di Piero Vassallo
La pilotata emorragia del gruppo parlamentare del Pdl ha messo in minoranza il governo di Berlusconi e (forse) ha causato la temporaneo sospensione della politica concepita per riformare l’amministrazione dello stato e ad avviare un’attività diplomatica coraggiosamente finalizzata alla promozione degli esclusivi interessi italiani.
Causa dell’opposizione dilagante e giubilante da sinistra alla falsa destra non sono state le cene di Arcore. I politicanti che tollerano o addirittura festeggiano Marrazzo, Luxuria e l’occupante dell’alcova di Gaucci non hanno titoli per criticare le cene di Arcore. Peccaminosi e imperdonabili furono in realtà gli accordi di Berlusconi con Putin e con Gheddafi.
Berlusconi avviò un’azione diplomatica analoga a quella che, sullo sfondo delle strutturali debolezze dello stato e della collaudata fragilità dei nervi italiani, fu tentata da Enrico Mattei e da Aldo Moro.
Berlusconi non è stato assassinato, e tuttavia l’internazionale dei politicanti funerei e dei banchieri vampireschi esulta e gongola nel teatrino delle mosche cocchiere con nero pennacchio.
Il transeunte Luxuria, l’opaco Bersani, il creato di Almirante & Gaucci, il surreale Marrazzo, il sirenetto Vendola, la vezzosa Bindi, il fulminante Pecoraro Scanio, il Nobel dell’avanspettacolo Dario Fo, l’irritante Tabacci, lo Scalfaro barzellettato da Rambaldi Guidasci, il farfugliante Prodi, la scurrile Littizzetto, il sussiegoso Enrico Letta, il ringhiante Di Pietro, l’incubosa mole della Camusso, il desolato Follini, il democristiano di Bologna, dal cognome eufemistico, sinonimo di postribolo politicante, l’immobiliarista Scajola, il mutante Bocchino, e la ballerina Carlucci sono convinti di aver battuto l’odiato cavaliere nero.
Vittoria? Bersani, armato di un’ideologia sgangherata e di un’eloquenza umiliante, può al massimo vincere una gara di bocce nei giardini reggiani dell’Anpi. In immersione perpetua nell’alcova di Gaucci, Fini rappresenta la decisione almirantiana finalizzata a promuovere il più docile e il meno intelligente. Bocchino personifica la scienza politica in cammino verso la neurologia. Di Pietro è un leone di peluche ruggente in gabbia dorata. Marrazzo è la nuova figurina del tramontato sole marxista. La Carlucci è una scadente personificazione del tip-tap. Gli altri hanno la statura del combattente da videogioco.
La verità è che la sconfitta di Berlusconi dipende dalla campagna di calunnie e feroci dispetti promossa dai club al potere nelle cancellerie concorrenti di Francia, Inghilterra e Germania. Gli oppositori italiani sono nullità calate nel ruolo di inconsapevoli difensori dell’interesse straniero.
Ora i poteri forti non sono figure retoriche ma corpi reali. Le squadre internazionali dell’antItalia hanno una precisa identità, che non è inutile declinare:
a. le religioni anticattoliche
b. i club malthusiani
c. i ritrovi pederastici (le massonerie da pisciatoio, li definiva l’insospettabile J. P. Sartre)
d. i circoli thanatofili e abortisti
e. le banche strozzine
f. le centrali esoteriche e le massonerie
g. le università del nichilismo
h. le televisioni eco-darwiniane
i. le case editrici pornografiche
l. i giornalisti radical chic
Bersani e associati rappresentano la politica di paglia. La loro tetra festa non costituisce un serio problema. La presenza del potere antitaliano in Occidente è il nodo da sciogliere. Un felice avvio alla soluzione del problema nazionale sarebbe una vasta condivisione del progetto di far acquistare agli italiani qualunque i titoli di stato, usati dagli strozzini per esercitare un’indebita pressione sulla nostra politica.
All’azione dei privati dovrebbe fare seguito un taglio chirurgico della spesa pubblica: dimezzamento del numero dei politicanti, drastica riduzione delle irritanti auto blu, ridimensionamento della macchina burocratica, coraggioso taglio della cassa integrazioni, ritiro immediato dei militari impegnati in costosissime e rischiosissime missioni all’estero. E riforma delle infami e degradanti leggi Fortuna-Baslini.
La stabilità della nostra economia dipende dall’attitudine dei governi a rivendicare il primato civile della nazione italiana, ancora indenne da umilianti ed estreme situazioni quali famiglie gay e cliniche per l’eutanasia.
Se non che la dignità nazionale si riconquista affrontando il rischio della ritorsione dei falsi amici d’Europa e d’America. Ci auguriamo che Berlusconi affronti il rischio e abbandoni la politica tenendo alta la bandiera della nostra tradizione. Se questo accadrà le sinistre oggi in festa si sfasceranno contro il muro del vero patriottismo.