Il titolo è “Per recuperare il senso del vivere insieme”, ed è il volantino con cui Comunione e Liberazione esprime la propria posizione sul prossimo referendum costituzionale. Leggiamolo:
In un clima generale travagliato, con rilevanti mutamenti politici in corso, con una ripresa economica debole, che lascia tante persone in condizioni di incertezza e sofferenza, in una situazione internazionale sempre più complicata e drammatica, il 4 dicembre saremo chiamati a pronunciarci con un referendum sulla riforma della Costituzione approvata dal Parlamento. In particolare, tutti i cittadini dovranno esprimersi sul superamento del bicameralismo perfetto e sulla riformulazione delle competenze Stato-Regioni.
1- Oltre la logica del disimpegno e quella dello schieramento
Il dibattito sulla riforma è da mesi appesantito da forzature e strumentalizzazioni, che hanno condotto le formazioni politiche a una forte polarizzazione e a trasformare il referendum in un test sull’attuale governo e sul premier in particolare. A questo si aggiunga la sempre crescente disaffezione, carica di sfiducia e risentimento, alla partecipazione politica, che verosimilmente, anche in questo importante appuntamento con le urne, consoliderà la tendenza all’astensionismo.
Precisiamo che la polarizzazione e la personalizzazione del referendum, è stato il premier stesso a volerla, salvo poi ritrattare quando si è accorto che la vittoria non era così scontata. Ma era un po’ tardi.
C’è da stupirsi dell’astensionismo? E perché mai? La disaffezione, che raggiunge spesso vette di disgusto, è ampiamente meritata; ritengo l’astensione un’opzione dignitosa, anzi, credo sia molto più onesto un cittadino che, non avendo avuto modo di documentarsi o possibilità di farsi un’idea su un argomento così “tecnico”, non vada a votare, piuttosto di uno che va a votare per partito preso, perché è renziano o antirenziano, perché Zagrebelski ha detto questo e la Boschi ha detto quest’altro.
In queste condizioni, sembrano possibili solo due posizioni antitetiche: da un lato, una sterile indifferenza e un cinico disimpegno; dall’altro, la logica dello schieramento a priori che impedisce un reale confronto con l’altro e le sue ragioni. Entrambe le posizioni ci appaiono umanamente e politicamente aride e improduttive, se non addirittura dannose, anche per chi le sostiene.
Aiuto, sembra un’esortazione papale o uno degli ultimi documenti della CEI, dove il confronto (o l’accompagnamento, o l’integrazione, ecc.) diventano una divinità fine a se stessa. Sempre in prima linea nel recepire il nuovo corso, su questo nulla da eccepire.
Ancora prima dei giudizi di merito sulle soluzioni adottate dalla riforma soggetta a referendum (che meritano attenti approfondimenti), nessuno può ignorare la vera urgenza del momento: la necessità, che si è fatta strada negli ultimi anni, di una maggiore stabilità ed efficienza del sistema politico a favore di migliori condizioni di vita per ogni cittadino e per il Paese, in vista dell’obiettivo fondamentale di sempre, vale a dire la promozione del bene comune. Come osservava don Giussani, «il contratto che regola la vita comune (la “Costituzione”) deve cercare di dare norme sempre più perfette che assicurino ed educhino gli uomini alla convivenza come comunione».
Stabilità ed efficienza, qui invece pare di sentire Monti, che a forza di stabilità, ci ha stabilizzati sul lastrico.
Diceva bene Giussani sulle norme “sempre più perfette” che dovrebbe garantire la Costituzione. Peccato che nella riforma di Renzi non sia previsto nulla di tutto ciò. Non è ad esempio previsto che venga specificato nell’art.29 che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”, e che non ci possa essere nessuna forma giuridica equiparabile. Non è previsto che l’essere umano debba avere personalità giuridica dal concepimento alla morte naturale, con i relativi corollari. Non è prevista neppure la proibizione di disporre del proprio o altrui corpo alla stregua di un immobile, da comprare, vendere o affittare.
Queste ed altre sarebbero state linee guida che avrebbero potuto assicurare “norme sempre più perfette”.
La riforma Renzi-Boschi-JPMorgan riguarda invero dei tecnicismi di ingegneria istituzionale, in sostanza delle mere questioni procedurali, che sono per essenza opinabili e non potranno mai e poi mai garantire “norme sempre più perfette”.
E’ anche per questo che “approfondire nel merito” vale fino ad un certo punto: mettiamo sia vero che la riforma porti ad un accentramento dei poteri nelle mani del premier. Mi potrebbe anche stare bene se il premier governasse come Dio comanda; diventerei di colpo un superpresidenzialista ai limiti dell’autoritarismo. Se invece, per pura ipotesi, a Palazzo Chigi ci fosse uno che governa come Goldman Sachs comanda non mi starebbe più bene e vorrei un premierato debole con un robustissimo parlamentarismo. Più delle istituzioni (e delle procedure per raggiungerle) può chi le occupa.
2- La necessità del cambiamento
L’esigenza di cambiamento, riconosciuto come necessario e urgente, attraversa schieramenti e posizioni opposte, a prescindere dalle valutazioni che ciascuno può dare sull’adeguatezza di questa riforma.
Il concetto evidente, tra le righe del linguaggio sinuoso ed inclusivo, è che occorra cambiare. Tuttavia non è chiaro, ma par di capire, con una ricercata ambiguità, che anche se la riforma fosse (come è) un obbrobrio, meglio votarla per soddisfare la smania di cambiamento e di modernità. Ma chi è che ha tutta questa smania?
Un semplice realismo evidenzia che il Paese ha bisogno di essere riformato per poter stare al passo con un mondo globale, una società che cambia e si rinnova sempre più rapidamente.
Ah, capisco. E’ il mondo globale che ce lo chiede: e se fosse il mondo globale a dover essere riformato, o meglio, controriformato? E poi perché dobbiamo stare “al passo” con una società che cambia in peggio? Siamo inguaribili reazionari? Può darsi.
Non essendo sicuri di aver bene interpretato, proviamo a proseguire in cerca di qualche chiarimento.
Il Presidente Mattarella, durante le celebrazioni per il 70° della Repubblica Italiana, ha identificato il bisogno più grande che ha l’Italia oggi: «Recuperare interamente il senso del vivere insieme», perché «le grandi sfide di oggi si possono affrontare e governare soltanto ricercando e trovando politiche comuni e impegni condivisi». Richiamo quanto mai urgente in un contesto politico caratterizzato da molto tempo dalla delegittimazione dell’altro, dal definire se stessi innanzitutto “contro” qualcuno o qualcosa. Occorre imparare dalle espressioni migliori della nostra storia: coloro che hanno scritto la Costituzione del 1948 sono stati animati dalla tensione a immaginare soluzioni realistiche e ragionevoli in vista di un cammino comune. Realtà molto diverse tra loro furono capaci di un dialogo pieno di rispetto reciproco, che ha consentito di riconoscere come fondamento condiviso il valore della persona e la sua libertà espressiva e associativa.
Sì, allora forse era paradossalmente un po’ più facile: si usciva da una guerra, c’era tutto da ricostruire. Allora nessuno discuteva l’abc della società, nessuno metteva in dubbio che la famiglia quale nucleo basilare della società era composta da uomo (maschio) e donna (femmina), e che un bambino per crescere avesse bisogno di entrambi questi soggetti. Nessuno si era ancora inventato il disgustoso “le famiglie” ad intenderne la pluralità di tipologie possibili. Nessuno, o quasi, metteva in dubbio che i bambini non vanno uccisi nemmeno se sono ancora nel grembo materno. Nessuno metteva in dubbio che i vecchi e i malati andassero rispettati fino alla fine dei loro giorni. Insomma, al contrario di quanto succede oggigiorno, nessuno sosteneva che se si stacca una mela dal ramo, questa cade verso l’alto.
In questa radiosa modernità invece qualcuno vuole farci credere che tutto ciò, cioè “il valore della persona”, è da gettare nel cesto delle anticaglie. E “la sua libertà espressiva e associativa” pure, visto che sta diventando sempre più rischioso esprimere certi concetti elementari come quelli sopra.
Come si fa a trovare “un cammino comune” con chi dice che uccidere a volte si può fare (yes, we can)? “Politiche comuni e impegni condivisi” su cosa, se si è perso il concetto di diritti naturali immutabili, e non se ne può nemmeno parlare se non avendo cura che nessuno senta, essendo “modesti e prudenti” come vuole Carron?
Occorre far tesoro di quanto ha sottolineato il Presidente della Repubblica, inaugurando il Meeting di Rimini: il nostro Paese «ha bisogno di rinnovato entusiasmo, di fraternità, di curiosità per l’altro, di voglia di futuro, del coraggio di misurarsi con le nuove sfide che abbiamo di fronte (…) in un tempo di cambiamenti epocali. (…) Senza farci vincere dalle paure».
Senza la presenza di persone autenticamente aperte all’incontro, al dialogo e alla collaborazione con gli altri, ogni riforma può ridursi a mero tecnicismo o a lotta per il potere.Non vorrei fare della facile ironia sul presidente che esorta all’entusiasmo, l’immagine è già esilarante di per sé; però una cosa ve la devo dire cari amici di CL: voi avete l’invito un po’ troppo facile. Abbiamo visto a casa vostra negli scorsi anni personaggi da brivido ammaestrare le folle e riceverne in cambio calorosi applausi. Personaggi le cui mani si erano macchiate delle più odiose nefandezze: ricordo Bonino, Napolitano, Andreotti, Monti, Bertinotti (quest’ultimo probabilmente il più innocuo, in quanto animale da salotto). Come costoro, anche Mattarella. Mi dispiace, ma da uno che senza il minimo fremito ha firmato la Cirinnà, non si possono accettare lezioni di alcun tipo. Uno che firma la Cirinnà, così come chi firmò la 194, non merita alcuna stima, né tantomeno può essere chiamato a farci la morale. A meno che non dimostri pubblicamente di essersene pentito.
Siamo apertissimi “all’incontro” e addirittura anche “al dialogo e alla collaborazione con gli altri”, ma non siamo disposti a farci infinocchiare, cari amici, caro premier e carissimo presidente.
3- Il nostro contributo: la bellezza di aprirsi all’altro
È evidente che un sì o un no alla riforma costituzionale non potranno risolvere magicamente nessuno dei nodi attuali, dalla crisi dello Stato sociale alla messa in discussione del progetto europeo, dal crollo demografico ai flussi migratori…
“La bellezza di aprirsi all’altro”? Pensavo si andasse ad esprimere un voto.
Comunque se vince il no, magari un altro colpetto a questo nefasto progetto di Europa contro i popoli glielo diamo. Se vince il no magari qualcuno si accorge che non siamo disposti a consegnare quel poco che rimane della nostra sovranità ad organismi sovranazionali che dello stato sociale non sanno cosa farsene. Se vince il no magari il governo va a casa, si va a votare per le politiche (vi ricordate quell’antico rito?) e ne viene uno che supporta la famiglia (sempre al singolare), incentiva le nascite e mette un limite ai flussi migratori… ma forse su quest’ultima parte sto sognando.
Tuttavia siamo consapevoli che attraverso il voto, e ancor prima attraverso la ricchezza di vita, di incontri e di approfondimenti che sapremo promuovere intorno a noi, ciascuno potrà dare il proprio contributo per il bene comune del nostro Paese. In questo consiste la sfida. A ognuno di noi è data l’opportunità di non mancarla.
Va bene, incontriamo chiunque e approfondiamo tutto quanto, ma alla fin fine, cosa proponete di votare? Perché se non erro si parla di un referendum, non di una scampagnata fra amici o una riunione di condominio. Come la si vince questa benedetta “sfida”? E soprattutto chi sfida chi? Se c’è una sfida ci sarà non dico un nemico (termine proibito), ma almeno uno straccio di avversario vorrei che mi aiutaste ad identificarlo, no?
A partire dall’evidenza che «l’altro è un bene, non un ostacolo, per la pienezza del nostro io, nella politica come nei rapporti umani e sociali» (don Carrón), desideriamo che anche il referendum divenga occasione per ciascuno di scoprire la bellezza e la convenienza dell’aprirsi all’altro, in un dialogo vero, senza preventivi arroccamenti e partiti presi, collaborando con chiunque si adoperi nella ricerca di un meglio per tutti. La riscoperta del «senso del vivere insieme» è l’autentica posta in gioco del momento che attraversiamo: niente è più vitale per un Paese che vuole continuare a esistere e crescere.
Va sempre bene, dialoghiamo senza arroccamenti né partiti presi, ma alla fine, una volta esauriti i dialoghi, le aperture, le ricchezze di vita, le collaborazioni, le bellezze e tutto l’armamentario del nuovo corso ecclesial-ciellino, bisognerà arrivare ad una conclusione oppure no? Altrimenti tutto quel popò di dialogo a che cosa sarà servito?
Andiamo alle urne facendo finta di essere gran amiconi con tutti quelli che incontriamo, confidiamo financo i nostri più intimi segreti a quello in fila dietro di noi, doniamo una caramella alla bimba di quell’insopportabile inquilino che abita al quarto piano, regaliamo un sorriso e un abbraccio al povero scrutatore di turno e una bella pacca sulla spalla al responsabile di seggio, ma poi quella croce dovremo pur metterla da qualche parte!
Io, cari amici ciellini, dal vostro volantino non l’ho capito. E se non fossi un fermo sostenitore del NO a questo punto avrei un gran desiderio di astenermi.
Un saluto, con amicizia.
Marco Manfredini
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Pubblichiamo qui di seguito il volantino di CL, che potete anche scaricare in formato pdf cliccando qui .
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21 commenti su “Referendum costituzionale, note a margine di un volantino inutile – di Marco Manfredini”
Meraviglioso! Essendo passata di striscio in CL qualche anno ho idea del vuoto che contraddistingue questi comunicati che alle serate di scuola di comunità leggono e rileggono a voce alta senza capirci una togna. E sono buffissimi perché fanno degli enormi sforzi per spiegarsi e nessuno ne viene a capo. Sono tutti rimpinzati di correttezza fino al rigurgito e ci sguazzano. Povero Giussani!
Io non perderei tempo dietro a Comunione e Fatturazione
Certo che leggere che “STERILE INDIFFERENZA E CINICO DISIMPEGNO” sono un atteggiamento “UMANAMENTE E POLITICAMENTE ARIDO E IMPRODUTTIVO” detto da parte di chi, in occasione della battaglia contro l’approvazione in parlamento della legge Cirinnà, si è astenuto platealmente dal prendere una posizione chiara per paura di apparire divisivo, sembra una barzelletta. Purtroppo, invece, è una cosa seria, tragicamente seria e deprimente.
Un tempo CL era coraggiosa e combattiva ;basti pensare all’impegno profuso ai tempi del referendum sull’aborto.
Ora anche CL sembra essersi ammalata della stessa. malatta che colpi a suo tempo l’ Azione Cattolica,e che l’ha ridotta alla attuale insignificanza. La malattia si chiama “scelta religiosa.” prudenza,” correttezza politica” cioe la rinuncia a battersi con forza per i valori cristiani per non aver troppi problemi.
Propongo di riesumare don Giussani per vedere se si è ribaltato nella tomba.
A gente come questa, parole, parole, parole, ci vorrebbe la risposta di Grillo ( e’ un Va ma non e’ Nabucco). Non lamentiamoci se di fronte a paccottaglia del genere, i cinquestelle siano dai sondaggi ancora primo partito in Italia
non si farebbero nessun problema
Comunione e Liberazione: “…la necessità, […], di una maggiore stabilità ed efficienza del sistema politico a favore di migliori
…………………………………..condizioni di vita per ogni cittadino e per il Paese, […], vale a dire la promozione del bene comune”.
Può darsi che si tratti di una mia ‘fissa’ personale, ma quì sento la distintiva puzza della massoneria giudaica! Quando, infatti, ‘stabilità ed efficienza’ – che di fatto evocano la ‘dittatura’ – vengono coniugate con il ‘bene comune’ INCLUSIVO di “ogni cittadino”, siamo certi trattarsi del pensiero massonico.
Il quale si distingue, appunto, dal coniugare assieme gli inconiugabili: ‘bene comune’ e ‘ogni cittadino’, infatti, possono solo coesistere con un atto di forza – si veda, per esempio, l’imposizione MINORITARIA e distintamente dittatoriale dell’omosessualismo – che si oppone alla dinamica propria della Democrazia secondo cui, di contro, il ‘bene comune’ è il risultato del giudizio di una “libera” MAGGIORANZA.
È cosa disgustosa bestemmiare sulla tomba di don Giussani!
Povera CL, che fine ingloriosa! Proprio loro, che andavano così fieri di essere (secondo loro) i cattolici doc. Non so, forse così finisce chi è con troppo superbo.
claudia: “Non so, forse così finisce chi è troppo superbo”.
Indubbiamente, signora Claudia, la superbia c’entra, ma fondamentalmente, penso, noi assistiamo alla Legge naturale secondo cui – almeno nel mondo animale – il ‘meno idoneo alla vita’ soccombe al ‘più idoneo’. A livello Umano noi osserveremmo la stessa Legge ai cui occhi il ‘meno idoneo’ corrisponderebbe al ‘più corrotto’ e, quindi, più rammollito, ed il ‘più idoneo’ a chi ha conservato un più alto livello di integrità.
A questo medesimo fenomeno – per fare una analogia contemporanea – assistiamo a casa della FSSPX: una Dirigenza che ha raggiunto un tale grado di rammollimento intellettuale che addirittura giunge a supplicare – fino ad oggi nella segretezza del sottobanco – un Vaticano eloquentemente eretico e, quindi, scismatico, per un riconoscimento ufficiale, assolutamente incapace di comprendere che è la FSSPX a dover prendere in esame un eventuale rientro di un Vaticano pentito!
Giussani e Lefebvre: desidero sperare che entrambi non vedano ciò che accade su questa nostra povera Terra!
Con umiltà un bel NO.
Deo Gratias for Donald Trump President ! Rendiamo grazie a Dio ed alla Sua SS.ma Madre, e Madre nostra, la Beata Sempre Vergine Maria (potenza del Santo Rosario !). Sicuramente sulla sua vittoria elettorale avarnno inciso molto anche le preghiere e gli auspici del nostro beneamato Papa Francesco, suo grande estimatore ed ammiratore. Eh si, perché non è mica possibile pensare ad un papa che fa il tifo per una candidata come la Hillary, abortista sfegatata e guerrafondaia incorreggibile, sostenuta da tutti i grandi media asserviti alla massoneria internazionale e finanziata dai petrolieri arabi ( Arabia Saudita, emirati arabi) ormai scopertamente sostenitori e foraggiatori dell’Isis ? Quindi non si può non pensare che, anche se solo in foro interno, Bergoglio abbia pregato e tifato per Donald Trump, altrimenti che papa avremmo ? filoabortista e guerrafondao ? filocomunista e filomassonico ? allucinante il solo pensarlo.
…Ma dove sono gli emoticon?! Perché roba del genere, due pagine di parole per non dire niente, meritano ben pochi commenti, va beh, diciamolo in parole: “AH, AH, AH”
Stamattina, mentre si accendeva la TV, ho detto un Gloria Patri… Trump stava vincendo, i “buoni” (macellai di feti), gli “educati” (sodomiti che prendono “precauzioni” anti-aids e fabbricano figli orfani), i “responsabili” (finanziati da Arabia Saudita e Planned Parenthood) HANNO PERSO…Quindi grazie a tutti i Carron e i Mattarella del mondo: la vostra tiepidità dà una tale nausea al Padreterno e anche ai poveracci aridi e senza valori (ma con una sete di Verità che voi vi sognate), da sommergere nel vomito tutte le vostre mene machiavelliche e mandare voi e i vostri padrini politico-vatican-istituzionali a gambe all’aria! Convertitevi, e credete al Vangelo! Magari, leggete Don Giussani.
Caro Marco Crevani, diverte molto anche me l’intellettualoide e insulso linguaggio e atteggiamento “pubblico” degli esponenti di C.L., anche considerando che in privato può essere ben diverso… Tanto per fare un esempio: l’altro giorno ho scritto una breve email(rispettosa, garbata e firmata) al ciellino Socci per rimarcare la sua posizione (a mio avviso non corretta e razionalmente inspiegabile) allineata sul linciaggio mediatico contro p. Cavalcoli, già bersagliato da ogni parte. Questa la letterale e immediata risposta ricevuta da Antonio Socci (che peraltro non ho l’ “onore”di conoscere, e al quale scrivevo per la prima -ed unica-volta): “Si occupi delle cose che conosce ed eviti di scrivere baggianate. Le cose sacre non sono cazzeggi da bar. Non le fa onore” Come vede risposta ben argomentata e linguaggio intellettualmente raffinato: proprio come quello del volantino..ma per lo meno è senz’altro più comprensibile! Contenta anch’io della vittoria di Trump, ma molto meno contenta del fatto che nel suo discorso stamattina abbia ringraziato tutti, ma non ha detto…
Cara Annalisa, penso sia meglio lasciar perdere Socci (che tra l’altro apprezzo e leggo spesso). Anch’io una volta gli scrissi, in modo molto cortese, invitandolo a riflettere su una cosa. Mi rispose (con mia sorpresa, non mi aspettavo infatti una risposta, il mio era solo un suggerimento, poi faccia come vuole) piuttosto piccato. Credo sia fatto così: quando si fissa su una idea, non tollera altri pareri.
confermo
Complimenti al Sig. Manfredini per la sua spassosa disanima di questo volantino ributtante nella sua vacua edulcoratezza: mi ha fatto venir quasi voglia di leggerlo un po’ questo Don Giussani, finora (mea culpa) snobbato con superficialità…vi saprò dire…
Mi fanno ridere questi di CL, anzi, mi fanno rabbia; perché sembra che si astengano dal suggerire di votare sì o no, mentre in realtà, quando dicono che c’è bisogno di cambiamento, ovviamente incitano a votare sì. Me li ricordo al tempo di Berlusconi: erano tutti berlusconiani. Sempre pronti a osannare il potente di turno!
Inizio umilmente dicendo che voterò NO, non perchè interessi ad alcuno, ma perchè un ulteriore confronto con le posizioni di CL viene spontaneo dopo questo volantino, per me irritante. CL, quella però di 30 anni fa, è la modalità con cui allora N.S.Gesù Cristo mi si è ri-fatto presente: proprio per questo, di nuovo mi cadono le braccia, adesso, nel vedere confermato come gli attuali capi abbiano perso contatto con l’insegnamento di don Giussani, e al contrario si stiano sempre più (e deliberatamente) stemperando in una chiesa che per piacere al mondo rinnega Gesù stesso. Seguendo, s’intende, le direttive dell’attuale papa: quella di CL, bisogna dirlo, è una deriva trainata e non autonoma. Le posizioni pubbliche, poche e confuse, sono inevitabile conseguenza di questo sbandamento ideale. Anzi, confuse solo in apparenza, almeno per il referendum: in realtà pare anche a me che il felpato ordine di scuderia sia per il SI; comunque diversi miei amici di “base” CL sono per il NO con le mie stesse ragioni, e ciò mi consola, non solo per il voto, ma soprattutto per le ragioni.
ma sono cattolici questi?
dove sta Dio in tutto ciò?
NSGC ci ha avvertiti di star lontani da loro :finti buonisti ingannatori ed imbroglioni, veri figli delle tenebre che vogliono depistare il popolo di Dio, facendogli prendere una strada che conduce solo agli abissi infernali; questo sia i preti conciliari che i loro corifei laici, tutti finti buonisti, in realtà pericoloso nemici di Dio e degli uomini. Prima li smascheriamo meglio è, così si arrabbieranno a morte e gli indecisi vedranno di quale pasta sono fatti (a iniziare da Omisssis…).