Non se ne può proprio più di queste falsificazioni della storia, di queste ipocrisie, di queste celebrazioni piene di retorica e per nulla credibili. Fatte soltanto a scopi e per fini di parte. Chi ha cuor di galantuomo non può non dire: basta!… nessuno si è ricordato (e ha citato) del famoso discorso di Benedetto Croce alla Costituente, nel quale sottolineava che quella guerra l’avevamo persa tutti!!!
di Giovanni Lugaresi
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Basta! Finita la melassa retorica di giornali e tv, nella quale abbondavano le parole libertà e democrazia, un solo interrogativo: ma quale Resistenza?
Sì, bravi! Da più parti abbiamo sentito, letto, che tutti i morti vanno onorati, anche quelli che combattevano dalla parte sbagliata, cioè la Repubblica Sociale Italiana. Concessione generosa quante mai, certo. Ma è sul finale che i conti non tornano. Perché la differenza, a sentire lorsignori, la faceva un semplice ma fondamentale elemento: i partigiani combattevano per la libertà e la democrazia, appunto, e dalla resistenza è nata la Costituzione Repubblicana.
A parte il fatto che la nostra Costituzione, a voler essere obbiettivi sino in fondo, è stata criticata, e non poco, da fior di antifascisti come Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Arturo Carlo Jemolo, per il quale quasi quasi era da preferirle lo Statuto Albertino (!), ma il resto?
Non abbiamo sentito, e non soltanto da sinistra, ad eccezione del galantuomo Gianpaolo Pansa, argomentazioni più serie, oggettive…
Eravamo giovani, giovanissimi, e nella nostra Ravenna, dove si cresceva a pane e resistenza, minestra e partigiani, e dove imperava il mito del capo partigiano (rosso), nonché ex vicecapomanipolo della milizia Arrigo Boldrini, ci ponevamo il quesito: ma come possono gli ex partigiani cattolici, repubblicani, liberali, monarchici, socialisti, celebrare il 25 Aprile insieme ai comunisti? Già: perché mentre questi ultimi si battevano per creare un’Italia a immagine e somiglianza dell’Unione Sovietica, gli altri erano i veri combattenti per la libertà.
E’ stato un equivoco che ci ha accompagnati per 70 anni e non sono valse le testimonianze di gente come Otello Montanari sulle malefatte dei rossi, e nemmeno le successive argomentazioni (su basi storiche) di Gianpaolo Pansa, appunto. Siamo sempre fermi lì.
Longo, Secchia, Moranino, Toffanin-Giacca, il mitico Bulow-Boldrini, si battevano per la democrazia e la libertà!!!??? Ma a chi vogliono darla a intendere! Come si fa a confondere persone-comportamenti quali Edgardo Sogno, Pizzoni, Cadorna, Mattei, Biasini, le cui mani fra l’altro non grondano certo sangue di altri partigiani (Malga Porzus, la ricorda qualcuno sul fronte della sinistra?), con i rossi che si battevano per una dittatura comunista in Italia?
Avevamo buone orecchie, allora, e oggi buona memoria, per frasi quali: “addavenì Baffone!”, e quei baffi non erano certamente quelli di Guareschi, bensì di Stalin. Da quali bocche provenivano quelle frasi? Ma da quelle di ex partigiani rossi… e non a caso.
Loro volevano un’Italia diversa; loro la resistenza l’avevano fatta per scopi che non erano certamente la libertà e la democrazia.
Ecco: è qui il discrimine. Non tanto tra fascismo e antifascismo, quanto appunto all’interno stesso delle forze della resistenza: fra chi voleva la vera libertà, la vera democrazia, e chi invece si batteva per un altro sistema dittatoriale, ben peggiore del regime fascista.
E allora? Che cosa possono avere in comune gli eredi di quelle due parti ben distinte della resistenza? Un unico elemento: aver combattuto per la sconfitta di nazisti e fascisti, poi, a risultato ottenuto, e ad elezioni del 1948 vinte dalla Dc e dai partiti di democrazia laica e socialista, ognuno avrebbe dovuto andare per la sua strada, anche il 25 aprile!
Invece no: l’equivoco continua. Un equivoco arrivato a situazioni (a dir poco) grottesche, come quella che ha visto la discriminazione dei combattenti della brigata ebraica, in pro di esponenti palestinesi. Discriminazione operata da chi? Dagli eredi dei partigiani rossi. Immemori, evidentemente, o noncuranti del fatto che il mondo islamico all’epoca era tutto per Hitler.
Ne prendano atto gli amici ebrei, tanti dei quali affascinati dal Pci ieri, dai suoi eredi, oggi.
Siamo alla follia.
Ma la follia ancora più grande è che quando si levano voci oneste come quella di un Pansa (certamente non del fronte filofascista), a mettere le cose a posto in nome della verità storica, si gridi all’attentato alla resistenza.
Non se ne può proprio più di queste falsificazioni della storia, di queste ipocrisie, di queste celebrazioni piene di retorica e per nulla credibili. Fatte soltanto a scopi e per fini di parte. Chi ha cuor di galantuomo non può non dire: basta!
P.S. Qualcuno che abbia scritto o pronunciato discorsi celebrativi ricordando il sacrificio degli Internati militari italiani (IMI) nei lager nazisti, pur in presenza di una qualificatissima letteratura, nella quale spiccano i libri di Giovannino Guareschi? Di certo, nessuno si è ricordato (e ha citato) del famoso discoro di Benedetto Croce alla Costituente, nel quale sottolineava che quella guerra l’avevamo persa tutti!!!
12 commenti su “Dopo la consueta ubriacatura del 25 aprile, diciamo basta! – di Giovanni Lugaresi”
De Gasperi, Scelba, la DC (ma anche i liberali) non si accorsero della differenza «fra chi voleva la vera libertà, la vera democrazia, e chi invece si batteva per un altro sistema dittatoriale» (quello sovietico per intenderci) tant’è che, non solo si allearono al PCI, ma agevolarono l’ascesa del Comunismo in Italia legittimandolo con inciuci, Governi di solidarietà nazionale, lottizzazioni ed altro. Molti esaltano la figura di Berlinguer, altro grande “moralizzatore” della vita pubblica nostrana che nel 1981 portò al centro del dibattito politico la “questione morale”. Pensate, Berlinguer invocò siffatta “questione” dopo i fallimentari Governi di compromesso storico DC-PCI non accorgendosi, stranamente, nel periodo 1976-79 ed anche prima, del malcostume DC, della malavitosa politica portata avanti dalla DC!
Strane amnesie della solita Sinistra comunista dalla doppia morale!
insieme con Edgardo Sogno (che aderì alla destra quando una destra esisteva ancora) di deve onorare la memoria di Nino Badano, un credente di santa vita, che fu imprigionato in un lager tedesco poiché aveva rifiutato di aderire alla Rsi – nel dopoguerra Badano, insieme con Luigi Gedda, si impegnò per la riabilitazione dei fascisti che avevano agito in buona fede – fu direttore del Quotidiano cattolico e pubblicò alcuni eccellenti saggi nella collana dell’editore fascista Giovanni Volpe – Badano fu inviato al confino per aver pronunciato una battuta critica su Mussolini e tuttavia prese parte come volontario alla guerra d’Abissinia e alla seconda guerra mondiale – sulla guerra d’Abissinia scrisse un magnifico libro –
Il Giornale riporta che sia La presidente Boldrini sia La ex ministra Kienge hanno detto che gli “immigrati sono partigiani”. Considerando che una delle persone che ha pronunciato tali frasi è addirittura la terza carica dello Stato, dovrebbero essere prese sul serio. Di solito per “partigiano” si intende chi fa parte di formazioni irregolari armate esercitando azioni di guerriglia per cacciare un invasore da un territorio che ritiene il proprio. Le frasi in questione sono quindi gravissime, perché significa che sono venuti qui a combattere.
A meno che si ritenga che non vadano prese sul serio.
La definizione “immigrati partigiani” è stata proclamata da queste SIGNORE in senso
ovviamente elogiativo (!!!).
Ma purtroppo io credo che il significato esatto sia proprio quello da lei indicato.
Perché temo che fra tutti questi immigrati stiano entrando in Italia e in Europa i
terroristi islamici.
Mi permetto di esprimere nuovamente un concetto: le attuali ondate provenienti dall’Africa (ma anche da altri luoghi: a Prato è stata eseguita in questi giorni la “condanna a morte automatica” di un Italiano, piccolo rapinatore, da parte dei Cinesi, che costui aveva danneggiato) sono effettivamente “partigiane”, nel senso che hanno per scopo l’eversione e il “dilavamento” della Civiltà Cattolica. Esattamente come lo scatenamento rosso/nero (“nero” nel senso del Nichilismo massonico) del 1943-’45 – analogo a quello di Spagna di pochi anni prima.
Questo scopo è presente alla mente di chi viene a scardinarci? In parte sì: il normale Musulmano, privo di armi ed esplosivi, sa che il Cristianesimo è “male”. Molto di più, però, a chi vuole la presente catastrofe… compresi i Massoni ecclesiastici, che pensano solo a cancellare la “Vecchia Chiesa” e a infamarne le persone e le opere.
Anch’io sono indignata per l’ingiusta contestazione della Brigata Ebraica, che ha collaborato, assieme alla liberazione dell’Italia!
E’ chiaro, ormai si chiama tutto resistenza, anche quella dei discendenti di chi, durante la guerra, parteggiava per Hitler e
fondava un corpo di SS islamiche….
Mai subìta come quest’anno un’enfasi resistenziale tanto ossessiva, martellante, pervasiva. Era dappertutto, impossibile sfuggire: sfilze di bandiere in ogni paese; foto e frasi osannanti in ogni apertura di posta elettronica; raffiche di film celebrativi; richiami continuati e celebrativi fra la pubblicità televisiva; persino nei filmati, che con la resistenza non c’entravano un tubo, ci han piazzato in un angolo una bandierina tricolore fissa con un memento resistenziale.
Tutto spontaneo?
Perfetto.Infatti la famosa Brigata rossa Garibaldi aveva un sogno:consegnare l’Italia liberata a Stalin.Per questo combattevano!Non certo per la nostra libertà.In questi girorni fanno vedere con orgoglio la pagina dell’Unità dell’epoca.Ma si dimenticano di dire cosa fu di falso quel giornale che nel ’44 pubblicava un libretto-in mio possesso-intitolato:Il trionfo della democrazia in URSS-Ed era invece l’epoca delle orrende purghe staliniane!Il lavaggio del cervello continua.E non serve cambire nome, il nocciolo è sempre quello!
Io il 25 aprile festeggio San Marco evangelista e l’anniversario del mio matrimonio. Si festeggia altro……………………….?
Certamente si rischia il linciaggio e non soltnato da parte di una ‘parte’, ma da quasi tutti per l’ubriacatiura dei termini emblematici, stavo per scrivere ‘magici’, ma mi sono trattenuto per non ingenerare cattivi pensieri.
Il mio indimenticabile maestro, il prof. Giacinto Auriti, non so quante persone si sia inimicato per alcune affermazioni filosoficamente inoppugnabili, in testa a tutte questa: “La democrazia é immorale perché fondata su un concetto amorale”, “Sul principio di maggioranza”, infatti continuava: “La legge del numero, essendo finalisticamente neutra non fonda, non potendolo di per sé, fondarsi su nessun principio, pena: contraddire sé stessa”.
Ebbene, ho scoperto recentemente, per merito della dott.ssa Siccardi, Marcel de Corte e la sua filosofia del reale, in essa mi pare di ravvisare l’intramontabile pensiero tomista e perdonate l’accostamento la schietta, scientifica e sì, critiana sincerità di Giacinto Auriti.
La democrazia SAREBBE, di per sé, un metodo accettabile perché esista un governo. Cfr. il grandioso radiomessaggio di papa Pio XII nel Natale del 1944 – quando i “democratici” stavano prendendo possesso del mondo intero.
Sarebbe… ma non lo è, perché la democrazia che conosciamo (da secoli) è semplicemente l’etichetta autosantificatrice dell’eversione: “Morte a tutte le Autorità e a ogni persona autorevole ! Dominio del Magma Umano ! “. È il medesimo concetto del Liberalismo ottocentesco, basato sul riferimento alle “Forze economiche autoregolantisi”, e del Marxismo, basato sulle “Forze economiche in lotta”
Diciamo con il giovane Leopardi: “piangi che ne hai ben donde Italia mia!