15 giugno 2015
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Ostinatamente ortodosso = = = = = = = = =
di Fabio Trevisan
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“La verità è che il mondo moderno ha subìto un tracollo mentale, molto più consistente del tracollo morale”
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A coloro che insistevano nell’esigere spiegazioni sulla sua persona, Gilbert Keith Chesterton rispondeva nel 1929 in questo modo: “Io sono normale nel senso corretto della parola: che significa accettare un ordine, un Creatore e la creazione, possedere un senso comune di gratitudine verso la creazione, considerare la vita e l’amore come beni durevoli, il matrimonio e la galanteria come leggi che li controllano, e approvare il resto delle tradizioni comuni al nostro popolo e alla nostra religione”. Senza alcuna superbia (Chesterton non avrebbe mai adoperato per definire se stesso il termine “intellettuale”) e con molta semplicità egli riaffermava con ostinazione (il brano da cui ho tratto la citazione è rinvenibile nel volume: “Perché sono cattolico” – Paragrafo: “Ostinatamente ortodosso”) la sua cattolicità, il suo ardente amore per la verità senza falsi intellettualismi: “Ciò che comunemente chiamiamo mondo intellettuale si divide in due categorie di persone: coloro che venerano l’intelletto e coloro che lo usano. Vi sono eccezioni, ma, solitamente, non si tratta mai delle stesse persone. Coloro che usano l’intelletto non lo venerano, lo conoscono troppo bene. Coloro che venerano l’intelletto non lo usano, come è dimostrato dai discorsi che fanno quando parlano. Da qui deriva la confusione tra intelletto e intellettualismo…”.
Purtroppo queste profonde considerazioni dello scrittore londinese non sono state ascoltate e ne è testimonianza il fatto che molti, anche cattolici, si atteggiano da “intellettuali” rendendosi, seppur inconsapevolmente, ridicoli. Chesterton invitava a vedere le cose con semplicità e chiarezza, senza vernici o smalti intellettualistici e con questo, intendiamoci, senza in alcun modo disprezzare l’intelligenza: “Ed è proprio quando una persona riesce a vedere le cose chiaramente, come veramente sono, che percepirà l’importanza fondamentale di tali cose. Se una ragazza reale prova una vera storia d’amore, essa prova qualcosa di antico, ma non per questo stantio. Se lei coglie una rosa da un roseto, compie un gesto che risale alla notte dei tempi, ma la rosa è comunque fresca…”.
Alle parate degli “intellettuali” dei giorni nostri, Chesterton avrebbe risposto come lucidamente rispondeva alle stravaganze aristocratiche della sua epoca: “Ho quindi l’ardire di affermare, e, ritengo, senza vantarmi eccessivamente, che sono rimasto legato a certi rapporti e tradizioni, non perché sono un sentimentalista o un romantico, ma perché sono un realista, perché mi rendo conto che la morale non può cambiare quasi fosse una moda…”. Alla scuola di Chesterton e del sano cattolicesimo noi non dovremmo mai definirci “intellettuali” ma realisti e richiamare così, a mo’ di esempio, al senso comune del profumo delle rose o dello straordinario innamoramento tra un uomo e una donna: “Le rose manterranno il loro fascino luminoso e misterioso, nonostante molte rose vengano sparse come fiorellini su tappezzerie di seconda categoria. L’innamoramento continuerà ad irradiare luce e mistero, nonostante il ripetere per l’ennesima volta quella frase d’amore possa apparire fritto e rifritto”.
Il tracollo mentale era stato determinato, secondo Chesterton, da coloro che avevano disprezzato il senso comune ed il retaggio delle sane tradizioni: “Quando questa gente iniziò a giocherellare con la morale e la metafisica creò semplicemente una serie di mondi senza senso…”. Anche il nostro mondo moderno è saturo di “diritti”, di nuove mode, di nuove ideologie che contrastano con il senso comune e con la legge naturale del realismo cristiano.
6 commenti su “L’angolo di Gilbert K. Chesterton – grandezza e attualità di uno scrittore cattolico – rubrica quindicinale di Fabio Trevisan”
Quella che manca oggi è l’intelligenza, intesa come sana ragione, capace di studiare e intendere il creato e i fenomeni. Sana ragione da contrapporre all’irrazionalismo, all’idealismo e a quel mondo nefasto impregnato di farloccheria! Non è un caso che Big Gilbert abbia sempre puntato la spada (si si no no) contro il non senso, contro il nulla, contrapponendo l’Essere, l’essenza e la sostanzazione del Fare: Cultura, bellezza, giustizia, economia, arte…in una parola Civiltà. Importante la sua differenza tra il mistico buddista, con gli occhi chiusi, e il santo cattolico, con gli occhi ben aperti. Aperti sulle cose, sul creato, sul fare, sulla storia. Chesterton è un antidoto alla malvagità, alla dissoluzione, alla tentazione satanica che conduce al nulla, al dissolversi godendo. Chesterton è un antidoto alla passione decadente. Chesterton è un antidoto a quello che il professor Vassallo ha brillantemente riportato sul l’unione dei contrari mirante a provocar emozioni, dolore e gioia uniti…
Concordo con ciò che ha scritto!
Ancora una volta grazie a Fabio Trevisan che ci presenta la semplicità essenziale del pensiero di G.K. Chesterton.“Sono normale nel senso corretto della parola” dice il grande scrittore.Esatto, “normale” nel senso corretto, perché dovrebbe essere normale, di fronte alla bellezza di un filo d’erba o alla delicatezza di un fiore di campo o allo sguardo limpido di un bambino e al suo sorriso o alle lucine intermittenti che fanno le lucciole nelle notti di prima estate, correre con la mente e soprattutto con il cuore al loro Creatore. Come normale dovrebbe essere dirGli grazie perché tutto ci ha donato solo per amore, persino il Suo Unigenito Figlio.Eppure, come nella sua arguta semplicità diceva mia nonna, “la troppa intelligenza certe persone le rovina”. E così, giustamente, “quando questa gente iniziò a giocherellare con la morale e la metafisica creò semplicemente una serie di mondi senza senso”. Fino a che siamo arrivati all’impazzimento totale di oggi: un mondo senza senso perché ha eliminato Dio.
“Anche il nostro mondo moderno è saturo di “diritti”, di nuove mode, di nuove ideologie che contrastano con il senso comune e con la legge naturale del realismo cristiano.”
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Bello e chiaro questo articolo, come lo sono sempre i suoi scritti.
Addirittura come conclusione, potevano essere usati i soli termini “senso comune e legge naturale”.
Grazie.
Auguri a tutti i pisani, anche emigrati o trasferiti in altre zone d’Italia, per l’odierna solennità di San Ranieri. Sarà di sicuro un successo la bellissima luminara sul lungarno. Caro San Ranieri, proteggi la tua bella città e tutti i suoi abitanti (anch’io ho avuto l’onore di esserlo) dalle ostili insidie dei comunisti (laggiù imperanti da 70 anni) e dagli inganni del clero modernista, che anche là va a braccetto con comunisti, laicisti e tutti i nemici storici di Cristo e della Chiesa. Che nostalgia della Chiesa di S. Stefano dei Cavalieri, della chiesa di S. Maria della Spina, oltre che del Duomo
“Quando questa gente iniziò a giocherellare con la morale e la metafisica creò semplicemente una serie di mondi senza senso…”: frase verissima e, purtroppo, attualissima!