di Marcello Foa
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In Austria vince il candidato dei verdi, dunque “l’Europa che temeva una deriva populista e anti-immigrati è sollevata”. Durante la campagna elettorale il candidato della Fpö Norbert Höfer è stato presentato come un pericoloso populista, violento, dunque subliminalmente quasi un nazista, mentre quello ecologista e ora neo presidente dell’Austria Alexander Van der Bellen come un Angelo venuto dal cielo, un romantico ecologista, mentre fino al primo turno il suo partito era considerata un’entità quasi folcloristica e la sua candidatura poco più che simbolica.
Sia chiaro: a quanto pare Van Der Bellen è una persona davvero perbene, un intellettuale stimato da sempre per la propria onestà ed è un bene per l’Austria e per le istituzioni austriache. Le sue prime dichiarazioni sono state esemplari, volte a includere, senza demonizzare, anziché escludere. Però ancora una volta la stampa e in genere l’opinione pubblica internazionale ha ragionato secondo i soliti schemi, dunque agitando la “paura dell’estrema destra”, del “qualunquismo reazionario” e trincerandosi dietro un “politicamente corretto” ottuso e stringente, che annebbia e anestetizza.
Si è preferito, come sempre, agitare uno spettro (“quelli non possono vincere”) che peraltro ancora una volta ha fatto presa sull’elettorato, sebbene solo per una manciata di voti, anzichè sforzarsi di capire e analizzare le ragioni di un malcontento sempre più diffuso e capillare, che tocca tutte le classi sociali e risulta politicamente trasversale.
Il problema non è rappresentato tanto dal potenziale successo della Fpö, ma dalla costante sfiducia nei partiti moderati tradizionali, sia di destra sia di sinistra, che ormai sono considerati equivalenti nei contenuti e non più rappresentativi; parimenti inefficaci nell’affrontare e nel risolvere i problemi del Paese per la semplice ragione che, al di là delle etichette, propongono le stesse soluzioni.
Gli austriaci – come i francesi, gli italiani e tanti altri popoli europei – invece si sentono insicuri, vedono erose le fondamenta della propria società, dunque l’autenticità del contratto sociale che ha garantito stabilità e benessere dal Dopoguerra fino a pochi anni fa, e si sentono smarriti. La situazione economica è percepita come precaria (Austria) o drammatica (Italia, Francia, Spagna, Portogallo) e fenomeni come quelli dell’immigrazione incontrollata e massiccia, per non parlare del terrorismo, acuiscono paure e angosce.
Sopra a tutto, l’impotenza dei singoli governi, svuotati e inibiti da norme europee che pongono vincoli ma mai soluzioni agli imprevisti, allo sradicamento delle società.
Questi sono i veri nodi, che spiegano il successo dell’Fpö, della Lega di Salvini, del Movimento 5Stelle, di Marine Le Pen, di Alternative für Deutschland. Tutto il resto è propaganda, è illudersi che basti l’elezione di un gentiluomo ecologista per spazzare via “il populismo”. Che invece – in assenza di risposte concrete – continuerà a crescere e a rafforzare partiti e movimenti fuori dagli schemi.
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4 commenti su “Austria, sicuri che il populismo sia il problema? – di Marcello Foa”
Ebbene, questi signori non facendo più presa sul popolo la loro ideologia ultra-liberal-comunista, sono disperati e, allora, nelle piazze e/o a mezzo stampa rovesciano fiumi di contumelie contro chi ha la sola colpa di voler difendere i Popoli e le Identità di ciascuna Nazione!
Ormai, solo i Movimenti Nazionali possono combattere l’Alta Finanza, i Poteri Forti, la prepotenza usorocratica. Comprenderanno tutto ciò i popoli? Noi lo speriamo.
Va bene, però da noi gli italioti continuano a votare il PD e non si riesce mai a sfondare con un movimento veramente antagonista come potrebbe essere FORZA NUOVA o CASAPOUND o magari anche la Lega ed i Fratelli d’Italia alleati. Dei grillini sinceramente non mi sono mai fidato…gente come Grillo o Casaleggio non mi ha mai ispirato alcuna fiducia; è gente che ha radici e provenienza ideologica nella sinistra e non rispecchia certo i valori cattolici. Infatti loro si vantano che, con la loro presenza, hanno impedito alla Destra antagonista di sfondare in Italia come è successo in altre nazioni europee. Diffidate dei pentastellati,gente, diffidate!
Gentile Dr. Foa, perché mai, dovrei vergognarmi di essere definita populista?!
Che io sappia il populismo “ascolta” gli interessi e le esigenze reali dei cittadini, non è affatto demagogia!
Invece…la nostra sedicente classe dirigente, se ne frega di ciò che il popolo chiede… vuole restare una esigua èlite di previlegiati, per questo quando intendono populismo lo intendono in senso offensivo, hanno paura che il popolo possa ribellarsi…
“L’unione fa la forza”.
Lei Sig. FOA ha centrato perfettamente l’obbiettivo :Ottimo articolo, mi ci ritrovo pienamente. .complimenti.