalo continui elevati a magistero ordinario del pontificato.
Costui non è vicario di Cristo ma anticristo maligno e pervertito.
Ennesima bestemmia ereticale del sig. Bergoglio che rinnega Dio Sommo Giusto e lo offende nella Sua propria e Somma Giutizia che è sentenza “de fide”.
Questo empio bestemmiatore poi accusa il Padre di avere ucciso il Figlio e tale uccisione a suo empio affermare è prova di ingiustizia anziché di Somma Misericordia e Somma Giustizia.
La misura è da tempo colma!!!
Il sommo bestemmiatore eresiarca continua indisturbato la sua opera perversa ed io mi chiedo come sia plausibile non prendere atto che costui non è papa e va cacciato al piu presto.
Come puo Lei Reverendo in fede continuare a poter ritenere costui papa? E se non lo ritiene papa come puo tacere ancora?
Articolo meraviglioso, da incorniciare … ringrazio l’autore. Per quanto riguarda Bergoglio, occorre pregare tanto, fare penitenza … la sua anima è in gravissimo pericolo!!!
In altre occasioni ho scritto che bergoglio è l’anticristo, ora invece dico che bergoglio è un castigo di Dio per i nostri peccati.
Vatican.va riporta solo una brevissima sintesi di circa 50 min. di udienza (http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/12/15/0904/02014.html )
Queste le PAROLE CENSURATE: ““Dio è ingiusto? Eh Sì, è stato ingiusto con suo figlio, l’ha mandato in croce, se seguiamo questa logica dobbiamo dire questo. Ma è la nostra esistenza umana, la nostra carne che soffre in quel bambino, e quando si soffre non si parla: si piange e si prega in silenzio”
Video dal min 29 e 27 secondi. Ecco il link:
https://youtu.be/6ald7JRmbDQ?t=1753
Ho sbobinato tutto il discorso in testuale. Lo leggo e rileggo e tremo di fronte a tanta malizia ed empieta.
La speranza, il merito, la giustizia, il sacrificio, la fede…. per costui non hanno senso.
O è posseduto oppure è veramente a servizio del maligno.
Vede Retro…. Vade Retro Satana!
State tranquilli che in qualche modo i sostenitori di Bergoglio riescono sempre a giustificare tutte le sue affermazioni….magari diranno che gli è scappata, che era un modo di dire in senso figurato!
Credo che il segreto del nuovo ordine sia contenuto dentro ogni parola del suo libro Laudato Si , il Capitalismo è già stato sentenziato , per far esplodere un sistema del genere, e poter incolpare i governi come male del mondo, la megaelite, quella al di sopra di tutte, di cui il Papa è il primo personaggio, critica il capitalismo selvaggio, solo che adesso il gioco va al rovescio, e Laudato Si , segue la rotta. Il nuovo ordine può arrivare solo con l’ INGANNO mascherato da buone intenzioni, il contrario di ciò che sono le elites che governano, tutti squali della finanza. Credo che il Sindaco di Roma, Raggi, molto vicina a Papa Francesco, abbia ben capito quali sono i veri “valori” e stia rovesciando il gioco. Laudato Si è il nuovo ordine mondiale.
Ieri sono andato ad una cena di beneficenza. E’ salito sul palco a ringraziare i presenti un tizio in jeans e maglione, in là con gli anni, che ha fatto mezz’ora di lodi a omissis. Ho chiesto chi fosse lo sperticato adulatore, mi è stato detto: il parroco titolare del salone che ci accoglieva. Non ho più parole: è un’altra Chiesa, una Chiesa scismatica.
Come può Lei Reverendo in fede continuare a poter ritenere costui papa? E se non lo ritiene papa come può tacere ancora?
Caro Matteo,
è proprio perché costui è Papa, che tutto questo assume un senso in chiave escatologica. Se Bergoglio non fosse Papa – o quantomeno capo visibile della Chiesa, riconosciuto universalmente per tale – il suo tradimento non avrebbe la gravità ch’esso invece dimostra. Se, nel cortile del Pretorio, a rinnegare Cristo fosse stato un altro Apostolo e non Pietro, ch’era a capo del Collegio Apostolico, non si sarebbero compiute le parole del Salvatore. Nam et loquela tua manifestum te facit, dice una serva. La tua pronuncia ti tradisce, perché parli con l’inflessione tipica della Galilea. Anche l’Iscariota, che consegnò Nostro Signore ai sommi sacerdoti, doveva essere un Apostolo, e non un membro del sinedrio.
Ricordiamo che la Chiesa, come Corpo Mistico del Signore, è chiamata a ripercorrere tutte le tappe dolorose della Passione. Flagellata, schernita dai manigoldi, abbandonata dal popolo che l’aveva acclamata, tradita da Giuda…
…caricata della Croce, crocifissa, trapassata da un lancia, deposta nel sepolcro. Ma destinata a risorgere, quando nessuno se l’aspetta e viene considerata ormai vinta.
Se Bergoglio non sedesse sul Soglio di Pietro, tutto questo non si realizzerebbe. Ciò non toglie la responsabilità del tradimento e dell’apostasia, sia chiaro. Ma mostra – proprio nel momento in cui tutto sembra perduto – che è sempre il Signore della storia e del tempo a governare la barca di Pietro, e che il potere concesso al Nemico non eccederà di un solo istante gl’imperscrutabili disegni della Provvidenza.
Il nostro compito è di proclamare la nostra Fede opportune, importune, non perché ci crediamo detentori della Verità, ma perché amiamo il Signore, che è Egli stesso verità somma. E prima di proclamarla, dobbiamo dimostrare con la nostra vita quella coerenza, in mancanza della quale le nostre parole sarebbero difficilmente credibili. E non dimenticare mai che il Signore ci dona le grazie proporzionate alla croce che siamo chiamati a portare.
Pietro si penti e mori martire, mentre Giuda mori suicida.
Bergoglio riabilita Giuda e lo eleva a protovescovo assieme agli altri apostoli, ma i seguaci di Cristo abbandonarono
colui che sarebbe stato meglio non fosse nato e seguirono Pietro.
La dimensione escatologica si raggiunge portando la nostra croce qui e oggi e quindi chiedo:
Ora chi vogliamo seguire noi Reverendo?
Bergoglio o Pietro ? Anzi… Cristo o Giuda?
Seguiamo Cristo, la voce dei Padri della Chiesa, dei Santi e dei Papi che mondo disprezza e rifugge.
Diffidiamo viceversa dd chi è accolto dal mondo, di chi parla le cose che il mondo apprezza, di chi considera il mondo amico.
Così facendo non possiamo sbagliare.
suggerimento per chi non sa cosa dire su …… anzi sarebbe un bel regalo! :
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwi50PeB6PvQAhWXdFAKHThBCWgQFgg9MAA&url=http%3A%2F%2Fwww.dongnocchi.it%2Fcomunicazioni%2Finterventi%2Fla-pedagogia-del-dolore-innocente-1.2227&usg=AFQjCNEMS8eQ_fj_x8wZwomRWjDqsMKpzw
Però Bergoglio che oggi compie ottant’anni e chiede di pregare perché la sua vecchiaia sia feconda, potrebbe essere anche un po’ arteriosclerotico e quindi non sapere più bene quello che dice, ma chissà, si vedrà, non si sa….
E’ certamente vero che ad un incontro come questo tenuto in ospedale, faccia a faccia con la sofferenza, la piu’ naturale di tutte le domande dell’uomo (quella sul senso della sofferenza) è quasi inevitabile (ed un papa, specialmente, dovrebbe dare risposte adeguate), ma è pur vero che un discorso mirabile e esaustivo pur nella sua sua sintesi, come quello fatto da Baronio, è impossibile da farsi in un simile contesto. Tanti concetti devono essere dati per sottintesi per un auditorio “cattolico”, ma purtroppo la realtà è drammaticamente diversa, perchè l’aggettivo “cattolico” è ormai svuotato quasi totalmente di significato, e serve solo a fare una distinzione di fondo tra chi appartiene (piu’ o meno) ad un certo mondo mondo e chi no.
Bergoglio avrebbe molto semplicemente potuto far precedere un avverbio alla frase sulla “ingiustizia” di Dio: “apparentemente”. “Apparentemente”, per quella che è la sensibiltà ormai ex-cattolica. E’ talmente logico e naturale. Inevitabile.
Ma non lo ha fatto, e questo, purtroppo è duro doverlo ammettere, presuppone una sua reale convinzione
Caro Luigi, ma noi andiamo dietro alle sue (di Omissis) convinzioni o seguiamo le parole eterne di NSGC ? cosa vuole che me ne importi se il papa dice eresie ? mi spiace solo per chi ci abbocca e le prende come oro colato. Ad un giovane (che ha riportato qui la notizia) il confessore gli ha detto “chi sei tu per giudicare il papa”?, udendo in confessione che il ragazzo aveva criticato certe uscite di Omissis. Cavoli ! altro che chi sei tu…, è sacrosanto dovere dire “Anatema” ! di fronte a tali eresie, se non vere e proprie bestemmia, ce lo chiede NSGC, ce lo chiedono i santi ed i papi preconciliari (in particolar modo s. Pio X). Abbiamo il dovere di resistere, disobbedire ed ammonir chiunque si ponga contro Gesù Cristo, sia o meno papa. Ricordiamoci le parole di S. Paolo “se anche un angelo…” Alla larga da questo clero eretico ed apostata, imbroglione e dittatore ! vade retro Satana !
Ho notato che dal sito ufficiale vaticano é stato omesso il punto in cui bergoglio parla di “ingiustizia di Dio”, ma il filmato lo conferma.
https://youtu.be/c88AT6y48mc
Scusate anche a me Omissis non è per niente simpatico. Ma la frase “incriminata” ( a differenza di molte altre), non mi aveva scandalizzato; ho pensato che, poichè Dio ha ” punito” Cristo, innocente, al posto nostro, colpevoli, è stato “ingiusto” con Lui per essere misericordioso con noi. Un pò come dice il proverbio latino ” summus jus summa iniuria”.
Al massimo ci leggo una ” fissazione” di Omissis per la misericordia, ma non mi pare così orrenda questa affermazione….. Qualcuno, vi prego, mi chiarisca le idee se sbaglio, magari magari proprio l’Autore dell’ articolo! Io comincio a vacillare…! Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi
Caro Giuseppe, le parole hanno la loro importanza e non si puo’ giocare a fraintenderne il significato: la Perfezione assoluta di Dio non puo’ in alcun modo meritare una punizione contro Se Stesso (essendo appunto Cristo Dio), neanche all’interno del Suo Piano di Salvezza, perché ne verrebbe meno la Sua Giustizia infinita.
Dio non puo’ essere ingiusto con Se Stesso infliggendosi una immeritata (auto)punizione.
Anzi, confondere il Vertice nella Croce, che è la concilizione della Giustizia e Misericordia divine, con una inesistente (auto)punizione vanificherebbe la Sua stessa Misericordia: la Misericordia di Dio verso l’uomo non puo’ originarsi da una (assurda) conflittualità “interna” a Dio Stesso con la Sua Giustizia suprema.
Che misericordia mai sarebbe ?
P.S. : ad esempio mi sembra molto più orrendo ed empio ( ed illogico) dire che la moltiplicazione dei pani fu il ” miracolo della carità condivisa”, o dire che Maria ai piedi della Croce pensò di essere stata ingannata; ma il primo esempio secondo me è di gran lunga il peggiore di tutti, anche peggiore della comunione ai divorziati risposati, perchè se i miracoli sono solo simboli non ha senso essere cristiani!!
Invece dire che Dio fu ingiusto con suo Figlio potrebbe essere, presa a se stante, solo una frase un pò paradossale, forse anche ardita se si vuole, per esprimere una verità: Cristo ha pagato per noi, cioè al nostro posto, lui innocente ha pagato per i peccatori. Dio sarebbe quindi stato ingiusto con Lui per soddisfare pienamente alla giustizia nel modo solito di Dio: essendo misericordioso. In pratica ha punito Se stesso ( Cristo è Dio ) per avere misericordia di noi….
Bergoglio non ha ancora capito il danno che fanno le sue esternazioni! c’è da chiedersi drammaticamente se c’è o ci fà?!? non è possibile che bisogna interpretare aggiungere togliere in continuazione per spiegare addolcire digerire affermazioni che sono tutto tranne che il parlare evangelico tanto raccomandato da Gesù . SI,SI NO NO!
perseverare nell’errore è ……!
Mah, caro Giuseppe, io ho sempre pensato che la morte in croce di Gesù non sia stata una punizione per Lui, ma sia stato da parte Sua un addossarsi i peccati degli uomini nell’ottica della misericordia divina, non disgiunta però. dalla Sua giustizia. E perché è toccato a Gesù? Perche il peccato infinito dell’uomo contro Dio non poteva essere espiato da altri che da Dio stesso in quanto anch’Egli infinito. Dio non ha mamdato Suo Figlio per punirlo al posto nostro, ma come propiziazione per i nostri peccati. Gesù si è offerto in espiazione dei nostri peccati con una Sua libera volontà, non costretto dal Padre. La costrizione negherebbe comunque il libero arbitrio dell’uomo, figuriiamoci dell’Uomo-Dio.Forse non mi so spiegare, ma penso che l’ ingiustizia attribuita a Dio contraddirebbe la Sua essenza che comprende anche l’infinita giustizia.
Secondo me che non sono teologo, sono convinto che semplicemente si voglia abituare i fedeli piccoli come me a pensare che anche l’ingiustizia é un attributo di Diio e successivamente dire che Dio può essere cattivo e crudele così da far passare satana suo avversario buono e giusto .
Perdonami Saro, neppure io sono un teologo, ma se così fosse, cioè se si volesse abituare i fedeli ad una (presunta) ingiustizia di Dio, lo sfondone dottrinale del Bergoglio sarebbe molto più grave. Il Padre non ha “mandato a morte” nessuno; piuttosto e’ il Figlio che per redimere il peccato di superbia dell’uomo si è consapevolmente e volontariamente sacrificato per espiare questa colpa. Se invece di vedere nella Croce l’Altare su cui l’Agnello si è immolato, vi vediamo una manifestazione dell’ingiustizia divina, siamo in tutto e per tutto dei non-cristiani; siamo eguali ai pagani, ai giudei ed ai musulmani (per i quali la croce e’ scandalo, follia e bestemmia).
Il “dio” in cui crede Bergolio è solo amore e misericordia…questo dio, immensamente buono, perdona tutto e tutti…per questo piace al mondo … ed è per questo che Bergolio è così osannato dal mondo…questo dio è un inganno diabolico che porterà l’uomo alla dannazione eterna. Il vero Dio è infinitamente “buono”, ma anche infinitamente “giusto”…il vero Dio pretende che ogni uomo, grande o piccino che sia, prenda la sua CROCE…il vero Dio non perdona se non ti converti (“…se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”…”vai e non peccare più!”)…questo Dio non piace al mondo, che non gradisce la sofferenza, e Bergolio, per far piacere al mondo, non esita a definire “ingiusto” il vero Dio. Bergolio vuole che gli uomini vivano felici…basta quindi parlare di peccato, penitenze, castighi e timor di Dio. La chiesa di Bergolio non condanna nessuno (chi sono io per giudicare?), accoglie tutti (assassini abortisti, sodomiti, concubini, lussuriosi conviventi, atei, feticisti, eretici, seguaci di false religioni…). Il mondo intero applaude e adora Bergolio…
avevo già letto questo articolo su OPPORTUNE IMPORTUNE . E’ molto bello, profondo, pregno di dottrina, anche commovente. Il dolore provato,vissuto, per lo sviamento delle gerarchie in questo intervento sopravanza il semplice spirito polemico o anche talvolta derisorio. Abbiamo letto il migliore Cesare Baronio