Rileggiamo le orazioni che decenni orsono si recitavano devotamente “in tempo di pubblica calamità”, dal “Manuale di Filotea” del sacerdote milanese Giuseppe Riva
di Leon Bertoletti
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Sono giornate di nebbia spirituale: in molti cuori, in troppi cervelli. Sono tempi di confusione catechistica, di smemoratezza liturgica e cultuale, di incertezza teologica, magisteriale, dottrinale. Sghignazzino pure le iene e le scimmie, ma francamente non vedo perché dovrebbero aver perso valore ed efficacia queste orazioni, pronunciate devotamente dai miei nonni e dai miei bisnonni “in tempo di pubblica calamità”, dal “Manuale di Filotea” del sacerdote milanese Giuseppe Riva: pagine che hanno sfogliato, letto, pregato, meditato generazioni di cristiani (preoccupati di salvarsi l’anima) lodando, implorando, piangendo, soffrendo, sperando. È la fede dei padri, già, non quella dei ladri moderni di religione. Giudichino i lettori se si tratta di forme precristiane di paganesimo o, piuttosto, di quando i cattolici erano ancora cattolici.
A DIO
I. Siccome Voi, o gran Dio, siete giusto e santo in tutte le opere vostre, e retto e giusto è ogni vostro giudizio, così giustissimi sono tutti quei mali con cui ci flagellate. Troppo li abbiamo noi meritati avendo peccato contro di Voi, Dio di bontà infinita e di incomprensibile maestà. Ma se ci pesa la nostra afflizione, assai più ci pesa l’aver offeso Voi che non meritate che amore. O sommo Bene, noi fermamente proponiamo di non offendervi mai più. E come umilmente vi preghiamo di accettare queste nostre pene, unitamente ai meriti di Gesù, in isconto dei nostri peccati, così istantemente vi supplichiamo di darci la grazia di sopportare con inalterabile rassegnazione, affinché la nostra soddisfazione sia tutt’insieme e cara a Voi, e a noi vantaggiosa. Miserere nostri, Domine, etc. Pater, Ave, Gloria.
II. Quanto siete giusto, o Signore, tanto più ancora Voi siete misericordioso; e in mezzo al vostro giustissimo sdegno non vi dimenticate giammai delle vostre antiche misericordie. Deh! Fate adunque con noi, o clementissimo Padre, secondo l’amoroso costume di vostra immensa pietà. Sospendente, se pure a Voi piace, i flagelli a Voi dovuti, e liberateci dai mali che pur troppo abbiamo meritati; anzi le vostre vendette sopra di noi sieno il farci amar Voi, o Bene infinito, con tanto più di fervore quanto più grande fu la nostra malvagità nell’offendervi ed oltraggiarvi. Miserere nostri, Domine, etc. Pater, Ave, Gloria.
III. Poichè, o Dio giusto e pietoso, colla amorosa vostra provvidenza ordinate e permettete i mali di questa vita per cavarne del bene, fate che noi entriamo nei vostri santi disegni, e ad essi interamente ci uniformiamo. Sì, fate, o Dio di clemenza, che noi commossi dai vostri castighi, impariamo a temere i vostri giudizî, a fuggire le vostre offese, ad osservare i vostri precetti, a rispettar le ordinazioni della vostra Chiesa, a venerare i sacri templi, i giorni santi e le sante solennità, a frequentare i Sacramenti e gli esercizi tutti della pietà, a praticare con maggior premura l’orazione, la mortificazione, la carità, affinché per tal modo, cooperando al nostro bene anche le nostre miserie, possiamo consolarci colla speranza di essere un qualche giorno da Voi chiamati al godimento di tutti i beni del Paradiso. Miserere nostri, Domine, etc. Pater, Ave, Gloria.
A GESÙ CRISTO
O divin Salvatore delle anime nostre, che sedete alla destra di Dio Padre per far le parti di nostro avvocato, a Voi specialmente ci rivolgiamo nelle presenti calamità, e col cuore contrito ed umiliato, coi più validi clamori, e coi più dolenti sospiri, vi supplichiamo ad offrire a Dio vostro Padre la vostra croce, le vostre piaghe, il vostro sangue, la vostra morte, per placare l’offesa sua maestà, ed ottenere a noi tutti perdono, riconciliazione, salute ed ogni bene. Miserere nostri, Domine, etc. 5 Gloria alle 5 Piaghe.
A MARIA ADDOLORATA
Amabilissima Vergine, che dividendo col vostro divin Figlio il calice dei patimenti, diveniste la corredentrice di tutto il mondo; Voi che perciò siete da tutti acclamata l’Avvocata e il Rifugio dei poveri peccatori, volgete adesso i vostri occhi misericordiosi sopra di noi che di tutto cuore a Voi ricorriamo nella presente desolatissima calamità. Ah! che pur troppo ci conosciamo indegni dei vostri favori per avere tante volte coi nostri peccati crocifisso il vostro divin Figliuolo, rinnovando così le ferite anche al vostro affettuosissimo cuore. Ma, dacché Voi, più ancora che i meriti di chi vi prega, valutate l’intenzione ed il fervore onde siete pregata, deh! Non permettete che torni vana la nostra fiducia nella vostra potentissima mediazione. E chi mai ha fatto ricorso a Voi, che non sia stato esaudito? Degnatevi adunque, ve ne supplichiamo con tutto il cuore, o di preservarci intieramente dai materiali flagelli, o di ottenerci in mezzo di essi quella perfetta rassegnazione che sola può renderli meritorii e salutarii. Ella è tanta, o gran Vergine, la nostra fiducia di esser da Voi esauditi, che vi promettiamo fin d’ora la più affettuosa e la più viva riconoscenza. Sì, Voi sarete sempre, o Maria, non solo la nostra cara Madre, ma ancor la nostra Patrona, mentre noi ci faremo un dovere di esservi fino alla morte e fedelissimi sudditi e ossequiosissimi figliuoli. Salve Regina.
AI SANTI PROTETTORI DELLA DIOCESI
Luminari splendidissimi della Chiesa, Pastori zelantissimi delle anime e parzialissimi nostri Benefattori, voi che nelle maggiori necessità del gregge affidato alla vostra cura lo indirizzaste, lo manteneste sulla strada della salute, aggiungendo ai digiuni, alle preghiere i più generosi sacrifici, lo difendeste da tutti i nemici e gli
impetraste dal cielo i più cari conforti e le più sode consolazioni, deh, rinnovate adesso le prove del poter vostro presso l’Altissimo, disarmando quella destra che, provocata a furore da tante nostre iniquità, sta per fulminare contra di noi i più tremendi castighi. Per l’afflizione che ne accuora; per l’amor tenerissimo che sempre ci portaste; per la fiducia che abbiamo nella vostra validissima intercessione, porgete benigno orecchio alla presenti nostre preghiere e fate che, riconciliati colla divina bontà tante volte da noi vilipesa, meniamo a vostra imitazione una vita cristiana e perfetta per così assicurarci al tempo stesso e la consolante morte dei giusti, e l’eterna gloria dei Beati. Pater, Ave, Gloria.
A TUTTI GLI APOSTOLI E SANTI
A voi finalmente ricorriamo con piena fiducia, o Angioli e Santi del Paradiso, affinché unendo anche la vostra all’implorata intercessione dei nostri santi Patroni, facciamo una dolce violenza al cuor di Dio, e presentando colle vostre mani all’eterna Maestà ed al trono della vostra regina e nostra madre Maria le umili nostre preghiere, ci otteniate che vengano benignamente esaudite, siccome di tutto cuore e domandiamo e speriamo: e così sia. Gloria, Angele Dei, De profundis.
11 commenti su “Sono giornate di nebbia spirituale – di Leon Bertoletti”
“Sono tempi di confusione catechistica, di smemoratezza liturgica e cultuale, di incertezza teologica, magisteriale, dottrinale.”: e chi ci dovrebbe confermare nella Fede che fa? Alimenta la confusione e l’incertezza!
Grazie di queste bellissime preghiere! recitandole si torna a sentirsi ciò che siamo: creature fragili e peccatrici bisognose di perdono e di purificazione.
Caro Ioannes, la maggioranza alimenta la confusione e l’incertezza, la minoranza, cioè coloro che non sono d’accordo (anche nelle alte sfere) , tace pavida e tremebonda.
Siamo su una barca in mezzo a una gran tempesta. Ma il Maestro non dorme.
Signore, accresci la nostra fede.
Meditando sulle durissime parole con le quali Mons. Becciu, evidentemente su mandato del Papa, ha censurato, con superficiali e discutibili argomenti teologici, l’intervento del povero padre Cavalcoli, ho subito pensato all’eresia marcionita. L’impostazione concettuale dell’anatema rivolto al frate, reo solo di sostenere ciò che la dottrina della Chiesa propugna da due millenni, è infatti di stampo decisamente marcionita, nella misura in cui contrappone surrettiziamente una concezione terribile e punitiva, definita pre – cristiana e da rigettare, ad un fallace “totalitarismo” della misericordia che, in virtù di una cattiva lettura del Nuovo Testamento, il Papa e la gerarchia vaticana che lo sostiene ci stanno da tempo propinando. Un’ulteriore mistificazione, che rende l’analogia con tale eresia ancora più grave e preoccupante, e’ rappresentata dal fatto che la figura del castigo divino viene sottratta anche alla logica vetero – testamentaria e tacciata addirittura di paganesimo. Viviamo tempi molto bui, e forse il mysterium iniquitatis, privo ormai di freno catecontico, e’…
A mio modesto parere queste preghiere, bellissime, dimostrano com’era la Chiesa prima che il razionalismo massonico, o forse, dovrei dire “il fumo di Satana”, la permeasse. Non si spiega altrimenti la reazione alle affermazioni di padre Cavalcoli……..: gli attivisti di Satana hanno proprio esagerato.
bellissime..vera preghiera.
Caro Vincenzo,
gli attivisti di Satana non hanno esagerato. Loro fanno il proprio mestiere, siamo noi, amici cari, che non sappiamo fare più nulla.
Ma, a questo punto, il discorso diventerebbe lungo, lunghissimo e, allora, lasciamo che ognuno faccia il proprio esame di coscineza!
Ludovico
Io sarei portato a credere che questo clero, avvelenato ed invaso dalla massoneria, dal comunismo, dal protestantesimo, dall’ecumenismo cieco e suicida, rifiuti di cercare protezione e intercessione dal Cielo (NSC, Madonna, Santi), appiattito com’è sull’immanenza (rifiuto della trascendenza, del sovrannaturale), sull’antropocentrismo (rifiuto del Cristocentrismo) sul sociale (rifiuto del Regno Sociale di Cristo) e sconfessi e derida chi invece voglia ricercare l’aiuto divino. Secondo loro i terremoti non hanno niente di sovrannaturale, sono solo fenomeni naturali : così le alluvioni, gli tsunami, ecc. Le idee alla mons. Becciu, convinte o finte, sono molto diffuse nel clero; chi non è in aperta malafede (molti nell’alto clero) è timoroso e pavido, atterrito dal regime di terrore instaurato dall’uomo della misericordia (Omissis). coda aspettarsi da un clero così? Niente, e ripeto niente, che sappia di cattolico; sono una vergogna e uno scandalo per i confratelli che li hanno preceduti, almeno fino a tutti gli anni ’50 del secolo scorso.
Speriamo che padre Giovanni Cavalcoli, che non è stato in passato uno strenuo difensore delle posizioni della Chiesa di Sempre, si mantenga nelle attuali buone disposizioni e coraggiosamente difenda la sacra dottrina a pieno campo.
Noto che la foto è del ’21. Io ho solo 53 anni, ma mi ricordo di aver visto tante processioni in meridione. La gente correva in strada e si affacciava ai balconi appena sentiva la musica e i canti che accompagnavano tale manifestazione. L’immagine è bellissima; peccato che le processioni o sono disertate dai fedeli (4 gatti….) o sono addirittura bandite da questi preti che cianciano di pre-cristianesimo. Eppure arriverà il castigo anche per loro che non credono più in nulla e deridono Dio. E che castigo…..
La foto documenta: dove è andato a finire questo popolo? Dai frutti di oggi riconoscerete l’albero!!
La tribulazione è appena incominciata.
Dio verificherà la nostra fede fino al martirio: beati noi. Beato padre Cavalcoli ( diranno ogni sorta di male)