Gli orizzonti proibiti al senso comune.
Secondo la logica del liberalismo trionfante e indiscusso, nei paesi ad eguaglianza apparente, in Italia si attua l’elevazione di una piramide sociale abnorme, costituita da una vasta base di meno agiati e di poveri e da un ristretto vertice di privilegiati-gaudenti.
di Piero Vassallo
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Il costo della politica “pura” attinge una cifra assai alta, che potrebbe essere facilmente e tranquillamente dimezzata con vantaggio dei contribuenti, dell’economia nazionale e dell’immagine dei partiti.
Un milione e centomila italiani, fra i quali una non esigua percentuale di stipendiati – parlatori vani, inutili intrallazzatori, uomini decorativi, opachi impostori e sciccose & superflue statuine – sono presenti e solo in parte attivi nelle istituzioni e nei partiti.
Il costo del loro mantenimento (al netto delle devastazioni e degli sprechi indotti) è sei miliardi e mezzo di euro ogni anno.
D’altra parte il famelico apparato burocratico (trecentoventiquattromila addetti) costa ventitré miliardi ogni anno. Infine vanno conteggiate le spese utili, per la difesa, per la sanità, per la sicurezza.
Secondo fonti ufficiali, per mantenere una tale folla, dai contribuenti italiani sono versati, nelle ingorde casse dell’erario, settecentocinquanta miliardi di euro.
Il paradossale risultato di tale burocratica ingordigia è il debito pubblico italiano, che è salito fino a raggiunge una inquietante, vertiginosa altezza: duemiladuecentoquarantasette miliardi di euro.
Senza contare la depressione e il malumore, che lo spreco semina nella psiche di produttori, l’eccessivo costo della politica costituisce un freno allo sviluppo dell’economia nazionale e, di conseguenza, un alto ostacolo all’onesto benessere degli italiani. Non al benessere dei disonesti e dei poltroni, purtroppo.
Secondo la logica del liberalismo trionfante e indiscusso, nei paesi ad eguaglianza apparente, in Italia si attua l’elevazione di una piramide sociale abnorme, costituita da una vasta base di meno agiati e di poveri e da un ristretto vertice di privilegiati-gaudenti.
In America, la nazione modello per magistrale eccellenza, la ricchezza è in mano di una ristretta oligarchia. L’uno per cento dei contribuenti americani gode, infatti, di un benessere assicurato dal godimento del sessantacinque per cento del reddito nazionale. Il resto della popolazione equamente divisa tra i titolari di redditi modesti e i marginali viventi in una conclamata povertà.
Risultato della vertiginosa differenza dei redditi sono l’umiliazione e la depressione delle fasce deboli e la vertiginosa discesa della fiducia nella bontà della vita.
Nella denatalità il mito del benessere elitario incontra la paura massiva di trasmettere una esistenza posta sotto il segno dell’umiliante ristrettezza. In ultima analisi, la galoppante denatalità consiglia e quasi obbliga i governi ad aprire varchi alla non sempre amichevole immigrazione terzomondiale.
La esigua ma irriducibile minoranza costituita dai refrattari radunati intorno al sito Riscossa cristiana (e ad altri siti omologhi, Solfanelli, Corrispondenza romana, Chiesa e post concilio ecc.) ovviamente non è in grado agire in vista di un cambiamento del disgraziato orizzonte liberale.
E’ possibile tuttavia svolgere un’attività di largo respiro finalizzata alla rivendicazione della dottrina sociale della Chiesa cattolica, attualmente in confusa navigazione su acque agitate dalla teologia conciliare e turbata dalla pia illusione (ovvero dalla pelosa carità) di addomesticare e assimilare i migranti di fede islamica.
Tale attività può incontrare gli esponenti della destra tradizionale, che ha visto cadere le comete del liberalismo; e che intravede il fallimento del progetto inteso ad obbedire alle esangui illusioni dell’americanismo
Il proverbio che qualifica le strenue minoranze, che resistono ostinatamente al disordine globale è dunque l’antico gutta cavat lapidem.
3 commenti su “La baldoria politicante – di Piero Vassallo”
E a forza di scavare la pietra, giorno dopo giorno, si spera in un gran canyon ove un diluvio dirompente se li trascini al largo in mezzo agli squali……
Le istituzioni “democratiche” e “liberali”? Emblemi di un paese laicista, si ammantano di “sacralità” che nemmeno Dio. Il Quirinale: 150 carabinieri corazzieri, come puro decoro, che farebbero più comodo nelle caserme a tutela dell’ordine pubblico e della tranquillità. La Corte dei Conti: organo senza poteri esecutivi, di parrucconi che analizzano, emettono sentenze ma che pesano sul gobbo dei cittadini per centinaia di milioni di euri e in più le varie “autorities”!
Ma se Napolitano, oltre al maggiordomo che gli paghiamo noi, mantiene ancora un suo ufficio……………….. , di cosa vogliamo continuare a parlare?