Massimiliano Merisi propone un inedito viaggio intorno gli arcigni conflitti fra le scuole medievaliste
di Piero Vassallo
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Sulla traccia segnata dal magistrale, classico saggio di Etienne Gilson, l’autore che ha svelato l’irrequietezza e il disordine della giovinezza di Dante, si pone il sagace erudito Massimiliano Merisi, autore di un pregevole saggio, Umanesimo cristiano, uscito in questi giorni dagli infaticabili e strenui torchi di Marco Solfanelli, editore in Chieti.
L’autore propone un inedito viaggio nelle polemiche letterarie, in atto nell’evo di mezzo, dispute che la frottola evanescente oggi al potere tenta di tenere a galla sulla precaria, tarda e fragile zattera illuministica.
Tale operazione totalizzante e falsificante è compiuta dagli autori della acrobatica ipotesi intorno alla presunta egemonia medievale di un aristotelismo, manipolato e alterato dal passaggio attraverso le tendenziose strettoie e i filtri castranti della teologia islamista.
Merisi definisce analogicamente illuminismo la filosofia del XIII secolo: “Aristotelismo, più o meno radicale, arabismo, averroismo, latino, naturalismo, antiromanesimo, che si fa spesso anticristianesimo tout court, sono tutte caratteristiche che connotano il secolo come unico e peculiare, incastrato come elemento di frattura dentro uno sviluppo di sostanziale continuità nel rapporto tra mondo classico e mondo cristiano, che in seguito, passata l’ebbrezza filosofica, si ricostruirà di necessità senza poter più prescindere dagli apporti del pensiero speculativo”.
Se non che la vitalità del medioevo cristiano fu capace di respingere il troppo e il vano in corsa tra le righe della filosofia diffusa dagli islamici e, al contrario, di accogliere e fare propri i frammenti e le schegge di verità presenti nella filosofia aristotelica.
L’uscita dalle contraddizioni medievali è la Divina Commedia, il poema scritto da Dante dopo la liberazione dagli errori dell’averroismo: “è facile comprendere che, se la Commedia, come è possibile dimostrare in maniera obiettiva, presenta un’impostazione perfettamente cattolica, in sintonia peraltro con una mena sostanzialmente tomista. … La radicale differenza nell’impostazione ideologica che si riscontra nel Poema rispetto ai trattati aristotelici impone di pensare non a una improbabile e contraddittoria composizione parallela ma a una cesura cronologica evidente tra le opere della maturità e il successivo Capolavoro, che non è solo diverso dal Convivio e dalla Monarchia, ma è anche in se stesso tutto quanto omogeneo e coerente”.
Il magnifico lavoro di Merisi sferra il colpo di grazia e getta un consumante fuoco sulla vasta e oggettivamente umoristica biblioteca massonica e para massonica, nelle quali sono esposte le leggende (curiosa e spassosa quella scritta dal sedicente Eliotassi Levi) intorno a Dante rosacroce e massone ante litteram.
L’ingente opera di Merisi, in definitiva, contribuisce alla sottrazione dell’opera dantesca – poema della nazione italiana – dalle mani sporche dei biscazzieri incappucciati dalla notte moderna e unti (bagnati) dalla sapienza del vespasiano massonico.
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UMANESIMO CRISTIANO – di Massimiliano Merisi – ed. Solfanelli (pag. 272, € 19,00) – per acquisti on line inviare una mail a info@riscossacristiana.it . Per le modalità di pagamento, clicca qui
5 commenti su “La verità sull’umanesimo cristiano – di Piero Vassallo”
Mi compiaccio vivamente con l’autore di questa magnifica opera di esegesi dantiana che smaschera, come del pari ho rilevato nei miei lavori (Dante: La Divina Commedia tra Sacra Scrittura, Patristica e Scolastica – Inferno/Purgatorio – con il Paradiso in fase di allestimento), gli armeggioni che amano vagellare tra Dante massone/cabalista/alchimista/templare/esoterico/extraterrestre e financo esploratore di terre artiche. Benvenuto, quindi a Massimiliano Merisi per questa sua opera che si aggiunge a quanti oggi guardano a Dante, la nostra maggior Musa, come l’esemplare del vero cattolico, di purissima e forte dottrina, raffinato dalla mola della “secca povertade” e dell’esilio, monito contro questa Gerarchia neognostica, sbracata, televisiva, esibizionista ed apostata.
Le conventicole para massoniche e massoniche tout court sono degne del l’attitudine del proprio capo, quell’omicida che, non essendo ateo e conoscitore del Creatore, immune dal vero potere, che salva e che è vita, non può far altro che scimmiottare! Fedeli al proprio capo, deturpano i fatti, capovolgono la Verità, scimmiottano il tutto. Stessa tecnica della propaganda (la buon’anima di Goebbels, si fa per dire, direbbe: ripetete una bugia tante volte e diventerà verità), che non può far a meno di svilupparsi da una base di verità per evolversi deturpando il tutto. Non è un caso che la leggenda del Dante esoterista sia nata in epoca moderna, epoca fonte di ogni razionalismo ma, allo stesso tempo, epoca di tavolini ballerini, fate, fatine, vampiri e scritture automatiche, magari dopo l’assunzione di sostanze dionisiache. Il razionalista Freud potrebbe spiegarci, magari attraverso un tavolino danzante, molti aspetti autobiografici. Si pensi solo al fatto che Cartesio volle mette sì alla ricerca dei rosa croce. Ovviamente non li trovò. Con buona pace della Yeats!
La Solfanelli è una delle poche case editrici con ancora il coraggio di pubblicare opere scomode mettendo la ricerca della verità davanti agli inchini al potere!
La massoneria non può accettare che un genio assoluto come Dante non sia stato dalla loro parte.
Un genio come Dante poteva mai essere così… “preconciliare”?. Impossibile, secondo i massoni. Doveva essere per forza esoterico, uno di loro.