Gli uomini del dopoguerra avrebbero potuto facilmente opporre al decadimento [nazista] la propria superiorità morale; essi hanno sventuratamente, in non pochi casi, lasciato sfuggire una così opportuna occasione … I meritati castighi inflitti ai grandi colpevoli avrebbero potuto ispirare scene d’inferno alla penna di Dante ma il sommo poeta avrebbe indietreggiato dinanzi alle rappresaglie esercitate contro innocenti, L’Alighieri avrebbe indietreggiato di fronte all’inferno per innocenti approntato nella valle del Reno. (Pio XII)
di Piero Vassallo
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Il genovese Giovanni Torti, professore emerito dell’Università di Parma, è il più dotto e raffinato degli scrittori [1], che hanno militato nella (purtroppo) censurata e asfaltata società culturale della destra, che fu attiva nel secondo dopoguerra, prima di scendere nella voragine pseudo moderata e di estinguersi nel labirinto quirinalizio, santuario degli iniziati ai misteri del vuoto mentale.
Autore di scritti d’alto profilo scientifico, Torti, che Giuseppe Marchetti ha definito “studioso di rara competenza e di provveduta saggezza”, ha pubblicato anche una pregevole raccolta di articoli, nel cui titolo, Con prudenza e senz’odio, si legge la spirituale nobiltà dell’erudito geniale ed equanime.
Pubblicato nel 1994 dall’editore parmense Luigi Battei, l’opera controcorrente di Torti è una preziosa, intramontabile testimonianza resa al polo escluso, alle idee e agli interpreti della cultura nascosta nelle pieghe della nuova teologia e nei fumi di una destra inquinata e disturbata dal margine esoterico (e tuttavia non ancora caduta sotto i piedi dei decerebrati, oggi squillanti nel deserto prodotto da Fini & Bocchino).
La perfetta conoscenza dell’inglese e del tedesco ha consentito a Torti un’incursione negli eventi sconsigliati e censurati dagli apologeti dei vincitori della seconda guerra mondiale, ad esempio l’olocausto dei tedeschi incolpevoli, che furono vittime del sadismo praticato dai vincitori.
La strage, di cui fu responsabile Dwight D. Eisenhower, “non avvenne coi mezzi consueti, l’esecuzione fu affidata ai rigori del clima, agli agenti atmosferici, alla mancanza di igiene, alle malattie e alla fame. … Eisenhower mise nella delittuosa operazione un’energia e uno zelo speciali”.
I prigionieri tedeschi non responsabili di violazioni alle leggi di guerra furono rinchiusi dietro il filo spinato, che delimitava campi senza alcun riparo dalle intemperie.
Due colonnelli americani, che visitarono i campo scrissero: “era una giornata tempestosa, ora pioveva, ora cadeva pioggia mista a neve, ora nevicava, mentre un vento gelido che penetrava nelle ossa batteva le pianure della Renania sino al punto in cui si trovava il recinto. Dall’altra parte del filo spinato si presenta agli occhi una scena spaventosa: circa centomila uomini estenuati, apatici, scarni, lerci, con lo sguardo spento, ben pigiati per scaldarsi gli uni con gli altri, coi piedi nel fango sino alle caviglie”.
Avvincente è anche il breve saggio in difesa del lavoro suggerito ai monaci da San Tommaso d’Aquino, il quale rammenta che “il lavoro manuale è ordinato a quattro scopi, anzitutto ed eminentemente a procurare all’uomo i mezzi di sostentamento, in secondo luogo a rimuovere l’ozio che è fonte di tanti mali, in terzo luogo a frenare la concupiscenza macerando i corpi, in quarto luogo all’esercizio della beneficenza”.
Il volume è completato da altri ventitré saggi che affrontano e risolvono con straordinaria semplicità alcune fra le più spinose questioni della nostra età. E’ dunque auspicabile che un editore d’area cattolica proponga una ristampa dei saggi di Torti, che conservano perfettamente la attualità che ebbero nel ventesimo secolo.
2 commenti su “Il mito del buon americano – di Piero Vassallo”
Grazie della segnalazione, carissimo Prof. Argomento che meriterebbe un approfondimento che sovente è stato taciuto.
Come tanti della generazione del dopoguerra dividevo l’umanità in buoni e cattivi.I buoni erano gli americani, i cattivi tutti gli altri.Mi sbagliavo .Una migliore conoscenza degli eventi storici mi ha fatto scoprire una realtà diversa. Le bombe atomiche sulle città giapponesi , i bombardamenti su Dresda ed altri eventi bellici che hanno provocato deliberate stragi di innocenti potevano e dovevano essere evitati , a ciò si aggiunga la deriva morale e le perversioni che quel paese sta esportando nel mondo in dispregio della legge naturale e divina.Per ironia della sorte mi ritrovo ad ammirare Putin ,che malgrado i suoi difetti,è attualmente l’unico capo di stato che in qualche modo difende la civiltà cristiana.