di Stefano Arnoldi
Siamo riusciti ad arrivare anche fino a questo punto: dover organizzare giornate per la promozione e difesa della famiglia (naturale) dal momento che anch’essa è stata posta sotto attacco dalla cultura “evoluta” dei nostri tempi. Ci ritroviamo a dover difendere persino l’istituzione più ovvia e naturale (cioè normale) e più preziosa che esista per impedire che forme “strane” di “vivere insieme” prevalgano nella vita sociale… forme strane che altro non sono che l’esplicitazione di pericolose quanto perverse visioni di un pensiero anticattolico che trova sintesi nel concetto: della mia libertà faccio ciò che mi pare. Con questa “edificante” filosofia di vita stiamo vedendo che “bella” società abbiamo costruito e trovo superfluo enumerare lo schifo che ci circonda…
Risulta evidente allora imbattersi nella malattia principale della nostra società: la crisi della verità. Dove per crisi della verità, citando il card. Caffarra, si intende crisi di concetti poiché i termini libertà, amore, dono di sé, responsabilità…non significano più nulla: sono recipienti vuoti che ognuno riempie del contenuto che crede.
Qui parliamo di famiglia e, tralasciando le rivendicazioni deliranti di quanti pretendono di equiparare ad essa anche le coppie di fatto o le coppie dello stesso sesso, limitandoci a considerare il numero impressionante di divorzi, si capisce subito che ci ritroviamo in tempi in cui una mentalità ancora intrisa di illuminismo e sessantottismo ha scatenato le proprie forze per centrare l’obiettivo principale: scardinare la famiglia, abbatterla e abbattere, con essa, la cattolicità e l’insegnamento cristiano… in fondo, e probabilmente sono tanti anche coloro che lasciandosi trasportare dalla mentalità dominante non si accorgono della loro grave ancorché ignorante adesione a questo malefico fine, si ritorna sempre alla lotta tra coloro che intendono costruirsi il futuro da sé avendo venduto l’anima al Nemico e coloro che invocano la Misericordia Divina, tra la cultura della morte e il vangelo della vita, tra il bene e il male.
Ma perché questo attacco alla famiglia? Perché proprio la famiglia? Credo perché la famiglia è radicata nella natura stessa dell’uomo in quanto in grado di esprimere l’intimo orientamento al dono di sé che la definisce (ad esempio nella famiglia il figlio viene all’esistenza non in quanto e non perché serve a, ma perché è stato voluto in sè e per sè!) . È di conseguente evidente che la famiglia è portatrice di quella intima struttura della persona umana che è l’esatto opposto del sentimento di egoismo e arroganza che ha infettato la nostra società. È possibile dare un nome a questa struttura intima della persona umana? Sì, si chiama Amore. Come sottolinea ancora il card. Caffarra, partendo dalla sua costituzione ontologica, la persona esige che non sia mai considerata e trattata semplicemente come un mezzo in ordine al raggiungimento di un fine: esige di essere voluta per sè stessa. E questa è proprio la definizione stessa dell’amore.
Da ciò discendono due corollari:
il primo è che l’alternativa fondamentale, il dramma ultimo dell’uomo è costituito dall’amare o non amare e quindi ciò di cui ha bisogno l’uomo è di sapere la verità sull’amore;
il secondo corollario è che, d’altra parte, la verità sull’amore diventa irraggiungibile se prima non si penetra nell’essere stesso e nel valore che è costitutivo di ciascuna persona.
In estrema sintesi quindi la famiglia è custode e anche generatrice di amore; in essa si sperimenta la logica del dono. Ma si può donare solo se si è liberi e se si sperimenta la vera essenza della libertà. Libertà implica responsabilità poiché ogni persona è responsabile di sè stessa dove il “sè stessa” indica un “capitale” che non può essere dilapidato. Uno dei beni di questo capitale è la famiglia: distruggere ciò significa distruggere il patrimonio che è l’uomo. E non è questo l’obiettivo del demonio?