Scriptorium
Recensioni – rubrica del sabato di Cristina Siccardi
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Pellegrinaggio d’autore – di Franca Giusti. Un libro da assaporare, per conoscere una storia iconografica e di tradizione unica nel suo genere: chiese, cappelle, case… Franca Giusti e suo padre hanno faticato per raggiungere luoghi anche impervi e scavare fra edifici diroccati in felice ricerca di reperti utili a costruire una storia tanto affascinante quanto ricca di religiosità autentica.
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Esiste un genere letterario andato in disuso, il «diario di viaggio», che è un meraviglioso modo per accostarsi alle realtà culturali e artistiche, religiose e naturali. Il diario di viaggio è per persone che amano osservare, riflettere, recuperare le cose del passato e raccontarle. La giornalista Franca Giusti ci propone nuovamente questo genere, con un volume di grande valore documentario, Pellegrinaggio d’autore ovvero le vie sindoniche, edito da ChaTo e stampato dalla Tipografia Angraf di Torino.
La fede contraddistingue questo lavoro, costruito con tanta passione e con tanto amore per la Sacra Sindone e per coloro che hanno protetto, custodito e conservato lungo i secoli la Regina delle reliquie di tutta la storia della Cristianità. La fede percorre tutto il lungo ed inedito viaggio alla scoperta di uno straordinario pellegrinaggio, che il lettore ha la possibilità di rivivere attraverso le pagine dell’autrice, la quale iniziò questo itinerario fra storia, arte e cultura nell’agosto del 2012 fra picchi di caldo torrido e frequenti temporali.
Il devoto lavoro – perché di devozione autentica si tratta – è stato realizzato in Piemonte ed è stato costruito intorno alle pietre, prima ancora che dalla bibliografia (seppure scrupolosamente consultata), dalla tradizione orale e dalle testimonianze pittoriche presenti in tanti luoghi. Si tratta, quindi, di una raccolta aggiornata dello stato di conservazione delle opere e delle cappelle sindoniche, dove è registrata una tradizione orale di tre valli subalpine vicine in linea d’aria, ma separate da valichi e lunghe giornate di cammino, tuttavia unite da una sola voce, quella della Tradizione che da oltre 500 anni narra un evento eccezionale: il passaggio della Sacra Sindone nel XVI secolo. Alcune tele sono veri e propri fermi immagine di momenti specifici in località precise e con personalità aventi nomi e cognomi: tele, effigi, affreschi… che riportano storie di fede e di venerazione.
«Dagli studi effettuati, non esistono altri valichi o passaggi in cui si possa immaginare il cammino della Sindone nel XVI secolo da Chambery a Torino in sicurezza, al riparo dai Calvinisti o dagli Ugonotti, né si possono ignorare le insistenti testimonianze lasciate nelle chiese e cappelle, sulle pareti esterne come in quelle interne di edifici pubblici e privati. Unisona è l’eco della tradizione orale che abbiamo registrato chiacchierando con la gente del posto».
La Sindone venne difesa con coraggio e determinazione da Casa Savoia contro coloro che volevano distruggerla, i Protestanti. Fino al regno di Vittorio Emanuele II (che si compromise con la Massoneria e con il liberalismo), Casa Savoia era legata a doppio nodo con la Chiesa e la pietà cristiana era vissuta nella corte in maniera esemplare (si pensi ai sei beati sabaudi e a tutti coloro, di questa dinastia, che sono morti in concetto di santità), tanto che la popolazione non solo veniva guidata dal clero, ma emulava i propri sovrani.
Il Sacro Lino passò nel 1535 e nel 1578 nelle valli di Lanzo (e, forse, anche una terza volta, come dimostrerebbero alcuni studi). Piace pensare che esistono ancora persone di fede genuina che, di propria iniziativa, si mettono in cammino per seguire le orme di un’antica strada per poi accorgersi che così antica non è, e parla di eternità:
«Siamo in due. Io prendo gli appunti con i rettori delle varie chiese e scrivo, ricerco, studio e correggo quanto avevo già scritto. Poi torno ancora sui posti. Papà è sempre con me, scatta foto, curiosa là dove io non riesco ad avvicinarmi, interviene quando sbaglio approccio con chi non chiacchiera volentieri con gli sconosciuti e conosce passo per passo, roccia per roccia i valichi di cui parliamo. E segna il tempo. Lui, i valichi, li ha ripetutamente attraversati, studiati e ben impressi nella memoria. A volte siamo in tre. C’è padre Mario [padre Durando, cappuccino ndr) che fornisce testi, tempo e perplessità, scalciando secoli come sassi e confini come mosche. A volte siamo in tanti. Noi siamo solo alcuni tra i tanti del corteo che segue o insegue la Santa Sindone. Ci sono Vescovi e santi, Duchi e principesse, la schiera di serafini, cherubini e ogni sorta di angeli. Ci sono lampadofori e i committenti dei dipinti, gli addetti alle portantine ed il personale di servizio. E poi cavalli e muli, cuochi e servitori. E ci sono i nostri familiari e gli amici che seguono i lavori e si informano delle novità quasi mischiati a quella folla delle comunità che aspettavano cinque secoli fa, come oggi, di vedere il Volto di Gesù. E c’è San Francesco di Sales, nostro protettore che molto ebbe a che fare con il Sacro Lino» (pp. 9-19).
Le suore del monastero di clausura della Visitazione di Pinerolo raccontano a Franca Giusti e al padre che nel 1613 san Francesco di Sales si trovava a Torino ed era stato scelto dal duca Carlo Emanuele II fra i Vescovi che dovevano reggere il telo della Sacra Sindone per un’ Ostensione. Era maggio e faceva molto caldo. La folla dei fedeli era immensa. Alcune gocce della fronte madida di sudore del santo savoiardo, miste a lacrime, che uscivano dai suoi occhi colmi d’amore per Nostro Signore, caddero sul «preziosissimo telo». L’anno seguente, il Vescovo di Ginevra, che convertì migliaia e migliaia di calvinisti, commentò così quell’episodio a Madre Giovanna di Chantal: «Il Cardinale Maurizio di Savoia fu un po’ seccato di questo fatto, ma in cuor mio io pensavo che Nostro Signore non era così delicato e che aveva sparso sudore e sangue per unirlo al nostro e avvalorarlo per la vita eterna» (p. 10). D’altra parte la madre di san Francesco di Sales, quando ancora lo custodiva in grembo (1567), promise, durante l’Ostensione ad Annecy e di fronte alla Reliquia delle reliquie, che il bambino che aspettava era del Signore: lei l’avrebbe cresciuto e poi l’avrebbe donato a Lui, per sempre. Anche Madre Giovanna di Chantal, strettamente unita all’anima di san Francesco di Sales, pregò davanti alla Sacra Sindone. Madama Reale Cristina di Francia fece dispiegare a Torino il Sacro Lino appositamente per lei, già considerata una santa in vita.
Pellegrinaggio d’autore è un libro da assaporare, per conoscere una storia iconografica e di tradizione unica nel suo genere: chiese, cappelle, case… Franca Giusti e suo padre hanno faticato per raggiungere luoghi anche impervi e scavare fra edifici diroccati in felice ricerca di reperti utili a costruire una storia tanto affascinante quanto ricca di religiosità autentica. Ricordiamo anche l’apporto del giovane attore Danilo Ottaviani, che oggi vive negli Stati Uniti, il quale, con la sua splendida voce, interpreta il narratore, leggendo le pagine del libro. Infatti, condividendo l’entusiasmo di chi ha realizzato l’opera, egli racconta, in giro per il mondo, la storia della Santa Sindone e del faticoso viaggio da Chambery a Torino, quando san Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, si mise in cammino per espletare un voto fatto durante la peste: venerare il Sacro Lenzuolo nella città della Savoia; ma il duca Emanuele Filiberto ordinò di trasferire la Reliquia a Torino per abbreviargli il cammino, fu così che ebbero inizio le pubbliche esposizioni del telo sindonico.
Grazie a questo prezioso testo veniamo così a sapere che esiste un percorso devozionale tanto inedito quanto spiritualmente intenso, idoneo per chi ha voglia di camminare sia con le gambe che con l’anima, per accorgersi, così, che «Il passato è solo un prologo» (Tempesta, Shakespeare).
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Pellegrinaggio d’Autore – di Franca Giusti – ed. ChaTo (pag. 242 – offerta libera – il ricavato sarà destinato al progetto del ripristino dei sentieri sindonici realizzato da Associazione ChaTo) – per acquisti on line inviare una mail a info@riscossacristiana.it . Per le modalità di pagamento, clicca qui