Maurizio Fugatti, esponente del Partito Autonomista Trentino Tirolese, pubblica su Facebook le immagini delle favole distribuite negli asili e che propagandano l’ideologia gender. “Questi sono libri di vera e propria propaganda della cultura omosessuale. Non possono girare nelle nostre scuole”.
di Giuseppe De Lorenzo
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Raggiungiamo al telefono Maurizio Fugatti, segretario nazionale della Lega Nord Trentino, mentre è in viaggio in treno. Sulla sua pagina Facebook ieri aveva denunciato la pericolosità di libri gender che potrebbero essere distribuiti nelle scuole e negli asili della provincia autonoma di Trento.
I titoli dei testi incriminati sono “Piccolo uovo”, “Perché hai due mamme”, “Perché hai due papà”, “Quale è il segreto di papà” e “Più ricche di un re”. Fugatti ne ha pubblicato alcune immagini sui social (guarda qui la gallery), denunciano il fatto che in ognuno di essi si cerca di presentare agli occhi dei bambini (che ancora non hanno sviluppato capacità critica) le famiglie omosessuali come qualcosa di giusto.
Perché ritiene questi libri pericolosi?
“Perché raccontano modelli di famiglia che non sono quello naturale formato da un uomo e una donna con dei figli. Perché propagandano un modello familiare omosessuale. Intendiamoci, se questa teoria la si presenta ad una persona adulta, allora se ne può parlare. Ma se tali storielle vengono lette alle elementari o all’asilo è evidente ci sia dietro un intento propagandistico”.
Vogliono plagiare il pensiero dei nostri bambini?
“Ci sono casi in cui una donna scopre di essere lesbica dopo aver già avuto un figlio. E’ chiaro che in questo caso esistono coppie che gestiscono uno o più bambini. Ma che bisogno c’è di dire ad un bambino che quella è la famiglia normale?”.
In fondo però a leggere queste favole all’asilo sono le maestre. Quindi la colpa è loro?
“Noi crediamo, ovviamente, che la gran parte degli insegnanti sia coerente e che spiegherà ai nostri figli quale è la naturalità del mondo. Ma non possiamo escludere che qualcuno voglia invece raccontare l’esistenza di una realtà deviata”.
Mi sta dicendo che una famiglia con due padri o due madri è qualcosa di deviato?
“Noi pensiamo di sì. Per questo stiamo cercando di evitare che qualcuno possa essere messo nelle condizioni di appoggiare queste deviazioni. Non vogliamo che le favole gender vengano raccontate all’asilo. Chi le vuole leggere, è libero di farlo a casa sua. Fuori da scuola ognuno regala i libri che vuole ai propri figli. Ma nelle scuole non devono essere presenti”.
La vostra mozione però è non è stata accolta dal consiglio provinciale di Trento.
“Il centrosinistra ha voluto bocciarla”.
Perché?
“Ritengono sia sufficiente affidarsi alla responsabilità degli insegnanti e alla vigilanza che stanno attuando. Invece, secondo noi, non basta: dubitiamo del fatto che i controlli siano fatti nel modo corretto; e anche che ci si possa fidare di tutti gli insegnanti. Siamo certi della buona fede della gran parte delle maestre, ma non di tutte”.
Ma i libri che lei ha “denunciato” sono già usati nelle vostre scuole?
“Secondo le informazioni che abbiamo qualche libro è girato. Di certo noi non possiamo essere a conoscenza di tutte le cose, quindi è bene bloccarle sul nascere”.
7 commenti su “Libri gender all’asilo: “Vogliono plagiare i nostri figli” – di Giuseppe De Lorenzo”
Libri gender all’asilo: quando toccano i bambini divento una bestia! Legherei personalmente io le macine al collo dei responsabili!!!
io ti porto le corde e le macine
Grazie, ci conto!
Appunto! Come ho scritto nell’altro articolo, siamo già nell’abisso..
La mia collega catechista(insegnante presso un asilo statale) mi ha accennato a qualcosa del genere circa la diffusione nel suo asilo di materiale e circolari riguardanti attività inerenti l’educazione di genere, abilmente camuffate da altro ovviamente, dicendomi però che lei e altre sue colleghe, attraverso una raccolta firme, avrebbero con successo evitato di collaborare a queste demoniache iniziative. Ancora tuttavia non mi è chiara la precisa dinamica dei fatti(conto di farmelo spiegare quando la vedrò Domenica). Oltretutto riguardo alla possibilità di avvalersi del diritto all’obiezione di coscienza, noto esservi ancora dei pareri contrastanti quanto alla praticabilità. Insomma è davvero sotto ogni punto di vista una gran brutta faccenda che, come in altri casi , lentamente ma inesorabilmente sortirà i propri pestiferi effetti nella pressoché generale indifferenza!
“Piccolo uovo” mi pare sia di quella tale Francesca Pardi che qualcuno ha così benevolmente esortato ad andare avanti. O mi sbaglio?
Cerchiamo di capire come può uno stesso bambino essere “figlio” di due donne.
Con la fecondazione extracorporea (chiamata impropriamente procreazione medicalmente assistita) questo è fattibile in quanto la separazione fra concepimento e gestazione è nella tecnica.
Così una donna fornisce gli ovociti, mentre l’altra è la gestante; gli spermatozoi saranno di un cosiddetto “donatore” anonimo. Alla nascita il bambino – secondo la legge (per ora) in vigore in Italia – risulterà figlio della donna che l’ha partorito, mentre l’altra, in virtù della legge Cirinnà in via di approvazione, potrà diventare madre adottiva.
Ecco la situazione di quel povero bambino che arriverà a nascere: privato volutamente del padre, mentre due donne – stravolgendo la maternità con un concepimento contro-natura, contro il mirabile disegno del Padre, creatore e amante della vita – sono all’origine della sua esistenza !!!!!!!!!!!!