di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro
su Il Foglio e Riscossa Cristiana
Fatto salvo tutto quanto ha trasformato un’ondata di freddo nella solita sceneggiatura da B-movie all’italiana, viene da chiedersi che razza di mondo sia quello in cui, contemporaneamente a una catastrofe o a un’emergenza, scatti subito la polemica sul ritardo dei soccorsi e sull’inefficienza dei soccorritori.
Terremoto, gelo, alluvione o affondamento della Concordia che sia, si può star certi che la seconda notizia di tutti i telegiornali della sera, dopo l’elenco dei danni, sarà: “Ed è polemica sui soccorsi”. E sui quotidiani, la mattina dopo, la “Polemica sui soccorsi” sarà l’apertura. Ma, una volta tanto, non serve sparare sul giornalista perché il volto mediatico è lo specchio dell’anima di una società desacralizzata e svirilizzata. Un mondo che sbatte la nevicata d’inverno in prima pagina è una landa desolata popolata da anime liofilizzate che, a forza di mettere tra parentesi il confronto con il destino che Dio ha preparato per ogni singola creatura, tremano davanti al minimo stormire di foglia. Povere anime imbarazzate dal corpo a cui sono state consegnate in sorte e premurose solo metterlo a riparo da qualsiasi rischio. Piccoli spiritelli convinti che, venendo al mondo, gli uomini abbiano contestualmente stipulato una polizza assicurativa contro i rischi della vita. E, per questo, cedono quote della propria libertà a uno stato che in cambio dovrebbe proteggere i corpi da ogni babau: delle anime, invece, poco o nulla importa, tanto che la Provvidenza viene sostituita con la con la previdenza.
Fino a qualche decennio fa, quando anima e corpo era un connubio virile, gli uomini sapevano di aver fatto tutto il necessario per mettersi al riparo affidandosi al Creatore: “A folgore et tempestate… A peste, fame et bello… Libera nos Domine”. Se poi Dio provvedeva diversamente, questo faceva parte del bel rischio di essere uomini. E non si strillava in prima pagina l’eccezionale notizia che d’inverno nevica: che, tra l’altro, in tempi civili, avrebbe portato alla bocciatura nell’esame di giornalismo.
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