La “fede” evoluzionista.
di Matteo Di Benedetto
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La cosiddetta “teoria” dell’evoluzionismo si fonda su due principi cardine che guidano l’interpretazione dei dati scientifici nella ricostruzione storica delle origini del cosmo e della vita sulla terra: il naturalismo e l’uniformitarianismo. Il naturalismo è quell’idea secondo cui tutto ciò che esula dalle leggi naturali sia da escludere a prescindere, non solo dal campo della scienza, ma anche dall’ambito della conoscenza. Di conseguenza, tutto ciò che è avvenuto nella storia dell’universo è da ricondurre a cause naturali, escludendo qualsiasi intervento soprannaturale. Questa prospettiva scientista esclude a priori la possibilità dell’esistenza di Dio e del suo operato nella storia. Se esistesse davvero un Dio creatore, o avesse realmente operato prodigi nell’universo, i naturalisti non lo scoprirebbero mai, poiché avrebbero già escluso, nelle loro premesse, l’unica risposta vera. L’uniformitarianismo o attualismo, risale a Charles Lyell (1797 –1875) ed è la teoria secondo la quale i fenomeni geologici che al presente si svolgono sulla Terra non differiscono sostanzialmente, salvo il grado di intensità, da quelli avvenuti nelle più antiche ere geologiche. In geologia, questa idea si oppone al catastrofismo, teoria scientifica formulata dal naturalista francese Georges Cuvier, (1769-1832), che postula la possibilità che grandi catastrofi, ad esempio un diluvio universale (Genesi 6-8), abbiano causato repentini cambiamenti nell’aspetto della Terra. Desidero ricordare che non solo il perennemente citato poema di Gilgamesh, ma praticamente ogni cultura del mondo presenta questa storia praticamente invariata. Dalla Cina alle Filippine, dall’America all’Europa, ogni società umana, non importa quanto distante geograficamente o storicamente, riporta l’evento del diluvio universale in modo simile o uguale al resoconto Biblico. Questo non ci sembrerà strano se pensiamo che è realmente accaduto: gli uomini devono averlo ricordato bene.
È importante, pertanto, comprendere che l’evoluzionismo e il creazionismo, più che teorie scientifiche, sono due vere e proprie visioni del mondo, in base alle quali i medesimi dati scientifici vengono interpretati in modo ad esse coerente. I dati che gli scienziati hanno sotto gli occhi, tramite esperimenti e osservazioni sono i medesimi, tuttavia, a partire da un punto di vista differente cambia il modo in cui essi vengono interpretati. Quindi, le conclusioni tratte sono completamente e radicalmente diverse. Non si può dimostrare a uno dei due che l’altro ha scientificamente ragione o torto, proprio perché la storia dell’universo esula dal campo strettamente scientifico. Si potrà sempre trovare un “sistema di salvataggio” valido per giustificare l’incoerenza della propria soluzione, postulando che, in futuro si giungerà ad una risposta corretta. Ad esempio, la presenza di comete ancora in orbita nel nostro sistema solare indica chiaramente un universo giovane, di qualche migliaio di anni, poiché le comete hanno una vita molto breve prima di sciogliersi al calore del Sole. Se il nostro universo ha diversi miliardi di anni, come è possibile che si trovino ancora così tante comete nel nostro sistema solare quando non dovrebbero essercene affatto? Risposta: c’è un’ipotetica “nuvola di Oort” (una specie di coltre di comete) a noi attualmente invisibile che ricopre interamente il sistema solare rifornendoci continuamente di nuove comete. Gli evoluzionisti hanno fede nella presenza di questo “sistema di salvataggio” poiché altrimenti la loro ipotesi sarebbe confutata. Mentre i creazionisti sono consapevoli del fatto di accettare per fede il presupposto della loro visione del mondo, in base alla quale i dati scientifici vengono poi razionalmente ordinati ed interpretati, gli evoluzionisti pretendono di far passare come oggettiva e scientifica unicamente la loro versione dei fatti, escludendo senza motivo, specialmente dall’ambito scolastico ed istituzionale, qualsiasi altra opzione sensata, in particolare il creazionismo.
In questo articolo esaminiamo con maggiore chiarezza il significato della parola evoluzionismo e dove risiede l’inganno diffuso che ci porta, senza minimamente accorgercene, a saltare dal piano scientifico a quello fideistico. Il termine “evoluzionismo” ha 6 significati diversi tra loro, totalmente non relati l’uno con l’altro, che vengono accorpati e confusi in quest’unica parola in nome dei principi filosofici presupposti alla teoria. Soltanto uno di questi 6 significati è scientifico: l’ultimo.
- Evoluzione cosmica: il Big Bang. La convinzione che il tempo, lo spazio, la materia e l’energia, le leggi vengano letteralmente dal nulla. Oltre che infondata scientificamente, questa convinzione, innanzitutto, contraddice la ragione, sostenendo l’assurdità paradossale che dal nulla possa provenire il tutto. Inoltre, contraddice il principio di conservazione della massa per cui “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” ed anche il secondo principio della termodinamica. I creazionisti credono che in principio Dio abbia creato l’universo. Gli evoluzionisti credono che il nulla abbia creato il tutto, o, altrimenti, che la materia, la polvere o l’energia sia esistita da sempre. “In principio Dio…” o “In principio la polvere…”.
- L’Evoluzione stellare: non abbiamo mai osservato la formazione di una stella se non tramite l’esplosione di supernove e non sappiamo come questo possa avvenire altrimenti. Le supposte spinte gravitazionali nelle nebulose di gas presuppongono che un gas si comporti all’opposto di come fa sempre, ovvero si dovrebbe aggregare invece che disperdersi nello spazio, ma non è così. Il processo di formazione delle prime stelle è inosservabile e richiede l’invocazione di meccanismi come la materia oscura, che sono puramente frutto di congetture e supposizioni.
- L’Evoluzione chimica degli elementi. Essa dovrebbe essere avvenuta, per l’appunto, a partire da Idrogeno ed Elio, all’interno di queste prime stelle, ma anche questo è inosservabile ed indimostrato.
- L’Abiogenesi, ovvero l’evoluzione dei primi organismi vitali dalle pietre. Come dalle pietre? Eh sì… Il nostro primo genitore secondo l’evoluzionismo nasce dalle pietre. Dopo milioni e milioni di anni di piogge ed eruzioni laviche, nella zuppa chimica del “brodo primordiale”, una pozione magica di incredibile potenza, creatasi per puro caso, ecco che le prime ataviche forme di vita monocellulari rampollarono dai sassi. Non c’è ovviamente prova di questo, né che sia possibile, né che sia avvenuto. Da questi primi micro organismi venuti dalla nuda roccia, poi, si sarebbero “evoluti” il maschio e la femmina, contemporaneamente e si sarebbero incontrati e accoppiati; avrebbero sviluppato complessi sistemi digestivi e trovato qualcosa da mangiare, contemporaneamente; il cuore e il sangue sviluppati insieme, quando da soli non servono a nulla; la complessità della struttura scheletrica e muscolare per permettere il movimento; ecc… ecc…
- La “macroevoluzione”, ossia quel processo che comporta mutazioni tali da separare un genere animale da un altro: come i felini dai canidi, i rettili dagli uccelli o i primati dagli uomini. Questo processo, contrariamente a quanto si pensi normalmente, non è assolutamente dimostrato, né è mai stato raccolto uno straccio di dato a sostegno di questa ipotesi, che non sia già basato sul presupposto che l’evoluzione sia realmente avvenuta. Da 5000 anni di storia registrata, l’uomo non ha mai osservato niente di tutto questo, ed ogni contadino sulla faccia del pianeta si aspetta che dai suoi due cani nascerà un altro cane, e che dai semi del suo grano nascerà un raccolto di grano.
- L’ultimo significato, l’unico realmente scientifico, è la cosiddetta “microevoluzione” o, più correttamente, “speciazione”. La speciazione è la mutazione delle specie nell’adattamento al loro habitat naturale. Questo è ciò che osserviamo comunemente e che Darwin nel suo libro portò a sostegno della sua tesi. Il problema è che queste microevoluzioni hanno dei limiti. Tutto ciò che abbiamo osservato, in 5000 anni di storia, fa pensare che esistano questi limiti oltre i quali una specie non può mutare. Un canide può essere un lupo e può produrre numerosissime specie diverse di canidi ma non diventerà mai un felino e non potrà mai accoppiarsi con un felino e generare prole, né potrà mai produrre un cane enorme o piccolo quanto una molecola. Esistono dei limiti a queste mutazioni che in Darwin sono state ignorate in modo del tutto convenzionale. Infatti, dopo aver esaminato 14 specie diverse di fringuelli su un’isola, possiamo concludere che quegli uccellini avevano un antenato in comune: un altro uccello. Darwin, invece, a partire da questo dato osservabile, compie un salto fideistico fondamentale, ed accetta, in maniera arbitraria ed anti scientifica, che gli uccelli, i cani e le banane abbiano un antenato in comune (venuto dalle pietre).
In conclusione, non vi è alcuna ragione o prova per sostenere che tutti e 5 i primi significati del termine evoluzione abbiano valore scientifico. Essi sono presupposti filosofici se non “religiosi”, accettati in base ad una visione del mondo che si fonda sul naturalismo e l’uniformitarianismo. La Parola di Dio già 2000 anni fa ci avvertiva, predicendo l’avvento di queste teorie: «Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: «Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione.» 2 Pietro 3, 3-4. Esse sono state formulate col fine implicito di escludere Dio dal contesto cosmologico, dell’origine della vita e dell’universo. Il problema è che filosoficamente e razionalmente, senza Dio, niente di tutto questo ha il minimo senso.
E se ci stessimo sbagliando, affidandoci a dottrine umane, su una cosa così importante? Se non fossimo il frutto di un meccanismo di morte che ha trasformato delle bestie in bestie senzienti? Se fossimo davvero, letteralmente, terra plasmata con le mani di Dio, ed in cui Egli ha soffiato il suo Spirito? Forse leggeremmo questo passo della Scrittura in modo diverso:
Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, […] figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, […] figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech, figlio di Matusalemme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di Malleèl, figlio di Cainam, figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio. (Luca 3, 23-24. 31. 36-38).
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(2 – fine)
5 commenti su “L’Evoluzionismo contro Dio – seconda parte – di Matteo Di Benedetto”
Prendiamo il punto 4 (l’Abiogenesi). A me sembra che proporre queste scemenze sia offensivo nei confronti di chi li legge o li ascolta. Ci fosse qualche straccio di prova, sarebbero strabilianti; ma supportate da quei vaneggiamenti fa pensare che chi le propone ritenga il genere umano costituito da un insieme di deficienti. Naturalmente l’alternativa è che il deficiente sia lui.
Ottimo questo corso di VERA scienza. Grazie. Mi lascia solo un po’ perplesso la confusione fra microevoluzione e speciazione, che in realtà è una MACROevoluzione e non è mai stata osservata, se si escludono le specie ibride come muli e bardotti, che però sono giustamente sterili, dacché la natura, appunto, sembra NON permettere speciazione. La microevoluzione è invece l’acquisizione di caratteri nuovi intraspecifici, come le diverse livree degli uccelli osservati da Darwin o le ali di Biston Betularia che diventano nere se la corteccia di betulla si sporca con lo smog, o le mille forme dei canidi, tutti interfecondi tra loro (e che perciò non dimostrano affatto la teoria MACROevolutiva). Riassumendo: le specie diverse non sono interfeconde e non è dimostrato derivino da antenati comuni; le variazioni in una stessa specie, o microevoluzioni, sono invece dimostrabili e dimostrate.
Hai ragione.. È che a volte il termine speciazione è utilizzato per indicare semplicemente la variazione di “specie” (secondo un significato molto più limitato) nel medesimo genere di animale. Sarebbe stato più corretto dire “adattamento” o “variazione di specie”. Però davvero… Apre gli occhi.
Se gli ‘ismi’, che dal crepuscolo del medio evo, non avessero invaso ed infestato il pensiero occidentale, risulterebbe impossibile credere che un mondo di credenti in un Dio, eterno, onnisciente, e perciò onnipotente, abbia potuto essere soppiantato, nella mente di tanti uomini, dall’idea folle di un ‘caso’ indifferenziato, e come tale cieco capace dello splendore della realtà, che cade sotto i nostri occhi, stimola la nostra mente, e, dovrebbe, invitare all’adorazione il nostro essere.
Sarebbe incredibile anche se le, praticamente innumerevoli prove soprannaturali non venissero come valido e inoppugnabile sostegno alla razionalità e alla fermezza dei credenti.
La rapida e stringente “galoppata” dell’autore dell’articolo, merita perciò la pubblicazione e la diffusione di uno snellissimo opuscolo come salutare arma tascabile per diffondere fra gli incerti, e sì, anche fra i saccenti, gli inoppugnabili argomenti per una conversione, che forse inizialmente soltanto intellettuale, in moltissimi casi diverrebbe stringente per una felice metamorfosi spirituale e,…
Articolo interessantissimo e illuminante. Anch’io nella mia ignoranza ero scettica su molti di questi concetti fatti passare per teorie scientifiche e insegnati sin dalle scuole elementari, così che tutti li danno per scontati, anche i cristiani. Basterebbe ragionare con la propria testa (dico così ai miei figli quando li aiuto a studiare queste materie) per capire che Qualcuno deve aver creato quello che è esploso nel big bang; che se la vita dovesse derivare dalle molecole del ” brodo primordiale” non avremmo ancora neanche lo zucchero da mettere nel caffè e che non si è ancora mai vista una scimmia diventare uomo. Veramente grazie per la verità detta con competenza ma anche chiarezza e semplicità.