Durante il secolo sterminato, i due sommi protagonisti della rivolta europea contro la fede cattolica e la ragione naturale, il filo nazista Martin Heidegger e il paracomunista Jean Paul Sartre, furono (almeno…) indenni da cedimenti fisici e teoretici al vizio contro natura.
di Piero Vassallo
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Il filo nazista Heidegger intrattenne un rapporto rovente e tempestoso con una giovane allieva ebrea, Hanna Ahrendt, che lo tenne lontano dal problema sodomitico, in allegra circolazione nella Germania, intontita ma non preservata dal suono delle maschie e magiche trombe hitlero-wagneriane.
Instancabile seduttore, Sartre manifestò, in alcune squillanti pagine dei suoi romanzi e dei suoi racconti brevi, un rovente disprezzo nei confronti dei sodomiti, identificati – addirittura – con i reazionari e i complici degli invasori nazisti.
(Per inciso: è lecito immaginare lo sconcerto e la pena procurati alle appassionate lettrici demo-esistenziali, ad esempio all’onorevole Monica Cirinnà, dalla furia antisodomitica in corsa beffarda – quasi fascista en travesti – nelle venerate pagine dal magister della sinistra perpetua, Sartre. Pagine nelle quali l’autorevole e incensato maestro della sinistra eterna e irriducibile, rovescia e schizza l’ombra di un dileggio velenoso su quelle idee libertine, che saranno accolte trionfalmente nel pantheon della setta progressista).
Autore della tagliente e quasi volgare definizione delle comunelle pederastiche – “massonerie da pisciatoio” – Sartre, nella romanzata trilogia auto incensatoria, Il cammino della libertà, attribuì ai circoli sodomitici la colpevole approvazione e l’aperto sostegno alle idee professate dagli invasori nazisti.
Quasi obliando la persecuzione e il feroce concentramento nazista degli omosessuali, Sartre spinge la sua avversione al vizio contro natura fino al punto di accostarlo alla morale dell’odiato nemico tedesco.
Nel racconto Infanzia di un capo, Sartre tenta addirittura di dimostrare che l’atto contro natura è il rito di iniziazione alla cultura della destra.
In una squillante pagina della trilogia Il cammino della libertà Sartre sostiene che l’iniziazione dei francesi alla setta filo nazista avviene in un vespasiano consacrato.
L’esistenzialismo ateo di Sartre rifiuta e capovolge i princìpi della filosofia perenne e della morale tradizionale, ammette l’aborto e l’eliminazione del nemico fascista (nell’ultimo capitolo della trilogia Le chemin de la liberté, rappresenta se stesso in figura di fuciliere/giustiziere) e tuttavia scende di malavoglia (forse per un taciuto pudore) in quel perfetto odio contro la vita, che l’arcobaleno ateista attinge nella ripugnante notte dei sodomiti.
Il fatto è che la sinistra disprezzava la sodomia, giudicata (non senza ragione) vizio della borghesia smidollata. Nel settembre del 1949, fu esemplare l’espulsione dal Pci di Pier Paolo Pasolini, accusato di infami atti pederastici.
La giustificazione filosofica della sodomia è invece entrata in scena nel fatico 1968, promossa da un noto e illustre praticante, l’incensato filosofo francofortese/californiano Herbert Marcuse.
A monte dei sodomiti filosofanti oltre e perfino contro Sartre, regna l’invincibile delirio marcusiano, secondo cui il principio di non contraddizione è il fondamento dell’orrido fascismo. Sentenza in cui il fascismo è associato alla calunniata, censurata e proibita resistenza alla corruzione avanzante sotto l’usbergo della illogicità e della follia propriamente detta.
Il motore della corsa in direzione di un’anarchia morale sapientemente progettata dai poteri forti ed attuata dai politicanti deboli (ad esempio gli iscritti alla obbediente classe Cirinnà) è l’avversione furente alla religione cristiana.
Al proposito è doveroso rammentare il giudizio di Sartre, nel quale palpita il cuore dell’Occidente anticristiano: “L’assenza di Dio è più grande e più divina di Dio”.
Ora è evidente che l’attacco sartriano alla religione cattolica incoraggia e quasi giustifica il disprezzo, che gli islamici nutrono contro la declinante civiltà europea.
Un delirio scaccia l’altro. Di conseguenza è lecito sostenere che il vizio californiano, figura ultima dell’Occidente laico e progressivo, è lo strumento di un masochismo umanitario, che invoca – provoca – l’immigrazione islamica, incursione selvaggia di giustizieri tenebrosi e di terroristi implacabili.
6 commenti su “Sodomia ovvero americania. Il californiano vento del vizio contro natura – di Piero Vassallo”
Scenetta reale odierna: mi fermo con un amico a osservare e venerare la bella statua (di devozione popolare) di un Santo, a un incrocio di periferia.
Alzo gli occhi e vedo lo striscione “Viva San…”, arricchito di un Arcobaleno: striscione catto-satanistico.
In quel momento sbuca dal nulla un giovane arabo a chiedere soldi. Ha pensato -correttamente- : “Due fessi di mezza età che si interessano a un Santo saranno certamente larghi di portafoglio per un “meno abbiente” come me”.
Non poteva immaginare che il vedere l’Arcobaleno lì mi stava “mostrando” l’ AntiFede e l’AntiChiesa
Non è un caso, caro Prof, che in questi ultimi anni si sta tentando, disperatamente, di immunizzare Heidegger, soprattutto dopo la questione Quaderni Neri. Ormai se la cantano e se la suonano a loro piacimento. Vattimo ha dichiarato che quella dei Quaderni Neri è un’antipatica e fastidiosa questione e ha aggiunto ‘non oso immaginare cosa ci riservi lo studio delle pagine inedite’. Ma avevamo davvero bisogno dei Quaderni Neri per capire chi è stato Martin Heidegger? O non è, con ogni probabilità, la chiusura del cerchio che vede due fazioni in apparente contrasto ma che, in fondo, si toccano e si legano? Tra Marcuse di sinistra e Marcuse di destra, sventola la bandiera delle forze infere contro Cristo e la sua Chiesa.
quindi li chiamano per farsi sterminare?
in effetti visto quanto sono malate nella mente e nello spirito tali persone potrebbe essere..
Qualche anno fa, non ricordo in che trasmissione , ho sentito il filosofo Vattimo dichiararsi apertamente sodomita e che oltre al comandamento “non desiderare la donna d’altri” si dovrebbe introdurre anche quello “non desiderare l’uomo d’altri”. Grande filosofo!!!
Caro Amos, non vorrei sbagliarmi ma, con ogni evidenza, Vattimo è un omosessuale dichiarato. Le sorprese non finiscono qui perché il guru del pensiero debole si dichiara anche cristiano convinto. Rimando al libro LA FOLGORE DI APOLLO – Scritti sull’opera Di Julius Evola Di Roberto Melchionda dove quest’ultimo analizza Vattimo e il pensiero debole alla Luce del ‘nichilismo attivo’ e al trans-idealismo evoliano, sottolineando gli errori del ‘filosofo’ torinese. L’opera di Melchionda merita soprattutto per l’epistolario in appendice con Gian Franco Lami. Opera già recensita da Piero Vassallo e che ha fatto fischiare le orecchie a coloro che non hanno, nonostante i mantra e i piagnistei continui, mai contribuito a una critica, anche serrata, come di solito accade per tutto, all’opera evoliana.
PUTREDINE NULL’ALTRO CHE PUTREDINE !
TUTTO SEMBRA ORDITO PER ACCREDITARE QUELLA PSEUDO CULTURA, DAL CUI ABISSO GLI APOSTOLI DELLA DISTRUZIONE DELLA CIVILTA’, GUARDANO ALTEZZOSAMENTE ‘si fa per dire’ I SUPERSTITI DIFENSORI DELLA NORMALITA’, DELLA RAZIONALITA’, QUINDI DEI VALORI CRISTIANI CHE HANNO PLASMATO L’UMANITA’.