In vari paesi le leggi sull’uguaglianza sono usate per discriminare
di P. John Flynn LC
ROMA, lunedì, 8 giugno 2012 (ZENIT.org) – I cristiani trovano sempre più difficoltà a praticare la loro fede nella sfera pubblica, come dimostrano una serie di casi recenti.
Nel New Mexico la Corte d’Appello ha stabilito che il rifiuto, da parte di uno studio fotografico, ad immortalare una coppia dello stesso sesso, è un’infrazione dello Human Rights Acts (cfr. Albuquerque Journal, 5 giugno 2012).
Nel 2006 Vanessa Willock chiese ad Elaine Huguenin di Elane Photography se avrebbe scattato delle foto di una “same-gender ceremony”. Le fu risposto che lo studio si occupava solamente di “matrimoni tradizionali”.
Lo studio ha anche perduto precedenti cause contro la Commissione dei Diritti Umani del New Mexico nel 2008, e contro il magistrato distrettuale Alan Malott nel 2009.
I legali dello studio fotografico hanno argomentato che il loro rifiuto di fotografare una cerimonia nuziale di due omosessuali non era una forma di discriminazione ma era motivata dalle convinzioni morali e religiose dei titolari.
Le corti, tuttavia, hanno sentenziato che, in qualità di impresa che fornisce servizi al pubblico, lo studio non può rifiutarsi di elargire i propri servizi, non solo sulla base della razza, della religione, della nazionalità o del colore della pelle, ma anche del sesso, dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
Quello dei cristiani e delle unioni omosessuali è un argomento scottante anche in Inghilterra, dove il governo sta valutando se legalizzare o meno il matrimonio omosessuale. I cristiani si trovano in difficoltà nella difesa della loro concezione, come sottolinea la decisamente non-religiosa rivista Economist, nel suo numero a stampa del 2 giugno scorso.
Diversità
Lo scorso marzo, ha spiegato l’Economist, una lobby, la Christian Concern, ha prenotato delle stanze per la propria conferenza presso la Law Society. La loro prenotazione è stata cancellata l’11 maggio a causa della loro posizione contraria dal matrimonio tra persone dello stesso sesso. La lobby ha quindi prenotato al Queen Elizabeth Conference Center e, ancora una volta, è stata depennata poiché “l’evento configgerebbe con la nostra politica sulla diversità”.
Molte comunità cristiane ed ebree e quasi tutti i musulmani credono davvero che la sessualità sia lecita solo all’interno del matrimonio eterosessuale, afferma l’Economist. “La diversità riguarda anche quello?”, si domanda la prestigiosa rivista.
Le scuole cattoliche gallesi hanno incontrato dei problemi, quando sono state informate che avrebbero violato la legge, invitando i loro studenti a firmare una petizione contraria alla proposta del governo di legalizzare il matrimonio omosessuale (cfr. The Telegraph, 9 maggio 2012).
Leighton Andrews, ministro dell’educazione dell’Assemblea di Governo gallese, ha affermato che la chiamata ad opporsi a cambiare la legge può costituire un atto “politico” e ciò è proibito dall’Education Act del 1996.
Il ministro non ha soltanto sollecitato le scuole del Galles a dare ai loro allievi una visione “equilibrata” sul tema del matrimonio omosessuale ma ha anche ordinato alle stesse scuole di informare i propri alunni di tale intervento.
“La nostra posizione non cambia: si tratta di una visione religiosa e non politica”, ha dichiarato al Telegraph Maeve McCormack, responsabile delle politiche per il Catholic Education Service.
Il libero pensiero sull’argomento dell’omosessualità ha subito un duro colpo anche in Inghilterra, quando Adrian Smith ha perso la sua causa d’appello contro una sentenza del 2011, a seguito della richiesta di un suo dipendente di farlo declassare per via di alcuni commenti postati sul suo profilo di Facebook.
A suo tempo il ricorrente aveva espresso la propria contrarietà ai piani del governo di permettere i matrimoni omosessuali in chiesa. L’opinione, visibile soltanto agli amici di Facebook di Smith, ha spinto la Trafford Housing Trust a declassarlo dalle 35mila sterline annuali a sole 21mila sterline (cfr. The Telegraph, 24 ottobre 2011).
In seguito, lo scorso 21 marzo, il Christian Institute ha riferito che il magistrato distrettuale Charles Khan, della Corte della Contea di Manchester, ha stabilito che Smith non può usare l’argomento dei diritti umani nella causa contro il suo dipendente.
L’uomo ritiene di proseguire nel suo procedimento legale: la sua versione potrà essere ascoltata dalla Corte solamente nei prossimi mesi.
Camere doppie
La decisione è arrivata poco dopo un’altra causa d’appello perduta dai proprietari di un hotel della Cornovaglia che hanno cercato di rovesciare una sentenza del 2011, riguardante il loro regolamento di restrizione delle stanze doppie a coppie sposate.
Peter e Hazelmary Bull hanno portato il loro caso alla Corte d’Appello, seguendo l’ordine della corte di pagare i danni ai “partner civili” Steven Preddy e Martyn Hall, ma hanno perduto la causa (cfr. BBC, 10 febbraio 2012).
In seguito, il 12 marzo, la BBC ha riferito che la coppia avrebbe fatto ricorso alla Corte Suprema.
“In un paese dove i Cristiani possono essere licenziati per manifestare la loro fede, e venire diffamati dalle istituzioni dello stato, essi vivono con la paura di rappresaglie o addirittura di arresti per il semplice fatto di esprimere la loro etica sessuale”, ha recentemente ammonito Lord Carey, ex arcivescovo di Canterbury.
Il monito di Lord Carey è stato allegato ad un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo riguardo a una causa che approderà in Tribunale il prossimo settembre (The Telegraph, 13 aprile 2012).
L’udienza comprende vari casi, tra cui quello di un consulente di coppia licenziato per aver detto di non essere a suo agio, nel prescrivere terapie sessuali a coppie omosessuali, e un ufficiale di stato civile cristiano, che si è rifiutato di officiare cerimonie di “partnership civili”.
I Tribunali britannici, ha detto Lord Carey, hanno “applicato la legge sull’eguaglianza per discriminare vistosamente i cristiani”. Una situazione certamente non limitata alla Gran Bretagna e ovunque in rapida espansione.
[Traduzione dall’inglese a cura di Luca Marcolivio]