di Piero Nicola
Potrebbe sembrare poco caritatevole parlare del modo di morire per un’anima appena spirata. Tuttavia il modo di questo trapasso riguarda piuttosto coloro che vi hanno contribuito e il dibattito suscitato.
La televisione ha mostrato un signore – non so se fosse un gesuita o un medico – che ha assistito il cardinal Carlo Maria Martini nelle sue ultime ore terrene. L’interpellato ha detto che il morente aveva rifiutato l’accanimento terapeutico. In linea di massima, nulla da eccepire. Ma ha aggiunto che, visto il sopraggiungere della dipartita inevitabile, essendo il moribondo ancora cosciente, si è provveduto alla sedazione sino a morte avvenuta.
La questione – e di questione si tratta – è certamente delicata. Tuttavia sussiste il dubbio che la sedazione abbia provocato la morte, ossia l’uccisione. Chi di dovere aveva l’obbligo di chiarire che così non è stato, che non ci fu l’intenzione, né nella volontà dell’infermo né dei suoi assistenti, di praticare questa forma di eutanasia. L’omissione, almeno verso il pubblico, invece ha avuto il suo esito, la confusione, ancora una volta, è stata seminata. Successive smentite lascerebbero il tempo che trovano. Tanto più che il defunto espresse giudizi almeno indulgenti sia riguardo al caso Piergiorgio Welby che al caso Eluana Englaro. Vedi il suo articolo del 2007 su La Stampa “Io, Welby e la morte”.
Tutti i giornali ricordano, poi, il suo ultimo libro-intervista Credere e conoscere (Einaudi 2012), scritto con Ignazio Marino, senatore pd, dove questi chiede: “Non sarebbe ragionevole avviare con senso di urgenza una discussione seria […] per trovare un equilibrio tra il mondo della scienza [agnostica, confinata nella fisica] e le differenti sensibilità [sic!] etiche e religiose [che comprendono la metafisica, i.e. la Rivelazione] superando con onestà intellettuale gli atteggiamenti dogmatici?” Con ciò, si tocca il dogma, sia pure ambiguamente.
Quanto al Cardinale, ivi egli cita il processo a Galileo Galilei per accusare la Chiesa di essere stata chiusa di fronte agli “inevitabili cambiamenti legati al processo della scienza e della tecnica”. E qui troviamo discredito larvatamente gettato sulla Madre e Maestra infallibile nell’interpretazione dogmatica della Bibbia e nell’insegnamento dogmatico.
Il sito Paxchristi ha potuto scrivere che il cardinale ha manifestato “posizioni di apertura […] sulle unioni omosessuali, che […] se stabili, potrebbero sottoscrivere un patto civile riconosciuto dallo Stato”. Sempre a proposito di Credere e conoscere si osserva: “Prevale comunque in questo libro l’attenzione alla persona, alla sua realtà, spesso dolorosa, come appare nelle considerazioni sul fine vita, sempre con grande umana comprensione, soprattutto di fronte a sofferenze che diventano insopportabili”.
Sicché l’uomo potrebbe arrogarsi la parte di Dio, nel giudicare il limite di sopportazione e la negatività delle sofferenze in rapporto alla salvezza dell’anima. Ma costoro di anima, di salvezza, di destino ultraterreno, di Conforti religiosi, di Viatico, insomma del fatto essenziale, si guardano bene dal parlare, attenendosi a un sentimentale umanitarismo.
Intanto, il coro dei progressisti loda la scelta, vi inneggia, facendo supporre lo scandalo. Una scelta di rifiutare il sondino di alimentazione, che, con ogni probabilità, avrebbe prolungato la vita, come la prolungò a Giovanni Paolo II; una scelta almeno discutibile, e certamente cara a coloro che vedono nel suicidio la soluzione alle sofferenze insopportabili. Sono di questo sentimento molti sedicenti cattolici, immemori della divina promessa di non permettere sofferenze insopportabili. Ma ciò si comprende meglio data la loro fede nella scienza, nei processi naturali da essa contemplati e dai quali Dio viene rigorosamente escluso.