di Matteo Di Benedetto
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Oggi vivere da cattolici per i cattolici non è facile. Dietro ogni angolo, tentazioni. Su ogni schermo, tentazioni. Su ogni bocca, tentazioni. Il peccato è molto più forte, diffuso e quotidiano che non nel periodo cosiddetto oscuro del medioevo. I comandamenti sono ormai carta straccia per tutti e sta ad ognuno di noi fare tesoro della nostra fede, conservarla, e pian piano illuminare chi ci sta intorno con questa fede.
A coronamento di tutto ciò, oggi che ce ne sarebbe più bisogno, proprio la (C)chiesa, quella che dovrebbe essere il baluardo della fede, la guida in questo cammino di conversione a Cristo tanto per noi stessi quanto per tutti coloro che, pagani, atei, eretici, scismatici, ebrei o maomettani ci circondano, sembra aver smesso di preoccuparsi di questo. Nelle vesti dell’attuale secondo – per ordine di anzianità, dopo Benedetto XVI – Romano Pontefice, tuona contro i consumi di plastica e carta, prega per la conversione ecologica di ogni uomo, indipendentemente dalla sua fede. Lì dove dovrebbe preoccuparsi di convertire a Cristo, poiché chi non crede sarà condannato (Marco 16,16), si preoccupa di convertire al neo-pagano culto della madre terra (vedi Enciclica Laudato sì e Messaggio del 1/09/2016), lì dove adultéri, incesti e fornicazioni di ogni tipo imperano sui cuori della maggior parte degli uomini, ammonisce coloro che “peccano” di mancata raccolta differenziata. Laddove gli uomini mangiano e bevono la propria condanna, ricorda di andare a buttare diligentemente la spazzatura e spegnere la luce quando si è finito di usarla. Tace sui quotidiani scandali contro la fede e circa i più gravi peccati, strepita per le bucce di banana nel cestino di colore sbagliato. E’ tanto ironico quanto triste vedere a che punto la (C)chiesa che segue il Pontefice in seconda non parli della necessità della conversione a Cristo, e, anzi, faccia tacere chi lo fa, inaugurando al contempo sempre più attività sincretistiche e multireligiose nel nome di una tanto presunta quanto errata fratellanza con maomettani, ebrei e chi più ne ha, più ne metta.
Solo con la fede in Dio (Efesini 2,8) ed il rispetto dei suoi comandamenti (1Giovanni1,6;2,4) ci si può salvare, mentre chi non si converte all’unico vero Dio muore (Ezechiele 18,32), eppure si insiste nel concentrarsi sul piantare alberi invece che salvare anime, che dovrebbe essere invece lo scopo ultimo e supremo della Chiesa. Ma perché lo stesso Pontefice sembra essersi ormai dimenticato della Parola di Dio? Perché preferisce la fratellanza universale della Chiesa della casa comune, dove non importa se dici Allah, Dio, o qualsiasi altra cosa, l’importante è che si piantino alberi e si tifi per la pace, quella del mondo, quella sbagliata (perché l’unica vera pace è in Cristo, Giovanni 14,27). Forse i tempi sono maturi, forse sarà pianto e stridore di denti quando al Suo ritorno Cristo chiederà perché abbiamo abbandonato l’unica vera fede (Luca 18,8) per il nuovo culto della madre Gea.
Proprio per tutto questo oggi per i cattolici autentici, vivere cattolicamente è difficile. Ma proprio per questo, dobbiamo essere in grado di cogliere il bene in quanto ci circonda. Consapevoli che non praevalebunt e che Dio è capace di volgere tutto al bene. Di fronte a tutto questo male infatti, non possiamo non cogliere un enorme invito alla preghiera, arrivando così a pregare anche quando magari non lo avremmo fatto, arrivando a vivere un po’ di più nel Suo nome, quando magari non ci avremmo pensato, se non ci fosse stata cotanta evidenza del Male e delle sue conseguenze nel mondo. Dobbiamo cogliere l’occasione per fortificare nella fede e nella preghiera noi stessi, per diffondere passo passo la Sua Parola, così da contribuire alla salvezza di coloro che abbiamo intorno e della Chiesa stessa, ricordando che tanto più soffriremo e quanto più daremo nel Suo nome oggi sulla Terra, tanto più saremo premiati nel Regno dei Cieli. Il Signore ci ama. Cogliamo la grande occasioni che in questa epoca abbiamo davanti per fare 10 volte tanto e guadagnare 1000 volte tanto in Paradiso. Perché chi soffrirà nel Suo nome e porterà la Sua Croce sarà grande nella Vita Eterna. Tanto grandi sono le sfide quanto grandi i premi per coloro che pregheranno, combatteranno e moriranno per Lui. Armiamoci, insieme, col Santo Rosario, abbandoniamoci alla Vera Fede e portiamo il Suo nome, nuovamente, tra le genti di questo mondo neo-pagano. Rimaniamo saldi nella preghiera e insieme gioiamo dell’unica vera conversione, quella in Cristo, che ci renderà salvi, per sempre.
9 commenti su “Dalla conversione a Cristo alla conversione ecologica – di Matteo Di Benedetto”
Bellissime riflessioni…spronano!!! Bisogna avere coraggio e parlare, ma soprattutto rendersi conto di quale è la posta in ballo!!!!
Sottoscrivo in pieno l’ultimo capoverso: da tenere bene in mente. Grazie.
Personalmente, dal 13/3/’13, insieme a un grande sconcerto ho ricevuto anche un grosso scossone nella fede, che è diventata più matura.
Si, saldi nella preghiera e nella fede in Gesù Cristo, sempre pronti a darGli testimonianza!
Le sue bellissime parole mi confortano e mi spronano a dare sempre di più nella direzione da lei indicata, che è poi quella di Cristo. Con la parola, l’amore, l’esempio, e soprattutto l’ormai dimenticata preghiera. Possiamo evitare le tentazioni e l’anestesia dell’anima se Lo seguiamo, ciascuno con la propria croce, e ci abbandoniamo totalmente a Lui.
Vero!! personalmente un recentissimo pellegrinaggio a Medjugorje mi è stato di aiuto in questo senso, spronandomi ancora di più nella preghiera, della cui fondamentale importanza ero razionalmente consapevole ma che non sempre nei fatti e nella quotidianità riuscivo a fare.
Bisognerebbe anche imparare a offrire i nostri pur piccoli dolori, le nostre sofferenze, in riparazione dei peccati e per la salvezza del mondo intero.
mi sono appena preso un solenne rabbuffo da un sacerdote che consideravo (e in parte ancora) ottimo e amico, perché non capirei l’insegnamento ATTUALE della Chiesa. Non amo polemizzare, ma gli vorrei dire: che me ne importa di un insegnamento attuale ? Io vorrei conoscere e seguire quod semper, quod ubique, quod ab omnibus.
Sfortunatamente abbiamo un papa che – con evidente scarsa cognizione del proprio specifico compito di confermare i fratelli nella Fede – si sente mooolto versato per ogni arte, scienza e disciplina che esista sulla scena umana, e in ogni cosa si vuole cimentare.
Per cui non ha remore nel ‘rubare il lavoro’ A CHI NE SA (i saperi sono saperi) in una miriade di settori:
– psicologi, sociologi, filosofi nichilisti, banchieri, pedagogisti, politici, statisti, giornalisti, sindacalisti, registi, attori, comici e clown, retori, scienziati dell’ecologia, specialisti nella raccolta differenziata materiali di rifiuto, specialisti di marketing, capi di dicastero, ………………………………..
L’elenco come si sa è per difetto.
Come trovare il tempo di fare il papa a fronte di cotanto ciclopico impegno??
(e questo senza escludere tutti gli altri aspetti allarmanti di questo papato).
Siamo giunti ad un momento in cui si rinnova l’esperienza dei primi secoli cristiani. Allora i cristiani (un’esigua minoranza) si trovarono ad operare in pieno paganesimo (no so se maggiore o minore rispetto ad oggi!); Eppure riuscirono a cambiare il mondo con il loro esempio ed il loro sangue versato. Dobbiamo aver completa fiducia in Colui che non può mentire, che ha detto:”Io sono la Via, la Verità e la Vita”.