Cronaca della Messa di requiem per Lolita Castri Cipriani e una lettera di Luca Ferruzzi
“Don Camillo disse poche parole: Fratelli, si parla tanto del dialogo tra chi sta sulle opposte sponde- Queste anime che noi ricordiamo stanno sulla sponda della morte e parlano a noi che stiamo sulla sponda della vita. Ascoltiamo ciò che ci domandano e il nostro cuore troverà la giusta risposta. Amen” (Giovannino Guareschi)
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Una chiesa affollatissima e un silenzio assoluto quando risuonavano le melodie, tristi e tremende a un tempo, del canto gregoriano sotto la bella navata della chiesa parrocchiale di San Pietro, a Luco Mugello, dove il Vice Cancelliere della Curia, il dottor don Mario Alexis Portella con i paramenti sacri neri e il tricorno, ha celebrato la S. Messa di requiem in rito romano antico “ad memoriam” di Lolita Castri Cipriani, madre di Pucci Cipriani, direttore di Controrivoluzione, e di tutti i defunti delle famiglie Cipriani – Castri – Berretti e Latini. Una cerimonia che ai tanti fedeli ha fatto respirare, per dirla con Il Pascoli, “un’aria d’altro luogo e d’altro mese/ e d’altra vita…” , nell’atmosfera dell’antica liturgia.
Il parroco di Luco, il Can. Cav. Don Cristian Domenico Comini, aveva messo sull’altare le “Carte glorie” d’argento ritrovate in un baule e risalenti al 1600, l’antipendio nero intorno all’altare e, in mezzo alla navata, i candelieri neri con la coltre e il cuscino e i fiori inviati, in omaggio e in memoria della defunta, dalla Signora Anna del negozio “La Primavera” di Borgo. E’ stata celebrata una liturgia secondo l’antico rito ecclesiale, curata dal giovane Gabriele Bagni, l’impeccabile cerimoniere della parrocchia di San Donato in Poggio, che ha eseguito anche, con la sua stupenda voce tenorile, il “Dies Irae” e la laude finale “Dei nostri fratelli” che ha fatto inumidire le ciglia dei molti presenti.
Don Mario Alexis Portella nella sua toccante omelia ha ricordato come la Chiesa cattolica preveda la preghiera e i suffragi (particolarmente la celebrazione della S. Messa) per i fedeli scomparsi sui quali non possiamo anticipare il giudizio del Signore con il dire “ora vive nel Paradiso”, o “è andato a ricevere il premio”, ma rimetterci alla giustizia e alla misericordia del Signore e aiutare le anime dei nostri cari a giungere presto nella gloria dei cieli, pregando per loro, nella certezza che anche le anime Sante del purgatorio pregheranno per noi.
Al termine della commuovente cerimonia, i fedeli sono stati signorilmente ricevuti dal parroco don Comini, nella sala della canonica.
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Una lettera di Luca Fezzuzzi a Pucci Cipriani
“Isole nella procella”
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Caro Pucci
Quello mugellano è un gran popolo: la terra ubertosa rende fecondi i cuori!
Come, se no, spiegare la profonda commozione che ci ha pervaso ieri, sabato 3 dicembre, nella chiesa di San Piero a Luco in occasione della messa di suffragio per l’anima della mamma Lolita, rigorosamente tenutasi, e te ne siamo grati, in rito tridentino?
Passano gli anni e le stagioni, l’uomo dimentica e si perde, e non adopera, che non ne avverte più l’esistenza, gli strumenti e gli utensili che ne affinavano la sensibilità nel percepire, ne orientavano i sentimenti e gli atti, ne scandivano la vita, e la morte.
E più che si stra-parla di socializzazione, integrazione, collegialità, condivisione… E più soli e miseri ci troviamo, ormai incapaci di ascoltare lo stormire delle fronde, il borbottare delle poche fonti rimaste lungo i solitari viottoli dell’Appennino, l’afflato dell’animo d’un fratello, le parole composte e benedette d’un prete.
Ma ieri … l’atmosfera fredda di fine autunno si era come improvvisamente riscaldata: sarà stato a cagione della discesa dello Spirito Santo e della schiusura subitanea dei cuori dei fedeli al suono familiare delle care parole di sempre, fatto è che si è aperto un canale, direi “IL” canale dello spirito, la tessitura che da sempre ogni cosa compenetra, e unisce d’un legame sacro ed eterno l’uomo, la natura, e Dio. E’ il legame inscindibile che solo rende feconda l’opera dell’uomo, quello della consapevolezza di essere parte del creato, quello che ne giustifica l’esistenza, e ne santifica le messi.
Ieri tutto ciò era lì, palpabile, che riaffiorava mano a mano alla mente e al cuore da 47 anni di tenebra raramente sollevata dalle poche fievoli fiammelle di simili eventi: la liturgia gregoriana era la carta nautica che il pilota accorto adoperava per orientarsi nel mare freddo e sconosciuto della modernità, guida sicura, alla luce della quale si dissipava la nebbia del dubbio. E dalla procella dei moti dell’anima apparivano, nitide, le isole sicure.
Sono queste le pietre miliari del cammino della vita nostra: spesso tendo a dimenticarlo, ma poi è il pensiero, il ricordo di mia madre che ogni tanto me le riaccende.. e forse è proprio allora che ci si rende conto di essere ancora più soli.
A farmi sentire di nuovo in compagnia ha provveduto, ieri, la messa di sempre.
Più d’una volta ho pensato, nel corso della cerimonia: “Io la signora Lolita non l’ho mai conosciuta, ma percepisco forte che per mezzo di questa messa ella ci sta traendo dall’alto, ci ha agguantati per i soprabiti e i cappotti. E’ mamma di tutti, ci spazzola i capelli e ci rassetta prima d’uscir di casa. Non ci molla e ci tira su… strappandoci a forza dalla cacofonia della modernità, la babele degli interessi, l’ottusità e l’insipienza del contingente.
Ringrazio in modo commosso te, Pucci caro, e Santa Romana Chiesa nelle persone dell’officiante Mons. Mario Alexis Portella, Vice-Cancelliere della Curia, e di Don Cristian Comini parroco di Luco per la guida sicura, gli insegnamenti e l’esempio di virtù che ci offrono, e tutti i presenti alla cerimonia di ieri tra cui Gabriele Bagni, cerimoniere della Parrocchia di S. Donato in Poggio, curatore del rito ieri officiato e tenore, i cui canti “Dies Irae” e la laude conclusiva “dei nostri fratelli” hanno scaldato parecchio l’anima a tutti, il Cav. Avvocato Ascanio Ruschi, colonna della Tradizione toscana, il Liturgista Guido Scatizzi, in rappresentanza di Riscossa Cristiana, il Generale CC (in congedo) Desiderio Naldoni, il docente universitario Prof. Giovanni Tortelli, allievo di Romano Amerio, gli amici Consiglieri Comunali Luca Margheri e Patrizio Baggiani, il prof. Giovanni Dedola, il dott. Luca Barletti, il compaesano Nello Ugolini e tutti gli intervenuti di ieri, per come oggi mi sento mentre dal piano guardo le montagne, dalla Valle dell’Ensa su verso il passo della Colla, che mi sembra meglio degli altri posti, e mi ci cade l’occhio di più; ringrazio per questo rinnovato senso di equilibrio e di stabilità che talvolta vacilla, e per le persone che ho d’intorno, i miei compagni di strada.
Dott. Luca Ferruzzi, capogruppo PdL nel comune di Borgo San Lorenzo
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2 commenti su “Torna la messa in latino nel Mugello di Tito Casini”
La Liturgia V.O. è una perla da 50 anni buttata ai porci. Auspico che la “Messa di sempre” possa tornate ad aiutare i l nostro animo ed il nostro spirito ad eleversi a Dio. La “verticalità” perpendicolate all’attuale piattezza.
Conoscevo un Santo sacerdote nel Mugello che celebrava in rito romano antico : don Mario Faggi di Cafaggiolo. Apprendo ora da Riscossa Cristiana che don Faggi è deceduto in tarda età e ha ottenuto dalla Curia la Messa di sempre. Debbo elogiare il Vescovo di Firenze Betori che fa rispettare il “Motu proprio” anzi i vescovi infatti fu il Cardinal Piovanelli (anche lui recentemente scomparso in tarda età) a concedere – unico in tutta Italia – l’indulto a Firenze per la celebrazione della S. Messa in rito romano antico (anni Ottanta). Che il Signore ci dia tanti Santi sacerdoti che continuino a celebrareb la Messa di sempre.